Alessandro Mettimano

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Alessandro Mettimano
Alessandro Mettimano ricevuto dal presidente della Camera, Pietro Ingrao, 1977
NascitaNotaresco, 21 marzo 1920
Morte1983
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
Aeronautica Militare
CorpoItalian Co-Belligerent Air Force
SpecialitàCaccia
Reparto84ª Squadriglia, 10º Gruppo, 4º Stormo Caccia Terrestre
GradoGenerale di squadra aerea
GuerreSeconda guerra mondiale
Comandante diCapo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Aeronautica di Caserta
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Alessandro Mettimano (Notaresco, 21 marzo 19201983) è stato un generale e aviatore italiano, e membro dell'Accademia Tiberina di Storia e Tradizione dell'Arte[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Notaresco (provincia di Teramo) il 21 marzo 1920.[2] Arruolatosi nella Regia Aeronautica, fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Aeronautica di Caserta, Corso Turbine, conseguendo il brevetto di pilota d'aeroplano nel maggio 1940 e quello di pilota militare nel settembre dello stesso anno.[2] Prese parte alle operazioni belliche durante la seconda guerra mondiale nelle file del 10º Gruppo del 4º Stormo Caccia Terrestre[3] combattendo in Africa Settentrionale Italiana fino al novembre 1942, quando rientrò in Italia.[3] Il 1 settembre 1943 assunse il comando della 84ª Squadriglia del 4º Stormo C.T., equipaggiata con i caccia Macchi C.205 Veltro.[3] Continuò a comandare tale squadriglia anche dopo la firma dell'armistizio dell'8 settembre, quando era di stanza a Castrovillari,[2] prendendo parte alle successive operazioni belliche durante la guerra di liberazione, in forza all'Italian Co-Belligerent Air Force.[2] Al 2 maggio 1945 era all'Aeroporto di Lecce-Galatina con gli MC 205. Al termine delle ostilità risultava decorato con due Medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare, oltre a una promozione per merito di guerra.[2]

Lasciò il comando dell'84ª Squadriglia nell'aprile 1946, prendendo servizio in successione presso la Scuola pilotaggio di Castiglione del Lago, la Scuola addestramento caccia terrestre, la Scuola specialisti di Caserta, il comando 3ª Zona Aerea Territoriale (Z.A.T.)[N 1], il Reparto Volo dello Stato maggiore dell'Aeronautica, e nel Centro addestramento volo del comando della 3ª Z.A.T..[2] Tra il giugno 1953 e l'agosto 1955 fu comandante del 10º Gruppo Caccia Terrestre, e tra il 1959 e il giugno 1960 del reparto volo della 4ª Aerobrigata, della quale fu vice comandante dall'autunno 1962 all'autunno 1963.[2] Nominato comandante della base aerea di Gioia del Colle, nel 1965 fu trasferito allo Stato maggiore dell'Aeronautica in qualità di vice capo del 2º Reparto, di cui assunse il comando nel corso del 1966.[2] Nel novembre 1969 divenne comandante della Accademia Aeronautica, incarico che mantenne fino all'ottobre 1972.[2] Dall'anno successivo al marzo 1975 fu vice comandante del Comando delle Forze Alleate del Sud Europa.[2] Dal 18 marzo 1975 al 22 luglio 1976 fu comandante della 3ª Regione Aerea, divenendo successivamente presidente del Consiglio tecnico-scientifico della Difesa fino al 19 giugno 1977. Dal 20 giugno dello stesso anno al 2 aprile 1980 ricoprì l'incarico di Capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare,[2] e durante[4] il suo mandato dovette fronteggiare[5] il presunto ammutinamento dei controllori di volo militari, avvenuto il 19 ottobre 1979,[6] che bloccò ogni attività aerea in Italia, e che fu risolto successivamente dopo un incontro al Quirinale con l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini.[7]

Lasciata la vita militare assunse la presidenza della Compagnia nazionale satelliti per telecomunicazione (CTS),[8] e si spense nel corso del 1983.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota ardito e generoso, durante un intenso ciclo operativo sul fronte balcanico, attaccava con la sua squadriglia le ben difese colonne tedesche conseguendo ottimi risultati. Esempio ai suoi gregari di aggressività e di elevato spirito di sacrificio. Cielo dei Balcani, 8 ottobre 1944-3 maggio 1945
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Abile pilota da caccia, già distintosi durante un duro ciclo operativo, dava nuove luminose prove di abnegazione e di serena audacia prodigando tutto se stesso per contrastare l'azione di preponderanti forze nemiche. Nel corso di nove duri combattimenti, abbatteva individualmente due velivoli sicuri ed uno probabile e collaborava all'abbattimento di numerosi altri velivoli contribuendo così al raggiungimento di magnifiche vittorie dell'aviazione da caccia italiana. Cielo della Sicilia e della Calabria, 22 giugno-8 settembre 1943
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia di bronzo al valor militare
«Giovane pilota da caccia, partecipava a numerose azioni di guerra. In due duri combattimenti contro formazioni di gran lunga superiori s'impegnava riuscendo a colpire efficacemente i bombardieri nemici e contribuiva validamente e coraggiosamente alle numerose vittorie del suo reparto. Cielo dell'A.S.I., 21 luglio 1942-17 gennaio 1943
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia Mauriziana al merito di 10 lustri di carriera militare - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 28 settembre 1946[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Prestò servizio come aiutante del comandante della 3ª Z.A.T. fra l'ottobre 1950 ed il gennaio 1952.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Accademia Tiberina.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l Aeronautica Difesa.
  3. ^ a b c Dunning 1988, p. 24.
  4. ^ D'Avanzo 2016, p. 8.
  5. ^ D'Avanzo 2016, p. 17.
  6. ^ D'Avanzo 2016, p. 12.
  7. ^ D'Avanzo 2016, p. 13.
  8. ^ Giovanni Caprara, Storia italiana dello spazio: Visionari, scienziati e conquiste dal XIV secolo alla stazione spaziale, Bompiani, Milano, 2012.
  9. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 12 giugno 2013.
  10. ^ Registrato alla Corte dei Conti addì 21 ottobre 1946, registro n.4 Aeronautica, foglio 103.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Caprara, Storia italiana dello spazio: Visionari, scienziati e conquiste dal XIV secolo alla stazione spaziale, Milano, Bompiani, 2012, ISBN 8-85875-732-7.
  • (EN) F. D'Amico e Valentini G., Regia Aeronautica Vol,2 Pictorial History of the Aeronautica Nazionale Repubblicana and the Italian Co-Belligerent Air Force 1943-1945, Carrolton, Squadron/Signal Publications, 1986, ISBN 0-89747-185-7.
  • Giuseppe D'Avanzo, Ammutinamento all'italiana, Roma, IBN Edizioni, 2016.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italian Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • I reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
  • Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica Successore
Gen SA Dino Ciarlo 20 giugno 1977 – 1 aprile 1980 Gen SA Lamberto Bartolucci