Alberto Riva Villa Santa

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Alberto Riva Villasanta)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Alberto Riva Villa Santa
NascitaCagliari, 20 agosto 1900
MorteParadiso, 4 novembre 1918
Cause della mortecaduto in combattimento
Luogo di sepolturaSacrario di Redipuglia
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
Reparto8º Reggimento bersaglieri
Anni di servizio1917-1918
GradoSottotenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Caporetto
Battaglia del solstizio
Battaglia di Vittorio Veneto
Decorazionivedi sotto
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Alberto Riva Villa Santa (Cagliari, 20 agosto 1900Paradiso, 4 novembre 1918) è stato un militare italiano decorato di Medaglia d'oro alla memoria, e di Medaglia d'argento al valor militare, durante il corso della prima guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cagliari il 20 agosto 1900, all'interno di una famiglia di tradizioni militari, figlio di Giovanni Riva, di origine lombarda,[N 1] e Giovanna Villa Santa.[2] Fece i suoi primi studi a Cagliari al Ginnasio “Siotto Pintor” e scoppiata la guerra la sua famiglia si trasferì a Milano dove frequentò l'Istituto Militarizzato di San Celso.

Ai primi di ottobre del 1917, all'età di diciassette anni, fuggì da casa per arruolarsi volontario nel Regio Esercito,[2] e avendo falsificato il suo certificato di nascita in modo che potesse essere nominato Ufficiale senza che avesse raggiunto l'età prescritta, fu arruolato nel 90º Reggimento fanteria[2] della Brigata Salerno.[1]

Poco dopo fu mandato al fronte dove prese parte a diversi combattimenti sul Monte Grappa e sul Piave segnalandosi per il suo valore, ma in seguito alla ritirata di Caporetto fu scoperta la sua vera età e venne allontanato dalla zona di combattimento.[3] Dal gennaio 1918 prese parte a un corso Allievi Ufficiali presso il Comando della 3ª Armata classificandosi al primo posto, ed ottenendo, col grado di Aspirante, l'assegnazione nel corpo dei Bersaglieri da lui prescelto.[1] Entrato in servizio nell'8º Reggimento bersaglieri fu promosso sottotenente di complemento nel mese di febbraio.[1] Assunto il comando delle “Fiamme Cremisi” reggimentali, si distinse nel corso della battaglia del solstizio (15-24 giugno), e all'occupazione di Fagarè. Tra il 15 e il 16 agosto prese parte all'occupazione dell'isola Caserta sul Piave, guadagnandosi una Medaglia d'argento al valor militare.[1]

Fu proposto per la promozione a effettivo per merito di guerra, ma cadde eroicamente prima di poter conseguire tale onore.[3]

Il 4 novembre 1918, pochi momenti prima della cessazione delle ostilità, al bivio di Paradiso, mentre alla testa dei suoi bersaglieri, incalzava il nemico in ritirata,[N 2] cadde colpito in fronte dalle ultime scariche di una mitragliatrice nemica.[3] Fu l'ultimo militare italiano morto durante la guerra del 1915-1918. Alla sua memoria fu concessa dal Re Vittorio Emanuele III, con "motu proprio", la Medaglia d'oro al valore militare.[1]

La sua morte fu commemorata da Sua Altezza Reale il Duca d'Aosta, comandante della 3ª Armata il 13 aprile 1919 in occasione della inaugurazione del cippo innalzato agli eroi del Paradiso, nel luogo del loro olocausto e il 4 novembre dello stesso anno all'Augusteo di Roma da Gabriele D'Annunzio nella celebrazione del primo anniversario della vittoria.[3]

«Ecco un giovine italiano, ecco un adolescente, Alberto Riva, della casata di Villa Santa, un Italiano di Sardegna, diciottenne. Suo padre era caduto nella battaglia il 7 giugno 1916. Quattro de' suoi consanguinei erano caduti nella battaglia. Al suo fianco un suo fratello era stato ferito. E non gli bastava. Stirpe più che ferrea, silenziosa sublimità sarda, eroismo delle labbra serrate, sacrifizio senza parola. L'isola non s'è rinsaldata al continente? C'è tuttavia il Tirreno tra noi e quel masso d'amore? Al passaggio del Piave, al passaggio della Livenza, questo fanciullo aveva operato prodigi, conducendo il reparto d'assalto dell'ottavo reggimento di bersaglieri. Il 4 novembre, all'ora precisa dell'armistizio, cadde anch'egli alla testa dei suoi arditi, colpito nell'atto del balzo, "per spingere la vittoria più lontano, per più accostarsi a quelli che ci aspettavano, a quelli che ci aspettano".»

[3]

L'episodio della sua morte è eternato nel basamento del monumento al Bersagliere che sorge in Roma a Porta Pia. La mitragliatrice nemica è conservata nel Museo storico dei bersaglieri a Roma.

A Cagliari gli è stata dedicata la Caserma di Viale Poetto sede del Battaglione Trasmissioni Gennargentu, la scuola elementare di Piazza Garibaldi e la via principale di Pirri. Nella casa di Piazza Costituzione a Cagliari è stata murata una targa alla sua memoria. A Milano gli è stata intitolata una strada, così come a Bergamo, Padova e Siena.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Adolescente ancora trasse volontario alla guerra, assumendone i rischi maggiori. Comandante degli Arditi di un Reggimento Bersaglieri, fu valoroso tra i valorosi. Delle più rischiose imprese primo a chieder l’onore, spesso prevenne l’ordine con l’esecuzione e, al suo reparto, provato ad ogni cimento, fu ognora esempio di sublime eroismo. Con fede ardente nella vittoria, nei giorni che precedettero l’offensiva della riscossa, riuscì a trasfondere nei suoi uomini quella forza ed energia combattiva che fu consacrata sul campo da una magnifica gara di eroici ardimenti. Nel passaggio del Piave e della Livenza, respinti con infrenabile ardore violenti contrattacchi, sempre primo fra i primi, bello di sublime furore, seppe, con audace fermezza, trascinare le sue truppe in vari travolgenti assalti sbaragliando ovunque il nemico. Pochi istanti prima della cessazione delle ostilità, infrante in un supremo attacco le disperate difese avversarie, cadde gloriosamente sul campo, esempio magnifico di sacrificio per la grandezza della Patria. Piave-Livenza Tagliamento 27 ottobre-4 novembre 1918.[4]»
— Regio Decreto 19 febbraio 1919
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Nelle operazioni per la conquista dell'Isola Caserta, sul Piave, alla testa di un plotone di arditi dava prova di grande arditezza e di alte virtù militari, disimpegnando un delicato compito affidato al suo reparto e cooperando a respingere furiosi contrattacchi dell'avversario. Piave, 14-15 agosto 1918

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Suo padre Giovanni maggiore della Brigata Sassari, decorato con due Medaglie d'argento al valor militare, cadde combattendo a Monte Castelgomberto, sull'altipiano di Asiago il 7 giugno 1916. Inoltre era nipote del tenente degli alpini Antonio caduto ad Adua nel 1896 e cugino di 3 fratelli caduti tutti nella Grande Guerra (ten. Antonio Costa, magg. MAVM Carlo Costa e S.Ten. MAVM Giovanni Costa).
  2. ^ Parteciparono all'azione anche tre squadroni del 27º Reggimento "Cavalleggeri di Aquila".

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Treves, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Treves, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Mursia, 2014.
  • Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le medaglie d'oro al valor militare 1918, Roma, Tipografia regionale, 1968.
  • Alessandro Pennazzato, Paradiso, l'ultimo bagliore. 4 novembre 1918: assalto finale. Documenti, racconti, memorie, Talmassons, Ass. Culturale Il Cidul, 2018.
  • Paolo Volpato e Aldo Stevanin, Il prezzo dell’onore. La storia della Brigata Sassari e dell’8º Reggimento Bersaglieri nelle vicende di Giovanni e Alberto Riva Villa Santa, Bassano del Grappa, Itinera Progetti, 2016.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]