Alberto Collo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Alberto Collo

Alberto Collo (Piobesi Torinese, 6 luglio 1883Torino, 7 maggio 1955) è stato un attore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Iniziò come attore dialettale nella compagnia di Dante Testa, dove nel 1908 venne notato da Arturo Ambrosio che lo scritturò per la propria casa cinematografica, la Ambrosio Film. Nel 1909 passò alla Itala Film, che lo scritturò per interpretare ruoli femminili macchiettistici al fianco di Cretinetti, e nel 1911 alla neonata Savoia Film in ruoli da "cattivo". Successivamente alla Cines, alla Celio Film, una casa cinematografia alle dipendenze della stessa Cines, alla Tiber Film, alla Fert e all'Alba Film.[1]

Tra il 1912 e il 1924 fu uno dei protagonisti del cinema muto italiano in ruoli di amoroso, diretto da registi come Baldassarre Negroni, Mario Almirante, Guido Brignone e Augusto Genina, al fianco di colleghi come Emilio Ghione, Oreste Bilancia e con alcune delle più conosciute dive del periodo: Francesca Bertini, Hesperia, Leda Gys, Diomira Jacobini, Maria Jacobini, Italia Almirante Manzini. Nel 1915 ebbe una parte anche in quello che è considerato uno dei film di maggiore successo del cinema muto italiano: Assunta Spina.

Alberto Collo ricoverato in ospedale poco prima della morte, intervistato dal radiocronista Rai Mario Pogliotti

Nel 1925, con la crisi degli studi Fert rilevati poi da Stefano Pittaluga, Alberto Collo abbandonò il mondo della celluloide partecipando solo sporadicamente a qualche produzione (tra il 1926 e il 1939 il suo nome compare nel cast di quattro film). Nel 1928, tornato a Torino, fu scritturato nella compagnia di riviste di Dedè di Landa con Macario ancora agli inizi, poi con Emilio Ghione per le proiezioni de Il fornaretto di Venezia, al termini delle quali Collo e Ghione si esibivano in alcune scenette comiche.[1] Nel 1931 ritornò al teatro dialettale con la compagnia "La Stabile di Torino".[2]

Nel dopoguerra, tra il 1950 e il 1954, ottiene delle piccole parti in alcuni film tra cui Arrivano i nostri di Mario Mattoli, dopodiché malato, senza lavoro, nella più completa indigenza, viene soccorso dalla trasmissione radiofonica Ciak che apre una sottoscrizione a favore dell'attore, arrivano presso la redazione offerte, regali, assegni e vaglia sino alla raccolta di 400.000 lire, inoltre la Presidenza della Repubblica si attivò perché Collo venisse ricoverato con urgenza in un ospedale torinese per le cure di cui aveva bisogno, anche se non saranno sufficienti per guarirlo.[3]

Morì a Torino nel 1955.[4]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ercole Moggi, Fu il Valentino del cinema italiano, su Stampa Sera, 30 giugno 1951, p. 3.
  2. ^ g.cor., La nuova Compagnia Stabile di Torino al Parco Michelotti, su La Stampa, 30 maggio 1931, p. 3.
  3. ^ Aiutiamo Alberto Collo, in Radiocorriere, anno 32, n. 9, Edizioni Radio Italiana, 1955, p. 10.
  4. ^ È morto Alberto Collo, su Stampa Sera, 7 maggio 1955, p. 2.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Aldo Bernardini, Cinema muto italiano. Protagonisti, Cineteca di Bologna, 2018, pp. 85-86

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN90220131 · ISNI (EN0000 0004 5974 547X · SBN INTV010231 · GND (DE122202134X · BNF (FRcb17078340k (data) · WorldCat Identities (ENviaf-90220131