Argentavis magnificens: differenze tra le versioni

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'''''Argentavis''''' (il cui nome significa "uccello dell'Argentina") è un [[Genere (tassonomia)|genere]] estinto di [[uccello]] [[Teratornithidae|teratornide]] rinvenuto in tre siti fossiliferi delle formazioni Epecuén e Andalhualá, nell'[[Argentina|Argentina centrale]] e [[argentina|nordoccidentale]], risalenti al [[Miocene|Miocene superiore]], circa 6 milioni di anni fa (Huayqueriano), dove sono stati rinvenuti un buon numero di esemplari [[Fossile|fossili]]. La [[specie tipo]], ''A. magnificens'', talvolta chiamata con il nome comune '''teratornide gigante''', rappresenta uno tra i più grandi [[uccelli]] volanti mai esistiti. Sebbene sia ancora considerato l'uccello volante più pesante conosciuto, l'apertura alare di ''Argentavis'' era probabilmente inferiore a quella di ''[[Pelagornis sandersi]]'', che si stima avesse ali circa il 20% più lunghe di quelle di ''Argentavis'', secondo la sua descrizione nel 2014.<ref name=FWArgentavis>[http://www.fossilworks.org/cgi-bin/bridge.pl?a=taxonInfo&taxon_no=39644 ''Argentavis''] at [[Fossilworks]].org</ref><ref>[http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/6262740.stm Ancient American bird was glider]. ''[[BBC]]'', 2007-JUL-02. Retrieved 2008-JAN-14</ref>
'''''Argentavis''''' (''Argentavis magnificens'' [[Kenneth E. Campbell|Campbell]] & [[Eduardo P. Tonni|Tonni]], [[1980]]) è il più grande [[uccello]] volatile mai scoperto. Questo uccello [[Estinzione|estinto]], il cui nome significa "magnifico uccello argentino", visse alla fine del [[Miocene]] (6 milioni di anni fa) nella parte centrale e meridionale del [[America meridionale|Sud America]] in particolare nei territori dell'attuale [[Argentina]], dove è stato rinvenuto un buon numero di fossili.


== Descrizione ==
== Descrizione ==
L'unico esemplare conosciuto di ''Argentavis'' che comprende un'[[Omero (anatomia)|omero]] (osso del braccio) è alquanto danneggiato. Anche così, l'omero consente una stima abbastanza accurata della sua lunghezza in vita. L'omero di ''Argentavis'' era solo leggermente più corto di un intero braccio umano.<ref name=c&t1983>{{cita pubblicazione|cognome1=Campbell |nome1=Kenneth E. Jr. |cognome2=Tonni |nome2=E. P. |anno=1983 |titolo=Size and locomotion in teratorns |rivista=[[The Auk|Auk]] |volume=100 |numero=2 |pp=390–403 |url=http://sora.unm.edu/sites/default/files/journals/auk/v100n02/p0390-p0403.pdf|doi=10.1093/auk/100.2.390 }}</ref> Apparentemente la specie aveva gambe robuste e forti e piedi grandi che le permettevano di camminare con facilità. Il becco era grande, piuttosto allungato e presentava una punta uncinata con un'ampia apertura.
[[File:62628-Argentavis-hegazti-erraldoia.svg|thumb|Confronto tra ''Argentavis'' e (da sinistra a destra) un essere umano, un [[Palaeeudyptinae|pinguino gigante miocenico]], un [[Aptenodytes forsteri|pinguino imperatore]], un [[Aepyornithiformes|uccello elefante]], uno [[Struthio camelus|struzzo]] e un [[Vultur gryphus|condor andino]]; tuttavia il peso stimato e l'apertura alare di ''Argentavis'', come indicato, sono stati leggermente ridotti]]
I fossili di ''Argentavis'' finora rinvenuti sono incompleti e frammentari: un [[Omero (anatomia)|omero]] e parte del cranio sono le parti più complete; perciò per ricostruire le sembianze e le dimensioni dell'animale gli studiosi hanno confrontato i reperti disponibili con uno dei suoi parenti più prossimi, il ''[[Teratornis merriami]]'': le stime per ''Argentavis'' indicano un'[[apertura alare]] di 7 m, quindi maggiore sia dell'[[Harpagornis moorei|aquila di Haast]], vissuta dal [[Pleistocene]] all'[[Olocene]] in Nuova Zelanda, sia dell'uccello vivente con la maggiore apertura alare, cioè l'[[Diomedea exulans|albatro urlatore]], che arriva a 3,5 metri. La specie apparentemente era robusta; il peso stimato era di 70&nbsp;kg, l'altezza a 1,5 m; le gambe e i piedi erano grandi e gli consentivano di camminare con facilità. Il becco era grande, piuttosto sottile e aveva una punta uncinata ricurva. Nonostante la grande apertura alare, la massa muscolare per sostenere un tipo di volo battente era troppo ridotta rispetto al peso totale, perciò si ritiene che si limitasse a spiccare il volo dalle alture per poi compiere un volo planato sfruttando le correnti ascensionali. ''Argentavis'' aveva possenti artigli che utilizzava per portare al nido grosse prede e per strappare pezzi di carne. Infatti, questo uccello era carnivoro e poteva comportarsi sia da predatore che da [[saprofago]]. Si pensa anche che ''Argentavis'' possedesse un collare di piume intorno al collo per proteggersi dal freddo.


=== Dimensioni ===
=== Dimensioni ===
[[File:62628-Argentavis-hegazti-erraldoia.svg|thumb|Confronto tra ''Argentavis'' e (da sinistra a destra) un essere umano, un [[Palaeeudyptinae|pinguino gigante miocenico]], un [[Aptenodytes forsteri|pinguino imperatore]], un [[Aepyornithiformes|uccello elefante]], uno [[Struthio camelus|struzzo]] e un [[Vultur gryphus|condor andino]]; tuttavia il peso stimato e l'apertura alare di ''Argentavis'', come indicato, sono stati leggermente ridotti]]
Le stime sull'[[apertura alare]] di ''Argentavis'' variano ampiamente a seconda del metodo utilizzato per il ridimensionamento, le analisi di regressione o confronti con il [[condor della California]]. Originariamente, per la specie era stata pubblicata un'apertura alare di 7,5-8 metri, ma stime più recenti collocano l'apertura alare dell'animale in un intervallo tra i 5,09 e i 6,5 ​​metri. Tuttavia, è incerto se questi uccelli potessero realmente raggiungere un'apertura alare di 7 metri.<ref name= Alexander/><ref name="Chatterjee07"/> Al momento della sua descrizione, ''Argentavis'' era il più grande uccello volante mai esistito, tuttavia, il suo record è stato superato da un'altra specie estinta, ''[[Pelagornis sandersi]]'', descritto nel 2014, che presentava ali più lunghe raggiungendo un'apertura alare media compresa tra i 7 e i 7,4 metri.<ref name="Pelagornis"/><ref name=NG-Vergano>{{cita pubblicazione|cognome1=Vergano|nome1=Dan|titolo=Biggest Flying Seabird Had 21-Foot Wingspan, Scientists Say|url=http://news.nationalgeographic.com/news/2014/07/140707-bird-biggest-flight-ancient-wings-charleston-science/|archive-url=https://web.archive.org/web/20140708020453/http://news.nationalgeographic.com/news/2014/07/140707-bird-biggest-flight-ancient-wings-charleston-science/|url-status=dead|archive-date=July 8, 2014|accesso=8 Luglio 2014|editore=National Geographic|data=8 Luglio 2014}}</ref> Quando l'animale era a terra, la sua altezza sarebbe stata più o meno equivalente a quella di una persona, da 1,5 a 1,8 metri d'altezza, inoltre la sua lunghezza totale (dalla punta del becco alla punta della coda) era di circa 3,5 metri.<ref name= VIZCAÍNO>{{cita pubblicazione|cognome1=VIZCAÍNO |nome1=SERGIO F. |cognome2=FARIÑA |nome2=RICHARD A. |titolo=On the ftight capabilities and distribution of the giant Miocene bird Argentavis magnificens (Teratornithidae) |rivista=Lethaia |data=29 Marzo 2007 |volume=32 |numero=4 |pp=271–278 |doi=10.1111/j.1502-3931.1999.tb00546.x }}</ref>

Originariamente, il peso stimato per questo animale stimava una massa corporea di 80 kg, ma tecniche più precise mostrano che una massa più nella media sarebbe stata probabilmente da 70 a 72 kg, sebbene il peso di diversi esemplari sarebbe variato a seconda delle condizioni.<ref name= VIZCAÍNO/><ref name= Alexander>{{cita pubblicazione|cognome1=Alexander |nome1=David E. |titolo=Ancient Argentavis soars again |rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America |data=24 Luglio 2007 |volume=104 |numero=30 |pp=12233–12234 |doi=10.1073/pnas.0705515104 |pmid=17640902 |pmc=1941455 |bibcode=2007PNAS..10412233A |doi-access=free }}</ref><ref>Campbell Jr, K. E., & Marcus, L. (1992). ''The relationship of hindlimb bone dimensions to body weight in birds''. Natural History Museum of Los Angeles County Science Series, 36, 395-412.</ref> Con una massa simile ''Argentavis'' conserva ancora, con un margine considerevole, il titolo di uccello volante più pesante conosciuto. In questo, ''Pelagornis'' pesava non più di 22-40 kg.<ref name="Pelagornis"/> Per fare un confronto, l'uccello vivente con l'apertura alare più grande è l'[[Diomedea exulans|albatro urlatore]] (''Diomedea exulans''), la cui apertura alare misura in media 3 metri, raggiungendo talvolta anche i 3,7 metri. Siccome ''Argentavis'' viveva nell'entroterra, un altro buon punto di paragone è il [[condor delle Ande]] (''Vultur gryphus''), il più grande uccello volante dell'entroterra con apertura alare e peso medi, con un'apertura alare massima di 3,3 metri, un'apertura alare media di circa 2,82 metri, ed un peso di 15 kg. Si ritiene che gli [[Avvoltoi del nuovo mondo|avvoltoi del Nuovo Mondo]] come il condor siano i parenti viventi più prossimi ad ''Argentavis'' e agli altri teratornidi. I pesi medi sono ovviamente molto inferiori sia nell'albatro urlatore che nel condor andino rispetto ad ''Argentavis'', rispettivamente a circa 8,5 kg e 11,3 kg.<ref name=CRC2>{{cita libro|titolo=CRC Handbook of Avian Body Masses |edizione=2nd |curatore-nome=John B. Jr. |curatore-cognome=Dunning |editore=CRC Press |anno=2008 |isbn=978-1-4200-6444-5}}</ref><ref name=Wood>{{cita libro|cognome=Wood |nome=Gerald |titolo=The Guinness Book of Animal Facts and Feats |anno=1983 |isbn=978-0-85112-235-9 |url-access=registration |url=https://archive.org/details/guinnessbookofan00wood |editore=Enfield, Middlesex : Guinness Superlatives }}</ref>

La capacità di volare non è una semplice questione di rapporti di peso, salvo casi estremi; devono essere prese in considerazione anche le dimensioni e la struttura dell'ala. Come regola generale, un [[carico alare]] di 25 kg/m 2 è considerato il limite per il volo aviario.<ref name=Meunier>{{cita pubblicazione|cognome1=Meunier |nome1=K. |anno=1951 |titolo= Correlation and restructuring in the size relationship between avian wing and avian body |lingua=de |rivista=Biologia Generalis |volume=19 |pp=403–443}}</ref> È noto che gli uccelli volanti esistenti più pesanti pesano fino a 21 kg (ci sono diversi contendenti, tra cui l'[[Otis tarda|otarda maggiore]] e l'[[Ardeotis kori|otarda kori]]). Un'individuo di [[cigno reale]], che potrebbe aver perso la capacità di volo a causa del peso estremo, pesava 23 kg.<ref name=Wood/> Nel frattempo, la [[gru antigone]] è l'uccello volante più alto vivente, raggiungendo un'altezza massima di 1,8 metri, alta circa quanto ''Argentavis'' grazie alle lunghe zampe e al lungo collo.

Le più grandi creature volanti conosciute, tuttavia, non sono uccelli ma i grandi [[Pterosauria|pterosauri]] [[Azhdarchidae|azhdarchidi]] del [[Cretacico superiore|Cretaceo superiore]]. Si stima che l'apertura alare degli azhdarchidi più grandi, come ''[[Quetzalcoatlus]]'' e ''[[Hatzegopteryx thambema|Hatzegopteryx]]'', superasse i 10 metri, con stime meno parsimoniose che arrivano addirittura a 12 metri o più. Le stime sulla massa di questi azhdarchidi sono dell'ordine di 200–250 kg e la loro altezza stimata al suolo era più o meno analoga a quella di un [[elefante]] o di una piccola [[giraffa]]. Tuttavia, queste creature avevano un'anatomia completamente diversa da quella degli uccelli, spostandosi con un'andatura [[quadrupede]] a terra, ed utilizzando la spinta delle possenti ali per sollevarsi da terra.<ref name=wittonweight2010>{{cita pubblicazione|cognome1 = Witton |nome1 = M.P. |cognome2 = Habib |nome2 = M.B. |anno= 2010 | titolo = On the Size and Flight Diversity of Giant Pterosaurs, the Use of Birds as Pterosaur Analogues and Comments on Pterosaur Flightlessness | rivista = PLOS ONE | volume = 5 | numero = 11| pp = e13982 | doi = 10.1371/journal.pone.0013982 | pmid=21085624 | pmc=2981443| bibcode = 2010PLoSO...513982W | doi-access = free }}</ref>

Le stime attualmente accettate per le dimensioni di ''Argentavis'' sono:

* Apertura alare: {{converti|5.09|-|6.5|m|ftin|0|abbr=on}}<ref name="Pelagornis">{{Cita pubblicazione|titolo=Flight performance of the largest volant bird |nome1= D.T. |cognome1= Ksepka |rivista= Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America |volume= 111 |numero= 29 |data= 2014 |pp= 10624–10629 | doi = 10.1073/pnas.1320297111 |url= http://www.pnas.org/content/111/29/10624.full | bibcode=2014PNAS..11110624K | pmid=25002475 | pmc=4115518}}</ref>
* Apertura alare: {{converti|5.09|-|6.5|m|ftin|0|abbr=on}}<ref name="Pelagornis">{{Cita pubblicazione|titolo=Flight performance of the largest volant bird |nome1= D.T. |cognome1= Ksepka |rivista= Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America |volume= 111 |numero= 29 |data= 2014 |pp= 10624–10629 | doi = 10.1073/pnas.1320297111 |url= http://www.pnas.org/content/111/29/10624.full | bibcode=2014PNAS..11110624K | pmid=25002475 | pmc=4115518}}</ref>
* Area alare: {{converti|8.11|m2|ft2|abbr=on}}<ref name="Chatterjee07">{{Cita pubblicazione|titolo=The aerodynamics of ''Argentavis'', the world's largest flying bird from the Miocene of Argentina|volume=104|numero=30|pp=12398–12403|data=24 luglio 2007|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America |doi=10.1073/pnas.0702040104|cognome1=Chatterjee|nome1=S.|cognome2=Templin|nome2=R. J.|cognome3=Campbell|nome3=K. E.|pmid=17609382|pmc=1906724|bibcode=2007PNAS..10412398C}}</ref>
* Area alare: {{converti|8.11|m2|ft2|abbr=on}}<ref name="Chatterjee07">{{Cita pubblicazione|titolo=The aerodynamics of ''Argentavis'', the world's largest flying bird from the Miocene of Argentina|volume=104|numero=30|pp=12398–12403|data=24 luglio 2007|rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America |doi=10.1073/pnas.0702040104|cognome1=Chatterjee|nome1=S.|cognome2=Templin|nome2=R. J.|cognome3=Campbell|nome3=K. E.|pmid=17609382|pmc=1906724|bibcode=2007PNAS..10412398C}}</ref>
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* Altezza: da {{converti|1.5|to|1.8|m|ftin|0|abbr=on}}
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* Massa: da {{converti|70|to|72|kg|lb|abbr=on}}<ref name="Chatterjee07" />
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== Paleobiologia ==
[[File:Argentavis magnificens.png|thumb|[[paleoarte|Ricostruzione artistica]] di un individuo a terra]]
=== Ciclo vitale ===
Il confronto con gli uccelli odierni suggerisce ''Argentavis'' deponesse una o due uova, con una massa di poco più di 1 kg (più piccole di un uovo di [[struzzo]]) ogni due anni. Considerando il clima dell'epoca è probabile che questi uccelli covassero durante l'inverno, e che i genitori si scambiassero il compito di incubare e procurarsi il cibo ogni pochi giorni, e che i piccoli fossero indipendenti dopo circa 16 mesi dalla schiusa, ma non maturassero completamente fino all'età di 12 anni circa. La mortalità doveva essere molto bassa; Per mantenere una popolazione vitale, ogni anno potevano morire meno del 2% circa degli uccelli. Grazie alle sue grandi dimensioni e della capacità di volare, è possibile che ''Argentavis'' non subisse quasi alcuna predazione e la mortalità era principalmente dovuta alla vecchiaia e alle malattie.<ref name=Palmqvist>{{cita pubblicazione|cognome1=Palmqvist |nome1=Paul |cognome2=Vizcaíno |nome2=Sergio F. |anno=2003 |titolo=Ecological and reproductive constraints of body size in the gigantic ''Argentavis magnificens'' (Aves, Theratornithidae) from the Miocene of Argentina |rivista=Ameghiniana |volume=40 |numero=3 |pp=379–385 |url=http://webpersonal.uma.es/de/ppb/Argentavis.pdf}}</ref>

=== Volo ===
Dalle dimensioni e dalla struttura delle ali, si deduce che ''A. magnificens'' volasse principalmente planando, utilizzando il volo battente solo per brevi periodi. È probabile che facesse uso delle correnti termiche per salire di quota. È stato stimato che la velocità minima delle ali di ''A. magnificens'' fosse di circa 11 metri al secondo o 40 chilometri all'ora.<ref name=Vizcaino>{{cita pubblicazione|cognome1=Vizcaíno |nome1=Sergio F. |cognome2=Palmqvist |nome2=Paul |cognome3=Fariña |nome3=Richard A. |anno=2000 |titolo=Is there a limit to body size in flying birds? |rivista=Encuentros en la Biología |volume=64 |lingua=es |url=http://www.ciencias.uma.es/publicaciones/encuentros/ENCUENTROS64/aves.html |archive-url=https://web.archive.org/web/20010513084248/http://www.ciencias.uma.es/publicaciones/encuentros/encuentros64/aves.html |urlmorto=si |archive-date=2001-05-13 }}</ref> Il decollo sarebbe dipeso dal vento. Sebbene le sue zampe fossero abbastanza forti da consentirgli di correre o saltare, le ali erano semplicemente troppo lunghe per sbattere efficacemente finché l'uccello non si trovava a una certa altezza da terra.<ref name=c&t1983/> Tuttavia, prove scheletriche suggeriscono che i suoi muscoli pettorali non erano abbastanza potenti per sbattere le ali per periodi prolungati.<ref>Yong, Ed (2007-07-08) [http://notexactlyrocketscience.wordpress.com/2007/07/08/argentavis-the-largest-flying-bird-was-a-master-glider/ Argentavis, the largest flying bird, was a master glider]. notexactlyrocketscience.wordpress.com</ref> ''Argentavis'' potrebbe aver utilizzato i pendii delle montagne e i venti contrari per decollare, e probabilmente sarebbe riuscito a farlo anche da un terreno in leggera pendenza con poco sforzo. L'animale probabilmente volava e viveva in modo molto simile al moderno [[condor delle Ande]], scrutando vaste aree di terra dall'alto alla ricerca di cibo. Il clima delle colline andine in Argentina durante il tardo Miocene era più caldo e secco di oggi, il che avrebbe ulteriormente aiutato l'uccello a rimanere in aria in presenza di correnti ascensionali termiche.

Gli studi sul volo dei [[Condor (zoologia)|condor]] indicano che ''Argentavis'' era pienamente in grado di volare in condizioni normali poiché i moderni grandi uccelli in volo trascorrono pochissimo tempo a sbattere le ali indipendentemente dall'ambiente.<ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Williams |nome1=H. J. |cognome2=Shepard |nome2=E. L. C. |cognome3=Holton |nome3=Mark D. |cognome4=Alarcón |nome4=P. A. E. |cognome5=Wilson |nome5=R. P. |cognome6=Lambertucci |nome6=S. A. |titolo=Physical limits of flight performance in the heaviest soaring bird |rivista=Proceedings of the National Academy of Sciences |data=13 Luglio 2020 |volume=117 |numero=30 |pp=17884–17890 |doi=10.1073/pnas.1907360117 |pmid=32661147 |pmc=7395523 |bibcode=2020PNAS..11717884W |doi-access=free }}</ref>

=== Alimentazione ===
Si stima che il [[Territorio (biologia)|territorio]] di un ''Argentavis'' misurasse, probabilmente, più di 500 chilometri quadrati, che gli uccelli selezionavano in base alla disponibilità di prede, possibilmente utilizzando una direzione generalmente nord-sud per evitare di essere rallentati dai venti avversi. Questa specie sembra meno adatta [[aerodinamica|aerodinamicamente]] alla [[predazione]] aerea rispetto ai suoi parenti più prossimi. Probabilmente preferiva nutrirsi di carogne, ed è possibile che [[Cleptoparassitismo|cacciasse]] abitualmente i carnivori [[Metatheria|metatheri]], come i [[Thylacosmilidae|thylacosmilidi]], dalle loro prede per potersene cibare. I più grandi predatori terrestri nel Miocene sudamericano erano i grandi i [[Phorusrhacidae|phorusrhacidi]], colloquialmente chiamati "uccelli del terrore". I phororhacidi erano probabilmente i rivali più formidabili di ''Argentavis'', con le specie più grandi che pesavano circa tre volte il teratornide. A differenza dei condor e degli avvoltoi esistenti, i teratornidi, generalmente, avevano becchi lunghi, simili a quelli di un'[[aquila]] e si ritiene che fossero predatori attivi. Questo è apparentemente vero anche per ''Argentavis'', ma gli altri teratornidi erano probabilmente molto meno pesanti considerando le sostanziali differenze di dimensioni.<ref name=Palmqvist/><ref>{{cita pubblicazione|cognome1=Tambussi |nome1=Claudia P. |titolo=Palaeoenvironmental and faunal inferences based on the avian fossil record of Patagonia and Pampa: what works and what does not |rivista=Biological Journal of the Linnean Society |data=Giugno 2011 |volume=103 |numero=2 |pp=458–474 |doi=10.1111/j.1095-8312.2011.01658.x |doi-access=free |hdl=11336/53447 |hdl-access=free }}</ref> Tuttavia, questi uccelli potrebbero aver cacciato anche prede vive, come ad esempio grandi [[roditori]], piccoli [[armadilli]] e giovani [[bradipi terricoli]]. La specie avrebbe richiesto dai 2,5 ai 5 kg di carne al giorno.<ref name=Palmqvist/><ref>Croft, D. A. (2016). ''Horned armadillos and rafting monkeys: the fascinating fossil mammals of South America''. Indiana University Press.{{pn|date=July 2020}}</ref> È possibile che questi uccelli attuassero uno stile di caccia simile a quello dei moderni [[Caracarinae|caracara]], o altri uccelli che cacciano al suolo, come [[Bucorvus|bucorvi]] e [[Ciconiidae|cicogne]], cacciando primariamente a terra, forse in gruppo, inseguendo piccole prede che avrebbero afferrato con gli artigli prima di inghiottite intere. La struttura del cranio sembra suggerire che la maggior parte delle prede venissero inghiottite intere anziché fatte a pezzi.<ref name=c&t1983/><ref name=Palmqvist/>


== Note ==
== Note ==
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== Voci correlate ==
== Voci correlate ==
* [[Diadiaphorus]]
* ''[[Diadiaphorus]]''
* [[Diatryma]]
* ''[[Gastornis]]''
* [[Neogene]]
* [[Neogene]]



Versione delle 18:59, 29 gen 2024

Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
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Argentavis
Ricostruzione artistica
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseAves
OrdineCathartiformes
Famiglia†Teratornithidae
GenereArgentavis
Campbell & Tonni 1980
Nomenclatura binomiale
†Argentavis magnificens
Campbell & Tonni, 1980

Argentavis (il cui nome significa "uccello dell'Argentina") è un genere estinto di uccello teratornide rinvenuto in tre siti fossiliferi delle formazioni Epecuén e Andalhualá, nell'Argentina centrale e nordoccidentale, risalenti al Miocene superiore, circa 6 milioni di anni fa (Huayqueriano), dove sono stati rinvenuti un buon numero di esemplari fossili. La specie tipo, A. magnificens, talvolta chiamata con il nome comune teratornide gigante, rappresenta uno tra i più grandi uccelli volanti mai esistiti. Sebbene sia ancora considerato l'uccello volante più pesante conosciuto, l'apertura alare di Argentavis era probabilmente inferiore a quella di Pelagornis sandersi, che si stima avesse ali circa il 20% più lunghe di quelle di Argentavis, secondo la sua descrizione nel 2014.[1][2]

Descrizione

L'unico esemplare conosciuto di Argentavis che comprende un'omero (osso del braccio) è alquanto danneggiato. Anche così, l'omero consente una stima abbastanza accurata della sua lunghezza in vita. L'omero di Argentavis era solo leggermente più corto di un intero braccio umano.[3] Apparentemente la specie aveva gambe robuste e forti e piedi grandi che le permettevano di camminare con facilità. Il becco era grande, piuttosto allungato e presentava una punta uncinata con un'ampia apertura.

Dimensioni

Confronto tra Argentavis e (da sinistra a destra) un essere umano, un pinguino gigante miocenico, un pinguino imperatore, un uccello elefante, uno struzzo e un condor andino; tuttavia il peso stimato e l'apertura alare di Argentavis, come indicato, sono stati leggermente ridotti

Le stime sull'apertura alare di Argentavis variano ampiamente a seconda del metodo utilizzato per il ridimensionamento, le analisi di regressione o confronti con il condor della California. Originariamente, per la specie era stata pubblicata un'apertura alare di 7,5-8 metri, ma stime più recenti collocano l'apertura alare dell'animale in un intervallo tra i 5,09 e i 6,5 ​​metri. Tuttavia, è incerto se questi uccelli potessero realmente raggiungere un'apertura alare di 7 metri.[4][5] Al momento della sua descrizione, Argentavis era il più grande uccello volante mai esistito, tuttavia, il suo record è stato superato da un'altra specie estinta, Pelagornis sandersi, descritto nel 2014, che presentava ali più lunghe raggiungendo un'apertura alare media compresa tra i 7 e i 7,4 metri.[6][7] Quando l'animale era a terra, la sua altezza sarebbe stata più o meno equivalente a quella di una persona, da 1,5 a 1,8 metri d'altezza, inoltre la sua lunghezza totale (dalla punta del becco alla punta della coda) era di circa 3,5 metri.[8]

Originariamente, il peso stimato per questo animale stimava una massa corporea di 80 kg, ma tecniche più precise mostrano che una massa più nella media sarebbe stata probabilmente da 70 a 72 kg, sebbene il peso di diversi esemplari sarebbe variato a seconda delle condizioni.[8][4][9] Con una massa simile Argentavis conserva ancora, con un margine considerevole, il titolo di uccello volante più pesante conosciuto. In questo, Pelagornis pesava non più di 22-40 kg.[6] Per fare un confronto, l'uccello vivente con l'apertura alare più grande è l'albatro urlatore (Diomedea exulans), la cui apertura alare misura in media 3 metri, raggiungendo talvolta anche i 3,7 metri. Siccome Argentavis viveva nell'entroterra, un altro buon punto di paragone è il condor delle Ande (Vultur gryphus), il più grande uccello volante dell'entroterra con apertura alare e peso medi, con un'apertura alare massima di 3,3 metri, un'apertura alare media di circa 2,82 metri, ed un peso di 15 kg. Si ritiene che gli avvoltoi del Nuovo Mondo come il condor siano i parenti viventi più prossimi ad Argentavis e agli altri teratornidi. I pesi medi sono ovviamente molto inferiori sia nell'albatro urlatore che nel condor andino rispetto ad Argentavis, rispettivamente a circa 8,5 kg e 11,3 kg.[10][11]

La capacità di volare non è una semplice questione di rapporti di peso, salvo casi estremi; devono essere prese in considerazione anche le dimensioni e la struttura dell'ala. Come regola generale, un carico alare di 25 kg/m 2 è considerato il limite per il volo aviario.[12] È noto che gli uccelli volanti esistenti più pesanti pesano fino a 21 kg (ci sono diversi contendenti, tra cui l'otarda maggiore e l'otarda kori). Un'individuo di cigno reale, che potrebbe aver perso la capacità di volo a causa del peso estremo, pesava 23 kg.[11] Nel frattempo, la gru antigone è l'uccello volante più alto vivente, raggiungendo un'altezza massima di 1,8 metri, alta circa quanto Argentavis grazie alle lunghe zampe e al lungo collo.

Le più grandi creature volanti conosciute, tuttavia, non sono uccelli ma i grandi pterosauri azhdarchidi del Cretaceo superiore. Si stima che l'apertura alare degli azhdarchidi più grandi, come Quetzalcoatlus e Hatzegopteryx, superasse i 10 metri, con stime meno parsimoniose che arrivano addirittura a 12 metri o più. Le stime sulla massa di questi azhdarchidi sono dell'ordine di 200–250 kg e la loro altezza stimata al suolo era più o meno analoga a quella di un elefante o di una piccola giraffa. Tuttavia, queste creature avevano un'anatomia completamente diversa da quella degli uccelli, spostandosi con un'andatura quadrupede a terra, ed utilizzando la spinta delle possenti ali per sollevarsi da terra.[13]

Le stime attualmente accettate per le dimensioni di Argentavis sono:

  • Apertura alare: 5,09–6,5 m (16 ft 8 in–21 ft 4 in)[6]
  • Area alare: 8,11 m² (87,3 ft²)[5]
  • Carico alare: 84,6 N/m2 [5] (1,77 lbs/ft2)
  • Lunghezza del corpo: 3,5 m (11 ft 6 in)[5]
  • Altezza: da 1,5 fino a 1,8 m (4 ft 11 in fino a 5 ft 11 in)
  • Massa: da 70 fino a 72 kg (154 fino a 159 lb)[5]

Paleobiologia

Ricostruzione artistica di un individuo a terra

Ciclo vitale

Il confronto con gli uccelli odierni suggerisce Argentavis deponesse una o due uova, con una massa di poco più di 1 kg (più piccole di un uovo di struzzo) ogni due anni. Considerando il clima dell'epoca è probabile che questi uccelli covassero durante l'inverno, e che i genitori si scambiassero il compito di incubare e procurarsi il cibo ogni pochi giorni, e che i piccoli fossero indipendenti dopo circa 16 mesi dalla schiusa, ma non maturassero completamente fino all'età di 12 anni circa. La mortalità doveva essere molto bassa; Per mantenere una popolazione vitale, ogni anno potevano morire meno del 2% circa degli uccelli. Grazie alle sue grandi dimensioni e della capacità di volare, è possibile che Argentavis non subisse quasi alcuna predazione e la mortalità era principalmente dovuta alla vecchiaia e alle malattie.[14]

Volo

Dalle dimensioni e dalla struttura delle ali, si deduce che A. magnificens volasse principalmente planando, utilizzando il volo battente solo per brevi periodi. È probabile che facesse uso delle correnti termiche per salire di quota. È stato stimato che la velocità minima delle ali di A. magnificens fosse di circa 11 metri al secondo o 40 chilometri all'ora.[15] Il decollo sarebbe dipeso dal vento. Sebbene le sue zampe fossero abbastanza forti da consentirgli di correre o saltare, le ali erano semplicemente troppo lunghe per sbattere efficacemente finché l'uccello non si trovava a una certa altezza da terra.[3] Tuttavia, prove scheletriche suggeriscono che i suoi muscoli pettorali non erano abbastanza potenti per sbattere le ali per periodi prolungati.[16] Argentavis potrebbe aver utilizzato i pendii delle montagne e i venti contrari per decollare, e probabilmente sarebbe riuscito a farlo anche da un terreno in leggera pendenza con poco sforzo. L'animale probabilmente volava e viveva in modo molto simile al moderno condor delle Ande, scrutando vaste aree di terra dall'alto alla ricerca di cibo. Il clima delle colline andine in Argentina durante il tardo Miocene era più caldo e secco di oggi, il che avrebbe ulteriormente aiutato l'uccello a rimanere in aria in presenza di correnti ascensionali termiche.

Gli studi sul volo dei condor indicano che Argentavis era pienamente in grado di volare in condizioni normali poiché i moderni grandi uccelli in volo trascorrono pochissimo tempo a sbattere le ali indipendentemente dall'ambiente.[17]

Alimentazione

Si stima che il territorio di un Argentavis misurasse, probabilmente, più di 500 chilometri quadrati, che gli uccelli selezionavano in base alla disponibilità di prede, possibilmente utilizzando una direzione generalmente nord-sud per evitare di essere rallentati dai venti avversi. Questa specie sembra meno adatta aerodinamicamente alla predazione aerea rispetto ai suoi parenti più prossimi. Probabilmente preferiva nutrirsi di carogne, ed è possibile che cacciasse abitualmente i carnivori metatheri, come i thylacosmilidi, dalle loro prede per potersene cibare. I più grandi predatori terrestri nel Miocene sudamericano erano i grandi i phorusrhacidi, colloquialmente chiamati "uccelli del terrore". I phororhacidi erano probabilmente i rivali più formidabili di Argentavis, con le specie più grandi che pesavano circa tre volte il teratornide. A differenza dei condor e degli avvoltoi esistenti, i teratornidi, generalmente, avevano becchi lunghi, simili a quelli di un'aquila e si ritiene che fossero predatori attivi. Questo è apparentemente vero anche per Argentavis, ma gli altri teratornidi erano probabilmente molto meno pesanti considerando le sostanziali differenze di dimensioni.[14][18] Tuttavia, questi uccelli potrebbero aver cacciato anche prede vive, come ad esempio grandi roditori, piccoli armadilli e giovani bradipi terricoli. La specie avrebbe richiesto dai 2,5 ai 5 kg di carne al giorno.[14][19] È possibile che questi uccelli attuassero uno stile di caccia simile a quello dei moderni caracara, o altri uccelli che cacciano al suolo, come bucorvi e cicogne, cacciando primariamente a terra, forse in gruppo, inseguendo piccole prede che avrebbero afferrato con gli artigli prima di inghiottite intere. La struttura del cranio sembra suggerire che la maggior parte delle prede venissero inghiottite intere anziché fatte a pezzi.[3][14]

Note

  1. ^ Argentavis at Fossilworks.org
  2. ^ Ancient American bird was glider. BBC, 2007-JUL-02. Retrieved 2008-JAN-14
  3. ^ a b c Kenneth E. Jr. Campbell e E. P. Tonni, Size and locomotion in teratorns (PDF), in Auk, vol. 100, n. 2, 1983, pp. 390–403, DOI:10.1093/auk/100.2.390.
  4. ^ a b David E. Alexander, Ancient Argentavis soars again, in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 104, n. 30, 24 Luglio 2007, pp. 12233–12234, Bibcode:2007PNAS..10412233A, DOI:10.1073/pnas.0705515104, PMC 1941455, PMID 17640902.
  5. ^ a b c d e S. Chatterjee, R. J. Templin e K. E. Campbell, The aerodynamics of Argentavis, the world's largest flying bird from the Miocene of Argentina, in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 104, n. 30, 24 luglio 2007, pp. 12398–12403, Bibcode:2007PNAS..10412398C, DOI:10.1073/pnas.0702040104, PMC 1906724, PMID 17609382.
  6. ^ a b c D.T. Ksepka, Flight performance of the largest volant bird, in Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, vol. 111, n. 29, 2014, pp. 10624–10629, Bibcode:2014PNAS..11110624K, DOI:10.1073/pnas.1320297111, PMC 4115518, PMID 25002475.
  7. ^ Dan Vergano, Biggest Flying Seabird Had 21-Foot Wingspan, Scientists Say, National Geographic, 8 Luglio 2014. URL consultato l'8 Luglio 2014.
  8. ^ a b SERGIO F. VIZCAÍNO e RICHARD A. FARIÑA, On the ftight capabilities and distribution of the giant Miocene bird Argentavis magnificens (Teratornithidae), in Lethaia, vol. 32, n. 4, 29 Marzo 2007, pp. 271–278, DOI:10.1111/j.1502-3931.1999.tb00546.x.
  9. ^ Campbell Jr, K. E., & Marcus, L. (1992). The relationship of hindlimb bone dimensions to body weight in birds. Natural History Museum of Los Angeles County Science Series, 36, 395-412.
  10. ^ John B. Jr. Dunning (a cura di), CRC Handbook of Avian Body Masses, 2nd, CRC Press, 2008, ISBN 978-1-4200-6444-5.
  11. ^ a b Gerald Wood, The Guinness Book of Animal Facts and Feats, Enfield, Middlesex : Guinness Superlatives, 1983, ISBN 978-0-85112-235-9.
  12. ^ (DE) K. Meunier, Correlation and restructuring in the size relationship between avian wing and avian body, in Biologia Generalis, vol. 19, 1951, pp. 403–443.
  13. ^ M.P. Witton e M.B. Habib, On the Size and Flight Diversity of Giant Pterosaurs, the Use of Birds as Pterosaur Analogues and Comments on Pterosaur Flightlessness, in PLOS ONE, vol. 5, n. 11, 2010, pp. e13982, Bibcode:2010PLoSO...513982W, DOI:10.1371/journal.pone.0013982, PMC 2981443, PMID 21085624.
  14. ^ a b c d Paul Palmqvist e Sergio F. Vizcaíno, Ecological and reproductive constraints of body size in the gigantic Argentavis magnificens (Aves, Theratornithidae) from the Miocene of Argentina (PDF), in Ameghiniana, vol. 40, n. 3, 2003, pp. 379–385.
  15. ^ (ES) Sergio F. Vizcaíno, Paul Palmqvist e Richard A. Fariña, Is there a limit to body size in flying birds? [collegamento interrotto], in Encuentros en la Biología, vol. 64, 2000.
  16. ^ Yong, Ed (2007-07-08) Argentavis, the largest flying bird, was a master glider. notexactlyrocketscience.wordpress.com
  17. ^ H. J. Williams, E. L. C. Shepard, Mark D. Holton, P. A. E. Alarcón, R. P. Wilson e S. A. Lambertucci, Physical limits of flight performance in the heaviest soaring bird, in Proceedings of the National Academy of Sciences, vol. 117, n. 30, 13 Luglio 2020, pp. 17884–17890, Bibcode:2020PNAS..11717884W, DOI:10.1073/pnas.1907360117, PMC 7395523, PMID 32661147.
  18. ^ Claudia P. Tambussi, Palaeoenvironmental and faunal inferences based on the avian fossil record of Patagonia and Pampa: what works and what does not, in Biological Journal of the Linnean Society, vol. 103, n. 2, Giugno 2011, pp. 458–474, DOI:10.1111/j.1095-8312.2011.01658.x.
  19. ^ Croft, D. A. (2016). Horned armadillos and rafting monkeys: the fascinating fossil mammals of South America. Indiana University Press.Template:Pn

Bibliografia

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  • Veronica Ross, Dinosauri, le creature più terrificanti della Terra, RL Gruppo Editoriale Srl, 2010.

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