Paleoarte

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Duria Antiquior - A more Ancient Dorset
Duria Antiquior - A more Ancient Dorset è un acquarello del 1830 del geologo Henry De la Beche, basato su fossili ritrovati da Mary Anning. È considerata la prima rappresentazione pittorica di una scena preistorica basata su testimonianze scientifiche.

La paleoarte è il ramo delle scienze naturali che tenta di rappresentare artisticamente la vita preistorica secondo lo stato dell'arte della paleontologia[1]. Il termine è stato introdotto nel 1986 da Mark Hallett per definire il suo lavoro di illustratore basato su scoperte scientifiche[2]. Le rappresentazioni di paleoarte possono riguardare resti fossili o la raffigurazione di creature estinte nel loro ecosistema.

L'andatura di un Tyrannosaurus rex comparata a quella di un pollo gigante
Un Tyrannosaurus rex non può correre veloce: per spostare 6 tonnellate di peso, un pollo delle stesse dimensioni dovrebbe avere zampe con muscoli equivalenti a circa 99% della sua massa corporea. Il confronto evidenzia che realisticamente il T. rex poteva spostarsi al massimo a 18 km/h[3].

Un approccio scientifico[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1915, molto prima della scoperta di Microraptor, o comunque di qualsiasi dinosauro piumato, il naturalista Wiliam Beebe ipotizzò che ad un certo punto dell'evoluzione degli uccelli esistessero animali con quattro ali, speculando che alcuni rettili avessero sviluppato piume planando di albero in albero su tutti e quattro gli arti, chiamando questo antenato Tetrapteryx, illustrandolo in un disegno.

A differenza delle ricostruzioni di fantasia della vita dei dinosauri, il lavoro di paleoarte non è frutto dell'immaginazione dell'artista o da mere ipotesi, bensì nasce dalla stretta collaborazione fra scienziati ed artisti[4][5]. La ricostruzione di un animale estinto passa quindi dal vaglio dei paleontologi, dato che il risultato deve dar una forma visibile alle teorie scientifiche basate sui resti fossili, determinando la percezione del pubblico di animali scomparsi da tempo[6].

La ricostruzione di paleoarte richiede quindi una quantità notevole di dati da integrare sui taxa, sulla geologia e sull'anatomia. Immaginare correttamente la corretta posizione delle parti mancanti dei fossili deve basarsi, in un'opera di paleoarte, anche sulla conoscenza delle specie viventi affinché le posture o l'andatura siano credibili e fisicamente possibili[7]. Ricostruzioni rigorose hanno anche permesso di chiarire quali fossero le proporzioni, la massa muscolare e l'aspetto di animali fossili, migliorando la conoscenza sulle creature preistoriche[8][9][10].

Questo approccio rigoroso è in evidente contrasto con tutto un filone di raffigurazioni irreali, sebbene popolari, di organismi estinti. Lavori poco precisi scientificamente hanno portato a rappresentazioni con proporzioni distorte o lacunari, ignorando aspetti noti alla scienza e favorendo ricostruzioni di fantasia che attribuiscono capacità impossibili alle creature (come una velocità eccessiva alla corsa del T. rex[3]) o che le situano in contesti ambientali e geografici improbabili o che fanno incontrare animali separati da milioni di anni di evoluzione. Una causa è da cercarsi nell'impiego della case editrici di illustratori poco familiari con la biologia, che copiano il lavoro in paleoarte introducendo involontariamente degli errori[7].

Il pterodattilo di Hermann
La ricostruzione di pterodattilo di Hermann.

Prime rappresentazioni[modifica | modifica wikitesto]

Verso la fine del XVIII secolo, apparirono le prime ricostruzioni di rettili volanti[11]. L'interesse nacque attorno al pterosauro ritrovato in Germania nel 1784 da  Cosimo Collini[12], che questi interpretò erroneamente come una creatura marina. Sebbene quest'interpretazione restò a lungo prevalente, Georges Cuvier suggerì nel 1801 che questi animali potessero essere capaci di volare[13]. Il collega Jean Hermann di Strasburgo inviò a Cuvier una ricostruzione dello pterosauro: nel disegno l'animale viene interpretato come un animale con peli intermedio fra uccelli e quadrupedi, somigliante in un certo modo ai pipistrelli[11].

Coppia di Iguanodon del Crystal Palace
Coppia di Iguanodon del Crystal Palace dei primi anni 1850.

Gli Iguanodon del Crystal Palace[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine del XIX secolo, gli animali marini estinti sono oggetto di rappresentazioni artistiche[14]. Sin dal lavoro pionieristico di Sir Richard Owen nel 1842, la paleoarte è stato un importante mezzo di divulgazione delle conoscenze sui dinosauri. Assieme a Benjamin Waterhouse Hawkins, Owen ha aiutato a creare la prima scultura in grandezza reale di dinosauri, come pensava potessero essere. Se alcuni modelli erano stati creati inizialmente per l'Esposizione universale di Londra del 1851, trentatré di essi furono fatti in occasione dello spostamento del Crystal Palace nel 1854[1], da Hyde Park a Sydenham, nel sud di Londra[15]. Le sculture dei vari animali preistorici erano di cemento colato su una struttura di acciaio e mattoni; in particolare erano inclusi nella collezione due Iguanodon, uno in piedi e l'altro sdraiato. Le sculture divennero molto popolari, tant'è che già nel 1859 se ne commercializzavano al pubblico statuette in scala[16]. Nel 1849 però, Gideon Mantell si rese conto che l'Iguanodon, animale da lui scoperto, non era pesante e simile ai pachidermi, come Owen l'aveva rappresentato, bensì un animale più agile, dalle zampe anteriori snelle[17]. La sua morte nel 1852 l'impedì di partecipare alla ricostruzione del Crystal Palace e la visione di Owen rimase quella impressa al pubblico. Anche se gli Iguanodon sono sempre nel parco, il loro aspetto è ormai superato sotto molti aspetti.

Queste prime rappresentazioni di dinosauri, costruite su conoscenze parziali, hanno influenzato molto la cultura di massa tant'è che a tutt'oggi sono parte dell'immaginario collettivo, malgrado che nuove scoperte le abbiano reso obsolete[18].

Ricostruzione della testa di una Eolambia
Ricostruzione paleoartistica della testa di Eolambia (L. Panzarin e A.T. McDonald)

Paleoarte moderna[modifica | modifica wikitesto]

Schizzo di Fred Wierum di Barosaurus attaccato da due Allosauri

Il vero salto di qualità della paleoarte avvenne alla fine del XIX secolo, grazie all'artista statunitense Charles R. Knight. Knight usò l'anatomia comparata per rappresentare gli animali fossili, mirando a ricostruire i tessuti molli e, finalmente, l'apparenza esterna dei dinosauri. Seguiva, per il suo lavoro, una tecnica che aggiungeva strati su strati, partendo dalla struttura ossea, riuscendo a rappresentare correttamente postura ed aspetto dell'animale[19]. Le sue rappresentazioni superarono rapidamente in realismo tutte le precedenti dell'epoca vittoriana, anche grazie alla sua stretta collaborazione con il paleontologo Henry Fairfield Osborn[20].

Durante tutto il XX secolo, molti altri artisti si cimentarono nella rappresentazione di specie estinte, fra cui Zdeněk Burian, Jay Matternes e Rudolph Zallinger; quest'ultimo vinse nel 1949 il Premio Pulitzer per la pittura. Grazie alla collaborazione con paleontologi e paleobotanici, la ricostruzione dell'aspetto di animali preistorici è diventata una rappresentazione della conoscenza scientifica del momento. L'aspetto raffigurato di animali è mutato quindi nel tempo, modificandosi con il progredire delle scoperte scientifiche[1].

Verso la fine del XX secolo, vi è stato un ritorno alla moda dei dinosauri. Nel 1986, il paleontologo Robert Bakker pubblica Dinosaurs Heresies, libro nel quale rivoluziona la concezione anatomica e metabolica dei dinosauri. Suggerisce una loro natura di animali a sangue caldo e dal modo di vita attivo, cambiando radicalmente l'idea stabilita di dinosauri a sangue freddo e indolenti. Bakker fa anche l'accostamento fra i dinosauri, come possibili antenati degli uccelli moderni.

In questo periodo di rinascita d'interesse per la preistoria, si sono moltiplicate le ricostruzioni di animali estinti dove gli artisti hanno prestato un orecchio più attento alle nuove scoperte scientifiche[21]. Se da un lato si sono viste creazioni il più possibile fedeli a quanto ipotizzato dalla scienza, è anche apparso un filone di paleoarte sensazionalistica, dove gli animali appaiono molto spesso aggressivi e producendo vocalizzi e ruggiti improbabili[22]. Molti autori sono anche saltati acriticamente su alcune scoperte, come l'esistenza di dinosauri piumati nel Mesozoico[23], mentre altri l'hanno volontariamente tralasciata per motivi dettati dalla necessità di impressionare il pubblico[24][25]. Ancora una volta queste pur moderne rappresentazioni nascono da un'errata interpretazione dei ritrovamenti fossili: l'uso del piumaggio nascerebbe come una protezione contro gli attacchi[24][26] piuttosto che una forma di locomozione o per mantenere la temperatura corporea. Rimane quindi una certa resistenza alla nuova iconografia sui dinosauri, il cui realismo contrasta con le ricostruzioni di fantasia alle quali sia l'ambiente scientifico che il pubblico sono abituati.

I Pachycephalosaurus con la loro caratteristica calotta cranica sono tra i soggetti preferiti della paleoarte

La paleoarte rimane comunque soggetto a speculazioni artistiche, dato che non tutto ricostruisce la paleontologia. Nei primi anni 2010, un gruppo di artisti ha dato vita ad alcune pubblicazioni sperimentali[27][28], raffigurando dinosauri secondo le teorie più recenti. Questo filone mira a ravvivare l'interesse del pubblico per la scienza, piuttosto che per la spettacolarità dei disegni, e allo stesso tempo, spingere più in là la frontiera fra lavoro scientifico e rappresentazione artistica della natura.

Paleoartismo[modifica | modifica wikitesto]

Ricostruzione artistica di Tyrannosaurus rex
Ricostruzione artistica di Tyrannosaurus rex con piume: la scoperta di impronte di squame indica una minore presenza di piume di quanto precedentemente supposto, se non loro assenza, rendendo questa ricostruzione obsoleta. Anche la presenza di labbra potrebbe essere messa in dubbio dalla scoperta di strutture rugose sul cranio di Daspletosaurus, simili a quelle dei coccodrilli.

L'eccesso di produzioni di immagini di dinosauri, che in molte occasioni non sono ricostruzioni scientificamente accurate dell'animale che intenderebbero mostrare ricostruito o non supportate da evidenze fossili, è stato definito "paleoartismo" dal paleontologo Andrea Cau; il problema posto dalle ricostruzioni non corrette aumenta quando la richiesta da parte musei e organizzazioni scientifiche di rappresentazioni di animali del passato viene rivolta ad artisti non in grado di eseguire ricostruzioni corrette[1].

Cau afferma che è "dell'idea che il 90% della paleoarte che si vede di questi tempi sia brutta, inaccurata, triste e fastidiosa", con ricostruzioni innaturali in cui i dinosauri hanno la bocca spalancata, ruggiscono, sbavano o sgranano gli occhi, malamente disegnati con piume "probabilmente indotti dall'ossessione di "ricoprire di piume" i loro animali" e soprattutto "Tutti si fissano a fare le teste più sbalorditive, le posture più esuberanti, e poi cadono rovinosamente quando si tratta di rappresentare tutto ciò che sta distalmente al gomito"[29].

A seguito di questa elevata produzione e diffusione di immagini ricostruttive spesso fantasiose, i paleontologi hanno iniziato una revisione di alcune interpretazioni effettuate dai paleoartisti, inclusi alcuni le cui opere sono state utilizzate anche per illustrare testi scientifici e divulgativi sui dinosauri e ciò avviene in particolare per quei paleoartisti qualificati come ricercatori indipendenti e non associati ad alcuna istituzione accademica e senza una qualifica in scienze della terra o in biologia[30].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Marco Ansón, Manuel Hernández Fernández, Pedro A. Saura Ramos, Paleoart: term and conditions (a survey among paleontologists) (PDF), Current Trends in Paleontology and Evolution - XIII Meeting of Early-Stage Researchers in Paleontology (XIII EJIP), atti del convegno, Cercedilla, 15-18 aprile, ISBN 978-84-606-7282-1. URL consultato il 18 gennaio 2016.
  2. ^ (EN) Mark Hallett, The scientific approach of the art of bringing dinosaurs back to life, in Czerkas S.J. e Olson E.C. (a cura di), Dinosaurs Past and Present, Natural History Museum of Los Angeles Count in association with University of Washington Press, 1986.
  3. ^ a b (EN) M.J. Benton, Studying Function and Behavior in the Fossil Record, in PLoS Biol, vol. 8, n. 3, 2010, DOI:10.1371/journal.pbio.1000321.
  4. ^ (EN) Catherine Thimmesh, Scaly Spotted Feathered Frilled: How Do We Know What Dinosaurs Really Looked Like?, con illustrazioni paleoartistiche di John Sibbick, Greg Paul, Mark Hallett et al., Houghton Mifflin Harcourt, 2013, ISBN 978-0-547-99134-4.
  5. ^ (EN) Dave Hone, Drawing dinosaurs: how is palaeoart produced?, in The Guardian, 3 settembre 2012. URL consultato il 18 gennaio 2016.
  6. ^ (EN) James Gurney, Imaginative Realism: How to Paint What Doesn't Exist, Andrews McMeels Publishing, 2009, p. 78, ISBN 0740785508.
  7. ^ a b (EN) M. P. Witton, D. Naish e J. Conway, State of the Palaeoart, in Palaeontologia Electronica, vol. 17, n. 3, settembre 2014.
  8. ^ (EN) G.S. Paul, The science and art of restoring the life appearance of dinosaurs and their relatives: a rigorous how-to guide, collana Dinosaurs past and present, vol. 2, 1987, pp. 4-49.
  9. ^ (EN) G.S. Paul, The many myths, some old, some new, of dinosaurology, in Modern Geology, vol. 16, 1991, pp. 69-99.
  10. ^ (EN) Mauricio Antón, Reconstructing fossil mammals: strengths and limitations of a methodology, in Palaeontological Association Newsletter, vol. 53, n. 1, 2003, pp. 55-65.
  11. ^ a b (EN) Philippe Taquet & Kevin Padian, The earliest known restoration of a pterosaur and the philosophical origins of Cuvier’s Ossemens Fossiles, in Comptes Rendus Palevol, vol. 3, 2004, DOI:10.1016/j.crpv.2004.02.002.
  12. ^ (FR) Cosimo Alessandro Collini, Sur quelques Zoolithes du Cabinet d’Histoire naturelle de S.A.S.E. Palatine & de Bavière, à Mannheim, in Acta Theodoro-Palatinae Mannheim, vol. 5, Pars Physica, 1784, pp. 58-103.
  13. ^ (FR) Georges Cuvier, Extrait d’un ouvrage sur les espèces de quadrupèdes dont on a trouvé les ossements dans l’intérieur de la terre, in rivista de Physique, de Chimie et d’Histoire Naturelle, vol. 52, 1801, pp. 253-267.
  14. ^ J. P. Davidson, Misunderstood Marine Reptiles: Late Nineteenth-Century Artistic Reconstructions of Prehistoric Marine Life, in Transactions of the Kansas Academy of Science, vol. 118, 2015, pp. 53-67, DOI:10.1660/062.118.0107.
  15. ^ (EN) History: Dinosaurs and Website, su nyder.com. URL consultato il 27 aprile 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  16. ^ (EN) J.J. Liston, 2000 AD and the new ‘Flesh’: first to report the dinosaur renaissance in ‘moving’ pictures, collana Special Publications, vol. 343, Londra, Geological Society, 2010, pp. 335-360.
  17. ^ Gideon A. Mantell, Petrifications and their teachings: or, a handbook to the gallery of organic remains of the British Museum., Londra, H. G. Bohn, 1851, OCLC 8415138.
  18. ^ (EN) R. M. Ross, D. Duggan-Haas e W. D. Allmon, The Posture of Tyrannosaurus rex: Why Do Student Views Lag Behind the Science?, in rivista of Geoscience Education, vol. 61, 2013, p. 145, Bibcode:2013JGeEd..61..145R, DOI:10.5408/11-259.1.
  19. ^ (ES) Manuel Antón, El secreto de los fósiles, Madrid, Editorial Aguilar, 2007.
  20. ^ Debus & Debus.
  21. ^ a b (ES) Daniel Mediavilla, “Las superproducciones de dinosaurios podrían mantener el interés sin perder precisión científica”, in Materia, 04/09/2013. URL consultato il 24 gennaio 2016.
  22. ^ (EN) Mark Witton, What Daleks, xenomorphs and slasher movies tell us about palaeoart, su Mark Witton.com Blog. URL consultato il 19 gennaio 2016.
  23. ^ (EN) Larry D. Martin, Stephan A. Czerkas, The Fossil Record of Feather Evolution in the Mesozoic (abstract), in American Zoologist, vol. 40, n. 4, 2000, pp. 687-694, DOI:10.1668/0003-1569(2000)040[0687:TFROFE]2.0.CO;2. URL consultato il 19 gennaio 2016.
  24. ^ a b (EN) Mark Witton, The Mysterious Mysteries of Feather Resistance, su Mark Witton.com Blog. URL consultato il 19 gennaio 2016.
  25. ^ Un esempio lampante è il film Jurassic World, prima del quale si è acceso il dibattito se rappresentare i dinosauri piumati, cosa che la produzione ha accuratamente evitato di fare[21].
  26. ^ (EN) Thomas P. Hopp e Mark J. Orsen, Cap. 11 Dinosaur Brooding Behavior and the Origin of Flight Feathers, in Philip J. Currie (a cura di), Feathered Dragons: Studies on the Transition from Dinosaurs to Birds, Indiana University Press, 2004, ISBN 9780253343734.
  27. ^ Conway, Kosemen e Naish, All Yesterdays.
  28. ^ Kosemen, All Your Yesyerdays.
  29. ^ Ecco finalmente qualcuno che sa fare il suo dannato lavoro 01 settembre 2017
  30. ^ (EN) Darren Naish, Why the world has to ignore ReptileEvolution.com, su blogs.scientificamerican.com, 3 luglio 2012. URL consultato il 19 luglio 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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