Zoran Mušič

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Da sinistra a destra: Mušič con i pittori Manessier e Eudaldo, agli inizi degli anni Sessanta.

Anton Zoran Mušič (Boccavizza / Bukovica, 12 febbraio 1909Venezia, 25 maggio 2005) è stato un pittore e incisore sloveno, esponente della nuova Scuola di Parigi.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Mušič nacque in una famiglia di lingua slovena nel villaggio di Bukovica/Boccavizza presso Gorizia (allora parte della Contea di Gorizia e Gradisca), AU, oggi Slovenia. Dopo aver terminato gli studi all'Accademia dell'Arte di Zagabria nel 1934, Mušič cominciò la sua carriera con lunghi viaggi (1935 - 1940), trascorrendo alcuni mesi (tre) a Madrid, a Curzola; visse a Maribor, e Lubiana prima di stabilirsi a Trieste e a Venezia (ottobre 1943) dove sposa Ida Barbarigo Cadorin (settembre 1949) che considererà per tutta la vita la sua unica musa ispiratrice. Nel novembre 1944, durante la seconda guerra mondiale, fu deportato nel campo di concentramento di Dachau, dove riuscì a ritrarre segretamente la vita del campo in circostanze estremamente difficili e pericolose. Ventiquattro disegni di Mušič firmati e datati Dachau 1945, che testimoniano la vita e la morte nel campo di concentramento, sono stati recentemente rinvenuti dal prof. Franco Cecotti di Trieste negli archivi di ANPI, ANED, ANPPIA e dell'Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia. Sono attualmente raccolti nel Museo Revoltella di Trieste e rappresentano la più cospicua serie di disegni di Mušič sul tema della deportazione.

Dopo la sua liberazione, avvenuta nel 1945, Mušič fece ritorno a Lubiana, da cui passò a Gorizia, in Istria (Pinguente) e a Venezia, dove vinse il premio Gualino alla Biennale del 1950. Nel 1951 gli fu assegnato, insieme al pittore italiano Antonio Corpora, il Premio Parigi, organizzato a Cortina d'Ampezzo dal Centro culturale italiano di Parigi su consiglio di Campigli e Severini.

Una nuova fase della sua pittura si evolse attorno alla rappresentazione dei paesaggi dalmati della sua gioventù. Successivamente, si concentrò soprattutto sull'ambiente circostante, ossia i paesaggi italiani. Fu stilisticamente influenzato dai mosaici e dalle icone bizantine a Venezia.

Negli anni cinquanta trascorse un certo periodo a lavorare a Parigi, studiando "l'astrazione lirica" francese, per fare poi ritorno al suo atelier veneziano. Nel 1956 e nel 1960 partecipò nuovamente alla Biennale. Dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro grafico, a partire dagli anni sessanta i motivi organici di Mušič divennero sempre più astratti e le sue composizioni abbandonarono i canoni della tridimensionalità.

Una nuova serie di opere, databili tra il 1970 e il 1976, intitolata Noi non siamo gli ultimi (in francese: Nous ne sommes pas les derniers), nelle quali l'artista trasformò il terrore e l'inferno della prigionia nel campo di concentramento di Dachau in documenti di una tragedia universale, ebbe enorme successo e fu certamente la più acclamata dalla critica.

La produzione di Zoran Mušič è stata onorata in numerosissime esposizioni internazionali, e a tutt'oggi le sue apprezzatissime opere sono conservate nei più importanti musei del mondo, principalmente in Italia, Slovenia, Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti.

Mušič è conosciuto anche con il soprannome de "il pittore dei cavallini", per via di un suo ricorrente soggetto, appunto i cavalli.

La firma dell'artista.

È sepolto a Venezia, nel cimitero monumentale di San Michele.

Zoran Mušič nei musei[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Clair, Jean: La barbarie ordinaire, Mušič à Dachau, Edizioni Gallimard, Parigi, 2001. ISBN 2-07-076094-4
  • Harambourg, Lydia: Dictionnaire des peintres de l'Ecole de Paris, 1945-1965, Edizioni Ides et Calendes, Neuchâtel, 1993. ISBN 2-8258-0048-1
  • Nsn (Nelida SILIČ NEMEC): Mušič Zoran (Anton). V: Primorski slovenski biografski leksikon, 10 snopič. Gorica: Goriška Mohorjeva družba, 1984, str. 179-180.
  • Nelida Silič NEMEC, Nace ŠUMI, Zoran KRŽIŠNIK, Galerija Zorana Mušiča, Grad Dobrovo, Stalna zbirka grafičnih del Zorana Mušiča, Goriški muzej, Nova Gorica, 1991.24537344
  • Nelida NEMEC, Pokrajina telesa. Mušič v vid Merleau-Pontyja. Založba Annales ZRS Koper, Koper 2017. ISBN 978-961-6964-90-6
  • Nelida NEMEC, Mušičevo slikarstvo in Merleau-Pontyjeva filozofija slikarstva; doktorska disertacija; Koper, 2016; COBISS.SI-ID-1538238660
  • Nelida NEMEC, Karst landscape as an inspiration for creative opuses of Lojze Spacal and Zoran Mušič. Annales: analiza istrske in mediteranske študije, Koper, 2008, ISSN 1408-5348 (Let. 18, st. 1, 2008, str. 193-206)
  • Nelida NEMEC, Zoran Mušič.Podobe kraškega sveta. Poslovni center Hit Paviljon Nova Gorica, 12. februar-29. mare 2009, zgibanka.
  • Nelida NEMEC, V Dachauu je Music odkril resnico in jo skusal naslikati: Nelida Nemec umetnostna zgodovinarka. Delo ISSN 0350-7521 (leto 60, st. 21, 26. maj 2018=sobotna priloga - ISSN 1580-3007, str. 24-27.
  • Nelida NEMEC, Ob življenjskem jubileju Zorana Mušiča. Primorske novice, ISSN 0350-4468 (43, st. 13, 17. februar 1989, str. 7)
  • Nelida NEMEC, Mušičeva zakoreninjenost v kraškem svetu: v Cankarjevem domu v Liubliani razstava Drobna dela na papiriu. Kras: revia o Krasu in krasu, o ludeh in nihovem ustvarianju. - ISSN 1318-3527 (St. 7. sept. 2005, str. 30-31)
  • Pasquali, Marilena: "Zoran Mušič. L'opera su carta", Noèdizioni, Firenze, 2007.
  • Zoran Mušič a Cortina. Il ciclo naturalistico della vita, a cura di Daniele D'Anza, Il ramo d'oro edizioni, Trieste, 2009. ISBN 978-88-89359-41-9
  • Zupan, Gojko: On a Par with Rilke, Celan and Pahor, Zoran Music, Poetry of Silence, Leopold Museum, Wien, 2018. ISBN 978-3-9504518-1-8
  • Nelida NEMEC, Poslikava treh cerkva na Primorskem: za Gradno je naslikal križev por. Novi glas (Trst/Gorica), št. 9 (1313), 9.3.2023, str. 1 in 8.

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