Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze

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Coordinate: 43°46′21.14″N 11°15′20.79″E / 43.772539°N 11.255775°E43.772539; 11.255775
La palazzina della Misericordia vista dal Duomo
L'origine della Compagnia della Misericordia in Firenze, 1857 (Museo Poldi Pezzoli, Milano)

La Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze (abbreviato Ven. Arc. Misericordia di Firenze) è una confraternita laica fondata a Firenze nel XIII secolo da San Pietro martire con lo scopo di operare verso i bisognosi gesti di evangelica misericordia. È oggi la più antica Confraternita per l'assistenza ai malati e, in generale, la più antica istituzione privata di volontariato esistente al mondo ancora attiva dalla sua fondazione, datata nel 1244 secondo i registri conservati nel suo archivio. I suoi membri laici, detti fratelli continuano ancora a fornire parte[1] del servizio di trasporto infermi nella città, e fino all'aprile 2006 indossavano ancora la tradizionale veste nera (risalente al XVII secolo), oggi ridotta all'uso nelle cerimonie di rappresentanza a causa di regolamenti nazionali ispirati alla sicurezza stradale. Sull'esempio della confraternita fiorentina sono sorte numerose istituzioni analoghe in tutta Italia ed anche all'estero.

La Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze aderisce alla Compagnia delle Misericordie[2], una confederazione fondata da Misericordia di Firenze, Rifredi e Bivigliano. Nel 2014 è rientrata nella Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia, lasciando la Compagnia delle Misericordie.

Ambulanza in servizio per la maratona di Firenze in Piazza Duomo

La maggior parte delle altre misericordie, pur conservando la loro indipendenza aderiscono alla Confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia, la cui sede si trova pure a Firenze e riunisce circa 700 confraternite.

La storia

Le origini

La Confraternita, nota ai fiorentini semplicemente come La Misericordia, si è dedicata fin dall'inizio della sua storia al trasporto dei malati verso gli ospedali della città, alla raccolta di elemosine per maritare fanciulle povere, alla sepoltura dei defunti, e ad altre opere di carità. La fondazione è incerta: secondo una leggenda sarebbe stata opera del facchino Piero di Luca Borsi, mentre in un registro dell'Arciconfraternita datato 1361 è riportato che la Confraternita fu «cominciata per lo beato Messer Santo Pietro Martire dell'Ordine dei predicatori». Si trattò, in particolare, di una filiazione della Societas Fidei costituita nel 1244, col nome di Compagnia di Santa Maria della Misericordia

La Confraternita si distinse rapidamente soprattutto per la costante attività nel campo del trasporto degli infermi e della sepoltura dei defunti, in special modo durante le sempre più frequenti pestilenze. In breve tempo crebbe di numero e popolarità, nonché inevitabilmente di ricchezza, quando iniziarono ad affluire donazioni e lasciti testamentari.

Nel XIV secolo la Confraternita venne riconosciuta dal Comune come una vera e propria istituzione pubblica in una provvisione del 31 marzo 1329 con la quale si dava ai Fratelli il diritto di eleggersi i propri responsabili (Capitani).

Il Quattrocento

In quegli anni la ormai prospera confraternita si dotava di una nuova sede in quella che oggi è detta la Loggia del Bigallo in Piazza del Duomo. Infatti, di lì a poco, nel 1425, la meno prospera (anzi, si diceva, prossima al fallimento) Confraternita del Bigallo ottenne la fusione delle due confraternite, nonostante le proteste del cosiddetto Magistrato della Misericordia, che temeva l'intiepidirsi dell'entusiasmo dei Fratelli e la perdita del controllo sui beni della confraternita.

Nel 1489 una parte consistente dei membri della Misericordia, lasciando al Bigallo tutti i beni e le rendite, ottenne la revoca del provvedimento e ricostituì la Misericordia con i vecchi intenti, redigendo nuovi statuti (1490) e spostando l'alloggio in un'altra sede provvisoria. Nel 1498 anche a Lisbona si segue l'idea e il modello della confraternita di Santa Maria della Misericordia, è viene fondata una "Misericordia Lusitana", in capo a qualche decennio la tradizione della confraternita si estende alla Francia e alla Spagna e nel 1539 migra fino in Brasile " Santa Casa di Misericordia di Olinda" (Diego Baratono, Claudio Piani, 2014).

L'epoca moderna

Stemma della Misericordia, nel soffitto della chiesa della confraternita

La costruzione dell'edificio degli Uffizi, che riunì nel medesimo luogo tutti gli uffici pubblici della Firenze granducale, rese liberi molti vani in città, cosicché nel 1576 la Misericordia ottenne l'ex locale degli Uffiziali dei Pupilli, prospiciente il Campanile di Giotto. Questa sede è occupata tutt'oggi, e con il tempo la confraternita ha potuto acquistare tutto il palazzo. L'edificio fu ristrutturato da Alfonso Parigi, ed ebbe poi anche un oratorio disegnato nel 1781 da Stefano Diletti.

L'arciconfraternita godeva ormai di grande stima, tanto che non solo venne risparmiata dalle soppressioni che decimarono gli ordini religiosi fra la seconda metà del Settecento e il primo Ottocento, ma il governo lorenese addirittura impose l'istituzione di Misericordie locali in tutta la Toscana, una per paese, che dovevano subentrare a tutte le altre confraternite (in alcune città già esistevano da secoli, come a Siena dal 1250, a Volterra dal 1290 e a Pisa dal 1330). Queste istituzioni sono ancora presenti in tutta la regione. A Firenze l'appartenere alla Misericordia era considerato altamente onorevole e meritorio, e moltissime famiglie contavano almeno un confratello per ogni generazione[3].

Nella seconda metà del XX secolo il Servizio Sanitario Nazionale ha preso a finanziare parzialmente i servizi della confraternita, il che ha causato disagio in numerosi fratelli, che hanno abbandonato il servizio, non sentendolo più come una carità gratuita.

Il Novecento e l'epoca contemporanea

L'entrata su Piazza Duomo, decorata per la festa del patrono

Nei momenti difficili della storia cittadina la Misericordia ha sempre operato e i fratelli hanno cercato di sopperire con le loro forze alle cresciute esigenze del servizio, per esempio nella Seconda guerra mondiale, quando, tutte le ambulanze furono perdute o sequestrate, i fratelli tornarono al carretto trainato a mano e alla lettiga.

Nel tempo La Misericordia ha intrapreso altre strade per espletare servizi di carità, come il servizio delle cosiddette Mutature agli infermi, che consiste in una forma di limitata assistenza a domicilio a malati non autosufficienti. Più recentemente ha investito fortemente nel settore della Protezione Civile e delle case di riposo.

Alla fine degli anni '20 fu indetto un concorso per il restauro della facciata dell'edificio che però non fu effettuato a causa di mancanza di fondi.

Secoli di donazioni le hanno costituito un cospicuo patrimonio, soprattutto immobiliare. Inoltre sono attivi ambulatori specialistici, dove i medici prestano opera volontaria, e un cimitero.

Per ridurre i problemi causati dalla diminuzione dei fratelli, in parte causata anche dal proliferare di istituzioni simili e di forme meno impegnative di volontariato sono state tentate varie strade, fra cui l'apertura alle donne, poi l'utilizzo massiccio di obiettori di coscienza.

Come si è detto, la Misericordia di Firenze continua ancora oggi ad offrire soccorsi agli ammalati e agli infortunati, tenendosi al passo coi tempi: è stata per esempio la prima istituzione ad offrire ambulanze con medico a bordo, defibrillatore, elettrocardiogramma, e così via.

Nel 2013, la Misericordia di Firenze, appianate le divergenze che avevano portato alla separazione, ha lasciato la Compagnia delle Misericordie ed è rientrata nella Confederazione.

Le sezioni

Mezzo in servizio

Attualmente la Misericordia di Firenze, oltre la sede storica di Piazza del Duomo ha aperto nel territorio fiorentino altri distaccamenti, precisamente quattro:

  • la "Sezione Oltrarno", situata nel quartiere 4 Legnaia-Isolotto in Via del Sansovino
  • la "Sezione Campo Marte" , nella zona di Campo di Marte in Viale dei Mille
  • la "Sezione Nord" in Via Faentina (sopra le Cure) attiva esclusivamente nei servizi sociali
  • la "Sezione Ponte di Mezzo" in Via di Caciolle, coprendo il territorio del quartiere 5.

I servizi

Ambulanza in servizio dalla sezione Oltrarno.

La Misericordia fa fronte alla gestione e alla copertura di tanti servizi sociali, nelle mutature degli infermi, nel trasporto dei ragazzi disabili ai propri centri, dei dializzati presso gli ospedali con ambulanze e automobili e nel servizio di telesoccorso (coperto 24h su 24h in P.zza Duomo)

Attualmente la Misericordia ha in convenzione con il 118 Firenze-Prato Soccorso, 4 ambulanze operative nell'area fiorentina: 3 ambulanze BLS-D h12 diurno in Sansovino (DELTA 02), Mille (DELTA 04), e Ponte di Mezzo (DELTA 05), un'ambulanza BLS-D h24 in Duomo (DELTA 40) e un mezzo infermieristico con personale del 118 sempre in Piazza Duomo (INDIA 1-DUOMO)

Oltre ai servizi di emergenza territoriale la Misericordia è attiva in tanti servizi: per esempio il Servizio Stadio presso lo Stadio A. Franchi per ogni partita della A.C.Fiorentina che gioca in casa, concerti, eventi e manifestazioni sportive che richiedono assistenza sanitaria e supporto ad eventi con personaggi famosi e politici.

Gli ambulatori e i servizi infermieristici

La Misericordia ha iniziato anche ad aprire una serie di ambulatori privati in tutta la provincia di Firenze, offrendo tante prestazioni a prezzi decisamente agevolati (con sconti a volontari e soci) precisamente a Oltrarno e Campo di Marte (nelle sezioni), in Centro (Vicolo Adimari) e Novoli (Piazzetta Valdambra).Gli ambulatori offrono anche servizi infermieristici e di prelievi del sangue. Nel 2015 hanno aperto un proprio emporio dove trovare occhiali da vista e protesi acustiche.

I mezzi

Attualmente la Misericordia dispone di circa 20 ambulanze, 35 automezzi tra automobili e pulmini con sollevatori, un carro funebre e 5 mezzi per la protezione civile allestiti per eventuali emergenze. La confraternita conta su più di 1000 volontari iscritti e di circa 450 con servizio attivo abituale dislocati in 5 distaccamenti. Per fare fronte ai tanti servizi richiesti dalla popolazione la Misericordia dispone e conta di un gran corpo di Dipendenti Autisti e Centralinisti (Servi di Compagnia, che gestiscono i servizi).

L'abbigliamento

La attuale divisa rosso fluo ad alta visibilità

In un affreso di Niccolò Gerini e Ambrogio Baldese del 1386, visibile nella stanza dei capitani del Museo del Bigallo, si possono vedere i fratelli con la loro veste del XIV secolo: una tunica lunga fino ai piedi di color carminio e un medaglione dorato al collo. Nel XVI secolo la veste rossa venne sostituita da una nera dotata di una apposita «buffa», sorta di cappuccio allungato con due fori per gli occhi, che calato copriva tutta la faccia; alla vita, a mo' di cintura, una fune con agganciato un grosso rosario nero (corona). Questa veste storica è ancora indossata durante alcune celebrazioni e manifestazioni.

Attualmente la Misericordia ha abbandonato l'uso della veste nera per i servizi di carità e offre in dotazione ai volontari una divisa tecnica rosso/arancione fluo che rispecchia le attuali normative di sicurezza sia a livello di visibilità che di protezione verso sostanze organiche.

Il patrimonio artistico

Interno della chiesa dell'Arciconfraternita

Nella Sede centrale in piazza del Duomo a Firenze si custodiscono, oltre all'Archivio storico, alcune opere d'arte e una collezione di materiale storico e oggetti della tradizione della Confraternita, organizzata in un museo situato al quarto piano dell'edificio.

Inaugurato il 20 gennaio del 2016, il percorso museale si snoda in 14 sale, distribuite in circa 600 metri quadri.

Al suo interno è testimoniato il ruolo che il Sodalizio ha avuto per Firenze e vi sono custoditi circa ottanta pezzi, molti dei quali appositamente restaurati, tra manoscritti, quadri, stemmi, arredi, oggetti d’uso e manufatti dell’artigianato fiorentino.

È possibile ammirare opere di pregio realizzate da importanti autori come Santi di Tito, Benedetto da Maiano, Sano di Pietro, Bachiacca, Sogliani, G. Battista Naldini, Butteri, Dono Doni, Puligo, Carlo Dolci e tele del periodo caravvaggesco e di quello contemporaneo con Annigoni e Chaplin.

Elenco delle opere principali:

– Pietro Annigoni, San Girolamo Penitente, olio su tela e San Girolamo, tecnica mista su carta;

– artisti caravaggeschi: il Cristo fra dottori, olio su tela di Dirck Van Baburen,del XVII sec. e Ritorno del figliuol prodigo di Valentin De Boulogne, (olio su tela dell’inizio del XVII sec.) che, dopo un lavoro di restauro, sarà prestato al museo newyorkese Metropolitan prima e al parigino Louvre dopo;

– attribuita a Francesco Del Brina, Madonna con Bambino e San Giovannino, olio su tavola;

– Croce stazionale appartenente alla Bottega del Giambologna;

– due terrecotte dipinte (Gesù Bambino e San Giovannino) della Bottega Della Robbia del XVI sec.;

– due sculture di Francesco Collina che rappresentano San Sebastiano, una realizzata in bronzo, l’altra in terracotta;

– due oli su tavola di Santi di Tito, San Sebastiano 1578 – 1580; San Tobia 1578 – 1580 e le sette Opere di Misericordia

– Carlo Dolci, San Giovanni Battista olio su tavola, del XVII sec.;

– Scuola senese, Madonna con il Bambino, tempera su tavola e foglia d’oro, del XVI sec.;

– Francesco Ubertini, detto il Bachiacca, Madonna con Bambino, San Giuseppe e San Giovannino, olio su tavola, metà del XVI sec;

– Benedetto di Leonardo, detto Benedetto da Maiano, Crocifisso, scultura in legno dipinto, del XV sec;

– Giovanni Antonio di Francesco Sogliani, Madonna con Bambino e San Giovannino, olio su tavola, del XVI sec., dono del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo;

– Elisabeth Chaplin, La beatitudine, olio su tela, del XX sec.

Il Museo è aperto tutti i giorni dalle 09.00 alle 17.00. [1]

Altre opere sono presenti all'interno della Sede. Fra le più importanti il nucleo di sculture che si trovava nell'atelier di Benedetto da Maiano alla sua morte e che egli destinò alla confraternita nel suo testamento; si tratta del piccolo Crocifisso conservato per lungo tempo nella sala dei Capi di Guardia, una Madonna col Bambino incompiuta e terminata da un suo discepolo (oggi esposta nella Compagnia, la sala dove i Fratelli attendono la chiamata ai servizi) e il San Sebastiano, visibile nella cappella detta di Santa Maria della Misericordia nuova, accanto all'altare. Tale luogo di culto risale al 1575-1580, di Alfonso Parigi il Vecchio. Un tempo aveva la facciata decorata dalle Sette opere di Misericordia di bernardino Poccetti, distrutte nel 1780 quando per ampliare il locale si rifece la parete. ne resta comunque traccia in una copia del pittore Antonio Fedi. Di come apparisse l'esterno dell'oratorio resta anche memoria in una pala del 1630 sulla Peste a Firenze. In quegli anni l'interno veniva decorato da una serie di lunette con i fatti della vita di Tobia di Clemente di filippo Santini, completate dopo la sua morte (nella peste del '30 appunto), da Giovanni Martini da Udine. Tale decorazione scomparve con l'ultimo rifacimento del 1780. Sulla cantoria in controfacciata, vi è un organo positivo storico, costruito nel 1846 da Serafino Paoli.

La pala d'altare dell'Oratorio è una ceramica robbiana raffigurante una Madonna in trono e santi a cui è stata accostata una predella, forse proprio di mano di Andrea della Robbia. Di Santi di Tito sono due quadretti del 1579 con le Opere di misericordia. Altre opere sono visibili nei locali al pianterreno, come alcune opere di terracotta e marmo e una serie di quadri che formavano il decoro secentesco della cappella.

Il tabernacolo della Carità

Sulla facciata dell'Arciconfraternita si nota il tabernacolo ricavato nel vano di una finestra dalla cornice in pietra serena, che ospita un dipinto ad olio su tela riproducente la Carità, opera simbolica di Pietro Annigoni, che venne da lui stesso donata nel 1970. Il dipinto mostra un confratello mentre trasporta sulle spalle con la "zana" (cesta di vimini con sedile) un infermo sulla cui faccia è evidente il segno della sofferenza.

Le celebrazioni per il Santo Patrono

Il primo patrono della confraternita fu San Tobia, il personaggio dell'Antico Testamento che soccorre gratuitamente due forestieri; nel '500 però, per permettere alla ormai potente e influente associazione di godere di alcuni privilegi ecclesiastici, essa fu simbolicamente associata alla Confraternita romana di San Sebastiano, dal nome del santo invocato a protezione contro la peste, flagello sempre vivo all'epoca. Da allora San Sebastiano divenne il principale Patrono della Misericordia che ancora oggi ne celebra la festa con grande solennità (l'addobbo della facciata è raffigurato nell'illustrazione) e con la tradizionale distribuzione gratuita di migliaia di panellini benedetti. Molti vengono portati dai confratelli a domicilio dei bisognosi e degli ammalati, o negli ospedali e case di riposo.

Il Cimitero della Misericordia a Firenze

Lo stesso argomento in dettaglio: Cimitero di Soffiano.

In seguito ad un decreto del granduca Pietro Leopoldo del 1784 di divieto di sepoltura nei centri abitati e nei luoghi chiusi, la Confraternita fu costretta a cercare propri spazi per le sepolture lontani dall'abitato. Dopo aver valutato una serie di progetti, deecise di optare per un campo immediatamente fuori della Porta ai Pinti. Iniziarono i lavori e nel 1839 il camposanto, detto appunto "dei Pinti", venne inaugurato con una solenne benedizione. Per problemi di spazio, nel 1894 l'Arciconfraternita della Misericordia decise di chiudere il primo cimitero per provvedere alla costruzione di uno nuovo, più ampio, nella zona di Soffiano. I lavori ebbero inizio nel 1896 su disegno e progetto dell'architetto Michelangelo Maiorfi. Egli realizzò in stile neogotico l'ala orientale, l'oratorio, il sepolcreto centrale e l'ala di ponente. Intervennero poi l'ingegner Luigi Buonamici, gli architetti Giovanni Paciarelli, che dette veste unitaria a tutto il cimitero, Giuseppe Castellucci, che ampliò l'ala nord, e gli ingegneri Mario Raddi e Primo Saccardi. Vi furono sepolti uomini illustri fra i quali gli scultori Raffaello Romanelli e Romano Romanelli, lo scrittore Enrico Novelli detto Yambo, il critico Jarro, il generale Antonio Baldissera.

Affiliazioni

Sull'esempio delle attività della confraternita fiorentina molte altre compagnie della Misericordia toscane chiesero ed ottennero di essere affiliate alla consorella maggiore:

  • Rifredi (Santo Stefano in Pane) XII-XIV secolo
  • Campi Bisenzio, 29.5.1546
  • Livorno (S. Giovanni decollato), 29.6.1595
  • Lastra a Signa (S. Maria della Lastra), 1595
  • Cortona (SS. Trinità dei laici), 23.8.1778
  • Cortona (S. Maria della Misericordia), 13.3.1856
  • Portoferraio, 24.11.1782
  • Modigliana (del Suffragio), 18.5.1784
  • Quinto (S. Maria e S. Poteto martire), 12.9.1784
  • Prato (del Pellegrino), 18.10.1791
  • San Gimignano (Maria Santissima dei Dolori), 9.6.1793
  • Arezzo, 9.6.1793
  • Volterra (S. Giovanni decollato), 3.3.1805
  • Pontremoli (S. Giovanni decollato), 5.5.1805
  • Campiglia (SS. Sacramento), 1.9.1805
  • Pisa, 28.12.1806
  • Sansepolcro (SS. Crocifisso e S. Rocco), 20.12.1816
  • San Cassiano in Valdelsa, 30.1.1825
  • Seravezza (SS. Annunziata), 17.7.1825
  • Bibbiena, 28.8.1825
  • Fiesole (S. Carlo Borromeo), 21.6.1829
  • Figline, 6.3.1831
  • San Miniato, 5.1.1834
  • Siena (S. Antonio Abate), 26.4.1835
  • San Giovanni, 7.1.1838
  • Pontassieve, 19.8.1838
  • Sinalunga, 26.12.1839
  • Chiusi, 1.5.1841
  • Grosseto, 2.1.1842
  • Montepulciano, 24.4.1842
  • Empoli (Maria Santissima della cintola), 24.7.1842
  • Radicofani, 7.1.1844
  • Montevarchi (S. Cuore di Gesù), 25.4.1847
  • Borgo San Lorenzo (S. Uomobono), 25.4.1847
  • Impruneta, 11.7.1847
  • Castelfiorentino, 22.8.1847
  • Antella, 29.12.1852
  • Orbetello, 1.1.1854
  • Monte San Savino (SS. Sacramento), 25.2.1855
  • Anghiari (S. Spirito e SS. Crocifisso), 24.8.1856
  • Settignano (SS. Trinità), 2.11.1856
  • Pontedera, 9.3.1857
  • Montecatini, 3.1.1858
  • Fucecchio, 9.12.1858
  • Massa marittima, 22.12.1861
  • Rapolano (S. Maria delle nevi), 20.12.1868
  • Piombino, 24.4.1870
  • Sarteano, 16.8.1871
  • Murazzano, 31.7.1872
  • Pistoia, 16.2.1873
  • Castel del Piano, 16.2.1873
  • Pescia, 29.6.1873
  • Lucignano, 17.11.1876
  • Montecastelli, 27.4.1879
  • Poppi, 18.1.1880
  • Rassina (S. Pietro martire), 31.7.1881

Note

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