Utente:Vincenzo80/Decori dei bronzi rituali cinesi

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Bronzi rituali cinesi
Campionario di vasi rituali disposti attorno a un altare, bronzi della Dinastia Zhou occidentale (Metropolitan Museum of Art).[1]

I c.d. "Bronzi rituali" (zh. 青銅器T, 青铜器S, Qīng Tóng QìP, Ch'ing T'ong Ch'iW) sono tra i più importanti pezzi dell'antica arte cinese, tanto apprezzati ed importanti da essere gestiti tramite un apposito catalogo dedicato nelle collezioni d'arte degli Imperatori della Cina. L'età del bronzo cinese iniziò durante la semi-mitica dinastia Xia (c. 2070–1600 a.C.) e contenitori rituali in bronzo costituiscono la maggior parte delle collezioni d'antichità cinesi con un apice durante la protostorica dinastia Shang (c. 1600–1046 a.C.) e la prima fase della dinastia Zhou (1045–256 a.C.), c.d. "dinastia Zhou occidentale".[2]

La maggior parte degli antichi manufatti cinesi in bronzo sopravvissuti (vasi, strumenti o armi che siano) sono pertanto esemplari rituali e non d'uso pratico, le cui forti associazioni religiose ne favorirono la proliferazione quanto a tipi e fogge, ad un tempo "classici" per la forma e "totemici" per l'utilizzo, poi mutuati da altri media, come la porcellana cinese, nei periodi successivi dell'arte cinese. Le decorazioni dei bronzi rituali cinesi si declinarono di conseguenza in un carosello di decori plastici e superficiali eterogenei quanto gli oggetti su cui erano realizzati, seppur alcuni elementi e/o stilemi ricorrente creino un repertorio standardizzato. Le decorazioni individuali non si limitarono a determinate tipologie di Bronzi: in linea di principio, su qualsiasi tipo d'oggetto poteva apparire qualsiasi tipo di decoro. Come valse per la foggia stessa dei Bronzi, anche la maggior parte delle loro decorazioni ebbe forme precursori in oggetti ceramici o di giada risalenti al IV millennio a.C.

Oltre ad essere classificati in tipologie, i Bronzi cinesi possono anche essere raggruppati a livello regionale o temporale. Pertanto, si riporta nel seguito una categorizzazione approssimativa secondo aspetti storici e culturali.

Premessa tecnologica

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Lo stesso argomento in dettaglio: Siti dell'età del bronzo in Cina.

I primi manufatti in metallo (bronzo) sul territorio dell'attuale Cina datano alla Cultura di Majiayao (3100–2000 a.C.) nella Contea autonoma di Dongxiang (Gansu),[3][4] Cina del Nord, un territorio che solo a distanza di secoli sarebbe stato interessato da una sinicizzazione vera e propria durante l'espansione dello stato di Qin (778–207 a.C.). La Majiayao, in realtà una delle Culture neolitiche cinesi, importò o ricevette i manufatti bronzei dai popoli non-cinesi della steppa eurasiatica,[N 1] per es. la Cultura di Afanasevo (Siberia).[N 2]

La metallurgia indigena del bronzo cominciò invece in Cina, apparentemente in modo autonomo,[3][5] presso i siti della Cultura di Erlitou (2000–1500 a.C.), vicino Yanshi (Henan), lungo il corso inferiore del Fiume Giallo, secondo alcuni un sito della semi-mitica dinastia Xia[5][6][7][8] e secondo altri della dinastia Shang.[9] Ad Erlitou furono fabbricati i primi utensili e le prime armi cinesi in bronzo. Come valso per altre civiltà antiche (Egitto, Mesopotamia, Indo), gli insediamenti di Erlitou prima e quelli propriamente Shang poi sorsero nelle valli fluviali per necessità correlate all'introduzione dell'agricoltura intensiva. In Cina, tali aree mancavano però di giacimenti minerari e richiedevano l’importazione di materiale metallurgico.

Lo stesso argomento in dettaglio: Fonderia.

Dall'età del bronzo alla dinastia Han (206 a.C.–220 d.C.), la tecnica principale utilizzata nell'antica Cina per fondere vasi rituali, armi e altri utensili era la fusione in pezzo unico tramite il procedimento che sarebbe poi stato definito "colata in sabbia".[10] In questo processo, un modello del vaso finito, completo di decorazioni, viene realizzato in argilla e lasciato indurire, successivamente viene realizzato un negativo aggiungendo uno strato di argilla bagnata al modello completato e lasciato indurire fino al punto dove può ancora essere tagliato via da esso.[10] Il modello era poi rasato per formare il nucleo che alla fine diventerebbe l'interno vuoto del vaso completato. Nella fase finale, lo strato negativo veniva sostituito attorno al nucleo, questi venivano tenuti separati da piccoli pezzi di bronzo e rame chiamati coroncine finché il bronzo fuso poteva essere versato nell'apertura e riempire lo spazio vuoto tra i due strati. Quando il bronzo si fosse raffreddato, l'argilla si sarebbe staccata dal vaso e il processo sarebbe stato completo.[11]

Una nuova variazione del processo di stampaggio del pezzo è stata proposta come un modo per spiegare le facce asimmetriche sui vasi che, di regola, dovrebbero essere simmetrici.[12] È stato proposto che il decoro non fosse realizzato su un modello e poi trasferito sullo strato esterno dello stampo, ma che il decoro fosse scolpito e costruito sullo strato esterno del guscio come primo passaggio.[12] L'arredamento è stato aggiunto in vari modi. Il primo consisteva semplicemente nel intagliare e incidere delle linee nello strato di stampo di argilla.[13] Il secondo consisteva nell'imprimere o imprimere un'immagine, un'iscrizione o un disegno sull'argilla bagnata.[14] La terza era una tecnica chiamata rivestimento del tubo. In questa tecnica, l'argilla morbida e liquida veniva messa in un sacchetto di pelle e convogliata su una superficie attraverso una sorta di tubo molto sottile fatto di metallo o osso.[15] Questa tecnica sarebbe stata piuttosto impegnativa, poiché era difficile mantenere una pressione costante sul sacco, necessaria per creare linee uniformi; tuttavia, a causa di alcuni tipi di decorazioni, come i motivi a tuono o a penna, questa sarebbe stata la tecnica più probabile utilizzata per creare disegni in bassorilievo in questo processo.

Al contrario, il processo di fusione a cera persa consente all'artigiano di creare un modello in cera dell'oggetto desiderato. Il metallo fuso prende il posto della cera durante la fusione.[16] Spesso era necessario, nella fusione di recipienti di grandi dimensioni, fondere la parte principale, includerla nella costruzione di un altro stampo e quindi fondere le sporgenze, come il manico del gōng, su quel pezzo.[17]

Dall'inizio dell'età del bronzo al periodo Zhou occidentale nell'area culturale della pianura della Cina settentrionale

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La Pianura della Cina del Nord, insieme a quella della Cina centrale, costituisce il cuore della Cina e viene spesso definita la «culla della cultura cinese». Qui si trovavano i centri urbani della semi-mitologica dinastia Xia (c. 2070–1600 a.C.), della proto-storica dinastia Shang (c. 1600–1046 a.C.) e della dinastia Zhou (1045–256 a.C.): Erlitou, Luoyang, Erligang (attuale Zhengzhou), Yinxu, Fenghuangshan e Fenghao. Queste dinastie, più propriamente culture, non governavano l'intera area in accordo alla visione moderna d'impero bensì, dai loro grandi centri lungo il corso medio e inferiore del Fiume Giallo, estendevano tramite il commercio (anche a lunga distanza) e la guerra una forma di governo diffuso sui popoli e le culture vicine.[18]

Nel passaggio da Xia, a Shang ed infine Zhou si consolidò una forma culturale "cinese" dominante i cui caratteri passarono da una dinastia/cultura all'altra. La progressiva espansione della sfera di potere estese la sfera d'influenza verso sud, fino all'odierna provincia del Hunan. In gran parte, la cultura del Fiume Giallo si sovrappose a quelle periferiche ma persistettero sacche autonome non completamente uniformate, tanto che ,delle sei principali aree culturali del Neolitico cinese e della prima età del bronzo, tutte sopravvissero fino al periodo degli Stati Combattenti (453–221 a.C.) che chiuse l'esperienza Zhou e spianò la strada alla nascita dell'Impero cinese propriamente detto.[18]

Raffigurazioni di persone, maschere e volti

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Fig. 1.
Tipica decorazione taotie su vaso T, DǐngP.
Lo stesso argomento in dettaglio: Taotie.

La maschera o decorazione facciale più comune in Cina è il taotie (zh. 饕餮T, Tāo TièP, T'ao T'iehW), spesso descritta come una "Maschera d'Orco". È la rappresentazione di due occhi disposti attorno ad un asse centrale corredati da altri elementi bestiali/mostruosi: corna, zanne, ecc. Nelle prime produzioni, è un decoro molto semplice che successivamente s'arricchisce di particolari, financo un corpo, sproporzionatamente piccolo rispetto alla maschera, che sviluppa lungo i due lati simmetrici della superficie. Il taotie fu definitivamente codificato durante il c.d. "Periodo Anyang" (XIII-XI secolo a.C.) dell'Era Shang (Fig. 1).

Fig. 2.
方鼎T, FāngdăngP con rappresentazione naturalistica d'un volto, integrata da elementi tipici del taotie, su ogni lato.

Come anticipato, il taotie si componeva non solo d'occhi ma anche di zanne e mascelle, grandi corna, orecchie a forma di C, nonché zampe anteriori o artigli rudimentali disposti lateralmente e un addome anche dotato di coda. L'origine del taotie rimane per il momento poco chiara. È stato ipotizzato in varie occasioni che le raffigurazioni antropomorfe sui cong della cultura Liangzhu (3400–2250 a.C.) o simili placche decorative in bronzo con intarsi di turchese della cultura Erlitou (2000–1500 a.C.) potrebbero essere considerate precursori delle raffigurazioni taotie. Il termine taotie è comunque astorico. In relazione ai bronzi rituali appare per la prima volta tardi, alla fine del periodo degli Stati Combattenti :

Lushi Chunqiu, 85. Capitolo/Ruolo: Conoscenza di ciò che è accaduto prima.
[19]
Sullo Zhou ding è inciso il taotie . Hanno una testa, ma non hanno corpo, mangiano una persona senza deglutire e causano danni immediati al corpo, secondo le storie.

Sulla scia della Maschera d'Orco, appaiono nei bronzi anche raffigurazioni più realistiche di volti umani, seppur sempre abbastanza astratte ma con una mimica facciale discretamente variegata: volti calmi ed indifferenti o anche maliziosamente scherzosi. Non è poi rara la contaminazione con elementi teriomorfi. Un noto esemplare del Hunan mostra un viso molto naturalistico con espressioni facciali rilassate con però le tipiche corna a forma di C, gli artigli e la coda del taotie, così come gli artigli e una coda (Fig. 2).[20]

Fig. 3.
Il noto vaso per offerte di vino del tipo you della provincia di Hunan, che mostra il motivo dell'essere divorato da un predatore - qui una tigre.

Ci sono raffigurazioni di volti con corna di cervo e alcuni esempi che mostrano teste o volti intente a cibarsi o a divorare. La testa è spesso disposta simmetricamente al centro ed ai lati si trovano due grandi felini con le fauci aperte verso la testa. Più rare sono le raffigurazioni di persone intere, anche se la struttura è la stessa con la “vittima” dell'atto del mangiare al centro, circondata da due predatori con la bocca spalancata. Sempre dallo Hunan proviene un vaso tipo T, YǒuP raffigurante una tigre che minaccia di divorare un essere umano (Fig. 3).

Tuttavia le raffigurazioni di persone, maschere e volti sono solitamente decorazioni superficiali lavorate a rilievo su oggetti bronzei, es. lame di scure.

Draghi e serpenti

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Draghi e serpenti fanno parte del repertorio decorativo della cultura cinese sin dal Neolitico: la prima rappresentazione documentata di draghi risale alla metà del IV millennio a.C.! Si tratta di manufatti in giada a forma di arco della cultura Hongshan (4000–2500 a.C.) raffiguranti lo 玉豬龍T, 玉猪龙S, ZhūlóngP, lett. "Drago Maiale".[21] Nei bronzi Shang e Zhou, i draghi o le creature ibride simili a draghi appaiono in diverse forme.

Fig. 4.
Ascia cerimoniale del tipo yue. Mostra un drago Kui con trafori come motivo decorativo sulla lama dell'ascia. Il disegno a spirale che riempie il suo corpo è un tipico meandro Leiwen . Al di là del passato l'asta di legno riempie una variante arcaica del personaggio "T" completamente il collo dell'ascia.

La forma più conosciuta e comune è il Drago Kui (Fig. 4): una testa di rettile su un corpo di serpente sorretto da una singola gamba. Tra le creature ibride simili al drago c'è anche l' aquilone, che ha un becco spesso corto e ricurvo, come quello di un rapace. Rappresenta una forma successiva di decorazione del drago e risale al periodo Shang. I kui e gli aquiloni possono essere trovati in rilievo sulle superfici degli oggetti. Tuttavia, ci sono anche vasi con gambe, che possono avere la forma di draghi kui o chimere simili a draghi. Le code formano i piedi o basi, mentre le teste - con le bocche spalancate - sono attaccate al corpo del vaso. L'utilizzo come decorazione superficiale lavorata a rilievo è la regola.

L'ultima di queste decorazioni è il drago con una testa e due corpi, che apparve nella Cultura di Erlitou e rimase fino al periodo Zhou. Come nel taotie maturo, la testa della creatura, orientata frontalmente, è il centro della raffigurazione e su entrambi i lati sviluppa, simmetricamente, il corpo, prevalentemente serpentiforme.

Il drago che compare sui manici dei vasi bronzei è diverso e non ha equivalente nelle decorazioni sulla superficie dei manufatti: ha naso largo e piatto con due narici visibili frontalmente e ricorda il drago-maiale di Hongshan.[21]

Su alcuni vasi sono raffigurate a tutto tondo teste d'animali prive di corpo, a volte realistiche a volte favolose/draghiformi. Hanno spesso corna fungiformi che li rende più facilmente classificabili come draghi che come animali veri e propri. Creature draghiformi, ricordanti salamandre o coccodrilli ma in taluni casi con le predette corna fungiformi, appaiono anche come manici sui coperchi di vasi T, GōngP e T, ZūnP.

Fig. 5.
La tomba del marchese Yi di Zeng conteneva non solo un set completo di strumenti musicali, ma anche insolite sculture in bronzo, come questa chimera di uccello-cervo.

Gli uccelli occupano un posto di rilievo nei soggetti zoomorfi raffigurati sui bronzi cinesi sin dal periodo Shang, sia come decorazione in rilievo sia a tutto tondo. Durante il periodo Zhou, acquisirono importanza crescente divenendo sempre più comuni. Si possono distinguere diverse categorie di uccelli, es. rapaci diurni, gufi e galliformi, tanto quanto creature ibride con solo caratteri o componenti dell'avifauna (Fig. 5).

Fig. 6.
Lama di alabarda in nefrite (giada) intarsiata di turchese.

Il significato simbolico di questi uccelli è vario e non del tutto chiaro. Ciò che è certo è che gli Shang adoravano gli uccelli e fanno risalire il loro antenato a un non ben precisato uccello, rondine, corvo o cornacchia che fosse.[22] Il mito dell'ascendenza degli uccelli Shang spiegherebbe l'aspetto delle decorazioni degli uccelli sui loro vasi rituali. Tuttavia, queste raffigurazioni sono così altamente stilizzate che non possono essere identificate e non contribuiscono alla controversia sull'identità dell'antenato Shang.

Come anticipato, si distinguono nettamente rapaci diurni e notturni. Mentre i primi si distinguono per il caratteristico becco da rapace, le raffigurazioni di gufi si distinguono dagli altri uccelli per le loro forme arrotondate e gli occhi grandi. La situazione con i rapaci è simile a quella degli altri uccelli: a causa della forte astrazione non è possibile distinguere tra falchi, aquile o poiane (Fig. 6). I gufi in particolare appaiono come vasi scultorei o costituiscono una delle parti costitutive di un tale vaso scultoreo. Durante il periodo Zhou, gli uccelli apparivano come elementi decorativi nei bronzi rituali. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che un presagio sotto forma di un uccello rosso annunciava la caduta degli Shang e l'ascesa al potere degli Zhou.

Lushi Chunqiu, 13. Capitolo/Ruolo: Considerazione degli inizi.
[23]
Quando venne il tempo del re Wen [lo Zhou], i cieli mostrarono un segno di fuoco; l'uccello rosso teneva il rotolo vermiglio nel becco e si appollaiava sull'altare terrestre di Zhou e il re Wen disse: "L'energia del fuoco è vittoriosa!" . E poiché l'energia del fuoco era vittoriosa, preferì il colore rosso e basò le sue azioni sul fuoco. Ciò che vincerà il fuoco sarà l’acqua […]

Animali cornuti

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Fig. 7.Questo bronzo Liyu mostra i tipici draghi, astratti e irriconoscibili, che riempiono le zone decorative come fasce intrecciate. Le fasce decorative sono cariche di Leiwen. Gli anelli sciolti sono tenuti da manici a forma di mucca o di bue.

Una varietà d'animali cornuti compaiono come elementi decorativi sui bronzi rituali ma a causa del loro elevato grado d'astrazione è spesso difficile se non impossibile determinarne in modo accurato la specie, reale o mitica che sia. Le corna, o meglio la loro foggia, diviene così l'elemento discriminante per l'identificazione di antilopi, montoni, capre e cervi. Parimenti, però, le corna vengono utilizzate in creature ibride/chimeriche (Fig. 5).

Gli animali raffigurati a tutto tondo sono chiaramente più facili da identificare. Colpisce poi il fatto che i bovidi domestici quali buoi, arieti e capre (v. Fig. 7), non compaiono mai nel rilievo ma solo come sculture a tutto tondo, spiccando nettamente rispetto al corpo dell'oggetto: possono essere accessori decorativi o elementi funzionali (maniglie, manici, ecc.). Inoltre, compaiono spesso sulla parte alta del vaso, specialmente negli ... e nei T, LéiP, sebbene siano elaborati scultoreamente ma integrati nella decorazione della superficie circostante. Infine, possono anche essere scolpiti sotto forma di maniglie ad occhiello.

Grandi felini

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Come i bovidi, anche i panterini compaiono regolarmente nei bronzi rituali, sia come sculture a tutto tondo sia come rilievi. Si parla spesso di tigri, anche se l'identificazione della specie è anche qui ambigua. Oltre alla tigre, infatti, la Cina ospitava nel suo vasto territorio il leopardo, anch'esso molto apprezzato dagli artisti sinici. Tuttavia, sono note raffigurazioni di panterini da identificarsi sicuramente come tigri per le strisce in rilievo sui loro corpi. Particolarmente degno di nota è lo stilema dei panterini raffigurati nell'atto di divorare la preda, seppur poi reso con leggere variazioni di forma. Solo il drago è raffigurato in una simile posa.

Particolarmente noto è un gong dello Hunan raffigurante sul fronte una tigre chinata su un essere umano accovacciato con la bocca aperta (Fig. 3). Sia la completa elaborazione di un essere umano naturalistico sia la dinamica in cui è raffigurato l'imminente atto antropofagico sono rari, se non unici, nei bronzi Shang.[N 3] Il motivo del mangiare appare anche in rilievo, ad esempio sulle scuri rituali Yue. La regola è la rappresentazione del motivo con una persona stilizzata o un volto o una testa umana al centro e due grandi felini che li affiancano da sinistra e da destra con la bocca aperta.

Fig. 8.
Nel periodo Zhou occidentale, le creste create durante la fusione furono intenzionalmente ingrandite a scopo decorativo.

Varie, insolite ed esotiche

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Oltre alle creature mitologiche, come draghi o fenici, compaiono nei bronzi altri animali reali, seppur insoliti ed esotici.

Anzitutto, la cicala, l'unico insetto nel ricco repertorio decorativo dei bronzi rituali, oltretutto ben attestato su tutti i tipi d'oggetti ed in qualsiasi collocazione: a causa della sua forma allungata, la cicala viene raffigurata sulle gambe dei calderoni T, DǐngP o sul corpo di vasi allungati come la coppa T, P. Nella maggior parte dei casi, l'insetto è reso verticalmente, orientato con la testa in alto. Ne esistono due varietà di cicale: (i) senza ali, con addome allungato e affusolato, testa arrotondata e occhi relativamente grandi; e (ii) con ali, per il resto molto simile. Le ali sono molto semplificate e sono per lo più semplici sporgenze a forma di T estese per l'intera lunghezza del corpo dell'insetto.

Un altro animale che appare meno frequentemente è il pipistrello, raffigurato ad ali spiegate, a volte sopra la testa. Come al solito, l'identificazione di alcuni pipistrelli è controversa: spesso infatti sembrerebbero varianti del taotie o forme miste (Fig. 8; sul pomello del coperchio).

Fig. 9.Un vaso zun a forma di rinoceronte.

Elefanti e rinoceronti erano diffusi nella Cina meridionale fino all'Età del bronzo. Anche se la loro area di distribuzione si trovava al di fuori del territorio Shang, erano comunque conosciuti e usati come decorazioni: le raffigurazioni di rinoceronti sono rare (Fig. 9); gli elefanti appaiono più frequentemente, sia a tutto tondo sia in rilievo.[24]

Fig. 10.
Questa foto dettagliata mostra l'attacco a forma di fungo sul bordo del vaso di un jue . Il pomo stesso ha un cerchio vorticoso come decorazione e un simbolo – forse un simbolo di famiglia o qualcosa di simile – sul manico del “fungo”.

Gli animali acquatici, raffigurati raramente, includono pesci e tartarughe. Questi ultimi raramente compaiono come decorazione e quindi in rilievo sulle superfici degli oggetti. I pesci, d'altra parte, sono anche raffigurati a tutto tondo e, come i draghi kui e gli uccelli rapaci, possono essere trovati come gambe di vasi utilizzati per riscaldare il contenuto. Come in quasi tutte le rappresentazioni naturalistiche, si può notare che la loro frequenza aumenta verso la periferia della sfera d'influenza di Shang e Zhou, nel caso di animali acquatici ed esotici più verso sud, e nel caso di animali con corna (es. arieti ) sua a nord sia a sud.

Ciò che è notevole è l'assenza di elementi vegetali, foglie o fiori che siano. Invece, sui beccucci di vasi come T, JuéP e T, JiǎP si possono trovare dei funghi o comunque delle decorazioni fungiformi (Fig. 10). Come anticipato, il corno fungiforme era poi distintivo del drago o dell'ibrido-drago.

Figure e motivi geometrici

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In generale, i decori dei bronzi rituali cinesi sono composti da un repertorio ridotto di elementi costitutivi di base. La caratteristica dominante è la linea retta, che nella quasi totalità dei casi corre orizzontalmente o verticalmente e si piega ad angolo retto. Fanno poche eccezioni le linee da cui sono ricavate le decorazioni delle cicale, che si rastremano ad angolo acuto verso l'addome, o i componenti generalmente arrotondati delle decorazioni animali o simil-animali, come gli occhi delle taotie o le teste delle cicale . La tendenza verso le linee rette e l'evitamento degli elementi rotondi si estende non solo attraverso i decori, ma anche attraverso la strutturazione delle zone decorative degli oggetti.

Zone decorative, fasce decorative e singoli componenti decorativi hanno sempre forma rettangolare o quadrata. Questa tendenza nelle decorazioni in bronzo ricorda da vicino la standardizzazione e la formalizzazione della scrittura cinese, che è stata anche trasformata dai pittogrammi più naturalistici e dinamici delle iscrizioni sulle ossa oracolari nelle forme più rigide e "spigolose" della scrittura del sigillo . Nel complesso, i piccoli ornamenti sono più flessibili rispetto alla strutturazione dei decori in zone e dei decori stessi, consentendo anche forme più arrotondate;

Il motivo spiraleggiante 雷文T, LéiwénP, lett. "Tuono/Fulmine/Spirale" è una piccola decorazione superficiale a greca, quasi onnipresente, che nella letteratura specializzata viene definita motivo di fondo. Non si può infatti parlare di fondo perché le decorazioni in bronzo sono piatte. Leiwen riempie le aree, indipendentemente dal fatto che si trovino all'interno di altri elementi decorativi più grandi o che si tratti di spazi tra gli elementi decorativi. Ciò che tutti i Leiwen hanno in comune è che sono a forma di spirale, seppur non tonda ma quadrata.

Non tutti questi decori di superficie sono identici tra loro. Diversi vasi o campane portano il modello in diverse versioni e può anche apparire in variazioni all'interno di un oggetto. La varianza è paragonabile agli stili di scrittura o alla distinzione tra scrittura regolare, grassetto e corsivo. All'interno delle singole superfici, le spirali sono sempre uniformi. Questo era probabilmente un elemento di design intenzionale per contrastare diversi componenti e superfici decorative. Il nome Leiwen significa “schema del tuono” o “schema della tempesta” (Fig. 4).

Cerchi di vortice

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Un piccolo ornamento raro e rotondo è il cerchio a spirale. È costituito da un bordo singolo o doppio - solitamente fuso in posizione rialzata - e può avere al centro un punto o un semplice anellino. Le curve a forma di C o J puntano verso l'interno dal confine, dando l'impressione di dinamismo e rotazione (Fig. 10).

I monoculi sono ocelli rotondi come gli occhi naturali oppure stilizzati e leggermente angolosi. Nella maggior parte dei casi assomigliano molto agli occhi di Taotie . Al contrario, non sono integrati nella decorazione del viso o della maschera. Di norma, appaiono in fasce decorative sui vasi che corrono orizzontalmente e solitamente attorno al collo del vaso.

Spilli o capezzoli

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I capezzoli piccoli, approssimativamente emisferici, compaiono soprattutto sulle superfici delle campane. Questi sono piatti e non decorati oppure presentano un disegno frastagliato e spigoloso di graffi che convergono verso le punte, dando l'impressione che si tratti di raffigurazioni di piccole montagne. Nel periodo Zhou occidentale, questo elemento decorativo fu ulteriormente sviluppato: i capezzoli piatti originali diventarono lunghe spine o spilli, alcuni dei quali sporgevano di diversi centimetri dal corpo sano della campana. Il termine tecnico cinese per questi capezzoli è T, MéiP, lett. "Bottone".[25] Dal periodo Zhou occidentale in poi, sui vasi apparvero anche capezzoli emisferici così piccoli.

Linee, ragnatele, creste

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Le singole fasce decorative o superfici decorative sono separate da linee singole o doppie, talvolta anche da fasce. Inoltre, le creste che si formano tra le parti stampate durante la colata possono essere progettate come nastri rialzati o elaborate creste decorative. Queste separano le zone decorative l'una dall'altra o formano l'asse centrale in una decorazione specchiata simmetricamente, come coppie di animali o due metà di un taotie (Fig. 1). Le creste decorative possono essere realizzate in modo semplice e hanno solo la segmentazione come decorazione. Nel periodo Zhou, la tendenza era verso creste decorative sempre più complicate, alcune delle quali ricordavano scaglie, pinne o merlature. In generale, in questo periodo aumenta notevolmente la ricchezza delle forme e la tridimensionalità dei costoni decorativi (Fig. 8).

I diamanti compaiono raramente nei decori che privilegiano gli elementi orizzontali e verticali. Questi corrono lungo i corpi dei vasi come fasce decorative una accanto all'altra. Non sono mai soli. L'area delimitata è riempita di leiwen, che spesso viene allungata per enfatizzare visivamente la forma del diamante. Il centro dei diamanti è spesso sottolineato da un capezzolo emisferico fuso in rilievo.[26]

Fig. 11.
Due coltelli in bronzo della fase Anyang del periodo Shang. Entrambi mostrano raffigurazioni naturalistiche di teste di animali all'estremità del manico, quello inferiore forse un cavallo o un asino selvatico. Qui si possono vedere anche intarsi di turchese, una tecnica che inizialmente andò perduta dopo il periodo Shang.

Sebbene l'agemina fosse ben nota e non rappresentasse una sfida tecnica che non potesse essere superata, gli Shang e gli Zhou la evitarono in gran parte. Nella periferia, invece, ad esempio nel Sichuan, sin dal XII secolo a.C. furono realizzate placche di bronzo con intarsi di pietre semipreziose. Il turchese era usato in Occidente così come nelle culture settentrionali. Tipici oggetti ritrovati nel cuore della Cina con lavori di intarsio sono le placche decorative della cultura Erlitou decorate con turchese, che sono molto simili ai decori taotie degli Shang. Tuttavia, queste tecniche furono difficilmente adottate dagli Shang; si conoscono solo pochi bronzi rituali di quel periodo con intarsi di turchese. La maggior parte di queste sono armi (Fig. 11).[27]

Periodo Zhou orientale

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Con la fine della centralizzazione del potere sotto i re Zhou, i principi feudali divennero gradualmente indipendenti, costituirono i propri eserciti e presero essi stessi il titoloT, cioè re, che fino ad allora era riservato esclusivamente ai sovrani degli Zhou. Questo sviluppo iniziò nel periodo primaverile e autunnale e alla fine portò al periodo degli Stati Combattenti . Nel corso della frammentazione, l'arte della fusione del bronzo si sviluppò diversamente, soprattutto negli emarginati, che erano meno vicini alla cultura del cuore, o negli imperi parziali che assorbivano più facilmente influenze straniere, soprattutto nel nord, dove l'arte della fusione del bronzo i popoli della steppa hanno talvolta lasciato forti tracce nell'arte della fusione del bronzo. Questi processi sono complessi e multistrato, quindi i fatti verranno illustrati solo utilizzando oggetti ritrovati esemplari.

Tendenze generali

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Con il declino della regalità centrale e l'emergere di piccoli stati che divennero evidenti dopo che la capitale Zhou fu trasferita a Luoyang, il cuore cinese entrò in una fase di competizione tra vari signori feudali, iniziata all'inizio del V secolo a.C. provocò una guerra costante tra loro e il cambiamento delle alleanze. Nonostante l’instabilità politica, si sono verificati profondi sviluppi nella società. La filosofia fiorì e i signori feudali iniziarono a commissionare bronzi rituali che si adattassero ai loro gusti, così che dopo le influenze standardizzatrici dei forti poteri centrali degli Shang e degli Zhou, iniziò un'irradiazione di forme e varietà di tecniche e materiali. Ciò si basa sulle sei principali aree culturali menzionate all'inizio, che possono essere identificate nel periodo Zhou orientale come segue:

  • la cultura Jin nel nord e nel nord-ovest, che prende il nome dallo stato di Jin, comprende Jin, Zhou e Zhao
  • la cultura Qin nel nord-ovest e nell'ovest, che prende il nome dallo stato di Qin, include Qin
  • la cultura Chu nel sud e nel sud-est, che prende il nome dallo stato di Chu, comprende Chu e in parte anche Ba
  • la cultura Qi in Oriente, che prende il nome dallo stato di Qi, include Qi e Lu
  • la cultura Yan nel nord-est, che prende il nome dallo stato di Yan, include Yan
  • la cultura Wu-Yue nel sud-est, che prende il nome dagli stati di Wu e Yue, include i clan Wu e Yue.[18]

Fin dal Neolitico, la periferia settentrionale della Cina è stata una zona di contatto di popolazioni sedentarie e di agricoltori e allevatori di bestiame, che in senso lato comprendevano gruppi etnici “cinesi”, allevatori seminomadi che gestivano le steppe con le loro mandrie, e società di cacciatori-raccoglitori non sedentari. Oltre alle basi economiche molto diverse, la popolazione della regione era composta anche da diversi gruppi etnici con credenze e culture materiali diverse, come i popoli indoeuropei, proto-turchi, proto-mongoli e tungusi.

Nel sud, lo stato di Chu, sotto l’influenza cinese, si trasformò in una grande potenza regionale. La sua espansione assicurò l'arricchimento della propria cultura attraverso acquisizioni da culture locali e innescò lo spostamento di altri gruppi etnici verso sud e ovest. La cultura Shu nel Sichuan mantenne la sua vasta indipendenza fino al III secolo a.C.

Durante il periodo Zhou orientale si può osservare uno spostamento verso rappresentazioni di animali più naturalistiche, dinamiche e vivaci. La rigidità e l'uni-dimensionalità del repertorio di immagini degli Shang e degli Zhou vengono abbandonate. Prevalgono invece motivi di immagini concrete e il simbolismo astratto è sostituito da un certo motivo e persino da una narratività dei decori. Sotto l'influenza dei popoli nomadi del nord, le scene di combattimento tra animali e di caccia divennero più importanti. Dal sud, dalla regione dell'Hunan, inizialmente più orientata al naturalismo, prevalgono vivaci raffigurazioni di animali.

Inoltre, raffigurazioni di persone e divinità antropomorfe trovano spazio nell'arte del bronzo. I reperti dello stato di Yue mostrano persone che fungono da piedi per tavole sacrificali o altari in bronzo, simili alle raffigurazioni dell'atlante greco. Rappresentazioni antropomorfe degli dei sono conosciute da Chu. Oltre a queste rappresentazioni motiviche si svilupparono rappresentazioni narrative che mostrano una vasta gamma di attività sociali, come la caccia, le danze, i riti, il suonare strumenti, l'agricoltura, scene di guerra e simili.

Aumenta anche la gamma dei materiali e delle tecniche di finitura. Per creare le pietre furono utilizzati diversi metalli e leghe, minerali e pietre semipreziose a partire dal VI secolo in poi. Nel XIX secolo aC venne utilizzata la tecnica dell'intarsio, tornata di moda.[28] Per quanto riguarda i caratteri si sta verificando un cambiamento significativo: mentre prima servivano come simboli di clan, iscrizioni dedicatorie o per scopi storiografici, una funzione decorativa della scrittura può essere vista nelle spade di Chu e Yue, che sono riccamente incise in oro intarsio. La tecnica della doratura a fuoco, ampiamente utilizzata dai popoli della steppa settentrionale per rifinire i loro utensili e gioielli in bronzo, divenne sempre più importante in Cina.

I Bronzi del Sud: gli stati di Chu e Yue

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Fig. 12
Questo dou mostra da un lato l'influenza dell'arte nomade del nord o delle culture locali del sud sulle decorazioni dei bronzi cinesi durante il periodo Zhou orientale, e dall'altro la tecnica sempre più popolare dell'intarsio. Qui come materiale è stato utilizzato un metallo diverso (ferro?).

Secondo la storiografia ufficiale, lo stato di Chu nacque alla fine dell'XI secolo a.C. come stato dipendente dal regno Zhou. Raggiunse l'indipendenza nominale alla fine del VII secolo a.C. con l'accettazione del titolo di reTdi Xiongtong, che governò come re Wu di Chu e, adottando questo titolo, si considerava uguale agli Zhou. In effetti, gli Zhou avevano rinunciato alle loro ambizioni nel sud molto prima e Chu godeva di una netta libertà che si manifestò in uno sviluppo culturale indipendente.

A sud-est di Chu c'era lo stato di Yue, che era in costante competizione con Chu e un altro stato di Wu. Anche se l'arte del bronzo di Chu e Yue seguiva in gran parte quella degli Zhou, c'erano ancora alcune peculiarità e deviazioni. È ben noto il lavoro di forgiatura di armi tecnicamente di altissima qualità degli Yue, che non solo producono spade che sono ancora affilate dopo più di 2.300 anni, ma colpiscono anche per le loro decorazioni artistiche sotto forma di intarsi d'oro. Questi intarsi d'oro, che venivano spesso usati per i personaggi, sono stati trovati anche su oggetti di uso quotidiano come i pass di bronzo di Chu.

Fino al periodo degli Stati Combattenti, i caratteri sui bronzi rituali servivano a scopi più pratici, ad esempio come iscrizioni dedicatorie o per registrare eventi politici. I caratteri intarsiati in oro sulle spade cerimoniali degli Yue, che avevano chiaramente una funzione rituale o rappresentativa, indicano un cambiamento nel modo in cui i personaggi sono visti non solo come portatori di informazioni, ma anche come elemento di design. Ciò sarebbe supportato anche dall'uso eccessivo di una forma di scrittura decorativa tipica degli stati del sud, la scrittura del verme-uccello, che veniva regolarmente utilizzata a Chu, Wu e Yue per scopi decorativi su manufatti di vari materiali.

In generale, la foglia d'oro o altre leghe metalliche erano ampiamente utilizzate a Chu a partire dal VI secolo a.C. Sembra che si sia preferito un design della superficie con colori contrastanti. Foglia d'oro, foglia d'argento e altri metalli sono stati trovati in vari siti nell'Henan, nell'Hubei e nell'Anhui.[29] Gli intarsi metallici furono introdotti dal 6. secolo v. Chr. più comune. Questo era in rame, con gli intarsi prefabbricati e poi fusi nell'oggetto reale. Il lavoro di intarsio, in cui i metalli venivano martellati nelle cavità del materiale di supporto, apparve solo più tardi.[30]

In generale, si può notare che i Bronzi Chu, in particolare vasi, campane e oggetti simili a tavoli o altari, hanno spesso una decorazione superficiale scultorea e applicazioni su larga scala. Le creste decorative in forme astratte o animali sono elaborate ed espansive. Le decorazioni sui vasi di bronzo degli Yue riflettono la loro abitudine di stabilirsi lungo i fiumi. Sebbene i tipi di navi del cuore servissero chiaramente da modelli per le loro navi, spesso mostrano animali associati all'acqua, come serpenti o rane, entrambi raramente raffigurati nel cuore.[31]

Le tigri svolgono un ruolo speciale tra le raffigurazioni di animali. Nelle regioni meridionali, cioè nello stato di Chu, ma anche soprattutto nello stato di Ba, che col tempo fu spinto verso ovest verso Chongqing da Chu, sono tra le raffigurazioni di animali più comuni. Qui compaiono soprattutto campane del tipo chunyu, che si differenziano dalle tipiche campane cinesi dell'età del bronzo per la sezione quasi rotonda e sono dotate in ogni caso di un occhiello per appenderle alla piastra del soffitto, scolpita a forma di tigre. L'identificazione è sempre possibile perché il caratteristico motivo a strisce è elaborato in rilievo. Oltre a ciò, ci sono anche pochi esempi di campane di questo tipo che mostrano una tigre scolpita in rilievo sul corpo della campana.[32]

Alcuni di questi chunyu mostrano anche segni o simboli di significato o funzione sconosciuti sulla piastra del soffitto. I personaggi hanno un carattere pittografico e ricordano pesci o granchi, mentre altri sono astratti. Non è chiaro se si tratti di una forma di scrittura locale o semplicemente ornamentale, poiché solitamente veniva utilizzata una variante locale della scrittura cinese.

I Bronzi Liyu e l'arte del bronzo di Jin e dei suoi stati successori

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Una forma speciale nel cuore della Cina sono i c.d. "Bronzi Liyu", rinvenuti nell'omonimo villaggio dello Shanxi. Il loro stile risale al VI secolo a.C. e rappresenta una peculiarità regionale. Dopo la caduta di Jin nel 453, lo stile cambiò ampiamente. La sua distribuzione è limitata al territorio dello Stato Jin.[33]

Lo stile Liyu è caratterizzato da una forte astrazione delle decorazioni, che consistono in draghi kui o simili creature ibride e i cui corpi allungati sono intrecciati e strettamente impacchettati in fasce tortuose sul corpo del vaso (Fig. 7). In contrasto con la forte frammentazione delle zone decorative dei bronzi di Chu, i bronzi di Jin sono caratterizzati da zone o fasce decorative che si estendono attorno all'intero corpo del vaso e sono autonome. Le decorazioni astratte a nastro sono completate da monoculi regolarmente inseriti. Nel complesso i decori sono lavorati in rilievo molto piatto e poco ampio.[34] Le decorazioni, di fattura molto fine, erano già realizzate in fase di fusione, come hanno evidenziato durante gli scavi ritrovamenti di forme di fusione con negativi decorativi già incorporati.[33]

La particolarità dei bronzi di Jin è che utilizzano in parte antiche decorazioni Shang - spesso usano taotie e leiwen - ma anche animali naturalistici piuttosto insoliti per le decorazioni artistiche in bronzo, come pesci, tartarughe e anatre. Creste e applicazioni decorative sono molto rare e sono solitamente rappresentate da animali sottili e naturalistici. Le maniglie e i loro approcci possono sicuramente assumere forme di drago o taotie. L'intarsio è molto raro e, quando presente, in oro.[35]

Con la disintegrazione di Jin in Han, Zhao e Wei, iniziò un cambiamento nel disegno della superficie dei bronzi. Le forme consuete dello stile Liyu vengono mantenute e sono ancora presenti motivi astratti e intrecciati di draghi, ma a volte vengono accorciati e semplificati. Fiorente è invece la tecnica dell'intarsio, con intarsi in oro, rame e turchese non più utilizzati dal periodo Shang, così come la malachite utilizzata su larga scala.[36]

Le linee cambiano. Al posto degli elementi orizzontali e verticali, ci sono linee diagonali che definiscono zone decorative a forma di diamante o triangolari. I componenti in oro o rame intarsiati servono sia per enfatizzare singoli elementi decorativi come i draghi, sia per delimitare i singoli campi decorativi l'uno dall'altro e per enfatizzare le linee.[37] Nel IV secolo, l’oro e l’argento avevano quasi completamente sostituito altri metalli come il rame come materiali per intarsi.[38]

Oltre alla cultura della pianura centrale attorno al Fiume Giallo, c'erano altri circoli culturali che si trovavano in quella che oggi è la Cina ed erano collegati agli Shang e agli Zhou attraverso relazioni commerciali, ma avevano ancora una propria cultura. Una considerazione separata dovrebbe essere data all'area dell'attuale provincia di Hunan inclusa sopra, che era nella sfera di influenza di Shang e Zhou, ma sviluppò uno stile regionale distintivo prima che lo stato di Chu fosse fondato nell'area.[39]

Fig. 14: Sia le raffigurazioni di persone che la lavorazione dell'oro erano un'eccezione tra gli Shang e gli Zhou, ma erano una caratteristica importante della cultura Shu contemporanea nel Sichuan.

La cultura Shu, originatasi nell'attuale Sichuan e giunta al suo apice tra la seconda metà dell'Era Shang ed il principio dell'Era Zhou, è un interessante caso-studio di cultura autoctona estranea al fermento culturale della Pianura del Fiume Giallo. I principali siti di scavo Shu si trovano a Sanxingdui (40 km a nord-est da Chengdu) e nel distretto Jinsha della stessa Chengdu e tra i reperti Shu spiccano i metalli lavorati, realizzati per fusione ma in forme più semplici rispetto a quelle Shang-Zhou, poi assemblate.

A differenza degli Shang, gli Shu producevano pochi vasi. Nelle due fosse sacrificali del sito di Sanxingdui, figura una sola dozzina di vasi (simili agli zun ed ai lei Shang) tra diverse centinaia di bronzi rinvenuti. Si tratta comunque di prodotti locali, non importanti, salvo la possibilità che si tratti di manufatti né Shu né Shang ma di una terza cultura a metà strada da entrambe. I vasi tripodi erano sconosciuti.[40]

La particolarità sono le numerose raffigurazioni di teste umane o maschere antropomorfe e teriomorfe. Sono state rinvenute figure anche nelle fosse sacrificali. Quelli più piccoli misurano circa 10 centimetri e colpiscono per la loro rappresentazione espressiva. Inoltre, la seconda fossa sacrificale conteneva la più antica rappresentazione di figura umana a grandezza naturale in bronzo. La figura è detta “grande figura in piedi” ed è alta circa 2,60 metri compresa la base. Sono venute alla luce anche tavole sacrificali o altari in bronzo, così come rappresentazioni di alberi con rami ampiamente ramificati a cui erano attaccati elementi come uccelli o fiori. L'albero ricostruito più grande è alto circa 3,96 metri.[41]

Gli elementi decorativi dominanti differiscono notevolmente da quelli degli Shang e degli Zhou. Un'importante tecnica utilizzata per la preparazione degli oggetti in bronzo era la doratura con foglia d'oro. Le maschere e le teste erano ricoperte di foglie d'oro finissimo che, a differenza dei pezzi non dorati, creavano una lucentezza metallica che distingueva questi pezzi dagli altri.[42]

Inoltre, sulle raffigurazioni di teste e maschere sono stati rinvenuti residui di pigmento, per lo più nero carbone o vermiglio, per segnare sopracciglia o pupille o per colorare di rosso le labbra. Tali esempi di trattamento superficiale con colori ad alto contrasto mediante placcatura in oro o applicazione di pigmenti non sono noti nel cuore della Cina.

I bronzi Shu differiscono anche per forma e funzione. Sono più scultorei e un ornamento decorativo o una decorazione in sé rispetto ai vasi Shang e Zhou, che sono semplicemente portatori decorativi. Sebbene le decorazioni superficiali come il leiwen si presentino anche in forme comparabili, ci sono motivi di serpenti o linee che sono molto più simili alle raffigurazioni tridimensionali del drago dei bronzi Shu che al leiwen ordinario.

Le raffigurazioni del drago Shu differiscono notevolmente da quelle degli Shang e Zhou. I loro draghi hanno elaborate creste sul naso o sulla testa, così come vele dorsali. Hanno sempre quattro zampe che terminano con piedi a forma di pugno. I draghi sono un motivo relativamente comune e si possono trovare, ad esempio, come decorazione sullo stemma della grande figura in piedi in rilievo o nelle opere scultoree sugli alberi di bronzo e sugli altari. Un altro motivo comune sono gli ocelli o le macchie solari e le ruote solari. Questi appaiono anche in forma di calco in rilievo sugli abiti o sui copricapi delle figure, ma anche in forma scultorea sotto forma di accessori o placche. Gli uccelli sono raffigurati tridimensionalmente, ad esempio come ornamenti sui rami degli alberi in bronzo, ma anche come sculture individuali. Particolarmente apprezzati sono la testa di un rapace in fusione con il becco adunco e un gallo con un'imponente cresta sulla testa.[43]

Altri animali spesso raffigurati erano gli elefanti, che dovevano avere un ruolo speciale nella vita quotidiana o religiosa del popolo Shu. Quattro teste di elefante decorano la base della grande figura in piedi. La presenza di elementi floreali è una caratteristica dei bronzi Shu. Questi sono completamente assenti tra gli Shang e gli Zhou, mentre gli Shu realizzavano rappresentazioni di interi alberi e degli elementi associati come foglie, boccioli e fiori che adornavano questi alberi. Il copricapo della figura in piedi e di una figura più piccola mostrano decorazioni di foglie o piume.

Con il progredire del periodo Zhou occidentale, l'influenza dell'arte del bronzo del cuore del paese su quella della cultura Shu aumentò. Elementi decorativi come i draghi kui e i leiwen occupavano un posto permanente nelle decorazioni dei vasi di bronzo. Le raffigurazioni di persone divennero più rare, ma il naturalismo nelle raffigurazioni di animali aumentò. Ciò che colpisce è la frequenza con cui vengono utilizzati elementi decorativi rotondi. Questi sono draghi o serpenti arrotolati che hanno corpi altamente astratti, che potrebbero forse essere una reminiscenza del motivo della ruota solare trovato a Sanxingdui.[44]

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    «Lo sviluppo di diverse tecnologie chiave in Cina - metallurgia del bronzo e del ferro e carri trainati da cavalli - nacque dalle relazioni della Cina centrale, del periodo Erlitou (1700-1500 a.C. circa), degli Shang (1500-1046 a.C. circa) e delle dinastie Zhou (1046–771 a.C.), con i loro vicini nella steppa. Gli intermediari in questi scambi erano gruppi disparati in un'ampia area di confine di terre relativamente elevate intorno al cuore della Cina, le pianure centrali. Le società della Cina centrale erano già così avanzate che, quando furono adottate queste innovazioni straniere, si trasformarono all’interno di sistemi sociali e culturali altamente organizzati.»
  2. ^ (EN) Mei Jianjun, Cultural Interaction between China and Central Asia during the Bronze Age (PDF), in Proceedings of the British Academy, vol. 121, 2003, pp. 1–39.
    «[...] l'argomentazione per un possibile contatto Afanasievo-Xinjiang basata sui ritrovamenti nel cimitero di Gumugou nel bordo nord-orientale del bacino del Tarim sembrerebbe ragionevole e deve essere mantenuta aperta per futuri ritrovamenti archeologici. In altre parole, la possibilità della dispersione della prima metallurgia basata sul rame dalla steppa eurasiatica allo Xinjiang e più a est fino al Gansu non può essere esclusa al momento e dovrà essere presa in considerazione quando saranno disponibili ulteriori prove archeologiche..»
  3. ^ Sebbene questo esempio non provenga dal cuore della Cina, riprende un motivo comune agli Shang e lo implementa.

Bibliografiche

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  35. ^ So 1995, p. 40.
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