Utente:Poigne/Sandbox

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Con la crisi politica dell'inizio degli anni novanta, il sistema politico italiano cambia profondamente, fino ad approdare, nel primo decennio del nuovo secolo, a un sistema sostanzialmente dominato da due schieramenti. A partire dal 2008 il sistema politico italiano è variato notevolmente: con le elezioni politiche si è praticato l'abbandono del bipolarismo per lasciare spazio alla nascita di due partiti maggiori, il Partito Democratico (evoluzione dell'esperienza dell'Ulivo, con la fusione di Democratici di Sinistra e La Margherita) e il Popolo della Libertà (nel quale sono confluiti Forza Italia e Alleanza Nazionale). Contrario al bipartitismo, al centro si colloca l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC).

Da "mani pulite" alla nascita di Forza Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mani Pulite.

L'elemento che fece precipitare la crisi della politica italiana fu un'inchiesta giudiziaria, denominata dai giornali "mani pulite" o "tangentopoli", dalla quale emerse un sistema diffuso e generalizzato di corruzione e finanziamenti illeciti ai partiti in cui erano coinvolte soprattutto le maggiori forze di governo, la Dc e il Psi.

Gli effetti sul quadro politico furono profondi, al punto che si parla di fine della "prima repubblica" nata con la Costituzione del 1948 e della nascita della "seconda repubblica".

Il crollo dei partiti tradizionali[modifica | modifica wikitesto]

Travolta dallo scandalo "tangentopoli", si sciolse la Democrazia Cristiana, i cui militanti in parte confluirono nel rinato Partito Popolare Italiano, una parte di esso però decide di scindersi fondando il Centro Cristiano Democratico, guidato da Pier Ferdinando Casini, tendenti al centro-destra, mentre quelli tendenti al centro-sinistra fondano i Cristiani Sociali, e in parte si dispersero negli altri partiti.

Anche il Pri, il Psdi e il Pli furono spazzati via, mentre il Pds (ex Pci) fu toccato solo marginalmente (alcuni sostennero perchè "più onesto degli altri"; altri perchè "più abile nel nascondere le operazioni illegali"; altri ancora perchè "protetto dai giudici"). Quello che ne uscì peggio fu comunque il Partito socialista di Bettino Craxi che, a cinque anni dall'esperienza del suo governo, dovette affrontare la collera dei cittadini, un processo, la condanna, e prese la decisione di riparare all'estero, in Tunisia.

Nuovi partiti[modifica | modifica wikitesto]

La crisi del sistema politico fece crescere la Lega Nord di Umberto Bossi, che era nata nel 1981 come Lega Lombarda, e cavalcò la protesta presentandosi come movimento nuovo, non corrotto e non corruttibile.

Alla destra dello schieramento politico (non toccata dagli scandali giudiziari) si verificarono importanti novità. Il Movimento Sociale Italiano si orientò sotto la guida di Gianfranco Fini verso posizioni più vicine a quelle della destra moderata europea, trasformandosi in Alleanza Nazionale e candidandosi, analogamente a quanto avveniva, a sinistra con il Pds come forza di governo.

Ma la vera rivoluzione nel panorama politico si verificò con la "discesa in campo" di Silvio Berlusconi, un imprenditore milanese che, sin dagli anni settanta, aveva accumulato un enorme fortuna prima operando nell'edilizia, poi nella televisione. Berlusconi fondò nel 1994 un movimento chiamato Forza Italia, il quale, sorprendentemente, alle elezioni di quello stesso anno conquistò la maggioranza relativa.

Il sistema politico italiano verso il bipolarismo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1993 il Parlamento approvò una nuova legge elettorale che prevedeva un sistema prevalentemente maggioritario. Le nuove regole incentivavano alleanze politiche ampie in un quadro di bipolarismo, con la formazione di due schieramenti politici, uno di centro-destra e uno di centro-sinistra, alternativi fra loro.

Le Elezioni politiche del 1994 si svolsero il 27 e 28 marzo, sancirono l'affermazione di Forza Italia e la vittoria dello schieramento di centro-destra guidato da Berlusconi (alleato con Lega Nord, Alleanza Nazionale e parte degli ex democristiani raccolti nel Centro cristiano democratico). Uscirono sconfitti gli altri due poli, cioè i Progressisti (Pds, Rifondazione, Verdi, Alleanza Democratica, Rete, Psi) guidati dal segretario pidiessino Achille Occhetto, e il Patto per l'Italia (Ppi e Patto Segni) guidato da Mario Segni e Mino Martinazzoli. Il primo Governo Berlusconi ebbe però vita breve a causa dei forti contrasti con la Lega Nord, che nel dicembre dello stesso anno uscì dalla maggioranza e provocò la caduta del governo. Seguì il "governo tecnico" guidato da Lamberto Dini che durò per tutto il 1995.

Le Elezioni politiche del 1996 si svolsero il 21 aprile, seguirono al Governo Berlusconi I ed al Governo Dini, sancirono la prima (e ultima) separazione a livello di elezioni politiche tra il Polo delle Libertà e la Lega Nord. Quest'ultima si presentò da sola raggiungendo un ragguardevole 10%. Il Polo delle Libertà raggiunse comunque la buona soglia del 40%. Il Centrosinistra, pur non ottenendo risultati eccezionali seppe sfruttare il divorzio raggiungendo tutto unito il 45%. La novità a sinistra era rappresentata dal candidato premier Romano Prodi e dalla nascita de L'Ulivo, coalizione formata da PDS, PPI, RI e Verdi. Rifondazione Comunista, nata da una costola del PCI, rimaneva fuori dal nuovo soggetto politico, ma ne era comunque alleata. Alla fine del 1998 il Governo Prodi I cadde, a causa della scelta di Rifondazione Comunista di ritirare la fiducia.
Seguirono altri due governi di centro-sinistra, il primo guidato da Massimo D'Alema, segretario dei Democratici di Sinistra, il secondo da Giuliano Amato, ex socialista.

Il terzo millennio[modifica | modifica wikitesto]

Le elezioni del 13 Maggio 2001 sono state vinte dalla coalizione di centro-destra, la Casa della libertà guidata da Berlusconi sconfiggendo la coalizione di centro-sinistra L’Ulivo guidato da Francesco Rutelli.

All'indomani della vittoria del centro-sinistra l'UDC rivede la sua posizione politica. Casini (leader), vorebbe continuare ad appoggiare la Casa delle Libertà, e l'altra, cappeggiata da Marco Follini (segretario) di chiudere definitivamente l'esperienza dalla coalizione. A seguito di questo contrasto, il 21 ottobre 2006, Marco Follini costituisce Italia di Mezzo, partito che non entra in nessuna delle due coalizioni e appoggia ora l'una ora l'altra.

Tra la fine del 2006 e il 2007 i progetti di federazione della Rosa nel Pugno sfumano: l'alleanza dei due partiti si mantiene viva soltanto su una comune azione sul governo.

All'interno di Alleanza Nazionale, la corrente di Destra, capeggiata da Francesco Storace, rimane la parte più conservatrice del partito: essa è in contrasto con la direzione per quanto riguarda il diritto al voto amministrativo agli immigrati regolari, all'insegnamento del Corano nelle scuole pubbliche e all'entrata del partito nel Partito Popolare Europeo, che raggruppa le forze moderate e conservatrici del continente. Così il 26 luglio 2007 il leader della corrente decide di costituire un nuovo soggetto politico: La Destra. Il 7 ottobre confluisce nel nuovo partito Alleanza Siciliana, fondata dall'europarlamentare Nello Musumeci, anch'esso in seguito a un contrasto con la direzione di Alleanza Nazionale, nel settembre 2005, e avente solo base regionale.

La nascita del Pd e la caduta del governo Prodi[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2007 i partiti maggiori dello schieramento di centro-sinistra, ossia i Democratici di Sinistra e La Margherita avviano un processo unificatore nel segno dell'Ulivo, proiettato alla costituzione di un unico grande partito che ricalchi il modello dell'americano "Partito Democratico". Tuttavia il percorso che dovrebbe portare alla nascita del Partito Democratico è molto insidioso: l'ala sinistra dei Democratici di Sinistra, capeggiata da Fabio Mussi, non vuole unirsi ai democristiani, così il 5 maggio 2007 decide di scindersi e fondare Sinistra democratica. D'altra parte alcuni membri della Margherita trovano che il gruppo dell'Ulivo, di cui fanno parte, non deve necessariamente comunicare con l'estrema sinistra, a parole laica e progressista, ma anche anti-americanista e anti-clericale. E' in questo clima che Lamberto Dini consuma l'ennesima scissione con la costituzione, il 1º ottobre, de i Liberal-Democratici. Anche i Socialisti Democratici Italiani, invitati a partecipare al progetto del Partito Democratico, rifiutano di aderirvi, definendolo un accordo storico bonsai tra democristiani e post-comunisti. Nonostante ciò il 14 ottobre 2007 vede la luce il Partito Democratico, del quale presidente è Romano Prodi e Segretario Nazionale Walter Veltroni, dopo aver partecipato a delle primarie con altri candidati. Oltre a Margherita e Democratici di Sinistra, confluiscono nel nuovo partito Italia di mezzo e Partito Democratico Meridionale, nato il 16 maggio 2006, dall'allora presidente della Calabria Agazio Logero, in contrasto con i vertici della Margherita.

Successivamente Enrico Boselli invita i piccoli partiti socialisti alla riunificazione. Si mostrano interessati a tale iniziativa il Nuovo Partito Socialista Italiano, che convoca un congresso nazionale per formalizzare l'adesione al nuovo progetto, mentre l'area vicino a Roberto Caldoro considera illegitima la mozione del segretario Gianni De Michelis, sicché apre un nuovo congresso nazionale, dove viene proclamato Segretario Nazionale, e I Socialisti di Bobo Craxi. Il 14 luglio si aprono i lavori per la costruzione del Partito Socialista, che nasce definitivamente il 7 ottobre, nel quale vi entrano anche alcuni fuoriusciti di Sinistra Democratica. Poi troviamo anche Willer Bordon e Roberto Manzione, anche loro esponenti della Margherita, contro il progetto del Partito Democratico. L'11 settembre costituiscono l'Unione Democratica per i Consumatori.

Il 16 gennaio 2008 viene arrestata la moglie del ministro di giustizia Clemente Mastella, seguita il giorno successivo dallo stesso ministro, entrambi per concussione. Mastella dà allora le dimissioni da ministro di giustizia, e pur affermando in un primo momento che l'Udeur continuerà ad appoggiare il governo esternamente, avverte la mancanza di solidarietà politica da parte della maggioranza: per questo il 21 gennaio decide alla fine di farne uscire il suo partito, dando il via a una seconda crisi di governo. Questo fatto provoca dissensi all'interno dell'UDEUR: in particolare buona parte della sezione della provincia di Matera, in Basilicata, si distacca dal partito per costituirsi in Popolari Uniti, mentre tre consiglieri regionali della Campania costituiscono Popolari Democratici. Essi si federano immediatamente al Partito Democratico. Inoltre vari senatori dell’Udeur passano ad altri partiti. Così Prodi, apprestandosi a chiedere la fiducia al Parlamento, spera ancora di poterla ottenere: il 23 gennaio alla Camera dei Deputati ottiene 326 sì e 275 no. Il giorno dopo però è la volta del Senato della Repubblica, dove ottiene 161 no e 156 sì: la sua maggioranza non c'è più. A seguito della sconfitta Prodi rassegna le proprie dimissioni, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti.

Subito dopo la caduta del Governo il Partito Democratico decide di candidare Presidente del Consiglio Walter Veltroni, il quale decide di proporre un'alleanza ai soli Italia dei Valori e Radicali in cambio di un futuro incorporamento, che accettano, chiudendo di fatto l'esperienza dell'Unione.

Così La Sinistra-L'Arcobaleno, federazione creata all'interno dell'Unione l'8 dicembre 2007 da Sinistra Democratica, Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi, il 5 febbraio 2008, presenta come proprio candidato Presidente del Consiglio, l'ex-segretario nazionale di Rifondazione Fausto Bertinotti.

La nascita del Pdl e le elezioni politiche[modifica | modifica wikitesto]

Tale scelta influenza anche la Casa delle Libertà, che vedrebbe una coalizione di vari partiti contro il solo Partito Democratico. Alcuni esponenti del centro-destra propongono di presentarsi alle elezioni con i soli quattro partiti fondatori, ciò non vede d'accordo i partiti minori. L'8 febbraio, Forza Italia e Alleanza Nazionale si accordano per creare il Popolo della Libertà, progetto di Silvio Berlusconi lanciato il 18 novembre 2007 per unire il centro-destra: esso si presenterà alle elezioni come una federazione, lavorando per diventare un partito unitario. In seguito entrano nel nuovo progetto la Democrazia Cristiana per le Autonomie, il Nuovo Partito Socialista Italiano, i Popolari Liberali, fondato come partito il 14 febbraio 2008 da Carlo Giovanardi, già corrente filo-berlusconiana dell'Udc, in contrasto con i vertici del partito a riguardo dell'uscita dalla Casa delle Libertà, il Partito Pensionati fondato il 19 ottobre 1987, Azione Sociale, i Riformatori Liberali, i Liberal-Democratici, Italiani nel Mondo e i Socialisti Riformisti, nato dalla scissione dal nuovo Psi, in seguito alla decisione di questo di federarsi con la Democrazia Cristiana delle Autonomie. Entra in coalizione con Il Popolo della Libertà Lega Nord, che si presenterà solo al centro-nord e Movimento per l'Autonomia, che si presenterà solo al centro-sud.

L'UDC cerca di riavvicinarsi alla coalizione di Silvio Berlusconi, quando allora non aveva ancora raggiunto nessuna intesa con Alleanza Nazione per la creazione del Popolo delle Libertà. Si forma un gruppo di dissidenti, capeggiato da Mario Baccini e Bruno Tabacci, interessati a creare un nuovo partito puramente di centro: La Rosa Bianca. Tuttavia l'UDC si allontana definitivamente da Silvio Berlusconi dopo che Berlusconi raggiunge l'intesa per formare il suo nuovo progetto. Così il 28 febbraio l'UDC e la Rosa Bianca si uniscono in un accordo per presentarsi in una nuova lista: l'Unione di Centro, che candida Pier Ferdinando Casini.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]