Utente:Lorenz-pictures/Silvio Berlusconi/Attività imprenditoriale e personale

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Edilizia[modifica | modifica wikitesto]

File:Berlusconi anni60.jpg
Berlusconi ai tempi del suo lavoro nel settore dell'edilizia

Dopo le saltuarie esperienze come agente immobiliare[1] negli anni universitari, Silvio Berlusconi inizia ad occuparsi di edilizia e nel 1961 fonda la Cantieri Riuniti Milanesi Srl insieme al costruttore Pietro Canali. Il primo acquisto è un terreno in via Alciati a Milano, grazie alla fideiussione del banchiere Carlo Rasini (titolare e cofondatore della Banca Rasini, nella quale lavorava il padre di Berlusconi).

Nel 1963 fonda la Edilnord Sas in cui è socio d'opera, mentre Carlo Rasini e il commercialista svizzero Carlo Rezzonico sono soci accomandanti. In quest'azienda Carlo Rezzonico fornisce i capitali attraverso la finanziaria Finanzierungesellschaft fur Residenzen AG di Lugano[2]. Gli anonimi capitali della finanziaria svizzera vengono in parte depositati presso l'International Bank di Zurigo, e pervengono alla Edilnord attraverso la Banca Rasini.

Nel 1964 l'azienda di Berlusconi apre un cantiere a Brugherio per edificare una città modello da 4000 abitanti. I primi condomìni sono pronti già nel 1965, ma non si vendono con facilità[3].

Nel 1968 nasce la Edilnord Sas di Lidia Borsani e C. (la Borsani è cugina di Berlusconi), generalmente chiamata Edilnord 2, acquistando 712 mila mq di terreni nel comune di Segrate, dove sorgerà Milano 2, in seguito alla concessione edilizia ottenuta nel 1969.

Nel 1972 viene liquidata la Edilnord e creata la Edilnord Centri Residenziali Sas di Lidia Borsani, quest'ultima socia accomandante, con i finanziamenti della Aktiengesellschaft fur Immobilienlagen in Residenzzentren AG di Lugano.

Nel 1973 viene fondata la Italcantieri, prima come Srl, poi in Spa nel 1975, con Silvio Berlusconi quale presidente. I capitali sono di due fiduciarie svizzere e precisamente della Cofigen[4], legata al finanziere Tito Tettamanti e alla Banca della Svizzera Italiana[5], e della Eti AG Holding di Chiasso[6], il cui amministratore delegato è Ercole Doninelli[7]. Nello stesso anno, tramite l'avvocato Cesare Previti, viene acquistata ad Arcore la villa Casati Stampa ed alcuni terreni contigui da Annamaria Casati Stampa di Soncino, ereditiera minorenne della nota famiglia nobiliare lombarda, rimasta orfana nel 1970, di cui Cesare Previti è tutore legale, pagandola un prezzo di favore.

Nel 1974 viene costituita l'Immobiliare San Martino, a Roma, amministrata da Marcello Dell'Utri (amico di Berlusconi fin dagli anni universitari con Fedele Confalonieri), con il finanziamento di due fiduciarie della BNL, la Servizio Italia Fiduciaria Spa e la Società Azionaria Fiduciaria.

Nel 1977, a coronamento di questa ampia e riuscita attività edilizia, Silvio Berlusconi viene nominato Cavaliere del Lavoro dal Presidente della Repubblica in carica Giovanni Leone.

Nel gennaio 1978 viene liquidata la Edilnord per dare vita alla Milano 2 Spa, costituita a Segrate dalla fusione con l'Immobiliare San Martino Spa.

Televisioni[modifica | modifica wikitesto]

File:Berlusconi 1978.gif
Berlusconi nell'anno di acquisto di Telemilano

Dopo l'esperienza in campo edilizio Berlusconi allarga il proprio raggio d'affari anche al settore della comunicazione e dei media. Nel 1976, infatti, la sentenza n.202 della Corte Costituzionale apriva la strada all'esercizio dell'editoria televisiva anche ad emittenti locali, fino ad allora appannaggio soltanto dello Stato.

Silvio Berlusconi nel 1978 rileva dal fondatore Giacomo Properzj Telemilano, una televisione via cavo, operante dall'autunno del 1974 nella zona residenziale di Milano 2. A tale società due anni dopo viene dato il nome di Canale 5, ed assume la forma di network a livello nazionale, comprendente più emittenti.

L'escalation della società appare subito folgorante: nello stesso anno trasmette il Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana. Per tale evento, nonostante gli iniziali pareri sfavorevoli da parte di ministri governativi, ottiene dalla Rai l'uso del satellite e la diretta per la trasmissione in Lombardia, mentre nel resto d'Italia l'evento viene trasmesso in differita.

A partire dal 1981, Berlusconi inizia ad utilizzare il proprio network di emittenti locali come se fosse un'unica emittente nazionale: registrando con un giorno d'anticipo tutti i programmi e le pubblicità e trasmettendo il tutto il giorno seguente in contemporanea in tutta Italia.

Nel 1982 il gruppo si allarga con l'acquisto di Italia 1 dall'editore Edilio Rusconi e di Rete 4 nel 1984 dal gruppo editoriale Mondadori (all'epoca controllato dall'editore Mario Formenton).

Il gruppo Fininvest riesce perciò a spezzare l'allora monopolio televisivo Rai.

Negli anni seguenti il network si diffonde in Europa: in Francia fonda La Cinq (1986) (la cui chiusura fu molto controversa; in seguito Berlusconi viene limitato ad una partecipazione in TF1), in Germania Telefünf (1987; che chiuderà nel 1992), in Spagna Telecinco (1990, ancora attiva, ma anche oggetto di un processo nei confonti del Cavaliere).

Il 6 agosto 1990 l'impero televisivo di Berlusconi viene legalizzato dalla Legge Mammì.

Editoria e media[modifica | modifica wikitesto]

Nel campo editoriale diventa ed è tuttora il principale editore italiano nel settore libri e periodici, in quanto azionista di maggioranza di Mondadori (in cui è confluita negli anni '90 la Silvio Berlusconi Editore, fondata dal magnate milanese negli anni '80 e attiva nella stampa periodica) ed Einaudi (comprata dalla prima), e di alcune rilevanti case minori (Elemond, Sperling & Kupfer, Grijalbo, Le Monnier, Pianeta scuola, Edizioni Frassinelli, Electa Napoli, Riccardo Ricciardi editore, editrice Poseidona).

Nel campo della distribuzione audiovisiva è per un certo periodo socio in Blockbuster Italia. Controlla inoltre il gruppo Medusa Cinema.

Commercio e assicurazioni[modifica | modifica wikitesto]

Berlusconi effettua anche investimenti nel settore delle grandi distribuzioni, possedendo il gruppo Standa (comprato dalla Montedison, posseduto per vari anni e venduto alla tedesca Rewe; la parte non-food è passata sotto il marchio Oviesse) ed Euromercato (venduto alla francese Carrefour). A tal proposito Berlusconi dichiarerà in seguito di esser stato costretto a vendere la Standa a seguito della sua entrata in politica, perché i comuni gestiti da giunte di centorsinistra non gli concedevano le necessarie autorizzazioni per aprire nuovi punti vendita.

Il Gruppo Fininvest, con le società Mediolanum e Programma Italia, ha una forte presenza anche nel settore delle assicurazioni e della vendita di prodotti finanziari.

Sport[modifica | modifica wikitesto]

È proprietario della squadra di calcio A.C. Milan dal 20 febbraio 1986, della quale è presidente fino al 21 dicembre 2004, quando deve abbandonare la carica in seguito all'approvazione della legge sul conflitto d'interesse. Il 15 giugno 2006, non essendo più Presidente del Consiglio, torna a ricoprire la carica di presidente del Milan.

È il presidente più vincente della storia del calcio europeo: sotto la sua reggenza la formazione rossonera ha conquistato 7 scudetti, 4 Coppe dei Campioni, 5 Supercoppe italiane, 4 Supercoppe Europee, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa Italia e 1 Mundialito per club.

Guida inoltre per qualche tempo la Polisportiva Milan, che oltre al calcio comprende baseball, pallavolo, rugby, hockey su ghiaccio (in questi ultimi due sport ha vinto titoli italiani).


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  1. ^ Il sito di Forza Italia parla di attività nei panni di direttore commerciale e, dopo sei mesi, di direttore generale [1].
  2. ^ Le due finanziarie che facevano capo a Carlo Rezzonico erano controllate dalla Discount Bank Overseas Limited, con sede a Tel Aviv e filiali a Lugano, Ginevra e Milano
  3. ^ Il sito di Forza Italia parla di "terribile crisi del mercato edilizio", in pieno boom economico [2].
  4. ^ La Cofigen era stata creata qualche settimana prima della Italcantieri ed era controllata per il 50% dalla Banca della Svizzera Italiana e per il 48% dalla Privat Kredit Bank, quest'ultima era controllata in gran parte dalla Cofi Compagnie de l'Occident pour la Finance et l'Industrie, creazione della stessa Banca della Svizzera Italiana, della Société de Banque Suisse e della Cassa Lombarda di Milano.
  5. ^ Tettamanti di fatto controllava la Banca della Svizzera Italiana e sembra fosse implicato in diversi affari che hanno influenzato l'economia italiana come il caso Enimont e quello della Merchant Bank di Sergio Cragnotti.
  6. ^ Di fatto era intestata ad un praticante notaio e ad una casalinga, Stefania Doninelli, moglie di Ercole Doninelli. La società nasceva da un complessa sistema di scatole cinesi al cui capo c'era la Interchange Bank, nata con capitali italiani, svizzeri e venezuelani.
  7. ^ Ercole Doninelli era titolare della Fimo di Chiasso, una finanziaria che in seguito si è trovata coinvolta in diverse indagini giudiziarie sul riciclaggio del denaro derivante dal narcotraffico colombiano e su diversi crack finanziari in Italia, Francia, Belgio e Paesi Bassi [3].