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Paolo Boselli

Presidente del Consiglio dei ministri
del Regno d'Italia
Durata mandato18 giugno 1916 –
30 ottobre 1917
MonarcaVittorio Emanuele III
PredecessoreAntonio Salandra
SuccessoreVittorio Emanuele Orlando

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXI, XII, XIII, XIV, XV, XVI, XVII, XVIII, XIX, XX, XI

Senatore del Regno d'Italia
Legislaturadalla XXII

Dati generali
Partito politicoDestra storica (1870-1882)
PLC (1882-1912)
UL (1912-1922)
PLI (1922-1924)
PNF (1924-1932)

Paolo Vincenzo Giovanni Battista[1] Boselli (Savona, 8 giugno 1838Roma, 10 marzo 1932) è stato un docente e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Paolo Boselli nacque l'8 giugno 1838 a Savona, da Paolo Boselli, di professione notaio, e da Marina Pizzorno. Il padre, di sentimenti liberali, nel 1821 dovette andare in esilio in Francia, perché accusato di aver favorito la fuga di patrioti come Santorre di Santarosa e Ramina da Savona. Dopo aver frequentato il collegio degli Scolopi a Savona, Paolo nel 1856 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si laureò nel 1860, avendo come insegnanti valenti professori del calibro di Luigi Melegari, Francesco Ferrara, Pasquale Stanislao Mancini, Matteo Pescatore, Antonio Scialoja.

Sposatosi con Corinna Cambieri (dalla quale ebbe tre figli, Silvio, Maria e Luisa), Boselli fece una rapida carriera nella struttura amministrativa statale: nel 1862 divenne auditore del Consiglio di Stato, nel 1865 ebbe la nomina a consigliere della prefettura di Milano, mentre successivamente collaborò con l'allora ministro dell'agricoltura Filippo Cordova e su incarico di quest'ultimo venne nominato nel 1867 segretario generale della Commissione italiana all'Esposizione Universale di Parigi. Nel 1870 divenne professore universitario della cattedra di scienza delle finanze a Roma, appena istituita, ma abbandonò l'insegnamento nel 1874 per dedicarsi completamente all'attività politica. Scomparso nel 1932 ad oltre 93 anni, è stato il più longevo primo ministro della storia d'Italia fino al 2013, quando è stato superato da Giulio Andreotti. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Boselli era stato eletto deputato per il collegio di Savona nel Parlamento italiano nel 1870 nelle file della Destra storica, partecipò a varie commissioni parlamentari e fu relatore di vari progetti di legge: membro e poi presidente della giunta permanente di finanza, fece parte delle commissioni di riordinamento dell'imposta fondiaria, di quella per il riordino dei tributi locali e di quella consultiva sulle istituzioni di previdenza e del lavoro. Successivamente, tra il 1872 ed il 1874, fu membro della commissione d'inchiesta agraria e di quella industriale. Inizialmente liberista (nel dibattito del marzo del 1876 sulla statalizzazione delle ferrovie si schierò dalla parte dei deputati governativi), Boselli si avvicinò successivamente allo statalismo economico propugnato da Francesco Crispi e dal 1888 ricoprì vari incarichi ministeriali: infatti dal 17 febbraio 1888 al 6 febbraio 1891 fu Ministro della Pubblica Istruzione nel governo Crispi, scelto per rafforzare con i voti di parte della Destra il ministero. Vari furono i provvedimenti presi durante tale incarico: tentativo di istituzione della scuola media, miglioramento del regolamento scolastico, valorizzazione e conservazione del patrimonio artistico e culturale italiano attraverso il restauro di vari monumenti (Villa Giulia e le Terme di Diocleziano) e l'istituzione di musei archeologici.

Ministro dell'agricoltura nel terzo governo Crispi nel 1893, fu anche ministro delle Finanze dal 14 giugno 1894, lasciando il dicastero dell'Agricoltura ad Augusto Barazzuoli: come titolare del portafoglio finanziario, Boselli diede il definitivo regolamento alla neonata Banca d'Italia, nata dopo lo scandalo della Banca Romana che aveva fatto cadere il ministero Giolitti. Dopo la caduta dell'esecutivo Crispi in seguito alla battaglia di Adua, ritornò deputato, ma fu chiamato ad occupare il dicastero del Tesoro nel gabinetto Pelloux nel 1899. Eletto varie volte presidente del Consiglio provinciale di Torino, fu a capo del Regio Museo Industriale Italiano dal 1904 al 1907 ed appoggiò in seguito l'intervento dell'Italia nella prima guerra mondiale. Nel 1906 fu nominato dal suo grande amico Fortunato Ballerini come Presidente onorario della S.P. Lazio, società della quale Boselli rimase sempre socio. Nel 1910 divenne presidente triennale dell’Accademia delle Scienze di Torino[2] di cui era stato eletto Socio nazionale nel 1888[3] e nel 1918 divenne Socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Fu presidente dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo dal 1911 alla morte.

Interventista allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1916, caduto il governo Salandra a causa dell'insoddisfazione generale suscitata dagli scarsi risultati ottenuti dalle sanguinose offensive italiane, e dal grave pericolo corso dal fronte trentino a causa della Strafexpedition austriaca, Boselli fu nominato Presidente del Consiglio dei ministri dal re Vittorio Emanuele III, rimanendo in carica dal 18 giugno 1916 al 30 ottobre 1917. Il suo fu un esecutivo di coalizione nazionale, dal quale però rimasero esclusi i socialisti. Il primo ministro italiano fu contrario all'intromissione parlamentare sulla conduzione della guerra e diede sempre fiducia al severissimo Luigi Cadorna, approvando la visione strategica del generale e i suoi metodi tattici. Ciò fu la sua fine, perché, dopo la battaglia di Caporetto, dovette presentare le dimissioni; al suo posto il sovrano nominò Vittorio Emanuele Orlando.

Nel 1922 fu favorevole all'ascesa del fascismo, al quale lo accomunava l'avversione per il movimento socialista, tanto che nel 1924 ricevette la tessera ad honorem del Partito Nazionale Fascista. L'ultimo suo atto politico di rilievo fu la relazione di una commissione che approvò i Patti Lateranensi del 1929.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran cordone dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran cordone e Cancelliere dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Aquila Rossa (Impero tedesco) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine di Scanderbeg (Regno d'Albania) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'ordine reale di Alberto di Sassonia (Regno di Sassonia) - nastrino per uniforme ordinaria
Grand'Ufficiale dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Commendatore dell'Ordine della Corona di Prussia (Impero tedesco) - nastrino per uniforme ordinaria
Ufficiale dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Le droit maritime en Italie, Turin, Imprimerie Roux & Favale, 1885
  • Discorsi e scritti varii, Savona, Domenico Bertolotto e Comp., 1888
  • Sull'istruzione secondaria classica, Roma, Tipografia di Enrico Sinimberghi, 1889
  • La patria negli scritti e nei discorsi di Paolo Boselli, Firenze, G. Barbera, 1917
  • Discorsi di guerra, Roma, Tipografia delle Mantellate, 1917
  • L' Ordine mauriziano: dalle origini ai tempi presenti, Torino : Officina grafica elzeviriana, 1917
  • Discorsi e scritti, Torino, Tipografia Baravalle e Falconieri, 1915-1927
  • Per la Dante e per la vittoria, Cingoli : Premiata Stamperia F. Luchetti, 1924
  • Torino: guida della città attraverso i tempi, le opere, gli uomini: 1928, Torino, Bona, 1928
  • Antologia, Torino : S. Lattes & C., 1932
  • Epigrafi, Torino : Ediz. S.E.L.P., 1932
  • Discorsi per la "Dante Alighieri", Torino, Chiantore, 1932
  • Discorsi politici e civili, Torino, Chiantore, 1932
  • Discorsi storici e commemorativi, Torino, Chiantore, 1932

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Atto n.65 del Registro degli Atti di Nascita e di Battesimo, anno 1838, P.C. N.S.Assunta; l'atto di nascita è conservato attualmente presso l'Archivio di Stato di Savona
  2. ^ Archivio storico Accademia delle Scienze di Torino, Registro dei verbali originali delle Classi Unite, in Adunanze di classe private e pubbliche. Verbali di adunanze di al­tri organi accademici, 13 gennaio 1901 - 24 novembre 1929.
  3. ^ Archivio storico Accademia delle Scienze di Torino, Registro dei verbali originali della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche, in Adunanze di classe private e pubbliche. Verbali di adunanze di al­tri organi accademici, 24 novembre 1867 - 14 giugno 1891.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Template:Presidente del Consiglio Regno d'Italia

Predecessore Ministro delle finanze del Regno d'Italia Successore
Sidney Sonnino 14 giugno 1894 - 10 marzo 1896 Ascanio Branca
Predecessore Ministro del tesoro del Regno d'Italia Successore
Pietro Vacchelli 14 maggio 1899 - 24 giugno 1900 Giulio Rubini
Predecessore Presidente dell'Istituto storico italiano per il Medio Evo Successore
Pasquale Villari 12 maggio 1911 - 10 marzo 1932 Pietro Fedele

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