Il Matto: differenze tra le versioni

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Versione delle 20:21, 16 set 2015

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Matto.

Il Matto (detto anche Il Folle o Il Follo) è un arcano maggiore dei tarocchi. Altri nomi: Il Misero, il Vagabondo. Francese: Le Mat, Le Fou, Le Fol. Inglese: The Fool, The Foolish Man.

Nel gioco di carte può essere giocato in sostituzione di una qualsiasi carta.

Nella cartomanzia rappresenta l'energia originaria del caos, l'innocenza e la follia.

Rappresentazione

Il Matto è raffigurato in genere come un uomo vestito con abiti laceri o molto poveri. In alcuni tarocchi ha i piedi nudi, in altri indossa calzari e porta un lungo bastone appoggiato sulla spalla al quale spesso è legato un fagotto. In alcuni tarocchi un cane o un animale lo assale o lo segue.

Nei mazzi Visconti-Sforza nei capelli dell'uomo sono infilate alcune piume, e l'immagine è chiaramente ispirata alla Stultitia dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni. Nei mazzi successivi le piume non sono presenti, mentre è costante lo sguardo rivolto verso il cielo o perso verso l'orizzonte.

Nei tarocchi marsigliesi l'uomo è raffigurato con abiti da giullare; questa rappresentazione, ripresa in altri mazzi di tarocchi, ha influenzato anche la rappresentazione del jolly, il cui utilizzo nei moderni giochi di carte è analogo a quello del Matto.

Nei tarocchi marsigliesi è stata introdotta anche la figura dell'animale in agguato, che è sempre presente in tutti i mazzi successivi. Questo animale generalmente è un cane randagio o un gatto, anche se in alcuni mazzi particolari può essere rappresentato da belve, di solito un grosso felino.

Nei tarocchi Rider-Waite l'uomo cammina sull'orlo di un precipizio e ha in mano una rosa (vedi simbolismo rosacroce).

Nei tarocchi di Aleister Crowley, il Matto viene raffigurato da Dioniso, il dio che vive nel cuore della natura elementare, sull'ebbrezza dei sensi e dello spirito. Senza poggiare i piedi a terra, tiene in una mano una coppa rovesciata, simbolo dell'acqua cosmica, e nell'altra il fuoco creativo; dall'incontro di questi simboli, apparentemente inconciliabili, scaturisce il nuovo, la manifestazione vorticosa dell'energia.

In alcuni mazzi l'uomo ha anche un bastone da passeggio, e quasi sempre è raffigurato nell'atto di camminare, noncurante del disturbo dell'animale o del pericolo che sta correndo.

Nei mazzi per la divinazione è spesso presente il numero 0, indicando che la carta è precedente al Bagatto; più raramente può essere presente il numero 22, indicando che la carta è seguente al Mondo, oppure non essere presente alcun numero.

Simbolismi

In origine questa carta rappresentava la stoltezza. Nei tarocchi rinascimentali è rappresentata da un demente, preso in giro da un gruppo di ragazzini. Solo in seguito venne a rappresentare la follia, quando cominciarono a chiamarla "il Matto" in analogia alla "matta" di altri mazzi di carte tradizionali. Come simbolo esoterico, la follia pura è ciò che permette di affacciarsi alla vita di nuovo per ricrearla dal principio.

Lo sguardo perso simboleggia il distacco dalla realtà, la partenza senza destinazione; una sorta di limbo in cui non c'è alcuna certezza tranne la necessità di andare oltre. Può anche essere in analogia con il girare a vuoto senza riuscire a trovare la propria direzione. Il fagotto rappresenta le esperienze che un uomo si porta con sé. L'animale in agguato rappresenta l'istinto ed è l'unico elemento, insieme al bastone da passeggio, che lega l'uomo al mondo reale.

L'uomo che cammina rappresenta il viaggio, simbolo a sua volta del passaggio dell'uomo sulla Terra; è l'uomo che ha attraversato il mondo e conosciuto ogni seme e ogni via.

Il numero 0 ha il significato numerologico del "moltiplicatore universale": ogni numero, moltiplicato per zero, è ancora zero, e rappresenta dunque l'unità del tutto; essendo il primo di tutti i numeri, rappresenta anche un nuovo inizio.

Significati divinatori

Il significato del Matto assume tutte le sfumature tra l'innocenza e la follia, compresi l'istinto, l'originalità, la spensieratezza, le azioni incomprensibili, il distacco della mente. È la parte irrazionale dell'uomo, che può condurlo sia nel bene che nel male. Nella sua accezione di viandante girovago, simboleggia la ricerca di cambiamenti, cammino verso l'evoluzione, gioia di vivere, sregolatezza, sogni ad occhi aperti Simboleggia un evento determinante e inatteso. In senso spirituale, può rappresentare il passaggio ad un altro livello di consapevolezza.

Aspetti positivi

In positivo è la forza della vita che raccoglie tutto il cammino fatto e ci proietta ad un nuovo inizio; può rappresentare una novità, spesso imprevedibile o inaspettata. È però carta duplice: genio e/o follia, profeta visionario e/o buffone. Molti la ritengono solo negativa. Infatti è difficile cogliere le differenze.

Aspetti negativi

In negativo è la follia, intesa come alienamento dalla realtà, il restare confinati nel proprio mondo interiore. Può indicare indifferenza, depressione, vuoto. È anche smarrimento, voglia di fuggire dal passato, irresponsabilità, esibizionismo, immaturità, inesperienza, superficialità. Per il Wirth rappresenta la perdita del libero arbitrio.

Corrispondenze

In astrologia corrisponde al cerchio dello zodiaco, al pianeta Marte e all'elemento Aria.

Nella cabala corrisponde alla lettera shin dell'alfabeto ebraico, secondo la Scuola esoterica francese avviata da Eliphas Levi; secondo la Scuola inglese, avviata da Samuel Lidell Mathers, il matto corrisponde alla lettera aleph. Perciò nell'Albero della vita può avere posizioni due differenti: per la Scuola inglese corrisponde all'11°sentiero (da Kether, la Corona, a Chokmah, la Sapienza). Alcuni la mettono in relazione con il segno LVI de I Ching, Il viandante. In magia è il subcosciente.

Nell'alchimia corrisponde all'allume, che non coincide con il composto chimico ma va considerato esotericamente; come spiegava Oswald Wrth, è "il Sale che genera gli altri sali, il substrato immateriale di ogni materialità, il fuoco della vita intellettuale". Altri paragonano il Matto alla moltiplicazione alchemica.

Galleria

Influenze nella letteratura

Una poesia del 1928 di Anne Osmont (1872-1959), Le Fou, apparsa sulla rivista esoterica "Le Voile d'Isis", è dedicata al "vecchio zingaro, portatore dei Tarocchi", ovvero "il Folle che girovaga", il detentore delle XXII chiavi del Paradiso, colui che incantò il serpente sull'Albero di Smeraldo.[1] Antonin Artaud (1896-1948), in Les nouvelles revelations de l'Etre (1937) identificò se stesso con il Folle dei Tarocchi, "solitario; disperato e saggio".[1]

Note

  1. ^ a b Berti

Bibliografia

  • (EN) Arthur Edward Waite, The Pictorial Key to the Tarot, Rider, London 1910
  • (EN) Juliette Wood, Folklore 109 (1998):15-24, The Celtic Tarot and the Secret Tradition: A Study in Modern Legend Making (1998)
  • (EN) Hajo Banzhaf, Tarot and the Journey of the Hero (2000)
  • (EN) G. Ronald Murphy, S.J., The Owl, The Raven, and The Dove: Religious Meaning of the Grimm's Magic Fairy Tales (2000)
  • Giordano Berti, Storia dei Tarocchi, Oscar Storia, Milano, Mondadori, 2007.
  • Giordano Berti e Ram (a cura di), Il grande libro dei Tarocchi, Milano, RCS Libri S.p.A., aprile 2007.
  • Diego Meldi, Tarocchi. Il manuale completo, Firenze, Giunti Demetra, novembre 2007.
  • G. van Rijnberk, I Tarocchi. Storia, Iconografia, Esoterismo, Roma, Stile Regina, aprile 1989.
  • Oswald Wirth, I Tarocchi, Roma, Mediterranee, novembre 1973.
  • Papus, I Tarocchi, Roma, Napoleone, novembre 1972.

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