Turné: differenze tra le versioni

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La vettura usata da Federico e Dario durante tutto il film è una [[Mercedes W110|Mercedes W110 200D]]. È la seconda pellicola che presenta [[Claudio Bisio]] come benzinaio, dopo ''[[I cammelli]]'' del [[1988]].
La vettura usata da Federico e Dario durante tutto il film è una [[Mercedes W110|Mercedes W110 200D]]. È la seconda pellicola che presenta [[Claudio Bisio]] come benzinaio, dopo ''[[I cammelli]]'' del [[1988]].

==Curiosità==
L'opera rappresentata è ''[[Il giardino dei ciliegi]]'' di [[Anton Čechov]].


== Note ==
== Note ==

Versione delle 19:20, 17 lug 2015

Disambiguazione – Se stai cercando termine riferito ad una serie di concerti, vedi Tournée.
{{{titolo italiano}}}
I due protagonisti in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata91 min
Generecommedia
RegiaGabriele Salvatores
SoggettoFabrizio Bentivoglio, Francesca Marciano, Alessandro Vivarelli, Paolo Virzì
SceneggiaturaFabrizio Bentivoglio, Francesca Marciano, Gabriele Salvatores
ProduttoreGianni Minervini
FotografiaItalo Petriccione
MontaggioNino Baragli
MusicheRoberto Ciotti
ScenografiaMarco Dentici
Interpreti e personaggi

Turné è il quarto lungometraggio diretto da Gabriele Salvatores, nonché secondo capitolo della cosiddetta tetralogia della fuga.

È stato presentato nella sezione Un Certain Regard al 43º Festival di Cannes.[1]

Trama

Dario e Federico sono amici di lunga data, entrambi attori di teatro. Il primo estroverso, l'altro facilmente deprimibile: non riesce a riprendersi dalla fine della sua storia amorosa con Vittoria, speaker radiofonica.

Federico rischia di perdere il proprio lavoro, ma Dario tenta di trarlo in salvo. Si recano insieme in tournée, un viaggio in giro per l'Italia con Il giardino dei ciliegi di Cechov, ma Dario spera in una fantomatica scrittura da parte di un regista americano. Grazie all'amico Dario, Federico riuscirà a risollevarsi e ad ottenere buone critiche per la sua interpretazione in teatro.

Il problema di fondo che tormenta Dario dall'inizio del viaggio è che lui è l'uomo per il quale Vittoria ha lasciato Federico, conseguenza di alcuni suoi fallimenti sul palcoscenico. Vittoria vorrebbe che fosse Dario a confessarlo, ma a Dario manca il coraggio. Dopo aver scoperto il legame di Dario con Vittoria in modo casuale, la situazione di Federico collasserà nuovamente. Vittoria si unirà al viaggio, con il tentativo invano di far proseguire l'attività teatrale. Federico riuscirà ad ottenere la parte nel film tanto ambita da Dario: con la situazione ormai degenerata, i tre rischieranno la morte durante un movimentato litigio in auto. Vittoria, stanca della situazione, decide di tornarsene a casa.

I due amici si ritroveranno in viaggio senza parlarsi, irrigiditi dagli avvenimenti che li hanno travolti nelle ultime ore. Durante una sosta obbligata, spinti dal senso dell'amicizia, i due torneranno a parlarsi, scoprendo che Federico ha rinunciato alla parte del film per il bene dell'amico.

Produzione

Il film è girato in varie parti d'Italia, in particolare molte scene a Gubbio ed in Puglia: in questa regione si notano le location di Lucera (la torre), Trani (la Cattedrale), Polignano a mare e alcune località del Salento.[2]

La scenografica diga è situata nella Gola del Furlo, in Provincia di Pesaro e Urbino.

Alcune riprese sono state effettuate a Margherita di Savoia (Saline). [3]

La vettura usata da Federico e Dario durante tutto il film è una Mercedes W110 200D. È la seconda pellicola che presenta Claudio Bisio come benzinaio, dopo I cammelli del 1988.

Curiosità

L'opera rappresentata è Il giardino dei ciliegi di Anton Čechov.

Note

  1. ^ (EN) Official Selection 1990, su festival-cannes.fr. URL consultato il 27 giugno 2011.
  2. ^ Fonte: Scheda di Vito Attolini per Apulia film commission.
  3. ^ (Fonte: Filmato AFC “Puglia, scenes to explore” montaggio: Massimo Modugno).

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