Virgoletta (Villafranca in Lunigiana): differenze tra le versioni

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Virgoletta
frazione
Virgoletta – Veduta
Virgoletta – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Toscana
Provincia Massa-Carrara
Comune Villafranca in Lunigiana
Territorio
Coordinate44°17′49″N 9°58′18″E / 44.296944°N 9.971667°E44.296944; 9.971667 (Virgoletta)
Altitudine183 m s.l.m.
Abitanti330
Altre informazioni
Cod. postale54028
Prefisso0187
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantiVirgolettesi
Patronosanti Gervasio e Protasio - san Rocco (festa il 16 agosto)
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Virgoletta
Virgoletta

Virgoletta (anticamente Verrucola Corbellari) è una frazione di Villafranca in Lunigiana, in provincia di Massa-Carrara. È situata a 183 metri sul livello del mare sul Colle Vignale tra i torrenti Bagnone e Vigesola, vi risiedono 333 abitanti. Il piccolo colle è conformato ad onda, con due cime, su quella in direzione del comune di Bagnone è situato il castello Malaspina (potere temporale), su quella in direzione del comune di Villafranca è situata la chiesa parrocchiale dei Santi Gervasio e Portasio (potere spirituale), nel mezzo una sella accoglie l'antico portale d'accesso detto degli scaleri. L'abitato cinge queste due emergenze con un susseguirsi di case fortificate e alti terrazzi detti volti cinti.

Storia

La Lunigiana, dopo il periodo di prosperità della città romana di Luni, entrò, nel periodo di dominazione Bizantina a far parte del Limes, strumento di contenimento nei confronti delle popolazioni che dal Nord Europa scendevano verso Roma e il Sud.

L'alto medioevo: la Verrucola dei Corbellari

In seguito i longobardi compresero l'importanza strategica della Val di Magra ed utilizzarono la via del monte Bardone per collegare i loro ducati settentrionali con quelli dell'Italia centrale. Anche i monaci benedettini di Leno, legati strettamente alla monarchia longobarda, esercitarono un ruolo rilevante nel processo di sviluppo civile e culturale delle popolazioni del territorio Lunigianese, ed è nel X secolo che si ha la prima notizia certa di un'importante via di comunicazione in Lunigiana: si tratta della Via Francigena o Romea che nei secoli a venire influenzerà la storia e lo sviluppo di molti borghi in Lunigiana. In questo contesto, intorno all’XI secolo, dovrebbe essere sorto il borgo di "Verrucola Corbellariorum" appartenente alla Signoria dei Corbellari, subfeudatari degli Obertenghi, che esercitarono il loro potere sul borgo in un periodo antecedente all'avvento dei Malaspina.

L'età malaspiniana

Il nome "Virgoletta" deriva per traslitterazione proprio da Verrucola – Verrucoletta. Nel XIII secolo Virgoletta segue le sorti della famiglia Malaspina; sono di questo secolo alcuni documenti che determinano le suddivisioni della Lunigiana. Nell'atto di divisione tra i Malaspina del 1221 che diede vita a due distinte entità territoriali, l'una sottoposta ai marchesi che si fregiarono dello stemma con lo "spino secco", l'altra a quelli che adottarono lo "spino fiorito", tutti i luoghi posti alla sinistra orografica del fiume andarono a formare il territorio che ebbe per capoluogo Mulazzo, mentre quelli sulla riva opposta, tranne Villafranca, andarono a formare il territorio che ebbe come capoluogo Filattiera. In questo atto Virgoletta non viene citata direttamente. La troviamo, invece, nell'atto di divisione del 1275 tra i Malaspina dello "spino fiorito", quando il territorio appartenente a questi marchesi verrà diviso in terzieri. Va inoltre segnalato che fu in questo secolo che vennero innalzate mura alte più di dieci metri e cominciò a formarsi il borgo con bei portali e finestre in pietra arenaria sulla via che taglia il crinale della collina. Altre notizie si hanno nel 1355, quando, forse per saldare dei debiti contratti per assoldare mercenari alcuni anni prima, Francesco Malaspina, signore di Olivola, cedette Virgoletta ai signori di Villafranca. Dopo un periodo nelle mani di Galeotto Campofregoso, dal 1449 al 1471, il feudo torna nelle mani dei Malaspina per restarci sino al periodo napoleonico.

L'età Moderna: la fine dei Malaspina

Nel 1705 gli abitanti del Borgo, intenzionati ad entrare nell’area di influenza franco spagnola, si rivoltarono contro il marchese Giovanni Malaspina. Ma il Granducato di Toscana, grazie alle truppe imperiali, riuscì a sedare la rivolta e riconsegnò il feudo al Marchese. L’intera popolazione, unita nella rivolta, fu allontanata dal feudo per almeno otto miglia.

Alla fine del XVIII secolo, con la soppressione del sistema feudale ad opera di Napoleone, Virgoletta venne unificata a Villafranca, e la nuova realtà urbana entrò a far parte della Repubblica Cisalpina e quindi del Regno d’Italia. A seguito della caduta di Napoleone e della Restaurazione, Villafranca passò prima al ducato di Modena e in seguito, dal 1849, entrò nel ducato di Parma per restarvi sino all’unificazione nazionale (1859).

Il Novecento e l'età Contemporanea

il simbolo della via Francigena o Romea, strada che attraversa Virgoletta

La storia più recente racconta di tragici eventi, in particolare il terremoto che nel il 7 settembre 1920 sconvolse gran parte della Lunigiana toccando addirittura il 10º grado della scala Mercalli e distruggendo parte del borgo. Anche la seconda guerra mondiale segnò da vicino la storia di Virgoletta, il borgo si trovava sulla Linea Gotica e al centro della battaglia della Lunigiana. Per queste ragioni un comando tedesco si insediò nel castello, e oltre a distruggere l’archivio e il mobilio che vi si trovava, fece di Virgoletta un bersaglio bellico. Gli anziani ricordano ancora i numerosi bombardamenti e un frammento di ordigno è ancora conservato sulla facciata di una casa appena fuori dal Borgo storico a memoria di quei tragici eventi. L'attacco e la conseguente esplosione dei depositi d'armi e munizioni della Marina Militare Italiana, posti nei boschi del Piano di Virgoletta, furono il momento più tragico del conflitto.

Stemma del Vescovo Alberto Silvani

Nel dopoguerra Virgoletta, come tutta la Lunigiana, vide il fenomeno migratorio dei cosiddetti "barsan" (bresciani), ovvero, i venditori ambulanti di vestiti che dalla Toscana portavano le merci in Lombardia. Interi paesi tra gli anni Quaranta e gli anni Settanta si spopolarono a causa di questo fenomeno. Più recente è il fenomeno di ripopolazione di Virgoletta e dei borghi storici della Lunigiana da parte di intellettuali, imprenditori e discendenti dei migranti, sia italiani sia stranieri, che trovano nella quiete di queste terre un luogo tranquillo dove ritirarsi. Dopo il grande Giubileo del 2000 e la risistemazione della segnaletica molti pellegrini hanno ripreso a percorrere gli antichi tracciati per Roma lungo la via Francigena (o Romea), che, in una delle sue varianti, attraversa anche Virgoletta. Nel 2007 mons Alberto Silvani, sacerdote nativo di Virgoletta, è eletto Vescovo di Volterra.

Le chiese di Virgoletta

Le chiese nel borgo

Il primo documento relativo alle decime raccolte che segnala una cappella presso "Verugula" è del 1296/97, le tracce materiali di una prima chiesa a Virgoletta sono databili intorno al XIII/XIV secolo e si tratta di ampi resti di affresco con madonna e santi inglobati nell'attuale cantina di una abitazione privata presso il "solco dell'amnada" (solco della menada/processione delle menadi), luogo in cui la leggenda popolare ambienta misteriose processioni di fantasmi.
Le due attuali chiese sovrapposte, che costituiscono la chiesa parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio, sono nate nel XVI secolo dall'aggetto di un grande arco dalla collina al piano stradale sottostante, presso la località "voti cinti" (archi cintati). La chiesa superiore a croce latina è decorata con stucchi seicenteschi e due altari laterali di pregevole fattura. L'altare centrale, fatto arrivare da Roma dalla nobile famiglia Della Porta, è della scuola del Bernini e conserva le reliquie del "corpi santi", su di esso si innalza una piccola cupola con lanterna. Sul fondo del coro è visibile un paleo marmoreo del XV secolo di ottima fattura, rappresentante la Madonna col Bambino Gesù in braccio e un uovo in mano, ai lati i santi patroni, di stile francese fu realizzato da un anonimo scultore poi ribattezzato "Maestro di Virgoletta". La chiesa bassa, ad aula unica, presenta uno stemma d'ingresso e alcune simbologie (spini secchi sul soffitto) relativi ai Marchesi Malaspina e si ipotizza fosse un edificio religioso a loro dedicato, vi è presente un bell'altare e alcune tele pittoriche del XVI/XVII secolo, una bella tela di scuola lombarda riportante lo stemma dei Della Porta.

Il Santuario della Madonna della Neve

Poco fuori del borgo antico, in località Madonna vi è il santuario dedicato alla Madonna della Neve; realizzato nel XVII secolo e ampliato nel 1717 presenta al suo interno pregevoli stucchi e ai lati dell'altare due grandi opere di Piero Agnetti "L'Ultima Cena" e "La Crocifissione" (1984). Vi si tiene la festa della Madonna ogni 5 agosto, in sintonia con Santa Maria Maggiore di Roma. Nel marzo e aprile 1945, durante la battaglia della Lunigiana per lo sfondamento della Linea Gotica, nell'aia antistante il santuario era insediato un distaccamento di soldati tedeschi.

L'oratorio di San Rocco

A fianco dell'area cimiteriale ottocentesca, fuori dal borgo e circondato da castagni secolari, è presente la piccola chiesa di San Rocco, oratorio del XVI secolo presso il quale si tiene la festa religiosa ogni 16 agosto, la più nota festa popolare dura tutta l'estate. Nell'oratorio sono conservate due opere di Piero Agnetti, presso l'altare "Il Pianto" (2006) e sopra l'ingresso "San Rocco" (2007).

Famiglie nobili di Virgoletta

Nel millennio di storia del feudo di Virgoletta hanno governato il borgo quattro famiglie nobili di disparata origine. Cosa importante da sottolineare è che il sistema feudale è sopravvissuto intatto in Lunigiana dall'anno mille fino all'avvento di Napoleone, questo ha portato nei secoli alla creazione di micro-stati fatti spesso di uno o due borghi; queste perché ogni figlio maschio aveva diritto ad una parte dell'eredità, a differenza delle signorie e degli altri stati preunitari d'Italia la cui discendenza era affidata ai primogeniti.

Corbellari

I primi signori che presero possesso del Colle Vignale furono i Corbellari. Appartenenti al nucleo delle famiglie feudali che governavano la Val di Magra per conto del Vescovo di Luni o dei Marchesi Obertenghi, di loro non si hanno grosse testimonianze. Il primo nome col quale il borgo di Virgoletta è nominato è "Verrucola Corbellariorum", ad identificare una fortificazione a loro appartenuta sulla piccola collina del paese. A loro si deve, probabilmente, l'antica torre quadrata che domina le vie di transito da nord a sud nella zona; loro era anche il vicino Castiglione dei Corbellari, divenuto poi, con la successiva divisione del territorio ad opera dei Malaspina, l'attuale Castiglione del Terziere. Da quanto si evince dagli archivi dei Malaspina di Caniparola (documento del 1266) risultava infeudato Alberto Corbellari intorno al 1200[1]. La loro fine la si deve agli stessi marchesi Malaspina giunti a governare la Lunigiana nel 1221; l'ultimo della famiglia a portare il titolo di "dominus" fu Guglielmo Corbellari nel 1271, mentre ai suoi due figli non è attribuito nessun titolo. Scomparsa dal feudo di Virgoletta, la famiglia continua ad esistere, senza titolo nobiliare, nel vicino borgo di Castiglione fino al XX secolo. Ancora oggi, a ottocento anni dalla loro scomaprsa, nella parlata popolare si usa dire degli abititanti di Virgoletta che sono i "màti d'Corbelàri" (matti dei Corbellari).

Malaspina

Più lunga e articolata è la storia dei Malaspina. La famiglia di origine longobarda discende dal ceppo imperiale degli Obertenghi.

Spino Fiorito

Nel 1221 i marchesi Malaspina prendono possesso degli ampi territori della Val di Magra e la dividono in due, lo "spino secco" e lo "spino fiorito"; Virgoletta entra nel casato dello "spino fiorito". Nel 1275 i malaspina dividono in tre terzieri lo "spino fiorito". Seppur inizialmente di proprietà del marchese Francesco di Olivola, nel 1301 Virgoletta risulta nelle proprietà del marchese Opizzone di Villafranca, questo in seguito al pagamaneto di debiti dal primo al secondo.

Spino Secco

Con il potente marchese Moroello Malaspina, che possiede anche Virgoletta, fino alla sua morte nel 1315 il feudo è governato dai mandatari dello "spino secco" di Giovagallo e Villafranca. Dal 1355 a governare Virgoletta saranno solo i marchesi di Villafranca, imponendo definitivamente lo stemma dello "spino secco". Su Virgoletta governano nella prima metà del Trecento i marchesi Federico I e il figlio Corrado, noto quest'ultimo per essere stato cantato nel Purgatorio in seguito all'ospitalità data dall'aprile del 1306 a Dante Alighieri nel suo primo esilio[2], poi Spinetta e il figlio Gabriello. Quest'ultimo portò la temporanea disgrazia dei Malaspina, poiché uccise il funzionario genovese Oderico Biassa. Questo omicidio scatenò la rappresaglia dei liguri, capeggiati dai Campofregoso, che invasero le terre dei Malaspina e presero il castello di Virgoletta e, terminata la rappresaglia, non lo restituirono ai Malaspina. Dal 1421 al 1474 i Malaspina persero potere sulla Val di Magra. Virgoletta tornerà in loro completo possesso solo nel 1474 grazie all'azione della marchesa Teodorina Malaspina.

Malaspina del Leone

Stemma dei Malaspina del Leone

Nel 1494 Carlo VIII re di Francia scende in Italia, ad attendere il suo enorme esercito al passo del Bardone per scortarlo verso le terre fiorentine sono Tommaso e Fioramonte Malaspina, marchesi di Villafranca e Virgoletta, alleandosi col re e partecipando alle rappresaglie contro le comunità del marchesato malaspiniano fedeli ai fiorentini. Modificarono per l'occasione l'insegna dello spino secco aggiungendovi il leone rampante, per questo furono anche definiti i "Marchesi del Leone".
Da inizio Cinquecento, fino alla sua morte nel 1602, Federico II Malaspina è il signore di Virgoletta e coi cugini Alfonso e Tommaso anche di Villafranca e di altri castelli. Lo stemma in marmo di Federico campeggia ancora oggi all'ingresso del castello da lui ingrandito in stile rinascimentale. Il marchese è noto per aver impresso grande slancio al paese promuovendo il commercio e la nascita della borghesia. La famiglia si lega alla vita della comunità e si fa coudiuvare dalla nobile famiglia dei Della Porta.

Malaspina Estensi

Da inizio Seicento fino al 1705 il marchesato di Virgoletta vive un periodo florido e relativamente pacifico, periodo nel quale i Malaspina si legano al Ducato di Modena.
Nel 1675 (16 settembre) la comunità è scossa dalla morte improvvisa di Isabella del Conte Francesco Nocleza di Modena, moglie di Niccolò di Annibale Malaspina; riportano le cronache che morì per strada di "morte subitanea" mentre la mattina dal castello si recava a messa. A ricordarla vi è uno stemma con iscirizione all'ingresso della "chiesa di sotto" dei santi Gervasio e Protasio.

stemma di Isabella Nocleza di Modena, moglie di Niccolò Malaspina, 1662

Nel 1705 il marchese Giovanni Malaspina venne cacciato di forza dalla popolazione insorta nel corso di una rivolta che fu famosa presso tutte le cancellerie d'Europa, questo perché il popolo, a differenza del marchese, volle accettare la sovranità di Filippo V di Spagna, mentre Giovanni manteneva posizioni filoimperiali. Quando le truppe imperiali rientrarono in possesso del territorio il marchese condannò all'esilio oltre venti capofamiglia rivoltosi.
Nel 1726 il Duca Rinaldo d'Este di Modena, per i servigi offerti, concede l'uso del nome Malaspina Estensi alla famiglia, a farne uso saranno Federico III e Giovanni II. Nel 1796 il generale Chabot, per conto di Napoleone Bonaparte pone fine al feudalesimo lunigianese e Virgoletta entra nella Repubblica Cisalpina, i Malaspina di Virgoletta, con la morte del Marchese Giovanni II, si estinguono e il castello diviene di proprietà di alcune famiglie del paese.
I marchesi di Virgoletta, ad esclusione di Giovanni II sepolto nel cimitero ottocentesco di San Rocco, sono stati tutti tumulati presso il sacello di San Niccolò a Villafranca, sotto l'attuale monumento a Dante Alighieri.

Fregoso

I Fregoso, nobile famiglia di dogi genovesi, occuparono i castelli dei Malaspina dal 1416, negli anni in cui Tomaso Fregoso era doge di Genova in carica per la prima volta (1415-1421). I Campofregoso invasero la Val di Magra in seguito alla vendetta per l'omicidio di un loro funzionario. Il feudo di Virgoletta venne governato prima da Lodovico Fregoso che era anche signore di Sarzana e di altri territori, poi dal 1449 cedette il governo direttamente al cugino Galeotto di Campofregoso fino al 1471, anno della sua morte. Il nobile genovese aveva deciso di ritirarsi a vivere in Val di Magra, aveva allora circa trentanni e il ramo dei Campofregoso a cui apparteneva non gli avrebbe permesso nessuna ascesa politica a Genova, la cui scena era dominata dallo zio Tomaso; ristrutturò, quindi, la rocca malaspinaiana di Virgoletta rendendola un nobile palazzotto fortificato dove poter vivere. Virgoletta era politicamente un avamposto genovese posto esattamente a metà tra i marchesati malaspiniani fedeli a Milano e quelli fedeli a Firenze. La morte di Galeotto fu ad opera di Corrado del Buono detto Fanteuzzo di Filattiera, un uomo d'armi molto temuto in Val di Magra che si aggirava con una banda armata detta degli "sturlesi" e del Marchese Cristiano Malaspina di Bagnone. I due, sperando con un complotto di appropriarsi del feudo e riceverne benefici consegnandolo ai fiorentini, si fecero invitare a palazzo da Galeotto e lo uccisero. Per loro disgrazia né i fiorentini né i milanesi a cui si rivolsero in seguito per cedere il feudo, vollero entrare in armi in Virgoletta. Le diplomazie non volevano creare un incidente diplomatico di portata internazionale per un borgo così piccolo. Dopo una lunga ed estenuante trattativa epistolare tra la marchesa Teodorina Malaspina di Villafranca e le segreterie di stato di Galeazzo Maria Sforza a Milano e Lorenzo De Medici a Firenze si convenne che il feudo di Virgoletta tornasse a lei e alla sua famiglia. I due assassini lasciarono l'assedio del castello di Virgoletta e mentre il Marchese Cristiano fu imprigionato dai fiorentini con la famiglia nel suo stesso castello, Fanteuzzo ricevette per un breve periodo, per i servigi fatti ai fiorentini, i possedimenti già tenuti del marchese Cristiano a Bagnone. Nessuno dei Campofregoso rivendicò né la morte di Galeotto né la perdita del feudo di Virgoletta.

Della Porta

Famiglia che più di altre diede lustro a Virgoletta. Conti proveniente da Novara (Contea di Suno - Pombia) e discendenti da nobiltà longobarda, si insediarono nel borgo per la gestione dei beni dei Malaspina intorno al XVI secolo. La provenienza è avvallata dal fatto che lo stemma del casato virgolettese, con l'aquila su scudo rigato, è dipinto su un'opera tardo cinquecentesca di scuola lombarda conservata nella "chiesa bassa" e dedicata a San Giulio di Orta di Novara, diocesi di provenienza della famiglia. Lo stemma dei Della Porta è il più presente in paese, ed è legato alle principali opere d'arte della parrocchiale: oltre che in chiesa lo stemma è scolpito sul portale della casa dei Della Porta all'ingresso del paese, nonché sulla traversa dell'antico camino della casa (riportante la data 1634 e le iniziali G.P. di Gariello Porta). Sempre seicentesca è una tela nella "chiesa bassa" dedicata a Lorenzo Della Porta. Fra i componenti di questo casato si ricordano Giovanni e suo fratello Mattia di Gabriello. Il primo fu missionario in Medioriente e Africa, il secondo fu canonico della Chiesa di Santa Maria della Rotonda in Roma. A Mattia si devono le reliquie dei "Corpi Santi" e l'altare di scuola berniniana presente nella chiesa di Virgoletta, morto nel 1671 è ricordato in una lapide interna al Pantheon. Giovanni studiò presso i padri gesuiti al Collegio Romano, quindi domandò di essere accettato nella provincia dei Frati Minori Riformati di Roma. Cambiò il nome in Antonio. Per prepararsi alla missione studiò la lingua araba e quella siriaca che apprese presso il convento di San Pietro in Montorio a Roma. Tentando di raggiungere l'Etiopia morirà a Suakin (Sudan) nel 1641, è sepolto a Goa in India. A lui sono dedicate la piazza principale di Virgoletta e la strada che porta a Bagnone. I discendenti della famiglia, ancora presenti in paese, portano oggi il cognome Porta.

Toponomastica dei luoghi virgolettesi

L'antico borgo di Virgoletta conserva nella tradizione orale nomi che richiamano al suo essere luogo di passaggio di svariati popoli sulla via Francigena. Questo resta in alcuni toponimi con connotazione tipicamente medievale e mediterranea. Altri sono contrazioni dialettali che descrivono la funzione che quel luogo ha avuto.

  • Borcanal: arrivando dal comune di Villafranca, sull'antica strada di accesso al paese, ci imbattiamo in una serie di villette novecentesche costruite ai lati della strada e costeggianti un canale irriguo derivato dal torrente Vigesola, il bordo del canale, che da il nome alla zona.
  • Pondaìn: ovvero, il ponte da imo, ponte da basso, che collega la strada da Villafranca al borgo attraverso una delle due porte del paese. L'attuale accesso carraio ha modificato il ponte facendolo scomparire nel selciato e trasformando l'antico accesso, ancora esistente (arco di sinistra), in uno nuovo e più ampio.
  • Sorco dell'amnada: gli edifici del borgo sono su tre livelli, quello del piano strada, spesso sede di botteghe e attività artigiane, quello dei piani alti dove la gente vive e quello degli interrati detti sorchi, nei quali si sono alternate case, cantine e stalle. Questo particolare solco lascia, probabilmente, la traccia del culto dei baccanali o balli delle menadi, da cui menada/mnada e si trova, non a caso, nel luogo in cui esistono tracce della prima chiesa del paese (forse duecentesca) inglobate nell'attuale abitato. Vi persiste la leggenda di processioni notturne di fantasmi. Si tratta del primo solco a sinistra entrando nel borgo alto verso il castello, dopo la piazza, e potrebbe essere stato, oltre che un antico luogo sacro, anche un primo accesso al primitivo nucleo abitativo del paese.
  • Scaleri: con questa parola, diffusa in Sardegna, Corsica e Spagna, si indica un grande scalone. Sotto le arcate di palazzo Tardiani dove la strada delle fontane entra in paese, sulla sella tra le due cime del colle Vignale, sale una grande e ampia scala chiusa tra due portali, si tratta del secondo e ultimo accesso al borgo.
  • Ravlìn: proseguendo attraverso l'unica via del borgo si giunge nel cortile del castello Malaspina, per uscire sul retro e scendere in direzione della Madonna della Neve è stato creato un buco nelle mura antiche detto ravlìn, ovvero, ravellino, scarpata, smottamento, discesa. Questa scala ripida attraversa i ruderi di una seconda cinta di mura (oggi adibita ad orti pensili) e insiste sull'antico accesso carrozzabile privato dei marchesi al castello.
  • Vòticinti: la costruzione del borgo si è sviluppata erigendo terrazzi/aie murati a ridosso degli edifici precedenti, partendo dal crinale del colle Vignale, fino a giungere all'attuale forma di borgo murato. Questo fenomeno è ancora oggi molto evidente in direzione delle vecchie fontane, lato del paese nel quale anche la parrocchiale è costruita poggiando su di un volto/arco murato, da cui il nome di vòticinti, ovvero, archi murati.
  • Arbiòn: ovvero, albione, difesa/protezione, parola molto diffusa in Europa che a Virgoletta sta ad indicare l'isola fluviale che stagionalmente si forma nel letto del fiume Bagnone sull'antico confine tra i feudi di Virgoletta e di Filetto. Secondo la tradizione era utilizzato come rifugio per fuggiaschi e briganti, essendo una zona franca.
  • Madòni: sulla strada da Bagnone, sul lato sinistro una collina degrada verso il colle Vignale, questa collina è terrazzata con i tipici gradoni agricoli detti, appunto, madoni. Ai piedi della collina è situato il santuario della Madonna della Neve.
  • Camparmà: ovvero, campo armato, è una zona di bosco verso Fornoli, il cui nome denoterebbe un antico uso militare, di cui però non si conosce né l'esatta funzione né il periodo storico. Dice la leggenda che vi si trovino mura ciclopiche[3].
  • Marina: ex-area militare, sede di un deposito della Marina Militare Italiana, costruito negli anni Venti e bombardato nel 1944, oggi è un'ampia zona boscosa sull'altopiano alle spalle del paese.

Bibliografia

AA.VV., Virgoletta Storia di un Borgo, Edizione Associazione Manfredo Giuliani, Villafranca Lunigiana 1998

Personalità legate a Virgoletta

Collegamenti esterni

Note

  1. ^ Emanuelle Gerini, Memorie storiche d'illustri scrittori e di uomini insigni dell'antica e moderna Lunigiana, Luigi Frediani Tipografo Ducale a Massa, 1829 http://books.google.it/books?id=wOCB3TIt9VoC&dq=Verrucoletta&hl=it&pg=PP11#v=onepage&q=Verrucoletta&f=false.
  2. ^ Livio Galanti, Il soggiorno di Dante in Lunigiana, Artigianelli, 1985.
  3. ^ Carlo Caselli, Lunigiana Ignota (anastatica del 1933), Arnoldo Forni Editore, Sala Bolognese, 1988, p. 81