Accordo di Villa Madama: differenze tra le versioni

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→‎Genesi dell'8 per mille: direttiva di Craxi nel negoziato
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Versione delle 17:15, 9 nov 2020

Accordo di revisione del Concordato lateranense
ContestoConciliazione
Firma18 febbraio 1984
LuogoVilla Madama, Roma
Efficacia25 aprile 1985
CondizioniRevisione dei Patti Lateranensi
PartiBandiera dell'Italia Italia
stemma Santa Sede
FirmatariBandiera dell'Italia Bettino Craxi
Bandiera della Città del Vaticano Agostino Casaroli
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L'accordo di Villa Madama, noto anche come nuovo concordato, o concordato bis, fu un accordo politico stipulato tra la Città del Vaticano e la Repubblica Italiana nel 1984.

Attività preparatoria

Ad inizio degli anni Ottanta Achille Silvestrini guidò il processo negoziale tra Santa Sede e Italia, che affondava le sue radici in vari tentativi abortiti dei decenni precedenti: "dopo il 1984 passò la staffetta ad Attilio Nicora", mentre i protagonisti italiani della trattativa furono Francesco Margiotta Broglio e Cesare Mirabelli, il tutto in stretta collaborazione con Giuseppe Betori, Giuseppe Mani e Antonio Mennini[1].

Contenuto

È costituito da una serie di punti con cui si intende «regolare le condizioni della religione e della Chiesa in Italia»[2]. L'accordo consta di quattordici articoli, i quali intendono affermare e tutelare:

  • Art 1: L'indipendenza e la sovranità dei due ordinamenti, Stato e Chiesa in linea con il dettato costituzionale (Art. 7 della Costituzione).
  • Art 2: Le garanzie in ordine alla missione salvifica, educativa e evangelica della Chiesa cattolica.
  • Art 3: Le garanzie in merito alla libera organizzazione ecclesiastica in Italia.
  • Art 4: Immunità e privilegi per figure ecclesiastiche.
  • Art 5: Gli edifici di culto che non possono essere requisiti, occupati, espropriati, demoliti o violati da forza pubblica se non per casi di "urgente necessità".
  • Art 6: Le festività religiose.
  • Art 7: Le nuove discipline degli enti ecclesiastici.
  • Art 8: Gli effetti civili del vincolo matrimoniale celebrato in forma canonica.
  • Art 9: L'istituzione di scuole e la parificazione delle stesse alle scuole pubbliche.
  • Art 10: La parificazione delle qualifiche e dei diplomi ottenuti nelle scuole ecclesiastiche.
  • Art 11: L'assistenza spirituale.
  • Art 12: Il patrimonio artistico e religioso.
  • Art 13: La volontà in merito al valore giuridico del nuovo Accordo.
  • Art 14: In caso di difficoltà interpretative o applicative, vi si impone ai due contraenti di risolvere in maniera amichevole tali divergenze, per il tramite di un'apposita commissione paritetica.

Genesi dell'8 per mille

La Conferenza episcopale e il suo presidente preferivano "la defiscalizzazione delle offerte. Questa era la forma che proponevano per il nuovo finanziamento alla Chiesa reso necessario dall’abolizione della congrua. Poi (...) accedettero alla proposta avanzata dallo Stato di un intervento “aggiuntivo”, pensato in qualche maniera quale “copertura” del principale (la defiscalizzazione, appunto)": questa la genesi della misura dell'8 per mille, rivendicata da Gennaro Acquaviva, che la ascrive alla proposta elaborata da Craxi "con Margiotta, Amato, anche Tremonti (...) tra il 1983 ed il 1987"[3].

Infatti, "quando si trattò di definire la direttiva per chi dovesse rappresentare il suo Governo nel negoziato per redigere la normativa da cui nacque l'otto per mille", Bettino Craxi «fu inequivoco: "Non affamate i preti", comandò netto»[4].

Note

  1. ^ Carlo Cardia, Silvetrini e il Pci. L'arte del dialogo, Avvenire, 29 settembre 2019.
  2. ^ Mauro Giovannelli. The 1984 covenant between the Republic of Italy and the Vatican: A retrospective analysis after fifteen years, Journal of Church and State. (Summer 2000) 42.3 (Summer 2000) p. 529 ss.
  3. ^ Gennaro Acquaviva, Opportunismo rinunciatario, Mondoperaio, 8-9/2016, p. 17, secondo cui "questo è diventato, per via, così cospicuo soprattutto perché è cresciuto, e di molto, il reddito nazionale: per merito del lavoro degli italiani e non per colpa di qualcuno, o per la presunta ingordigia dei vescovi italiani".
  4. ^ Gennaro Acquaviva, Quello strumento di conciliazione e di solidarietà, L'Osservatore Romano 14 febbraio 2010, secondo cui il Presidente del Consiglio dell'epoca «aggiunse senza perifrasi la convinzione che lo sosteneva nel dettare quel comportamento: e cioè che l'Italia, il tessuto e anche la vita democratica del Paese senza la Chiesa e il suo clero non reggevano».

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