Benedetto da San Fratello: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Arturo.c (discussione | contributi)
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Arturo.c (discussione | contributi)
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 77: Riga 77:
In [[Sudamerica]] il culto viene celebrato in soprattutto in [[Brasile]], in [[Colombia]] e in [[Venezuela]] nella regione chiamata [[Zulia]], dove le celebrazioni vanno dal [[27 dicembre]] al [[6 gennaio]], rito molto sentito dalle comunità di colore; il rituale ha il suo massimo splendore nella zona meridionale del lago [[Maracaibo]]. I riti celebrati sono tipici tribali delle culture africane del [[Togo]], [[Benin]], [[Nigeria]] e [[Angola]], con musiche, balli e dimostrazioni di forza.
In [[Sudamerica]] il culto viene celebrato in soprattutto in [[Brasile]], in [[Colombia]] e in [[Venezuela]] nella regione chiamata [[Zulia]], dove le celebrazioni vanno dal [[27 dicembre]] al [[6 gennaio]], rito molto sentito dalle comunità di colore; il rituale ha il suo massimo splendore nella zona meridionale del lago [[Maracaibo]]. I riti celebrati sono tipici tribali delle culture africane del [[Togo]], [[Benin]], [[Nigeria]] e [[Angola]], con musiche, balli e dimostrazioni di forza.


Alla venerazione del Santo tra i discendenti degli schiavi in Sudamerica è dedicata la canzone ''"Fiesta de San Benito"'', composta da Horacio Salinas e portata al successo internazionale dal gruppo musicale cileno [[Inti-Illimani Histórico|Inti-Illimani]].
Alla venerazione del Santo tra i discendenti degli schiavi in Sudamerica è dedicata la canzone ''"Fiesta de San Benito"'', composta da [[Horacio Salinas (musicista)|Horacio Salinas]] e portata al successo internazionale dal gruppo musicale cileno [[Inti-Illimani Histórico|Inti-Illimani]].


== Iconografia ==
== Iconografia ==

Versione delle 08:51, 22 apr 2019

San Benedetto il Moro
Vetrata nella Capella dello Spirito Santo a Porto Alegre
 

Religioso

 
NascitaSan Fratello 1524 o 1526
MorteSanta Maria di Gesù (Palermo), 4 aprile 1589
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazione1807
Santuario principaleChiesa di Santa Maria di Gesù a Palermo (dove è custodito il corpo incorrotto) e Convento di San Benedetto il Moro a San Fratello
Ricorrenza4 aprile
Patrono diSan Fratello (ME), Acquedolci, Zulia (Venezuela), Colombia, Togo, Benin, Nigeria e Angola

San Benedetto Manasseri, detto anche Benedetto da San Fratello e Benedetto il Moro (San Fratello, 1524 circa – Palermo, 4 aprile 1589), è stato un religioso italiano.

Nel 1652 fu eletto dal Senato di Palermo tra i santi patroni della città siciliana e nel 1807 fu canonizzato dopo un lunghissimo processo.

Biografia

Benedetto Manasseri nacque in un giorno imprecisato del 1524 in una famiglia di schiavi (Cristoforo e Diana), condotti dall'Africa (Etiopia?) a San Fratello in provincia di Messina. Nato libero per concessione del Manasseri, Benedetto ebbe un fratello di nome Marco e due sorelle, Baldassara e Fradella, tutti minori di lui.

Sin da piccolo si mise in mostra per la sua volontà di solitudine e penitenza che gli fecero guadagnare il soprannome di Santo, nonostante venisse maltrattato dai coetanei per il suo atteggiamento.

A diciotto anni lasciò la casa di famiglia lavorando per conto suo e cominciò anche ad aiutare i poveri.

All'età di ventuno anni entrò nell'eremo di Santa Domenica, a Caronia, nei pressi del suo paese natale, ma presto dovette lasciarlo insieme al confratello Girolamo Lanza di San Marco a causa del continuo viavai di gente che veniva per chiedere miracoli al frate di colore. Quindi Benedetto e Girolamo si recarono prima alla Platanella e poi alla Mancusa, tra Partinico, Giardinello e Carini, ma anche in questi luoghi accorrevano numerosi fedeli, e pertanto i due cercarono di nascondersi sul monte Pellegrino, presso Palermo. Per un anno e otto mesi circa Benedetto andò presso il santuario della Madonna della Dayna, a Marineo, ma successivamente tornò sul monte Pellegrino.

Alla morte del fondatore dell'eremo di Santa Domenica, Girolamo Lanza, Benedetto venne eletto superiore dai confratelli, nonostante il suo analfabetismo.

Nel 1562 Papa Pio IV cancellò la comunità, e i confratelli dovettero cercare ospitalità in altri conventi.

Benedetto scelse l'ordine dei Frati minori riformati, e fu inviato dapprima al convento di S. Anna di Giuliana, dove rimase quattro anni, poi al convento di Santa Maria di Gesù (Palermo) di Palermo, dove rimase fino alla morte.

Inizialmente lavorò come cuoco, poi divenne superiore del convento nel 1578, successivamente lavorò coi novizi e infine tornò a fare il cuoco.

Secondo la tradizione compì numerosi miracoli; ebbe fama di santità anche da vivo, tanto che molti ecclesiastici e teologi, e addirittura il viceré, si affidavano al suo consiglio prima di prendere decisioni importanti.

Secondo la tradizione, dal 1585 Benedetto e i confrati iniziarono le ricerche del corpo di Santa Rosalia (già venerata come santa dalla diocesi di Palermo ma non ancora patrona della città né inserita nel martirologio romano), ma non trovarono nulla.[1]

Nel mese di febbraio del 1589 fu colpito da una grave malattia e di lì a poco morì, il 4 aprile del 1589, presso il convento francescano di Santa Maria di Gesù in fama di santità.

Culto

Il convento di San Benedetto Moro a San Fratello

Il culto, iniziato prima della morte, si diffuse maggiormente dopo la morte anche se inizialmente in forma non ufficiale, dato che la beatificazione avvenne solo alla metà del Settecento. Il 15 maggio del 1743 il pontefice Benedetto XIV lo beatificò rendendone possibile il culto.

Fu canonizzato il 24 maggio 1807 da Papa Pio VII.

Le sue reliquie sono custodite nella chiesa della frazione di Santa Maria di Gesù a Palermo, nel suo paese natio San Fratello e nel paese di Acquedolci.

La devozione si diffuse molto in Sicilia dove divenne compatrono, insieme a santa Rosalia, di Palermo nel 1713, patrono di San Fratello sua città natale e patrono di Acquedolci, paese nel quale la Parrocchia è a lui dedicata e nel quale si trova il castello dove la madre del santo abitava prima di essere ceduta al Manasseri.

Anche in Sardegna è venerato (seppur relativamente) nell'antico monastero di San Pietro in Silki, dove è conservato un suo simulacro settecentesco (forse unico nell'Isola). Il culto è vivo anche in Spagna e soprattutto in Sudamerica, dove viene riconosciuto come santo protettore delle persone di colore.

Celebrazioni in Sicilia, Acquedolci, San Fratello e Palermo

In Sicilia il santo viene festeggiato solennemente in giorni differenti a seconda della città che lo celebra. In particolare a Palermo la sua festa cade il 4 aprile giorno della sua morte e nell’ultima domenica di giugno. A San Fratello viene celebrato il 17 settembre mentre ad Acquedolci, dove San Benedetto è titolare dell'omonima Parrocchia, viene solennemente celebrato sia il 4 aprile che la prima domenica del mese di agosto. Nei paesi di San Fratello e Acquedolci il nome Benedetto è uno dei nomi più diffusi e San Benedetto è acclamato come illustre "compaesano".

Celebrazioni in Sudamerica

Un'immagine delle celebrazioni per san Benedetto il Moro in Venezuela

In Sudamerica il culto viene celebrato in soprattutto in Brasile, in Colombia e in Venezuela nella regione chiamata Zulia, dove le celebrazioni vanno dal 27 dicembre al 6 gennaio, rito molto sentito dalle comunità di colore; il rituale ha il suo massimo splendore nella zona meridionale del lago Maracaibo. I riti celebrati sono tipici tribali delle culture africane del Togo, Benin, Nigeria e Angola, con musiche, balli e dimostrazioni di forza.

Alla venerazione del Santo tra i discendenti degli schiavi in Sudamerica è dedicata la canzone "Fiesta de San Benito", composta da Horacio Salinas e portata al successo internazionale dal gruppo musicale cileno Inti-Illimani.

Iconografia

San Benedetto è spesso ritratto con il Bambin Gesù in braccio, l'abito francescano e qualche altro attributo generico. Nelle riproduzioni devozionali, la sua figura assomiglia a quella di sant'Antonio da Padova, però di colore. Una delle più antiche opere che lo raffigura si trova nella chiesa di Chiesa di Santa Maria di Monte Oliveto detta Badia Nuova di Palermo ed è dipinta da Pietro Novelli.

Note

Bibliografia

  • Lope de Vega, "Commedia famosa del santo nero Rosambuco della città di Palermo". Palermo, Palumbo 1995. Introduzione storica, traduzione e note di Alessandro Dell`Aira
  • Alessandro Dell'Aira, San Benedetto il Moro / San Benito del Palermo / São Benedito. Biblio-sitografia aggiornata al 23 giugno 2012 - http://www.povo.it/ad/biblio.htm
  • Giovanna Fiume, Il Santo Moro, Franco Angeli Storia. Palermo 2002
  • Vittorio Morabito, "San Benedetto il Moro, da Palermo, protettore degli africani di Siviglia, della penisola iberica e d'America latina", in Negros mulatos zambaigos. Derroteros africanos en los mundos ibéricos, a cura di B. Ares Queija e A. Stella, Escuela de estudios hispano-americanos, Siviglia, 2000, pag. 223-273
  • Benedetto Iraci, "Bibliografia su San Benedetto il Moro". Opere edite, inedite e manoscritte su San Benedetto il Moro da San Fratello. Montedit, Collana Apollonia, Melegnano 2009.

Voci correlate

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN289511393 · ISNI (EN0000 0003 9493 1051 · CERL cnp00578947 · LCCN (ENn84160033 · GND (DE124087922 · WorldCat Identities (ENviaf-88683780