Santa Lucia (brano musicale)

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Santa Lucia
ArtistaEnrico Caruso
AA.VV.
Autore/iTeodoro Cottrau
GenereCanzone napoletana
StileBarcarola
Data1849
Campione audio

Santa Lucia è una canzone napoletana, scritta da Teodoro Cottrau per quel che riguarda la musica, da Michele Zezza per il testo in napoletano (con il titolo Lo varcaiuolo de Santa Lucia[1]) e da Enrico Cossovich per il testo in italiano[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Cottrau compose la musica della canzone Santa Lucia, il cui testo inizialmente era stato scritto in napoletano dal barone Michele Zezza con il titolo Lo varcaiuolo de Santa Lucia[1]; questa versione venne pubblicata nel 1849, dopodiché il poeta e giornalista Enrico Cossovich (18221911) scrisse, in accordo con Cottrau, un altro testo in lingua italiana, e in questa versione il brano ebbe un successo mondiale[3]; questo fatto creò una disputa fra i due autori del testo[4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I versi del brano celebrano il pittoresco aspetto del rione marinaro di Santa Lucia, sul golfo di Napoli, cantato da un barcaiolo che invita a fare un giro sulla sua barca, per meglio godere il fresco della sera. La canzone divenne immediatamente un successo nazionale, conoscendo un trionfo che la proiettò fuori della penisola e che ancora la conserva in tutti i repertori di musica italiana interpretati al mondo dai migliori cantanti, sia lirici che leggeri.

Una delle prime versioni a venir tradotta fuori dall'Italia fu quella ad opera del poeta britannico Theo Marzials, spesso accreditato anche come il vero compositore del brano[5]. Negli Stati Uniti la prima edizione in lingua inglese fu quella di Thomas Oliphant, pubblicata a Baltimora da M. McCaffrey, anche se la versione definitiva ed oggi maggiormente diffusa è quella registrata agli inizi del XX secolo dal grande cantante lirico napoletano Enrico Caruso. Sempre oltreoceano fra gli artisti che si sono cimentati col brano c'è Elvis Presley, che nel 1965 la inserì nell'album Elvis for Everyone!.

Nei paesi scandinavi Santa Lucia è famosissima, e, con un testo differente, viene intonata durante la festa di santa Lucia, che nell'emisfero nord, prima della Riforma del Calendario, cadevano nel periodo di massimo buio dell'anno[6], durante il quale la tradizione vuole che la santa viaggi attraverso ogni città e paese per portare doni e dolci ai bambini ed annunciare il prossimo avvento della luce che prende il sopravvento sull'oscurità. La versione più celebre fra quelle scandinave è certamente quella svedese, intitolata Luciasången o Sankta Lucia, ljusklara hägring.

In Boemia e Slovacchia è molto famosa una traduzione intitolata Krásná je Neapol (Napoli è bella), incisa da Waldemar Matuška e Karel Gott.

Testi e melodia[modifica | modifica wikitesto]

Testo italiano Testo napoletano
Enrico Cossovich, Santa Lucia Michele Zezza, Lo varcaiuolo de Santa Lucia

1. Sul mare luccica l'astro d'argento; placida è l'onda, prospero il vento.

1. Comme se frícceca la luna chiena! lo mare ride, ll'aria è serena.

Venite all'agile barchetta mia! Santa Lucia, Santa Lucia!

Vuje che facite 'mmiezo a la via? Santa Lucia, Santa Lucia!

2. Con questo zeffiro così soave oh com'è bello star sulla nave!

2. Stu viento frisco fa risciatare: chi vo' spassarse jenno pe mmare?

Su passeggeri, venite via! Santa Lucia, Santa Lucia!

È pronta e lesta la varca mia Santa Lucia, Santa Lucia!

3. In fra le tende bandir la cena in una sera così serena

3. La tènna è posta pe fa' 'na cena; e quanno stace la panza chiena

chi non dimanda, chi non desia? Santa Lucia, Santa Lucia!

non c'è la mínema melanconia. Santa Lucia, Santa Lucia!

4. Mare sì placido vento sì caro scordar fa i triboli al marinaio

4.



E va girando con allegria. Santa Lucia, Santa Lucia!





5. O dolce Napoli o suol beato ove sorridere volle il creato

5.



Tu sei l'impero dell'armonia. Santa Lucia, Santa Lucia!





6. Or che tardate? Bella è la sera; spira un'auretta fresca e leggera.

6.



Venite all'agile barchetta mia. Santa Lucia, Santa Lucia!






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Sul ma -- re luc -- ci -- ca
l'a -- stro d'ar -- gen -- to;
pla -- ci -- da è l'on -- da,
pro -- spe -- "ro il" ven -- to.

Ve -- ni -- "te al" -- l'a -- gi -- le
bar -- chet -- ta mi -- a!
San -- ta Lu -- ci -- a,

San -- ta Lu -- ci -- a!

San -- ta Lu -- ci -- a!
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Com -- me se fríc -- ce -- ca
la lu -- na chie -- na!
lo ma -- re ri -- "" de,
ll'a -- "ria è" se -- re -- na.
Vuje che fa -- ci -- "" te
'mmie -- "zo a" la vi -- a?
San -- ta Lu -- ci -- a,

San -- ta Lu -- ci -- a!

San -- ta Lu -- ci -- a!
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Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Raffaele Cossentino, op.cit.
  2. ^ p. 21, Canzoni italiane, a cura di Paolo Ruggieri, vol. 1, Milano, Fabbri Editori, 1994.
  3. ^ p. 21, Canzoni italiane, a cura di Paolo Ruggieri, vol. 1, Milano, Fabbri Editori, 1994.
  4. ^ p. 12, Canzoni italiane, a cura di Paolo Ruggieri, vol. 1, Milano, Fabbri Editori, 1994.
  5. ^ Michele Bovi, Ladri di canzoni: 200 anni di liti musical-giudiziarie dalla A alla Z, Hoepli Editore, 27 settembre 2019, ISBN 978-88-203-9194-2. URL consultato il 2 gennaio 2021.
  6. ^ Riforma del Calendario

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Ruggieri (a cura di), Canzoni italiane, vol. 1, Milano, Fabbri Editori, 1994, SBN IT\ICCU\VEA\0023377.
  • Raffaele Cossentino, La canzone napoletana dalle origini ai nostri giorni: Storia e protagonisti, Rogiosi Editore.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN176465952 · LCCN (ENno2006033968 · GND (DE1117103196 · BNF (FRcb14009847r (data)