Salvatore Zappalà

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Salvatore Zappalà
NascitaPetralia Sottana, 31 marzo 1893
MorteSollum, 2 luglio 1942
Cause della morteferite riportate in combattimento
Luogo di sepolturacimitero di Petralia Sottana
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Tripolitania
Corpo Truppe Volontarie
Specialitàbersaglieri
carristi
Anni di servizio1913 - 1942
Gradotenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale
Riconquista della Libia
Guerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna di Grecia
Campagna del Nordafrica
BattagliePrima battaglia dell'Isonzo
Settima battaglia dell'Isonzo
Battaglia del Piave
Battaglia dell'Ebro
Battaglia di Catalogna
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Salvatore Zappalà (Petralia Sottana, 31 marzo 1893Sollum, 2 luglio 1942) è stato un militare italiano, decorato di medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale. Oltre alla massima decorazione risulta decorato anche con quattro medaglie d'argento, tre di bronzo e tre croci di guerra al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carro d'assalto CV33 sul fronte della Catalogna. Cavalleria e carri in prossimità della città di Tortosa.
Carri armati M-13/40 in operazione vicino a Tobruk nel corso del 1941.

Nacque a Petralia Sottana, provincia di Palermo, il 31 marzo 1893, figlio di Sante e Chiara Antonina.[2] Durante la giovinezza non dimostrò molto interesse per gli studi, preferendo aiutare il padre nell'attività di fornaio.[3] Arruolatosi nel Regio Esercito nel 1913 fu assegnato al corpo dei bersaglieri come soldato semplice.[3] All'atto dell'entrata in guerra dell'Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, prestava servizio nel IX Battaglione bersaglieri ciclisti.[2] Partecipò alla prima battaglia dell'Isonzo, distinguendosi poi in combattimento a Monfalcone e durante il corso della settima battaglia dell'Isonzo.[3] Fu promosso sottotenente di complemento nel 1916, e tenente in servizio permanente effettivo nel 1917.[2] Passato al 3º reparto d'assalto, prese parte nel giugno 1918 alla battaglia del Piave.[2]

Al termine del conflitto, decorato con due Medaglie d'argento e due di bronzo al valor militare, negli anni 1919 e 1920 rimase nella zona dell'armistizio, e dal 1921 al 1926 prestò la sua opera nella costruzione del Sacrario di Redipuglia.[2] Trasferito nello stesso anno nel Regio corpo truppe coloniali della Tripolitania, prese parte alla riconquista della colonia col XXVI battaglione eritreo e, con il grado di capitano, con il VI Battaglione libico.[1]

Rimpatriato nel 1932, due anni dopo frequenta il corso per l'abilitazione all'uso del materiale per la difesa chimica, e ottiene l'abilitazione alla guida delle motociclette e delle automobili.[3]

Conseguita l'abilitazione alla condotta dei carri armati, venne assegnato al XXII Battaglione carri d'assalto della Divisione motorizzata "Trento".[1] Nell'ottobre 1936, partito volontario per la Somalia, venne destinato, con il grado di primo capitano al battaglione carri d'assalto[3] delle truppe del Governatorato di Galla e Sidama distinguendosi al Lago Sciala e in altre operazioni di polizia coloniale.[1]

Dopo il rimpatrio avvenuto nel maggio 1938 e il conseguimento della promozione a maggiore, partì nuovamente volontario[3] per la Spagna dove era in corso una sanguinosa guerra civile, in cui l'Italia appoggiava i nazionalisti di Franco e al comando di un battaglione carri d'assalto prese parte alla seconda battaglia dell'Ebro conclusasi con la disfatta delle forze repubblicane che non riuscirono a fermare l'avanzate delle truppe franchiste, l'ultima combattuta dalle Brigate Internazionali, e alla conquista della Catalogna.[1]

Rientrato in Patria nel giugno 1939, l'anno dopo, con l'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, promosso al grado di tenente colonnello, partì per l'Albania col 31º Reggimento fanteria carrista, prendendo parte nel novembre e dicembre del 1940 alle operazioni sul fronte greco-albanese.[1]

Rimpatriato nell'aprile 1942, poco più di un mese dopo, raggiungeva in volo il 133º Reggimento carrista della 133ª Divisione corazzata "Littorio" già impegnato nell'offensiva in Africa Settentrionale, assumendo il comando del LI battaglione carri su carri medi M13/40;[1] il 30 giugno 1942, nel corso di un combattimento a El-Dabaa, sotto il fuoco dei mezzi corazzati nemici, gravemente ferito, venne colpito a morte fra il rogo di 11 dei suoi carri spegnendosi il 2 luglio nell'ospedale da campo nº 469 di Sollum in seguito alle ferite riportate in combattimento.[1] Il 7 luglio 1972 il governo libico autorizzò il rimpatrio della salma che fu poi tumulata nel cimitero di Petralia Sottana.[3]

Alla sua memoria è stata intitolata la caserma di Aviano che è stata, dal 1950 al 1995, la storica sede del 132º Reggimento carri e tra il 1975 e il 1995 della 132ª Brigata corazzata "Ariete".[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Figura fulgidissima di eroe che in tutte le guerre dal 1915 in poi ha dato continue prove di valore divenendo poi con la specialità carrista un esempio ed un simbolo. In terra d'Africa, comandante di battaglione carri M 13, ricevuto ordine di attaccare una formazione corazzata avversaria operante sul fianco sinistro dello scaglione avanzato divisionale, nonostante l'inferiorità tecnica e numerica dei suoi carri con meditata, disperata audacia, conscio del supremo sacrificio cui andava incontro per proteggere la colonna, impegnava, a distanza ravvicinata la formazione nemica, riuscendo a trattenerla e dando in tal modo possibilità alla divisione di proseguire la marcia. Impavido, sotto l'implacabile fuoco delle artiglierie nemiche, sebbene gravemente ferito, persisteva eroicamente nell'impari lotta, fino a che, colpito a morte, cadeva sul campo fra il rogo di ben undici dei suoi carri. El Dabà - Egitto (A.S.), 30 giugno 1942.[5]»
— Decreto Presidenziale del 10 febbraio 1953[6]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Da solo, risolutamente, affrontava un gruppo di nemici rifugiatisi in una caverna sbarrata da una mitragliatrice, e, con l'aiuto di pochi uomini sopraggiunti li faceva prigionieri, liberando dalla cattura nostri soldati. Valloncello dell'Hermada, 25 maggio 1917.[1]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ferito gravemente il comandante della propria compagnia, di sua iniziativa ne assumeva il comando, portandola, attraverso zona intensamente battuta, al contrattacco. Riconquistata la posizione, la manteneva, infliggendo enormi perdite al nemico che tornava all'attacco. Ferito rimaneva al suo posto di combattimento. Losson (Piave), giugno 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione motomeccanizzato prima e comandante di battaglione carri d'assalto poi, e stato in ogni circostanza l'animatore e il trascinatore dei suoi motomeccanizzati e carristi. Audacemente portava i suoi reparti alla conquista di una importante posizione, vincendo d'impeto le resistenze avversarie e sorprendendovi un comando di divisione nemico. Nella difesa di importante località, in situazione critica, manteneva ammirevole calma, nonostante le forti perdite, contribuendo a sventare un serio tentativo di contrattacco nemico sul fianco sinistro del corpo legionario. In quest'ultima circostanza svolgeva lunga e serrata lotta a colpi di bombe a mano contro agguerriti reparti d'assalto della divisione “Lister” che venivano sbaragliati dopo lunga e cruenta lotta. Alcanò-Alfes, 25-26 dicembre 1938
— Regio Decreto 14 marzo 1940.[7]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione carri d'assalto, guidava più volte i suoi reparti contro formazioni nemiche, infliggendo loro gravissime perdite. In successiva azione offensiva per la rottura della fronte nemica, vista la prima ondata di carri infrangersi contro il potente schieramento avversario, riusciva sotto il potente fuoco dell'artiglieria e delle armi anticarro nemiche, col suo personale intervento, a guidare i carri della seconda ondata e, lanciandosi alla testa di essi nel profondo dello schieramento avversario, contribuiva validamente alla riuscita dell'azione. Settore Nord Scutarino, 15 aprile 1941.[4]»
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Irrompeva tra i primi in una importante trincea nemica, fugandone i difensori. Ferito alla testa, si tratteneva sulla posizione fino ad azione ultimata. Monfalcone, 6 agosto 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Durante un forte attacco col quale il nemico, sfondando la nostra prima linea si era infiltrato, minacciando di aggirare un intero battaglione, con calma, fermezza ed energia fermava e riuniva elementi dispersi e sbandati, incorandoli alla resistenza. Rimasto gravemente ferito il comandante del battaglione, lo portava in salvo sottraendolo a sicura prigionia. Capo d'Argile-Losson (Piave), 16 giugno 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Audace Comandante di Battaglione carri d'assalto, in ogni circostanza conduceva il reparto con ardimento e sprezzo del pericolo. Precedendo notevolmente le fanterie, irrompeva di sorpresa in un abitato fortemente presidiato, scardinandone la difesa e catturando numerosi prigionieri e ingente materiale bellico che, in quel momento, su autocarri, giungeva nel paese per rinforzare la organizzazione difensiva in atto. Con la sua audace e decisiva azione facilitava l'avanzata della divisione retrostante. Hostalric, 1 febbraio 1939.[4]»
Croce di guerra valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Compagnia carri d'assalto, volontariamente si offriva per compiere ardite incursioni, assolvendo numerosi e difficili compiti, sempre con gli sportelli del suo carro aperti, per meglio osservare e in terreno insidiato dai ribelli. Esempio di tenacia, sprezzo del pericolo ed alto sentimento del dovere. Lago Sciala, 8 febbraio 1937.[4]»
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione carri, durante la battaglia di rottura alla testa di ponte di Toledo, dava prova di coraggio e sprezzo del pericolo. Nelle successive puntate offensive cooperava, con gli altri reparti del nucleo a catturare numerosi prigionieri. Toledo-Tarancón, 27-30 marzo 1939.[4]»
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione carri, durante vari giorni di aspra lotta, manteneva saldamente le posizioni audacemente raggiunte infrangendo reiterati tentativi nemici di riconquistarla. Nei successivi ripiegamenti, sempre ultimo, si prodigava generosamente a favore delle altre armi. Valle Kalamas - Valle Kormos - Lago Zarovina - Bivio Delvinaki-Arinista-Borgo Tellini-Piana di Giorgiucat-Valle del Drino (Fronte Greco), 2 novembre - 8 dicembre 1940
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regi Decreti 26 settembre 1942.[8]
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della Vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Valoroso combattente della Grande Guerra – volontario in Libia e nell'Africa Orientale – sei volte decorato al valore nelle precedenti campagne – giunto in Spagna assumeva successivamente il comando di due battaglioni già duramente provati e li riorganizzava rapidamente forgiandoli in formidabili strumenti di guerra. Alla testa di essi durante i 45 giorni della battaglia della Catalogna in numerosi aspri combattimenti otteneva ovunque tali successi da contribuire in modo efficientissimo al trionfo delle fanterie legionarie. Ufficiale superiore di elette qualità di capo, forte animatore, capace organizzatore, di eminenti virtù militari. O.M.S., 24 dicembre 1938-10 febbraio 1939
— Regio Decreto 12 luglio 1940[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c d e Severino, Sancimino 2018, p. 21.
  3. ^ a b c d e f g Giuliani 2001, p. 8.
  4. ^ a b c d e Ferrea Mole.
  5. ^ Salvatore Zappalà, su Quirinale.it. URL consultato il 20 novembre 2018.
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti il 14 marzo 1953, Esercito registro 10, foglio.232.
  7. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali, 1940, p. 6789. URL consultato il 3 marzo 2021.
  8. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali, 1942, p. 7489. URL consultato il 3 marzo 2021.
  9. ^ Bollettino Ufficiale 29 agosto 1940, dispensa 46ª, registrato alla Corte dei Conti li 3 agosto 1940, registro n.28, foglio 273.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gerardo Severino e Federico Sancimino, Si conierà... nel bronzo del nemico!, Roma, Centro Tipografico Fiamme Gialle, 2018.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'Oro al Valor Militare volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 43.
Periodici
  • Franco Giuliani, Ricordiamo i nostri eroi (PDF) [collegamento interrotto], in Il Carrista d'Italia, n. 220, Roma, Associazione Nazionale Carristi d'Italia, gennaio-febbraio 2001, p. 43.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]