Quartieri di Bologna
I quartieri del comune di Bologna sono le circoscrizioni di decentramento in cui è suddivisa la città di Bologna, a cui lo statuto comunale attribuisce il nome di quartieri: Borgo Panigale-Reno, San Donato-San Vitale, Savena, Navile, Porto-Saragozza, Santo Stefano.
Quartieri[modifica | modifica wikitesto]
Quartiere | Superficie (km²) |
Abitanti al 31/12/2020[1] |
Densità (ab/km²) | Quartieri 1985-2016 |
Quartieri 1966-1985 |
Altre zone | Localizzazione |
---|---|---|---|---|---|---|---|
Quartiere Borgo Panigale-Reno |
31 | 61.103 | 1.944 | Quartiere Borgo Panigale Quartiere Reno |
Borgo Panigale Barca Santa Viola |
Casteldebole La Birra Lavino di Mezzo Rigosa |
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Quartiere San Donato-San Vitale |
26 | 66.411 | 2.528 | Quartiere San Donato Quartiere San Vitale |
San Donato San Vitale |
San Donnino Pilastro San Nicolò di Villola San Sisto Quarto Superiore Calamosco Frabazza Cirenaica Scandellara Croce del Biacco Roveri |
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Quartiere Navile | 25 | 69.211 | 2.675 | Quartiere Navile | Lame Corticella Bolognina |
Oca Bertalia Beverara Pescarola Noce Dozza Arcoveggio Casaralta Croce Coperta |
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Quartiere Porto-Saragozza | 15 | 69.811 | 4.428 | Quartiere Saragozza Quartiere Porto |
Costa-Saragozza Malpighi Marconi Saffi |
Casaglia Pratello San Luca |
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Quartiere Santo Stefano | 30 | 64.559 | 2.149 | Quartiere Santo Stefano | Galvani Irnerio Murri Colli |
Quadrilatero Ghetto ebraico San Mamolo Barbiano Roncrio Paderno Sabbiuno Chiesanuova |
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Quartiere Savena | 11 | 59.805 | 5.219 | Quartiere Savena | Mazzini San Ruffillo |
Fossolo Due Madonne Pontevecchio Foscherara Monte Donato |
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Presidenti di Quartiere[modifica | modifica wikitesto]
Quartieri | 2016 Centrosinistra (Merola) Centrodestra (Borgonzoni) |
2021 Centrosinistra (Lepore) Centrodestra (Battistini) | ||
---|---|---|---|---|
Borgo Panigale-Reno | Csx | Vincenzo Naldi | Csx | Elena Gaggioli |
San Donato-San Vitale | Csx | Simone Borsari | Csx | Adriana Locascio |
Navile | Csx | Daniele Ara | Csx | Federica Mazzoni |
Porto-Saragozza | Csx | Lorenzo Cipriani | ||
Santo Stefano | Csx | Rosa Amorevole | ||
Savena | Csx | Marzia Benassi |
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Già dai primi decenni del XX secolo esisteva una prima suddivisione informale di Bologna in sette quartieri. Non si basavano su una suddivisione geografica o politica, ma piuttosto sulla posizione nel loro territorio delle chiese principali: Sant'Egidio (quartiere San Donato), Alemanni (quartiere San Vitale e parte del quartiere Savena), San Ruffillo (parte del quartiere Savena e quartiere Santo Stefano), San Giuseppe (quartiere Saragozza e parte del quartiere Reno), Borgo Panigale (fino al 1937 comune autonomo), Bertalia (quartiere Porto e parte dei quartieri Reno e Navile) ed Arcoveggio (quartiere Navile).[senza fonte]
La prima suddivisione amministrativa del territorio di Bologna fu presentata dall'assessore Conato in una relazione del 21 settembre 1960 che presentava la divisione della città in 15 quartieri, ravvisando la necessità di un decentramento di servizi e uffici comunali, con particolare riguardo alle attività di carattere sociale e assistenziale. Inizialmente i quartieri stabiliti erano: Borgo Panigale, Santa Viola, Lame, Bolognina, Corticella, San Donato, San Vitale, Mazzini, Murri, San Ruffillo, Aldini, Colli, Andrea Costa, Barca, Centro.[2][3]
Il 9 aprile 1962 il Consiglio comunale stabilì i confini e la denominazione di ciascun quartiere: Borgo Panigale, Santa Viola, Saffi, Lame, Bolognina, Corticella, San Donato, San Vitale, Mazzini, Murri, San Ruffillo, Colli, Andrea Costa-Saragozza, Barca, Centro.[4]
Il 29 marzo del 1963 vennero costituiti gli organi di quartiere: l'Aggiunto del Sindaco, capo dell'amministrazione comunale all'interno del quartiere, coadiuvato dal Consiglio di Quartiere, indicati come "consulte per la partecipazione dei cittadini alla civica amministrazione". Essi si insediarono ufficialmente il 5 giugno del 1964.[2][5]
Contestualmente si procedette all'istituzione dei "centri di vita civica", ovvero uffici di quartiere ospitanti servizi decentrati come anagrafe, sportello di assistenza sociale, ufficio informazioni, servizio di polizia urbana e la segreteria del consiglio di quartiere, ma visti inoltre come l'espressione "sociale e urbanistica" della vita culturale e democratica del quartiere.[2]
Il 5 dicembre 1966 il Consiglio Comunale approvò all'unanimità la suddivisione del quartiere Centro in quattro distinti quartieri denominati Galvani, Irnerio, Malpighi e Marconi.[6]
Negli anni '80 l'allora assessore Walter Vitali promosse un nuovo regolamento sul decentramento volto a modificare radicalmente il volto dei quartieri: l'Aggiunto venne sostituito dal Presidente del Consiglio di Quartiere; venne istituita la Conferenza dei Quartieri, luogo di confronto tra i Presidenti; Ai quartieri vennero delegate ulteriori competenze, oltre ad essere investiti di maggior autonomia economica e politica.[2]
Il 25 marzo del 1985 venne approvato il nuovo regolamento che ridusse i quartieri da 18 a 9. I quartieri Borgo Panigale e San Donato rimasero immutati, mentre i restanti vennero accorpati nel modo seguente:[7]
- Quartiere Navile: ex quartieri Corticella, Lame e Bolognina;
- Quartiere Saragozza: ex quartieri Malpighi e Costa-Saragozza;
- Quartiere Reno: ex quartieri Barca e Santa Viola;
- Quartiere Porto: ex quartieri Marconi e Saffi;
- Quartiere Savena: ex quartieri San Ruffillo e Mazzini;
- Quartiere Santo Stefano: ex quartieri Galvani, Murri e Colli;
- Quartiere San Vitale: ex quartieri San Vitale e Irnerio.
L'ultima suddivisione è entrata in vigore il 7 giugno 2016 in seguito all'approvazione, nel luglio 2015, della revisione dello statuto e del regolamento sul decentramento.[8] Le novità consistono in due accorpamenti (Borgo Panigale e Reno; Porto e Saragozza) e nello smembramento del quartiere San Vitale: quest'ultimo viene accorpato al quartiere San Donato (ora San Donato - San Vitale), mentre la parte del centro storico (Irnerio) viene annessa al quartiere Santo Stefano.
Evoluzione grafica[modifica | modifica wikitesto]
Ruolo giuridico e politico[modifica | modifica wikitesto]
Pur essendo strutture decentrate dell'amministrazione comunale, hanno un proprio Consiglio di quartiere e un Presidente di quartiere, direttamente eletti dai cittadini contestualmente all'elezione del Sindaco e del Consiglio comunale. Si è quindi verificato in passato che le amministrazioni dei quartieri fossero di colore politico diverso da quella comunale: per esempio, tra il 1999 ed il 2004, durante l'amministrazione Guazzaloca (di centro-destra), 6 quartieri su 9 erano invece amministrati dal centro-sinistra. Dopo le elezioni comunali del 2004, durante l'amministrazione Cofferati, tutti i quartieri furono governati dal centro-sinistra, come il Comune. Contestualmente all'elezione di Virginio Merola nel 2011, 8 quartieri su 9 sono governati dal centrosinistra. Alle elezioni del 2016, le prime coi nuovi sei quartieri, e poi del 2021 tutti i quartieri sono stati vinti dal centrosinistra.[9]
Secondo lo statuto del Comune di Bologna (art. 37), ai Consigli di quartiere, in quanto organi di rappresentanza diretta dei cittadini, è garantito l'esercizio di un ruolo politico, propositivo e consultivo nella formazione degli indirizzi e delle scelte della Amministrazione comunale nel suo complesso; ad essi è attribuita autonomia decisionale per l'esercizio di attività e la gestione di servizi di base rivolti a soddisfare immediate esigenze della popolazione. È istituita inoltre una Conferenza dei Presidenti dei Consigli di quartiere, atta a promuovere la reciproca informazione fra i Presidenti, a garantire l'omogeneità nell'azione amministrativa, a favorire il coordinamento delle iniziative riguardanti l'intero territorio comunale o quello di più quartieri.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Popolazione residente, su inumeridibolognametropolitana.it. URL consultato il 18 novembre 2021.
- ^ a b c d La politica del decentramento, su comune.bologna.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.
- ^ Nascita Quartieri, su comune.bologna.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.
- ^ Confini e nomi dei quartieri cittadini, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 3 giugno 2020.
- ^ I quartieri, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 3 giugno 2020.
- ^ Insediati i quattro quartieri del Centro storico, su bibliotecasalaborsa.it. URL consultato il 3 giugno 2020.
- ^ Regolamento sul Decentramento, su comune.bologna.it. URL consultato il 4 febbraio 2021.
- ^ Nuova riforma dei quartieri, su comune.bologna.it.
- ^ Quartieri, elezioni presidenti e consigli. Voti candidati e liste, tutti i risultati, su bolognatoday.it. URL consultato il 18 novembre 2021.
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Basi territoriali del comune di Bologna, su inumeridibolognametropolitana.it. URL consultato il 7 giugno 2020.
- La politica del decentramento, su Iperbole Storia Amministrativa. URL consultato il 5 febbraio 2021.