Pressione di pulsazione
La pressione di pulsazione o pressione arteriosa differenziale è definita come la differenza tra pressione sistolica, o massima, e pressione diastolica, o minima[1][2].
Si differenzia dalla pressione arteriosa media.
La pressione di pulsazione aumenta nei vasi periferici a causa di due importanti fattori: l'inferiore elasticità e le onde riflettorie. L'aorta possiede una fondamentale proprietà, ovvero una grande elasticità, la quale le permette di "tamponare" la pressione sistolica dilatandosi: la conseguenza è che la pressione sistolica viene limitata al valore di 120 mmHg (effetto Windkessel). Questa proprietà viene persa man mano che ci si allontana dai grandi vasi centrali e quindi la pressione sistolica aumenta notevolmente nella periferia, aumentando così la differenza di pressione. La seconda maniera con la quale la pressione sistolica aumenta è il sommarsi di diverse onde di pressione. Infatti, a un bivio, parte del sangue viene riflesso dalla ramificazione e assume quindi un movimento retrogrado, andandosi così a scontrare con le onde di sangue generate dal cuore durante la sistole. Queste onde si sommano e generano una pressione transmurale più alta, aumentando così la pressione di pulsazione. Un'immagine facile per fare un confronto: le due onde di sangue che si scontrano possono essere paragonate a due onde d'acqua in mare, le quali scontrandosi creano un'unica onda con un picco più alto.
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Guyton & Hall, Fisiologia Medica, Napoli, EdiSES, 2007, ISBN 88-7959-210-6.
- Paolo Larizza, Malattie del cuore e dei vasi, Padova, Piccin, 1992, ISBN 88-299-1045-7.
- Nuti, Caniggia, Metodologia clinica, Torino, Minerva Medica, 2005, ISBN 88-7711-410-X.