Nicolai Lilin

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Nicolai Lilin

Nicolai Lilin, pseudonimo di Nicolai Verjbitkii (come da traslitterazione[1] sui suoi documenti di identità italiani, in cirillico Николай Вержбицкий Nikolaj Veržbickij; Bender, 12 febbraio 1980[2]), è uno scrittore russo naturalizzato italiano.

Nato nell'allora RSS di Moldavia (una delle repubbliche costitutive dell'Unione Sovietica), Lilin dichiara di provenire da una famiglia di tradizioni e origini siberiane.[3] Trasferitosi in Italia nel 2004, dove vive, lavora e si è sposato, ne ha poi acquisito la cittadinanza.[4][5]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Lilin è lo pseudonimo da scrittore, scelto in omaggio alla madre dell'autore, Lilia. Le generalità complete sono registrate all'anagrafe italiana come Nicolai Verjbitkii.[3] Il romanzo che lo ha portato alla ribalta del pubblico italiano è Educazione siberiana, uscito nel 2009 per Einaudi. Nonostante i dubbi sollevati sulla veridicità dei racconti Lilin ha sempre dichiarato che il romanzo prende solo ispirazione da alcune vicende realmente vissute, ma rimane comunque una narrazione letteraria non basata su fatti di cronaca.

I suoi antenati sarebbero appartenuti a una grande famiglia siberiana di esploratori, fuorilegge, cacciatori e mercanti, che aveva origini russe, polacche, ebraiche e tedesche. Lo stesso cognome Veržbickij è di origine nobile polacca iscritta nel registro della nobiltà russa.[6] Dopo la rivoluzione comunista del 1917 gran parte della famiglia sarebbe stata trucidata dai militari dell'Armata Rossa perché alcuni dei suoi membri erano accusati di brigantaggio. Lilin ha ricevuto il nome di uno dei suoi bisnonni, che sarebbe stato fucilato dal regime. Per sfuggire alle persecuzioni, il resto della famiglia si trasferì in Bessarabia, la parte della Moldavia a ovest del Nistro.

Lilin era molto legato agli anziani della sua comunità, in particolare al nonno paterno Boris, l'uomo che ha ispirato alcuni dei personaggi più carismatici dei suoi romanzi. Il nonno sarebbe stato membro della criminalità organizzata di stampo antico e avrebbe trasmesso allo scrittore le storie sugli Urka, una presunta casta criminale dell'epoca zarista descritta dall'autore nei suoi romanzi come un popolo di ribelli. Trascorrendo molto tempo con gli anziani, avrebbe appreso dai loro insegnamenti, e poi trasfuso nei romanzi, i valori dei "criminali onesti", fuorilegge la cui azione sarebbe conformata al rispetto di un'etica, secondo un rigido codice morale con cui opporsi all'oppressione di quello che era giudicato come il potere corrotto.[7]

Nel 2004 si trasferisce in Italia, in Piemonte tra Cuneo e Torino, a Cavallerleone, poi dal 2010 a Milano.[8] Oltre a dedicarsi alla scrittura di romanzi, ha un laboratorio artistico a Milano, Kolima Art Studio. Ha scritto per L'Espresso, XL di Repubblica e per altre testate e collabora con diversi artisti[qualche nome sarebbe gradito]. Progetta coltelli con la ditta Maserin e Paolo Pinna[senza fonte]. Collabora anche con Tadpoles Tactics - USS The University of Strategic Shooting per la realizzazione di materiale didattico e informativo, con la Bcm Europearms e con ADC Armi Dallera Custom come consulente di tiro a lunga distanza.

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2009 pubblica con Einaudi il suo romanzo d'esordio, Educazione siberiana, che racconta la crescita e la formazione del protagonista all'interno di una comunità criminale di origine siberiana stanziata in Transnistria (regione della Moldavia autoproclamatasi indipendente nel 1990, ma con uno status non riconosciuto dalla comunità internazionale). Educazione siberiana fa guadagnare a Lilin gli elogi di Roberto Saviano,[9] Irvine Welsh lo ha elogiato con un articolo sul Guardian[10] e l'autore di bestseller norvegese Jo Nesbø lo ha ringraziato nel suo romanzo Pettirosso. Il libro ha avuto una trasposizione cinematografica con la regia di Gabriele Salvatores ed è stato pubblicato in 28 lingue e distribuito in 43 paesi del mondo.

Nel 2010 pubblica, sempre con Einaudi, il romanzo Caduta libera, che racconta l'esperienza del protagonista nella guerra in Cecenia. Caduta libera si aggiudica il Premio Minerva per la "Letteratura di impegno Civile"[11] e il premio La Magna Capitana di Foggia.[12][13]

Nel 2011 pubblica il suo terzo romanzo Il respiro del buio (Einaudi), nel quale descrive le difficoltà che ha il suo personaggio nel reinserimento nella società una volta tornato dalla guerra in Cecenia. Nel 2012 pubblica il suo quarto romanzo, Storie sulla pelle (Einaudi), sei racconti che hanno come filo conduttore la pratica del tatuaggio e l'etica dei "criminali onesti".

Nel 2014 pubblica il suo quinto romanzo, Il serpente di Dio (Einaudi), dove racconta la storia di due giovani amici appartenenti a diverse etnie religiose. Nel 2015 pubblica il suo sesto romanzo, Un tappeto di boschi selvaggi (Rizzoli), un racconto del suo passato attraverso la raccolta di foto e documenti. Nel 2016 pubblica il suo settimo romanzo, Spy story love story (Einaudi), dove narra le vicende di uno spietato killer che finisce con l'innamorarsi. Nel 2017 pubblica il suo ottavo romanzo, Favole fuorilegge (Einaudi), dieci fiabe accompagnate dai disegni-tatuaggi dell'autore. Nel 2018 pubblica il suo nono romanzo, Marchio ribelle (Einaudi). Nel 2019 pubblica il suo decimo romanzo, Le leggende della tigre (Einaudi); qui le atmosfere della Siberia, care all'autore, sono ripercorse attraverso le parole di un vecchio che racconta a due viandanti quanto ha capito della vita attraverso le leggende proprie del suo popolo.

Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di tatuaggi Criminal Tattoos volume 1 (Il Randagio Edizioni) e il saggio Putin l'ultimo Zar (Piemme), in cui Lilin ricostruisce la vita e l'ascesa politica di Vladimir Putin. Nel novembre del 2021 dà alle stampe il suo primo libro per ragazzi, Le fiabe della terra addormentata (Mondadori Electa Junior), una raccolta di fiabe siberiane.

Critiche e dubbi sull'attendibilità[modifica | modifica wikitesto]

L'attendibilità della biografia dello scrittore trasposta nei suoi romanzi di ispirazione autobiografica è stata messa in dubbio da alcuni giornalisti e studiosi, come l'antropologo americano Michael Bobick, lo storico russo Pavel Polian e lo scrittore russo Zachar Prilepin.[14][15][16][17][18]

Anche la giornalista russa Elena Černenko della testata Kommersant ha sollevato grandi dubbi sulla biografia dell’autore, visitando Bender per raccogliere testimonianze di chi l'ha conosciuto da ragazzo. Queste testimonianze hanno contribuito a smontare gran parte della narrazione sul presunto popolo Urka in città e addirittura la sua stessa esistenza; inoltre Černenko fa notare che l'opera di Lilin non è mai stata tradotta in russo.[19][20]

"Se si uniscono i dati del libro di Lilin, delle sue interviste sulla stampa occidentali e dei suoi interventi alle fiere librarie, prima dei 23 anni l’autore ha fatto in tempo a: finire due volte in carcere in Transnistria ed essere processato in Russia, militare per tre anni come cecchino in Cecenia e un altro paio d’anni in Israele, Iraq e Afghanistan. A 24 anni ha fatto il pescatore su una nave in Irlanda, poi si è trasferito in Italia, dove si è sposato, ha aperto un salone di tatuaggi, ha scritto un bestseller e per poco non è diventato vittima di un attentato con motivazioni politiche."

Anche le vicende narrate nel suo secondo libro sono state criticate da Černenko: "L’autore insiste che il libro è basato sulla sua esperienza personale di combattente in Cecenia. Nell'intervista a Ogonëk ha detto di aver partecipato alla seconda guerra cecena, ma si è rifiutato di dare dettagli. E le fonti del Ministero della Difesa affermano che in Cecenia non c’è mai stato un soldato di nome Lilin o Veržbickij."

Per quanto riguarda la presunta deportazione degli Urka in Transnistria, "fino al 1940 Bender si chiamava Tighina ed era parte della Romania, per cui Stalin semplicemente non poteva deportarvi nessuno, tanto più che all’epoca la gente veniva deportata in Siberia e non dalla Siberia."

In seguito a queste speculazioni nel 2015 Lilin ha pubblicato il libro Un Tappeto di Boschi Selvaggi: Il Mondo in un cuore Siberiano dove riporta documenti e foto inerenti all'archivio della sua famiglia per confermare la componente autobiografica delle sue opere, che in ogni caso lui ha sempre presentato come romanzi.

Lo stesso Lilin ha affermato che i suoi libri sono romanzi basati su esperienze vissute ed è quindi sbagliato trattare queste opere come vere e proprie autobiografie con un approccio di cronaca.

A proposito di queste spiegazioni a suo dire tardive, lo scrittore Wu Ming 1 ha scritto: "Se lo dici dopo non ti credono più"[21]. Wu Ming 1 ha incluso i primi due libri di Lilin tra quelli che ha definito "oggetti narrativi male identificati":

«[In Italia] molta "ibridazione di fiction e non-fiction" non viene dichiarata. In parole povere: un sacco di "testimonianze in prima persona", sedicenti inchieste e presunti reportages erano e sono in realtà fiction. O meglio: mischioni di reportage e invenzione di sana pianta. Il problema è che i loro autori [...] non lo dichiarano prima: no, lo ammettono soltanto dopo, una volta sgamati, e per giunta lo ammettono a bocca storta, mugugnando giustificazioni: "Non è andata proprio così ma la sostanza è quella, non spacchiamo il capello in quattro, non sono i fatti precisi quelli che contano ma l’atmosfera che si respirava ecc."[21]»

Dopo l'inizio della guerra in Ucraina del 2022 ha attirato molte critiche per la sua posizione filorussa e per aver trasformato i suoi canali social in un megafono della propaganda del Cremlino, anche rilanciando notizie false[22].

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

La Cattleya in collaborazione con Universal Pictures ha prodotto la trasposizione per il cinema di Educazione siberiana, con Gabriele Salvatores alla regia e la partecipazione di John Malkovich[23]. Le riprese sono cominciate nel marzo 2011[24] e il film è uscito nelle sale cinematografiche italiane a partire dal 28 febbraio 2013[25]. A settembre 2013 è uscito il DVD in anteprima per il settimanale Panorama.

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2013 conduce il programma di reportage Le regole del gioco su DMAX[26]. Dal 12 luglio fino al 16 agosto 2013 ha condotto il programma Mankind - La storia secondo Italia 1 su Italia 1. Nel 2016 conduce la seconda stagione del programma "I miei 60 giorni all'inferno" in onda su Crime + Investigation.

Dal 17 gennaio 2017 conduce una rubrica su TGcom24, intitolata La versione di Lilin.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Nicolai Lilin è anche conosciuto per la sua produzione artistica[27][28], in particolare disegni, opere a grafite su carta, pitture su tela e riproduzione di icone ortodosse, il tutto ispirato alla simbologia dei tatuaggi. L'artista ha esposto le sue opere tra gli altri alla Triennale di Milano, al Castello di Susans e al Museo del Novecento.

Opere letterarie[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cfr. sua carta d’identità italiana.
  2. ^ La Transnistria, sua regione di nascita, oggi appartenente Moldavia, ma nel 1980 parte dell'URSS.
  3. ^ a b About, su Sito ufficiale. URL consultato il 14 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
  4. ^ Luca Ferrari, Intervista a Nicolai Lilin: "Ho vissuto il male dell'educazione siberiana e nella Costituzione italiana ho trovato il bene", in huffingtonpost.it, 9 febbraio 2013. URL consultato il 18 marzo 2021.
  5. ^ Paolo Ciampi, unmercoledidascrittori.it, https://web.archive.org/web/20160402192813/http://www.unmercoledidascrittori.it/?p=514. URL consultato il 18 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016).
  6. ^ gerbovnik.ru
  7. ^ Luca Beatrice, «Incido sulla pelle la saggezza dei nostri anziani», su ilgiornale.it, 1º dicembre 2012, p. 30. URL consultato il 28 gennaio 2015.
  8. ^ Alberto Motta, Face to Face Writer, Maxim, marzo 2012, pp. 24-28
  9. ^ Roberto Saviano, Il ragazzo guerriero della mafia siberiana, in la Repubblica, 3 aprile 2009. URL consultato il 17 agosto 2011.
  10. ^ Siberian Education by Nicolai Lilin, su theguardian.com.
  11. ^ Premio Minerva, Letteratura di Impegno Civile: a Nicolai Lilin, in InterNapoli.it, 4 novembre 2010. URL consultato il 17 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 15 ottobre 2011).
  12. ^ Foggia – Premio La Magna Capitana: Nicolai Lilin vince con “Caduta libera” [collegamento interrotto], in MostOnLine.it, 16 ottobre 2010. URL consultato il 17 agosto 2011.
  13. ^ Nicolai Lilin (PDF), su Festival della Parola, 2014. URL consultato il 30 ottobre 2022 (archiviato il 30 ottobre 2022).
  14. ^ Phoebe Taplin, Educazione siberiana, realtà o fantasia?, in Russia Beyond the Headlines, 4 marzo 2013. URL consultato il 28 luglio 2017.
  15. ^ Fantasie siberiane. Quando Lilin si è inventato tutto - East Journal, in East Journal, 15 aprile 2013. URL consultato il 28 luglio 2017.
    «Assurdo, ride Pavel Polian, storico russo che da 25 anni studia le deportazioni di comunismo e nazismo: Si deportava in Siberia, ma non dalla Siberia, meno che mai in Moldova. E gli Efei non sono mai esistiti»
  16. ^ Blog | Lilin, la bufala che venne dal freddo, su Il Fatto Quotidiano, 12 maggio 2011. URL consultato il 28 luglio 2017.
  17. ^ Ho smascherato Nicolai Lilin, il maleducato siberiano, in ilGiornale.it. URL consultato il 28 luglio 2017.
  18. ^ Zachar Prilepin, Da Lilin alle Pussy Riot la Russia artefatta che piace all'Occidente, in La Lettura del Corriere della Sera, 24 dicembre 2012.
    «Emblematico è il fenomeno dello scrittore Nikolaj Lilin, le cui opere sono accolte trionfalmente in Occidente. Ma la Cecenia e le galere siberiane che racconta mi ricordano le avventure del barone di Münchhausen, capace di mirabolanti frottole: ma tutti, o quasi tutti, gli credono.»
  19. ^ BUFALA TATUATA- Memorial Italia, su memorialitalia.it. URL consultato l'11 gennaio 2023.
  20. ^ (RU) Татуированная клюква, su www.kommersant.ru, 3 ottobre 2011. URL consultato l'11 gennaio 2023.
  21. ^ a b Wu Ming 1, Dopo la lettura di 108 metri di Alberto Prunetti: appunti su fiction e non-fiction, su Giap, 31 marzo 2018. URL consultato il 28 marzo 2024.
  22. ^ Breve storia triste sulla propaganda di Nicolai Lilin, su Stand For Ukraine - Per l'Ucraina fino alla vittoria, 23 marzo 2024. URL consultato il 14 aprile 2024.
  23. ^ Lilin ha seguito da vicino la realizzazione del film, in particolare dando consigli sulla sceneggiatura e creando i tatuaggi di tutti i personaggi. Cfr. John Malkovich nel film Educazione Siberiana di Gabriele Salvatores.
  24. ^ Remake Universal per la Cattleya?, su BadTaste. URL consultato il 12 settembre 2010.
  25. ^ Educazione Siberiana (2013)
  26. ^ DMAX: dal 2 febbraio Nicolai Lilin ci spiega “Le regole del gioco”, in dtti.it, 23 gennaio 2013. URL consultato il 30 gennaio 2013.
  27. ^ Mostre Nicolai Lilin, su ilgazzettino.it.
  28. ^ Educazione Siberiana, i disegni di Nicolai Lilin - Italian Factory magazine, su italianfactory.info. URL consultato il 24 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2018).

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN91160388 · ISNI (EN0000 0000 8163 7572 · SBN RAVV624901 · LCCN (ENno2009109365 · GND (DE138484112 · BNE (ESXX4932341 (data) · BNF (FRcb16136427c (data) · J9U (ENHE987007342712005171 · NSK (HR000642563 · NDL (ENJA001194484 · CONOR.SI (SL197153123 · WorldCat Identities (ENlccn-no2009109365