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Museo capitolare diocesano di Foligno

Coordinate: 42°57′22″N 12°42′13.2″E
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Museo capitolare diocesano di Foligno
Il palazzo delle Canoniche
Ubicazione
StatoItalia (bandiera) Italia
LocalitàFoligno
IndirizzoLargo Giosuè Carducci
Coordinate42°57′22″N 12°42′13.2″E
Caratteristiche
TipoArte sacra
Visitatori3 059 (2022)
Sito web

Il Museo capitolare diocesano di Foligno ha sede nel palazzo delle Canoniche, in piazza della Repubblica.

Il palazzo, incastonato tra navata e transetto della cattedrale e antica resIdenza dei canonici, è documentato dall'XI secolo. Venne modificato nel XVI e nel XVIII secolo ed deve il suo aspetto in larga parte ai restauri integrali del 1923-1926, quando vennero riaperte le bifore e aggiunto il corpo di fabbrica terminale con merlatura, dove un tempo si trovavano abitazioni civili che chiudevano la piazza.

Le opere esposte, molte delle quali provenienti dall'adiacente Cattedrale, spaziano dal XIII al XVIII secolo, ma la collezione comprende anche importanti opere secentesche: nella prima sala si trova il Crocifisso dell’Algardi, i meravigliosi busti in marmo di Gian Lorenzo Bernini e la copia più antica della Madonna di Foligno di Raffaello.

Nella sala seguente sono l'Annunciazione di Ferraù Fenzoni dall'altare dell'Annunziata di patronato Flavi della Cattedrale (1597 - 1599 circa) e, dalla cappella Jacobilli la pala di Cristoforo Roncalli con la Madonna in gloria e i Santi Francesco e Feliciano, del 1598 circa, che era all'altare. Dallo stesso ambiente viene anche il Miracolo di San Martino di Baldassarre Croce che però si trovava originariamente in una cappella dedicata al santo ed era stata commissionata da Giustiniano Orfini, cameriere segreto di Papa Pio V. La tela, dei primissimi anni del XVII secolo, mostra una commistione di temperato naturalismo e di classicismo romano, congeniale ai fini narrativi consueti nel pittore[1].

Successivamente è la sala che contiene la Incoronazione della Vergine con San Domenico di Sora e il Beato Pietro Crisci del francese Noël Quillerier, del 1626, che mostra un naturalismo pacato e raffinato, formatosi tra i fiorentini e i bolognesi attivi a Roma e l'eleganza di Vouet[2]. Nella stessa sala è anche lo Sposalizio della Vergine di Ventura Salimbeni, firmato e datato 1613, anch'esso già in Cattedrale, dipinto ancora pervaso di baroccismo che, a queste date, ancora ignora le novità romane del Carracci, di Caravaggio e dei fiorentini capeggiati dal Cigoli[3].

il Tabernacolo di Nicolò di Liberatore, detto l'Alunno è conservato nella saletta seguente mentre negli ambienti che seguono è il trittico scomposto di Bartolomeo di Tommaso e la misteriosa tela con la bottega di San Giuseppe, opera di un artista probabilmente francese o nordico non ancora identificato, denominato Maestro di Serrone[4].

Vi si trova inoltre una sezione di archeologia cristiana.

  1. ^ Liliana Barroero, Baldassarre Croce, Miracolo di San Martino, in Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria, cit. in bibliografia, pag. 240.
  2. ^ Liliana Barroero, Noel Quillerier, Incoronazione della Vergine e i patroni di Foligno San Domenico di Sora e il Beato Pietro Crisci, in Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria, cit. in bibliografia, pagg. 212 - 215.
  3. ^ Giorgio Falcidia, Ventura Salimbeni, Sposalizio della Vergine, in Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria, cit. in bibliografia, pagg. 240 - 244.
  4. ^ Bruno Toscano, Maestro di Serrone, la bottega di San Giuseppe, in Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria, cit. in bibliografia, pagg. 165 - 170.
  • Liliana Barroero, Vittorio Casale, Giorgio Falcidia, Fiorella Pansecchi, Giovanna Sapori e Bruno Toscano (a cura di), Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria, catalogo di mostra, Venezia, 1989.
  • AA.VV., Umbria ("Guida rossa"), Touring Club editore, Milano 1999. ISBN 88-365-1337-9

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