Maria Melato

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Maria Melato, fotografia di Mario Nunes Vais

Maria Melato (Reggio Emilia, 16 ottobre 1885Forte dei Marmi, 24 agosto 1950) è stata un'attrice italiana di teatro, radio e cinema.

Maria Melato, fotografia, circa 1900
Maria Melato, fotografia, circa 1910
Maria Melato, dipinto di Giuseppe Amisani, 1920
Maria Melato, fotografia, circa 1925
Maria Melato, fotografia, 1926
Maria Melato, fotografia, circa 1930

Figlia del maestro di scherma Silvio Melato e della nobildonna Elisa Friggieri, manifestò sin dall'infanzia un'indole particolare per la recitazione. Cominciò la sua ricchissima carriera artistica prima con la compagnia Berti-Masi, dove nel 1902 ha la sua prima scrittura,[1] poi ricoprendo il ruolo di amorosa nella compagnia di Teresa Mariani e Vittorio Zampieri[2]. Successivamente fu prima attrice giovane nella compagnia di Irma Gramatica e Flavio Andò.[2] Ma la sua vera maturazione avvenne sotto la guida severa e appassionata di Virgilio Talli, il maggior capocomico di allora. Fu con lui dal 1909 al 1921[2] componendo con Annibale Betrone e Alberto Giovannini un famoso trio: fino al 1918 con un repertorio classico, in seguito sperimentando testi più attuali e di moderna problematica come quelli di Luigi Pirandello come Così è (se vi pare), e altri autori come Rosso di San Secondo, Massimo Bontempelli, Gabriele D'Annunzio.

Si cimentò anche in campo cinematografico interpretando alcune pellicole: Ritorno del 1914, Anna Karenina del 1917, Il volo degli aironi del 1920, tutte, purtroppo, andate perdute. Nel 1921 la svolta: Maria Melato lasciò la compagnia di Talli e divenne capocomica con Bentrone. Iniziò per lei il periodo di maggior fervore artistico in cui si occupò contemporaneamente di ogni aspetto del "fare teatro", dalla regia all'adattamento dei testi, dalla formazione degli attori all'ideazione dei costumi. Dal 1922 in poi forma diverse compagnie teatrali; nel '23 e '25 portò i suoi spettacoli in America Latina ottenendo grande successo; nel 1927 trionfò al Vittoriale nell'interpretazione di La figlia di Iorio di D'Annunzio. Negli anni Trenta la Melato dovette tornare a temi e autori più tradizionali, assecondando gli orientamenti del momento e formando una compagnia propria ancora con Bentrone e con la regia di Luigi Carini.

Accostata dai suoi ammiratori alla Duse per la stessa tensione emotiva e per la sensibilità esasperata, possedeva un registro vocale che la induceva a compiacimenti fonici eccessivi, tanto da essere maliziosamente accusata di `cantare'. Nel triennio 1937-40 fu protagonista de La duchessa di Padova di Oscar Wilde e della Tosca di Victorien Sardou accanto a Piero Carnabuci e Gino Sabbatini, mentre nel dopoguerra ripropose D'Annunzio, Mario Praga, Dario Niccodemi, Jean Cocteau e altri. In particolare nel 1938, è associata alla Compagnia Ninchi-Abba-Pilotto. In seguito alle vicissitudini della guerra, l'attrice, ormai sessantenne, cominciò a perdere terreno; per lei rimasero solo alcune recite di secondo piano e il lavoro radiofonico congedandosi dalle scene (1948) con Casa paterna di Sudermann, prima di ritirarsi in Versilia. Poco significative le sue interpretazioni cinematografiche, sia nel muto sia nel parlato.

Morì di attacco polmonare il 24 agosto del 1950 nella propria villa a Forte dei Marmi, dopo lunga malattia:[3] la salma fu poi traslata nel cimitero monumentale della città natale; al suo fianco, dal 1980, riposa l'attore reggiano Romolo Valli.

  • Le è stata dedicata una via a Roma.

Prosa radiofonica RAI

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  1. ^ Introduzione al Fondo Maria Melato presso la Biblioteca Comunale Panizzi di Reggio Emilia, 2000
  2. ^ a b c Melato, Maria nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato l'11 febbraio 2022.
  3. ^ Corriere d'Informazione del 24-25 agosto 1950, prima pagina
  • Piero Gobetti, Maria Melato, Il Lavoro, XXI, n. 286, 2 dicembre 1923, p. 3 ; riedito col titolo Il «fascino» di Maria Melato, in Piero Gobetti, Scritti di critica teatrale, Torino, Einaudi, 1974
  • Italo Toscani, Maria Melato nella vita e nell'arte, Roma, Ed. Primavera, 1925
  • Alberto Savinio, Maria Melato, Omnibus, 17 settembre 1938 ; riedito in Palchetti romani, Milano, Adelphi, 1982.
  • Il Radiocorriere, n 18/1950
  • Eligio Possenti, Commemorazione di Maria Melato e Dina Galli, Milano, Accademia dei Filodrammatici, 29 maggio 1951
  • II Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”, Reggio Emilia, Stab. Tip. F.lli Rossi, 1952
  • III Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”, Reggio Emilia, Stab. Tip. F.lli Rossi, 1953
  • IV Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”, Reggio Emilia, Stab. Tip. F.lli Rossi, 1954
  • VI Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”, Reggio Emilia, Stab. Tip. F.lli Rossi, 1956
  • AA. VV., Maria Melato. Qualche mia ora, Roma: Cartia, 1978
  • Nicola Arnoldo Manfredi, I copioni di Maria Melato, Contributi, XII, 23-24, 1988, pp. 263-282
  • Maria Melato. Vita di un'attrice, Reggio Emilia, Ed. Teatro Municipale Valli, 2000
  • Edo Bellingeri (a cura di), Maria Melato: il mito dell'attrice catalogo, Reggio Emilia, Ed. Teatri di Reggio Emilia, 2000
  • Claudio Meldolesi, Fondamenti del teatro italiano, Roma, Bulzoni, 2008

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