Laura Balbo
Laura Balbo | |
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Ministro per le pari opportunità | |
Durata mandato | 21 ottobre 1998 – 26 aprile 2000 |
Presidente | Massimo D'Alema |
Predecessore | Anna Finocchiaro |
Successore | Katia Bellillo |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 12 luglio 1983 – 22 aprile 1992 |
Legislatura | IX, X |
Gruppo parlamentare | Partito Comunista Italiano, Sinistra Indipendente |
Collegio | Milano |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Verdi fino al 22 dicembre 1999, indipendente |
Titolo di studio | Laurea in scienze politiche |
Università | Università degli Studi di Padova |
Professione | Professore Universitario |
Laura Balbo Ceccarelli (Padova, 30 novembre 1933) è una sociologa e politica italiana, esponente della sinistra ecologista.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Laureata presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova nel 1956, si specializza all’Università di California Berkeley.
Attività politica[modifica | modifica wikitesto]
Dopo un'iniziale militanza nel Partito Socialista Italiano e successivamente nella sinistra extraparlamentare ,è poi stata due volte deputato: nella IX Legislatura (1983) come indipendente eletta alla Camera nelle liste del PCI, nella X (1987) e ha aderito al gruppo della Sinistra Indipendente, fino al 1992[1].
Viene chiamata da Massimo D'Alema a svolgere l'incarico di Ministro per le pari opportunità nel periodo dal 1998 al 2000, nei due governi da lui presieduti, in quota Verdi.[2].
Laura Balbo imposta la propria azione per la garanzia delle pari opportunità non solo tra generi diversi, ma anche in chiave antirazzista e di tutela dalle discriminazioni per orientamento sessuale; per la prima volta nell'esperienza dei governi italiani il tema della diversità di orientamento sessuale è materia di uno specifico incarico di gabinetto del ministro, nella persona di Franco Grillini.
L'esperienza del biennio di governo è caratterizzata dai rafforzamento delle azioni positive per la conciliazione del tempo di vita e di lavoro delle donne, per il rafforzamento della rappresentanza femminile in politica e nelle istituzioni e l'incremento dell'occupazione femminile; sotto il suo mandato nel gennaio 2000 si tiene a Napoli presso la Mostra d'Oltremare alla presenza dell'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la Prima conferenza nazionale sull'occupazione femminile.
Sociologia[modifica | modifica wikitesto]
È una delle più importanti studiose italiane di sociologia, soprattutto per quanto riguarda il razzismo, l'urbanizzazione, le politiche familiari e lo Stato sociale. Nei primi anni '80 insegna sociologia nella Facoltà di Giurisprudenza e poi di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano. È stata docente ordinario e preside della Facoltà di Lettere e Filosofia all'Università di Ferrara, per poi insegnare all'università di Padova. Dal 1998 al 2001 è stata presidente dell'Associazione Italiana di Sociologia.
È nota per aver compiuto degli studi sui processi della razzializzazione/etnicizzazione della società europea in previsione di un futuro mescolamento delle razze. Ha partecipato a numerosi gruppi di lavoro europei su questi temi; è presidente dell'International Association for the Study of Racism (Amsterdam), di Italia-Razzismo (Roma).
Ricopre la carica condivisa con altre nove personalità della cultura, fra le quali Sergio Staino, Piergiorgio Odifreddi, Carlo Flamigni, di presidente onorario dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (UAAR) e si occupa della tematica ateismo[3][4][5].
La "doppia presenza"[modifica | modifica wikitesto]
Il concetto di "doppia presenza" è stato coniato da Balbo nel 1978. Esso sta ad indicare il doppio ruolo delle donne: pubblico e privato[6], riproduttivo nella famiglia e produttivo come lavoratrice nella società[7]. Il senso del concetto doppia presenza sta indicare proprio l'idea di una compressione della donna tra una duplice responsabilità: quella verso la famiglia e quella verso la sua indipendenza, rappresentata dal lavoro, che ha come conseguenza una sua penalizzazione[8]. Per Balbo è però anche per la donna un modo per "attraversare più mondi" ed essere così più innovativa in tutti e due gli ambiti[9].
Opere[modifica | modifica wikitesto]
- Stato di famiglia. Bisogni, privato, collettivo, Etas Milano 1976.
- Interferenze. Lo Stato, la vita familiare, la vita privata, con Renate Siebert-Zahar, Feltrinelli, Milano 1979.
- Time to care. Politiche del tempo e diritti quotidiani, Angeli, Milano 1987.
- I razzismi possibili, con Luigi Manconi, Feltrinelli, Milano 1990.
- Tempi di vita. Studi e proposte per cambiarli, Feltrinelli, Milano 1991.
- I razzismi reali, con Luigi Manconi, Feltrinelli, Milano 1992.
- Razzismi. Un vocabolario, con Luigi Manconi, Feltrinelli, Milano 1993.
- Riflessioni in-attuali di una ex ministro. Pensare la politica anche sociologicamente, Rubbettino, Soveria Mannelli 2002.
- In che razza di società vivremo? L'Europa, i razzismi, il futuro, B. Mondadori, Milano 2006.
- Il lavoro e la cura. Imparare a cambiare, Einaudi, Torino 2008.
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana |
— 6 novembre 2000[10] |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ www.camera.it, su legislature.camera.it. URL consultato il 2 giugno 2021 (archiviato il 23 ottobre 2020).
- ^ Repubblica, su repubblica.it. URL consultato il 2 giugno 2021 (archiviato il 5 novembre 2016).
- ^ Laura Balbo “L'allarme 'ateismo anonimo' di Scola?Qui anche i cristiani pensano con la loro testa”, su la Repubblica, 10 settembre 2013. URL consultato il 20 aprile 2021 (archiviato il 20 aprile 2021).
- ^ La laicità, non più invisibile | L’Ateo, su UAAR, 18 aprile 2014. URL consultato il 20 aprile 2021 (archiviato il 20 aprile 2021).
- ^ Una lettura del cambiamento: religione e laicità in Italia | L’Ateo, su UAAR, 19 luglio 2017. URL consultato il 20 aprile 2021 (archiviato il 23 aprile 2021).
- ^ donne-lavoro.bz.it. URL consultato il 12 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2008).
- ^ swif.uniba.it Archiviato il 16 maggio 2007 in Internet Archive.
- ^ osun.org. URL consultato il 12 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).
- ^ Testo di Lia Lombardi, books.google.it, su books.google.it. URL consultato il 12 gennaio 2010 (archiviato il 10 marzo 2014).
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale.it. URL consultato il 10 novembre 2021.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Laura Balbo
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Laura Balbo
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Biografia sul sito dell'UAAR
Controllo di autorità | VIAF (EN) 29604145 · ISNI (EN) 0000 0000 6156 0387 · SBN CFIV057441 · LCCN (EN) n80024307 · GND (DE) 170591778 · BNE (ES) XX1392651 (data) · BNF (FR) cb12328599k (data) · J9U (EN, HE) 987007433559105171 · CONOR.SI (SL) 173939811 · WorldCat Identities (EN) lccn-n80024307 |
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