Guido Bobba

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Guido Bobba
NascitaCigliano, 30 dicembre 1914
MorteSollum, 26 dicembre 1940
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
Anni di servizio1916-1940
GradoCapitano
GuerreGuerra di Spagna
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna del Nord Africa
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Operazione Compass
Decorazionivedi qui
dati tratti da Capitano Guido Bobba[1]
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Guido Bobba (Cigliano, 30 dicembre 1914Sollum, 26 dicembre 1940) è stato un militare e aviatore italiano, asso dell'aviazione con 4 vittorie individuali ottenute nel corso della seconda guerra mondiale e una nel corso della guerra di Spagna.[1] Insignito di tre medaglie d'argento e una di bronzo al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Cigliano il 30 dicembre 1914, figlio di Antonio.[1] Arruolatosi nella Regia Aeronautica come ufficiale in servizio permanente effettivo, tra l'aprile e il maggio 1937, con il grado di tenente, fu comandante della 367ª Squadriglia Caccia Terrestre.[1] Assegnato all'Aviazione Legionaria partì per combattere nella guerra di Spagna in forza alla 26ª Squadriglia.[1] Durante una grande battaglia aerea tra 25 caccia Fiat C.R.32 nazionalisti e 20 Polikarpov I-15 e 28 Polikarpov I-16 repubblicani, avvenuta il 14 dicembre 1937 nei pressi di Alcañiz, riuscì ad abbattere un caccia che fu designato come Curtiss (si trattava di uno I-15).[1] Rientrato in Italia nel dicembre 1938 assunse il comando della 74ª Squadriglia del 23º Gruppo Caccia Terrestre di stanza a Torino.[1] Nel febbraio 1939 la squadriglia era inquadrata nel 23º Gruppo (maggiore Tito Falconi) del 3º Stormo Caccia Terrestre, allora al comando del colonnello Fortunato Rolando.[2] A partire dal mese di ottobre di quello stesso anno il 23º Gruppo iniziò a riequipaggiarsi con i nuovi Fiat C.R.42 Falco.[1] Dopo la dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna, il 10 giugno 1940, iniziarono le operazioni aeree sul fronte occidentale, con il 23º Gruppo che si schierò sul campo d'aviazione di Cervere.[3] Il 15 giugno 1940 il Comando Supremo Militare Italiano ordinò ai 150º, 18º e 23º Gruppo CT di attaccare gli aeroporti francesi di Le Cannet des Maures (2 km a sud-est di Le Luc) e Cuers Pierrefeu (vicino alla base navale di Tolone), in Provenza, con lo scopo di distruggere la forza aerea francese lì presente sul terreno.[3][4] Durante questa missione fu accreditato della distruzione di tre aerei nemici a terra.[1] Dopo la firma dell'armistizio di Villa Incisa, nel luglio 1940 il 23º Gruppo si trasferì in Sicilia, sull'aeroporto di Comiso, per partecipare agli attacchi contro l'isola di Malta.[3][5] Il 9 luglio il 23º Gruppo divenne Autonomo alle dirette dipendenze del Comando Aeronautico della Sicilia e il 12 luglio ebbe luogo la prima missione di scorta ai bombardieri su Malta.[3] Il giorno dopo abbatté un Hawker Hurricane sopra Malta, cui ne seguì un secondo il giorno 23.[1]

Al tramonto del 24 novembre, sei C.R.42 del 23º Gruppo CT attaccarono l'aeroporto di Luqa (chiamato Mikabba dagli italiani) a Malta. I piloti partecipanti all'attacco erano tra i migliori del reparto: maggiore Tito Falconi, comandante di gruppo, tenente Claudio Solaro, capitano Guido Bobba, comandante della 74ª Squadriglia, capitano Ottorino Fargnoli comandante della 70ª Squadriglia, tenente Ezio Maria Monti e sottotenente Domenico Tessera.[1] Attaccando a bassissima quota rivendicarono la distruzione di un bombardiere Vickers Wellington del No.38 RAF Squadron (la macchina dell'ufficiale pilota Timmins) in transito da Marham all'Egitto, la probabile distruzione di un secondo velivolo del No.148 Squadron e significativi danni alle infrastrutture.[1] Il 26 novembre distrusse un terzo Hawker Hurricane a sud di Malta, e il giorno 28 rivendicò il probabile abbattimento di un altro Hurricane.[1]

Il 16 dicembre 1940 il 23º Gruppo Autonomo (70ª, 74ª e 75ª Squadriglia) con 20 Fiat C.R.42 e tre Caproni Ca.133 giunsero a Tripoli-Castel Benito per aiutare i tentativi di contenere l'Operazione Compass scatenata dai britannici, che stava distruggendo le forze italiane in quel settore.[1] Il 19 dicembre il 23º Gruppo si trasferì all'area di atterraggio Z1 ad Ain el Gazala.[1] Cadde in combattimento il 26 dicembre sopra Sollum.[1] Dopo aver distrutto un Gloster Gladiator del No.3 RAAF Squadron ed averne danneggiati altri tre, il suo aereo venne abbattuto e cadde in mare causando la morte del pilota.[1]

Il maggiore Tito Falconi presentò per lui la proposta di concessione della medaglia d'oro al valor militare alla memoria che non fu accettata e gli venne concessa invece la terza medaglia d'argento al valor militare.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, partecipava quale pilota da caccia e capo pattuglia a 68 scorte e crociere. In un combattimento contro avversari superiori per numero, contribuiva col suo valoroso contegno alla brillante soluzione del combattimento stesso, dimostrando serenità e sprezzo del pericolo. Cielo di Spagna, luglio-novembre 1937
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In numerosi voli di scorta a formazioni di bombardamento, in combattimento brillantemente sostenuti, in audaci mitragliamenti al suolo, confermava doti saldissime di combattente, già provate in precedente campagna. Cielo del Mediterraneo Centrale, luglio-novembre 1940
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di squadriglia da caccia, più volte distintosi per perizia e valore, in diversi combattimenti sostenuti alla testa del suo reparto, conseguiva brillanti risultati. Di scorta ad una formazione da bombardamento, attaccata da numerosi velivoli da caccia avversari, li affrontava decisamente, riuscendo a disimpegnare la formazione. Nell'impari lotta, sostenuta eroicamente, abbatteva un velivolo nemico e ne mitragliava diversi altri, finchè sopraffatto dal numero, rimaneva a sua volta colpito, senza più far ritorno alla base. Cielo dell'Africa Settentrionale e del Mediterraneo, novembre-26 dicembre 1940
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia abile e valoroso, partecipava ad aspri combattimenti su munite e locali basi nemiche concorrendo efficacemente alla distruzione di numerosi velivoli. Cielo di Hyéres e Cuers Pierrefeu, 13-15 giugno 1940
Medaglia commemorativa della campagna di Spagna (1936-1939) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giorgio Apostolo, Ali d'Italia n.4 Fiat CR.32, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1996.
  • (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
  • Paolo Ferrari e Giancarlo Garello, L'Aeronautica italiana. Una storia del Novecento, Milano, Franco Angeli Storia, 2004, ISBN 88-464-5109-0.
  • (EN) Hakan Gustavsson e Ludovico Slongo, Fiat CR.42 Aces of World War 2, Botley, Osprey Publishing Company, 2009.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1977.
  • (EN) Alfredo Logoluso, Fiat CR.32 Aces in Spanish Civil War, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 978-1-84603-983-6.
  • Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]