Gudo

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Gudo
frazione
Gudo – Stemma
Gudo – Veduta
Gudo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Svizzera Svizzera
Cantone Ticino
DistrettoBellinzona
ComuneBellinzona
Territorio
Coordinate46°10′N 8°57′E / 46.166667°N 8.95°E46.166667; 8.95 (Gudo)
Altitudine232 m s.l.m.
Superficie9,95 km²
Abitanti839 (31-12-2016)
Densità84,32 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postale6515
Prefisso091
Fuso orarioUTC+1
Codice OFS5008
TargaTI
Nome abitantigudesi
Cartografia
Mappa di localizzazione: Svizzera
Gudo
Gudo
Sito istituzionale

Gudo (in ticinese Güd[senza fonte]) è una frazione di 839 abitanti del comune svizzero di Bellinzona, nel Canton Ticino (distretto di Bellinzona).

Geografia fisica e storica[modifica | modifica wikitesto]

L’abitato di Gudo, il quartiere più a sud-ovest del nuovo Comune di Bellinzona, si sviluppa in prevalenza sul versante destro della valle, salvo un paio di arterie residenziali che si diramano oltre la via Cantonale, nel pieno fondovalle. La rimanenza del territorio è costituita da un importante patrimonio paesaggistico: pendii collinari vignati e versanti montuosi a nord, mentre a sud un'ampia fascia agricola precede il futuro Parco fluviale Saleggi-Boschetti. Il nucleo storico, del quale sono rimaste solo esigue edificazioni rurali sparse, è stato quasi interamente sostituito da nuove costruzioni, mentre via Cantonale, dove si trovano alcune attività commerciali, è l’asse stradale.

Sulla sponda sinistra del fiume Ticino sono presenti ampie aree agricole, poste all'interno del Parco del Piano di Magadino. La necropoli leponzia di Gudo, scoperta nel 1909 durante i lavori di arginatura del fiume Ticino, fu una fra le maggiori scoperte archeologiche del Cantone. Il sito fu utilizzato dal VI al II sec. a.C. con preesistenze dell’epoca del Bronzo. La necropoli era composta di 306 tombe d’epoca golasecchiana e lateniana, muri di terrazzamento, strade, probabili altari e roghi. Nell’area sono stati recuperati più di 1500 reperti che ci danno l’immagine di una popolazione dedita al controllo delle vie di commercio e alle attività artigianali e agropastorali.[1] Nel 2016, sul pianoro del cono di deiezione formato dal riale Progero, poco lontano dal corso del fiume Ticino, lo scavo per la costruzione di una nuova abitazione ha riconsegnato tracce di insediamento da riferire alle età del Bronzo e del Ferro.[2]

Nel 2017, all’ingresso del nucleo del paese sono stati identificati depositi alluvionali, alcuni dei quali con tracce di occupazione antropica, attestate da frammenti di ceramica e di bronzo, strutture murarie, focolari e probabili buche di palo da riferire all'età del Ferro. Questo primo livello di occupazione era caratterizzato da un'imponente struttura muraria a forma di "L", ipotizzabile con funzione di cinta o di contenimento delle acque fluviali presenti in zona.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio del comune di Gudo prima degli accorpamenti comunali del 2017

Fino al 1º aprile 2017 è stato un comune autonomo che si estendeva per 9,9 km²; il 2 aprile 2017 è stato accorpato al comune di Bellinzona assieme agli altri comuni soppressi di Camorino, Claro, Giubiasco, Gnosca, Gorduno, Moleno, Monte Carasso, Pianezzo, Preonzo, Sant'Antonio e Sementina.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Maria
  • Chiesa di Santa Maria a Progero[3];
  • Chiesa parrocchiale di San Lorenzo[4];
  • Oratorio dei Santi Nazario e Celso, che sorge sulla montagna di Gudo, tra Gudo e Progero, con intorno case coloniche dei secoli XVII-XVIII. Un robusto muro a secco, attraversato da una scalinata che conduce all'oratorio, circonda il sagrato. All'edificio, menzionato nel 1482 e trasformato nel XVII secolo, introduce un portico a pilastri; due campanili a vela sovrastano la facciata. L'abside è decorata a stucchi e affreschi dell'inizio del XVII secolo raffiguranti l'Adorazione dei Magi e la Fuga in Egitto[senza fonte].

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Casa Resinelli detta "La Monda", sulla strada cantonale, è un'ampia casa signorile con porticati e loggia del XVII secolo, situata all'interno di un vasto parco con scuderie. Le facciate sono arricchite con finte architetture e motivi decorativi a graffito di Domingo Saporiti[senza fonte];
  • Casa Antognini[senza fonte];
  • Resti dell'attracco portuale sul fiume Ticino[senza fonte];
  • Capanna Alpe d'Orino, rifugio situato a 1 400 m s.l.m.[5].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

L'evoluzione demografica è riportata nella seguente tabella[4]:

Abitanti censiti[6]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Ogni famiglia originaria del luogo fa parte del cosiddetto comune patriziale e ha la responsabilità della manutenzione di ogni bene ricadente all'interno dei confini della frazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sormani M.A., La necropoli leponzia di Gudo: le tombe golasecchiane (VI-V sec. a. C.) Sormani, M A, in Bollettino storico della Svizzera italiana., 110(1):113-134, 2007.
  2. ^ a b Retrospettiva - Archeologia (DT) - Repubblica e Cantone Ticino, su www4.ti.ch. URL consultato il 17 dicembre 2022.
  3. ^ Gilardoni, 1967, 370-373.
  4. ^ a b Simonetta Biaggio Simona, Graziano Tarilli, Gudo, in Dizionario storico della Svizzera, 5 aprile 2017. URL consultato il 14 agosto 2017.
  5. ^ (DE) Orino, su alpi-ticinesi.ch. URL consultato il 14 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2015).
  6. ^ Dizionario storico della Svizzera

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 117.
  • Virgilio Gilardoni, Inventario delle cose d'arte e di antichità, Edizioni dello Stato. Bellinzona 1955, 215-220.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 337, 244, 254, 370-373, 423.
  • Agostino Robertini et alii, Gudo, in Il Comune, Edizioni Giornale del popolo, Lugano 1978, 153-164.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 31-33.
  • Flavio Maggi, Patriziati e patrizi ticinesi, Pramo Edizioni, Viganello 1997.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 17, 18, 50, 52.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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