Gojko Balšić

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Gojko Balšić (o Coico Balsa in albanese Gojko Balsha; in serbo Гојко Балшић?; ... – dopo il 1468) è stato un nobile albanese.

Gojko Balšić
Co-Signore di Misia, Albania
PadreStefano Maramonte
MadreVlajka Castriota
ConiugeKomnina Arianiti
Figlimaschio
maschio
Maria

Governò insieme a suo fratello Ivan (alb. Gjon) Strez (?-fl. 1444-1469) un'area costiera "tra regio inter promontorium Rodoni, Croya et Alessium".[1][2] Essi parteciparono alla fondazione della Lega di Alessio, un'alleanza guidata dal loro zio materno Giorgio Castriota Scanderbeg e sostennero Scanderbeg fino alla sua morte nel 1468, per poi continuare a combattere contro gli ottomani all'interno delle forze veneziane.

Stemma dei Maramonte
Stemma dei Maramonte
Giorgio Castriota Scanderbeg

Gojko Balšić, in realtà, avrebbe dovuto portare il cognome "Maramonte", cognome che portò suo padre Stefano Maramonte. Stefano apparteneva alla illustre famiglia dei Maramonte di Lecce che, fin dai tempi di Federico II di Svevia, ebbe numerosi feudi in Terra d'Otranto[3] ed era cugino di primo grado[4] di Maria Thopia[5], figlia di Niketa e moglie di Balša III. Secondo le fonti dell'epoca Stefano Maramonte venne citato come "Stephanus de Maramonte Zarnagorae[6], "Mauromonte, cugino di Balsa"[7], "Stefano de Balsis".[8] Come si vedrà, il cognome "Maramonte" nelle generazione successiva non comparirà più.

Il padre di Stefano Maramonte era Filippo che, intorno al 1384, era "protovestiario[9] di Đurađ II Stracimirović Balšić"[10], Signore di Zeta (territorio in parte sovrapponibile a quello dell'attuale Montenegro) dal 1385 al 1403, data della sua morte.

Filippo era sposato con Maria, figlia di Carlo Thopia,[11] dalla quale ebbe tre figli, dei quali si conoscono solo le generalità del secondo figlio Stefano.[10][12] Stefano Maramonte era sposato con Vlajka Castriota (da non confondere con Gjela Castriota, sorella di Scanderbeg, che sposò Paolo Balšić[13]), figlia di Giovanni e sorella di Giorgio Castriota Scanderbeg, con la quale ebbe due figli: Gojko Balšić e Ivan (alb. Gjon) Strez Balšić[8], Signori di Misia, una terra costiera "tra regio inter promontorium Rodoni, Croya et Alessium".[1][2]

Gojko e i suoi fratelli erano signori della Misia[14] (da non confondere con l'antica regione dell'Asia Minore, confinante con Lidia, Frigia e Bitinia), un'area costiera tra il castello di Rodoni, Kruja e Alessio in Albania.[1]

I fratelli Balšić si unirono alla Lega di Alessio, un'alleanza formata dal loro zio materno Scanderbeg, dopo essersi incontrati nella chiesa di San Nicola il 2 marzo 1444. I membri includevano Lekë Zaharia, Peter Spani, Lekë Dushmani, Andrea Thopia, Giorgio Arianiti, Theodor Musachi, Stefan Crnojević e i loro sudditi. Scanderbeg fu eletto comandante in capo delle forze armate per un totale di 8.000 guerrieri.[15]

Gojko e Ivan sostennero Scanderbeg fino alla sua morte nel 1468, combattendo al suo fianco contro gli ottomani. Mentre Gojko, insieme ai suoi due figli continuò a combattere contro gli ottomani nelle forze veneziane, sua moglie Comita Arianiti con la figlia Maria di sette anni preferì rifugiarsi insieme a sua sorella Andronica Arianiti, vedova di Scanderbeg, nel Regno di Napoli.[16][14]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Maramonte di Maramonte, Giovanni Maramonte  
 
Armenia di Luco  
Filippo Maramonte  
Isabella Antoglietta Nicolò Antoglietta  
 
Maria Montefuscoli  
Stefano Maramonte  
Carlo Thopia Andreas Thopia  
 
Fiametta  
Maria Thopia  
Voisava Balšić Balša I  
 
?  
Gojko Balšić  
Pal Castriota ?  
 
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Giovanni Castriota  
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Vlajka Castiota  
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Voisava Tripalda  
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Gojko Balšić era sposato con Comita Arianiti[17], figlia di Giorgio Arianiti e sorella di Andronica, moglie di Giorgio Castriota.[18] La copia ebbe tre figli: due maschi e una femmina, chiamata Maria.[14]

Filippo Maramonte, gran guerriero e maresciallo del regno[19] - sp. Maria Thopia, figlia di Carlo Thopia, principe feudale albanese[20][21]
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Stefano Maramonte (conosciuto anche come Balšić), cavaliere-capitano, fedele di Alfonso I di Napoli (1438) - sp. Vlajka Castiota[20][10][22]
Gojko Balšić (conosciuta come Balšić), Signore di Misia, una terra costiera "tra regio inter promontorium Rodoni, Croya et Alessium".[1][23] - sp. Comita Arianiti.[24]
maschio, † Ungheria[26]
maschio, † Ungheria[26]
Maria (conosciuta come Maria Balšić; * 1461; dopo il dopo 1514) - sp. 1483 Giacomo Alfonso Ferrillo († 1530 ca.[27]), Conte di Muro Lucano.[24][14]
Beatrice - sp. Ferrante Orsini († 6 dicembre 1549, Napoli), 5º Conte di Gravina in Puglia; alla morte del padre ereditò il contado di Muro con Acerenza ecc.[28]
Giannicola, detto Conte di Matera, Nobile Romano e Patrizio Napoletano - sp. Isabella Ferrillo, figlia ed erede di Giovanni Alfonso Conte di Muro Lucano ecc. e di Maria Balšić.[28]
Livia - sp. Jacopo Vitelli, Signore di Amatrice.[28]
Giovanna - sp. Ludovico IV Martino di Capua, 10º Conte d’Altavilla.[28]
Antonio (+ 1553), 6º Duca di Gravina, 2º Conte di Matera, Signore di Sant’Agata, Vaglio, Ruoti, Spinazzola e Acerenza - sp. Felicia Sanseverino d’Aragona, figlia di Pietro Antonio, 4º Principe di Bisignano e di Giulia Orsini dei Signori di Bracciano.[28]
...[28]
Flavio († Napoli 17 luglio 1581), Vescovo di Muro Lucano dal 1560.[28]
Ostilio (* 1543; † 1579), Signore di Solofra dal 1558 - sp. 1° Eleonora (o Dianora) Caracciolo, figlia di Ferdinando, 1º Duca di Feroleto; 2° Diana del Tufo, figlia di Paolo, Barone di Vallata e Vietri.[28]
...[28]
Virginio († testamento: 1º marzo 1573), Signore di Montelibretti - sp. 1° Ersilia Orsini, figlia di Ludovico, 7º Conte di Pitigliano; 2° Giovanna Caetani, figlia di Bonifazio I, 4º Duca di Sermoneta[28]
...[28]
Flaminio († 29 gennaio 1582), autorizzato a comprare Muro Lucano e Solofro dalla madre con Regio Assenso dato a Madrid il 4 marzo 1580 - sp. Lucrezia del Tufo, figlia di Paolo, 1º Barone di Vallata.[28]
...[28]
Caterina - sp. Alfonso II de Cardenas, 4º Marchese di Laino.[28]
Francesco († post 1571), capitano nelle truppe pontificie alla battaglia di Lepanto (1571).[28]
Emilia.[28]
Maria.[28]
Giustiniana.[28]
Giacoma (naturale) - Giacomo Caldora.[28]
Isabella († Conza, 1571) - sp. 1° Giannicola Orsini (suo nipote; † prima del 1532)[28]); 2° 4532 Luigi IV Gesualdo, Conte di Conza, Principe di Venosa.[28][29]
Sveva o Severa (* Napoli 1535; † Napoli 22 febbraio 1603) - sp. 1° 1554 Pietro Antonio Carafa dei Conti di Policastro; 2° 1559 Carlo d’Avalos d’Aquino d’Aragona, Principe di Montesarchio.[29]
Fabrizio II, 2º Principe di Venosa - sp. 1562 Geronima Borromeo, figlia di Giberto.[29]
...[29]
Alfonso, Cardinale di Santa Romana Chiesa dell’Ordine dei Diaconi nel Concistoro dal 26 febbraio 1561.[29]
Maria (* Napoli 1541, † Vico del Gargano 1593)[29]
Carlo, cavaliere dell’Ordine di Malta (* Napoli 1543, † Napoli ? aprile 1566).[29]
Giulio, 1º Barone di Palomonte dal 1575.[29]
Costanza (* Napoli 1547, † Gravina 1605) - sp. 1572 Ferdinando II Orsini, 7º Duca di Gravina.[29]
...[28]
Ivan (alb. Gjon) Strez (conosciuta come Balšić; † prima del 1468[25]), Signore di Misia, una terra costiera "tra regio inter promontorium Rodoni, Croya et Alessium".[1][23][24]
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  1. ^ a b c d e Споменик (Un monumento), 1942, p. 231-232.
  2. ^ a b Giovanni Musachi, 1510, p. 300.
  3. ^ Berardo Candida Gonzaga, 1882, p. 107.
  4. ^ Il termine cugino viene assimilato per semplificazione al cugino di primo grado cioè il figlio degli zii.
  5. ^ Maria era la figlia di Niketa (Nikola) Thopia: "Niketa, des Schwiegervaters Balschas", cioè Niketa, lo suocero di Balša III (Nicolae Iorga, 2017, p. 367.), (John Van Antwerp Fine, 1994, p. 512)
  6. ^ Stefano di Maramonte Zarnagorae, termine in latino per montagna nera (Carolo du Fresne, 1729, p. 268)
  7. ^ Giacomo Luccari, 1605, p. 85.
  8. ^ a b Giuseppe Gelcich, 1899, p. 314.
  9. ^ Il titolo di protovestiario esisteva nella Serbia medievale dai tempi di Stefano Uroš II Milutin (1282-1321), re dei serbi, e il suo ruolo era quello di occuparsi delle finanze statali. Questa posizione veniva spesso assegnata a mercanti di Cattaro o Ragusa che avevano esperienza nella gestione delle finanze. Il titolo di protovestiario andò in disuso nel 1435 e le sue precedenti funzioni furono trasferite ai Kaznac.
  10. ^ a b c Giuseppe Gelcich, 1899, p. 317.
  11. ^ Carlo Thopia era sposato con Voisava Balšić, figlia di Balša I (nonno di Đurađ II Stracimirović Balšić), Principe di Zeta. (Giuseppe Gelcich, 1899, pp. 316.)
  12. ^ Universitas di Campi, su siusa.archivi.beniculturali.it.
  13. ^ Theodōros Spandouginos, 1977, p. 96)
  14. ^ a b c d Giovanni Musachi, 1510, p. 285.
  15. ^ Oliver Jens Schmitt, 2001, p. 297 e 590.
    «Nikola und Paul Dukagjin, Leka Zaharia von Dagno, Peter Span, Herr der Berge hinter Drivasto, Georg Strez Balsha sowie Johann und Gojko Balsha, die sich zwischen Kruja und Alessio festgesetzt hatten, die Dushman von Klein-Polatum sowie Stefan (Stefanica) Crnojevic, der Herr der Oberzeta. [...] die Söhne von Juani Balsich, alias Stexi, Johann Balsha, Machthaber zwischen Alessio und Kruja; Gojko Balsha und seine Söhne der Woiwode Jaran von Kruja (1477) und auch der mit seinem Erbe überforderte Johann Kastriota.
  16. ^ Ferrante Della Marra, 1641, p. 78.
    «"Questa fanciulla di setta anni [...] venne in Regno con la zia, e col figliuolo di Scanderbech [...]
    .
  17. ^ "Комнина за Гојка Балш ића." (Djoko M. Slijepčević, 1974, p. 40.)
  18. ^ Spiridon Gopčević, 1914, p. 460.
  19. ^ Ferdinando de Luca, 1852, p. 507.
  20. ^ a b Ferrante Della Marra, 1641, p. 220.
  21. ^ Capitolo 3 – Topia, su fmg.ac.
  22. ^ Ferrante Della Marra, 1641, p. 221.
  23. ^ a b Gruber e Ersch, 1868, p. 101.
  24. ^ a b c Giovanni Musachi, 1510, p. 534.
  25. ^ Giovanni Musachi, 1510, p. 274.
  26. ^ a b Dopo la morte di Scanderbeg "restaro alcuni Signori Balsi in lor paese di Misia. Ma fando poi pace Venetiani col Turco, furno forzati fuggir tutti, [..] li Bassi in Ungheria [...]. (Giovanni Musachi, 1510, p. 334.)
  27. ^ Luigi Martuscelli, 1896, p. 62.
  28. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v Orsini, Duchi di Gravina e Principi di Solofra in Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea sul sito genmarenostrum.com.
  29. ^ a b c d e f g h i Gesualdo, Principi di Venosa in Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea sul sito genmarenostrum.com.
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