Giuseppe Trabucchi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Jump to navigation Jump to search
Giuseppe Trabucchi

Ministro del commercio con l'estero
Durata mandato22 giugno 1963 –
5 dicembre 1963
Capo del governoGiovanni Leone
PredecessoreLuigi Preti
SuccessoreBernardo Mattarella

Ministro delle finanze
Durata mandato26 marzo 1960 –
22 giugno 1963
Capo del governoFernando Tambroni
Amintore Fanfani
PredecessorePaolo Emilio Taviani
SuccessoreMario Martinelli

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato25 giugno 1953 –
24 maggio 1972
LegislaturaII, III, IV, V
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CircoscrizioneVeneto
CollegioVerona Collina
Incarichi parlamentari
II-III legislatura:
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Giuseppe Trabucchi (Verona, 29 giugno 1904Verona, 6 dicembre 1975[1]) è stato un politico e avvocato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Marco (anch'esso avvocato, fondatore dell'Istituto Artigianelli con Giovanni Battista Piamarta e zio di Alessandro Trabucchi) e di Maria Zamboni (sorella del filosofo Giuseppe Zamboni) era fratello di Emilio, Alberto, Cherubino e Maria. Sposò Ada Fiori ed ebbe 9 figli. Dopo gli studi primari, svolti nella città natale, si laureò in giurisprudenza all'Università degli Studi di Padova ed in Scienze politiche all'Università Cattolica di Milano dove conobbe statisti come Moro, Fanfani e Andreotti e molti altri uomini politici che concorsero alla fondazione della Repubblica. Entrò a far parte dello studio legale del padre Avv. Marco Mario Trabucchi (già ereditato dal nonno Giuseppe Trabucchi) e continuando la tradizione della famiglia, si dedicò oltre che alla professione nel ramo civilistico e amministrativo, al diritto tributario, essendo stato allievo di Ezio Vanoni e con lui preparò la modifica del sistema fiscale italiano.

Fu vicesindaco di Verona dal 1946 al 1951 e sindaco di Selva di Progno e Brenzone; per tredici anni (dal 1953 al 1966) fu presidente della Fiera di Verona. Aldo Fedeli (sindaco) e Trabucchi (vice sindaco) che guidarono la città di Verona dal 1946 al 1951 furono definiti da Giorgio Zanotto «una bella accoppiata: la testa e la ferma volontà erano di Trabucchi, il profeta era Fedeli». In particolare Trabucchi è definito «figura straordinaria (...) un’intelligenza fuori del comune, con un’indipendenza assoluta di carattere». Tra i meriti di Trabucchi oltre alla ricostruzione materiale, l’aver rimesso in moto la macchina comunale, riassestando in particolare gli uffici finanziari e garantendo un gettito fiscale adeguato[2]. Dal 1959 alla morte fu Presidente dell'Istituto Artigianelli di padre Piamarta.

Ricoprì la carica di ministro delle finanze nei governi Tambroni, Fanfani III e Fanfani IV. In questa qualità nel 1960 sottoscrisse la transazione in sede stragiudiziale con lo Stato italiano per il rilascio della storica sede del Grande Oriente d'Italia, Palazzo Giustiniani. Il suo successore Rino Formica ha anche evidenziato gli effetti di una sua circolare in materia doganale.[3]

Renato Gozzi così lo ricordò al funerale «(...)Ecco perché in quest'ora noi, qui raccolti intorno a Te, carissimo avvocato Trabucchi, possiamo mitigare il nostro dolore solo nella memoria della Tua fede (...). A nome di Verona io Ti ringrazio. Non so se Ti debba ringraziare più per le cose egregie che hai fatto per Verona in questi trent'anni, per questo Tuo servire, in umiltà, per questo Tuo stare al secondo posto a palazzo Barbieri, ed essere il più grande estimatore del nostro carissimo Fedeli; per questo Tuo saper essere Ministro a Roma e Sindaco in piccoli centri della nostra provincia (...). Verona quindi non Ti lascia (...).».[4]

E' raffigurato, insieme a Aldo Fedeli in una delle 6 lunette in gesso presenti sopra le porte dell’atrio principale d’ingresso di Palazzo Barbieri.[5]

Lunetta Palazzo Barbieri Fedeli Trabucchi

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Morto il sen. Trabucchi, in La Stampa, 7 dicembre 1975, p. 2.
  2. ^ F. Bozzini, Destini incrociati nel Novecento veronese, Roma, Edizioni Lavoro, 1997.
  3. ^ "In effetti Trabucchi nel giugno 1960, durante i fatti di Genova con il governo Tambroni, accettò una richiesta degli americani, evidentemente molto preoccupati, che ottennero, con una circolare del ministro delle Finanze, che negli uffici doganali delle basi americane venissero sostituiti i doganieri italiani con quelli statunitensi. Di lì passò tutto l’armamento in Italia. Passò attraverso le basi militari americane. Entrava ed usciva. E la circolare Trabucchi non fu mai abolita": Rino Formica: «La prigione di Moro? Lo Stato non ha voluto trovarla» (intervista a Walter Veltroni), Corriere della sera, 7 luglio 2019.
  4. ^ Renato Gozzi, Discorso pronunciato dall'Avv. Renato Gozzi Sindaco di Verona al funerale di Giuseppe Trabucchi, Verona, 1975.
  5. ^ Restauro delle lunette in gesso a Palazzo Barbieri, su veronasera.it.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN2750150264372205860006 · GND (DE1137829354