Gioco d'azzardo

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Caravaggio, I bari, 1594 ca.

Il gioco d'azzardo, secondo l'ordinamento penale italiano, è un tipo di gioco nel quale ricorre il fine di lucro e la vincita o perdita è completamente o quasi aleatoria.[1] Esso consiste nello scommettere beni, perlopiù denaro, sull'esito di un evento futuro: per tradizione le quote si pagano in contanti.

Questo evento può verificarsi nell'ambito di un gioco di società come la roulette o di una gara, come le corse dei cavalli, ma in linea di principio qualsiasi attività che presenti incertezza sul risultato finale si presta a scommesse a scopo di lucro e quindi può essere oggetto di gioco d'azzardo.

Partendo dall'arabo az-zahr ("dado") e attraverso il francese hasard ("rischio, avvertenza") si arriva al termine azzardo.

Il gioco d’azzardo risale al Paleolitico, prima della storia scritta: si presume che il suo scopo fosse quello di conoscere il volere divino. I primi dadi sono stati rinvenuti in Cina, e risalgono a più di 5000 anni fa, ma i più antichi riferimenti alle prime forme di scommessa arrivano a partire dal 4000 a.C. in Egitto, dove si giocava a “SENET”, una specie di dama per decidere il destino nell'oltretomba. Il dado era fabbricato con ossa di animali, spesso pecore e cervi, di cui si mangiava la carne, si facevano pellicce e si usavano i tendini per gli strumenti. Anche i Greci erano amanti del gioco d’azzardo, tanto da raffigurare l'atto del gioco dei dadi in qualche vaso. In epoca Romana, il gioco era proibito per ragioni di ordine pubblico, ma era legale scommettere. Si puntava sulle corse di bighe e di quadrighe e anche sui combattimenti dei gladiatori. Tra le varie divinità romane troviamo anche la dea chiamata Fortuna, di conseguenza essi giocavano solo nei giorni festivi.

Le carte da gioco apparvero in Cina nel IX secolo d.C. I documenti fanno risalire il gioco d'azzardo in Giappone almeno fino al XIV secolo.[2]

Il poker, il gioco di carte statunitense più popolare associato al gioco d'azzardo, deriva dal gioco persiano As-Nas, risalente al XVII secolo.[3]

Il primo casinò conosciuto, il Ridotto, iniziò ad operare nel 1638 a Venezia, in Italia.[4]

Nello Stato Pontificio, tra Settecento e Ottocento, il fenomeno del gioco d'azzardo venne di volta in volta affrontato in maniera differente dai singoli papi: spesso additato come vizio diabolico, talvolta riconosciuto come «male» incurabile che infettava il popolo, altre volte ancora ammesso, in maniera pragmatica, come fonte di entrate. Alcuni, all'interno della gerarchia ecclesiastica, ritenevano che stroncare il fenomeno fosse un obiettivo impossibile da raggiungere: a tale conclusione era giunta, per esempio, una congregazione di teologi e canonisti, a capo della quale era stato posto il cardinale Giovanni Tolomei, incaricata di fare un'approfondita indagine da papa Clemente XI, nel 1720. Sotto Pio VII si assisté invece a un nuovo tentativo di porre un freno al dilagare dei cosiddetti «Giochi proibiti», i quali «danni gravissimi» arrecano «alla Società».[5]

Casinò Terrestre

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Uno dei luoghi in cui il gioco d'azzardo può essere svolto è tramite i casinò. Giochi tipici dei casinò sono: roulette, blackjack, chemin de fer, slot machine e il baccarat.

I giochi d'azzardo dei casinò e i sistemi di quote delle agenzie di scommesse sono organizzati in modo da favorire il banco, garantendo di fatto alla gestione, per la legge dei grandi numeri, un introito praticamente certo, asintoticamente certo e proporzionale al numero dei giocatori e all'entità delle puntate. Infatti per la legge dei grandi numeri, dall'altra parte del tavolo più a lungo un giocatore gioca, più denaro in media perderà.

In alcuni giochi esistono strategie confortate da basi matematiche, quali il Blackjack. In altri giochi, quale il baccarat, le slot machine o il pachinko queste strategie non esistono nemmeno basate sul buon senso, poiché il giocatore nel primo non prende alcuna decisione in merito agli eventi, che potrebbero essere manipolati, nel secondo gli eventi sono equiprobabili, quindi non manipolabili. Ed è così che soprattutto negli USA esistono dei professionisti del gioco. Esistono anche i bari, i quali adottano trucchi e spesso violano le regole per vincere.

Casinò Online

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Un ente che permette il gioco d'azzardo senza avere una particolare locazione fisica sono i casinò online. Queste società, pur avendo una sede fisica, offrono la possibilità di giocare d'azzardo solamente su browser dal computer personale o da un dispositivo mobile. Grazie a software di gioco online forniti da enti esterni, i giocatori possono giocare ai giochi presenti in un casinò terrestre senza dover essere presenti in tale luogo. Ciò non significa che si accederà ad una partita o ad un gioco che sta avvenendo al momento in un casinò terrestre, ma che si potrà giocare una simulazione del gioco che avviene solamente sul web.

Le scommesse vengono effettuate tra due o più giocatori su un evento esterno ai giocatori, ossia la scommessa non deve riguardare la volontà di uno dei giocatori altrimenti si parla di affronto. Le scommesse più diffuse riguardano l'ambito sportivo ma si può scommettere in ogni campo. Le agenzie di scommesse possono esercitare la loro attività su tutto il territorio nazionale.

Lo stesso argomento in dettaglio: Gioco d'azzardo patologico.

Il gioco d'azzardo può diventare una vera e propria patologia, detta gioco d'azzardo patologico, diagnosticabile e curabile attraverso un'adeguata psicoterapia. La patologia induce una compulsione al gioco, guidata dalla ricerca dell'emozione del rischio. Tale desiderio di eccitazione è spesso amplificato quando in gioco sono somme più elevate. Nonostante le persone abbiano una comprensione del funzionamento del mondo del gioco d'azzardo, persistono nel giocare senza la capacità di interrompersi, indipendentemente dalle vincite o perdite, fino a quando non hanno dissipato completamente il proprio patrimonio. Per questo spesso si ritiene che il malato di gioco d'azzardo non giochi per vincere, ma per perdere.

Situazione in Italia

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Il gioco d'azzardo è vietato nei locali pubblici e anche in luoghi privati, secondo la tabella dei giochi proibiti. È possibile giocare d'azzardo solo nelle case da gioco autorizzate da appositi decreti (casinò) e sulle navi da crociera naviganti fuori dalle acque territoriali oltre le 12 miglia nautiche, (art. 5 comma 3 del DECRETO-LEGGE 30 dicembre 1997, n. 457) .[6]

Tuttavia col passare del tempo alcuni tipi di gioco con premi in denaro sono stati legalizzati. È il caso dei giochi numerici a quota fissa come il lotto, dei giochi numerici a totalizzatore come il Superenalotto, l'Eurojackpot e il Win for Life!, dei giochi a base sportiva come Totocalcio, Totip, Totogol e scommesse a quota fissa (quest'ultime hanno inglobato anche i giochi a base ippica e si sono estesi anche a eventi non sportivi, come ai festival musicali tipo Sanremo ed Eurovision Song Contest e ai reality show), degli apparecchi d'intrattenimento come Newslot e VLT (nonché apparecchi da divertimento senza vincita in denaro), giochi di abilità come backgammon, domino o battaglia navale (purché a distanza), giochi di sorte a quota fissa come tutti i classici giochi da casinò (per esempio roulette, con la limitazione appunto della quota fissa e a distanza), giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo come poker cash (purché a distanza), le lotterie tradizionali e istantanee e il bingo,[7] quest'ultimo sia nella versione a distanza che da sala.[8] Sono altresì legali le manifestazioni di sorte locale come lotterie, pesche e banchi di beneficenza e tombole,[9] se promosse da enti morali, associazioni, comitati senza fini di lucro, ONLUS, purché necessarie al loro sostentamento o da partiti politici nell'ambito di manifestazioni locali e sono altresì consentite le tombole in ambito familiare e privato, a scopo ludico.[10] Nonostante le evidenti analogie, giochi di questo tipo con premi in denaro non costituiscono, secondo la legge italiana, gioco d'azzardo e sono definiti semplicemente giochi con vincite in denaro.

Ricerche economiche hanno evidenziato come il 55% dei giocatori, anche occasionali, sono di fatto nullatenenti.[11]

In Italia il gioco con vincita in denaro rappresenta la terza impresa del paese contribuendo al 4% del PIL.[12]

Diritto civile

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Secondo l'ordinamento italiano non è possibile adire l'autorità giudiziaria per obbligare alcuno a saldare debiti di gioco. In particolare l'art. 1933 del C.C. qualifica il debito di gioco come obbligazione naturale: secondo tale disposizione, non compete azione per il pagamento di un debito di giuoco o di scommessa, anche se si tratta di un giuoco o di una scommessa non proibiti. Tuttavia, i recenti sviluppi tecnologici prevedono in genere il prepagamento della somma di gioco, risolvendo il problema della riscossione degli eventuali debiti su altri livelli di ordinamento. L'ordinamento italiano si limita ad assicurare al creditore di un debito di gioco la minima protezione accordata ai creditori di obbligazioni naturali: quindi, se il debitore decide di non pagare, non è possibile obbligarlo per mezzo della legge, ma a chi abbia pagato un debito di tale origine senza che il gioco fosse "truccato" la legge non riconosce il diritto di chiedere la restituzione della somma, a meno che il giocatore non sia incapace.

Diritto penale

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L'art. 718 del codice penale italiano punisce con l'arresto da tre mesi ad un anno e con l'ammenda non inferiore ad euro 206 chiunque tenga un gioco d'azzardo ovvero lo agevoli fuori dei casi di casinò autorizzati e delle navi da crociera naviganti fuori dal bacino del Mediterraneo. Circostanze aggravanti sono l'aver istituito o tenuto una casa da gioco, l'essere stato posto in essere il fatto in un esercizio pubblico, l'essere state impegnate poste rilevanti nel gioco e l'aver partecipato al gioco persone di età inferiore ad anni diciotto. L'art. 720 punisce chi, senza concorrere nel reato ex art. 718, è colto a partecipare ad un gioco d'azzardo. La pena è l'arresto fino a sei mesi o, in alternativa, l'ammenda fino ad euro 516. La pena è aumentata se il reo è sorpreso in una casa di gioco, ovvero in pubblico esercizio, ovvero sono state impegnate poste rilevanti. La condanna non consegue dalla mera condotta: è necessaria la condizione di punibilità dell'essere sorpresi mentre si gioca. La nozione di gioco d'azzardo si trae dal disposto dell'art. 721: sono giochi d'azzardo quelli in cui ricorre il fine di lucro e la vincita o la perdita sono interamente, o quasi, aleatorie. È di pacifica evidenza che sono da riguardarsi quali giochi d'azzardo i dadi e la roulette e che non lo sono gli scacchi. Incerta la natura del poker, perché in esso molto influisce l'astuzia del giocatore. L'esercizio abusivo di scommesse sportive è disciplinato dalla legge n. 401 del 13 dicembre 1989.[13]

  1. ^ Legge 6 ottobre 1995, n. 425, in materia di "Modifiche all'articolo 110 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931 n. 773, concernente le caratteristiche degli apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici da trattenimento e da gioco di abilità e degli apparecchi adibiti alla piccola distribuzione"
  2. ^ James Murdoch, A History of Japan, vol. 3, reprint, London, Psychology Press, 1903, pp. 325–326, ISBN 978-0-415-15417-8. URL consultato il 6 aprile 2018.
    «Molti giapponesi sono naturalmente inclini al gioco d'azzardo; nell'antica corte di Kyoto il vizio era diffuso, e nei secoli XIV e XV i samurai spesso puntavano le loro armi, armature e finimenti per cavalli su un lancio di dadi, anche alla vigilia di una battaglia, e quindi dovevano entrare in azione in panoplie incomplete e talvolta senza armatura. Ai tempi dei Tokugawa il vizio non raggiunse questa diffusione tra i samurai, ma divenne comune a Yedo e continuò ad esserlo per tutta la storia della città.»
  3. ^ Sally Wilkins, Sports and Games of Medieval Cultures, Greenwood, 2002, ISBN 978-0-313-36079-4.
  4. ^ Bjørn Thomassen, Liminality and the Modern: Living Through the In-Between, Ashgate Publishing, Ltd., 2014, p. 160, ISBN 978-1-4094-6080-0.
  5. ^ I "Giuochi Proibiti" in Studi Napoleonici-Fonti Documenti Ricerche (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2016).
  6. ^ LEGGE 11 dicembre 1984, n. 848, articolo 25, su normattiva.it. URL consultato il 25 gennaio 2024.
  7. ^ Apparecchi da intrattenimento - Agenzia delle dogane e dei Monopoli, su adm.gov.it. URL consultato il 25 gennaio 2024.
  8. ^ Decreto ministeriale 31 gennaio 2000, n. 29, in materia di "Regolamento recante norme per l'istituzione del gioco «Bingo»"
  9. ^ Manifestazioni di sorte locale - Agenzia delle dogane e dei Monopoli, su adm.gov.it. URL consultato il 25 gennaio 2024.
  10. ^ Decreto del presidente della Repubblica 26 ottobre 2001, n. 430, articolo 13, in materia di "Regolamento concernente la revisione organica della disciplina dei concorsi e delle operazioni a premio, nonché delle manifestazioni di sorte locali ai sensi dell'art. 19, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449"
  11. ^ CRISI: il 55% dei giocatori d'azzardo è nullatenente, su corriere.it, Corriere della sera, 20 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 6 ottobre 2014).
  12. ^ Gioco d'azzardo, in Italia copre il 4% del pil, su video.sky.it, Sky, 29 agosto 2012.
  13. ^ Legge 13 dicembre 1989, n. 401, in materia di "Interventi nel settore del giuoco e delle scommesse clandestini e tutela della correttezza nello svolgimento di manifestazioni sportive"
  • Mauro Croce, Riccardo Zerbetto, Il gioco e l'azzardo. Il fenomeno, la clinica, le possibilità di intervento, Franco Angeli 2002, ISBN 88-464-3353-X.
  • Francesco Bernardino Cicala, Il gioco d'azzardo. Saggio filosofico e critico sulli giuochi di azzardo (Napoli,1790), a cura di Giulio Corrivetti e Maria Rosaria Pelizzari, Marlin, Cava de' Tirreni 2006, ISBN 978-88-6043-022-9.
  • Ange Goudar, La storia dei greci: nobili giocatori d'azzardo, collana Quaderni, traduzione di Gisella Maiello, introduzione di Maria Rosaria Pelizzari, Potenza, EditricErmes, 2008.
  • Paola Monari (a cura di), Giochi d'azzardo e probabilità, collana Leonardo, Roma, Editori riuniti, 2012, ISBN 9788864731124.
  • Maria Rosaria Pelizzari, Giochi proibiti. Il mondo dei giocatori e delle giocatrici d’azzardo a Napoli tra Settecento e Belle Époque, Milano, Franco Angeli 2022, ISBN 9788835145851.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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