Ferrante Sanseverino

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Ferrante Sanseverino
IV Principe di Salerno
Stemma
Stemma
In carica2 novembre 1508 –
1553
PredecessoreRoberto II Sanseverino
SuccessoreConfisca regia
Nicola Grimaldi (nel 1572)
Altri titoliDuca di Villahermosa
NascitaNapoli, 18 gennaio 1507
MorteOrange, 1568
PadreRoberto II Sanseverino
MadreMarina d'Aragona di Villahermosa

Il principe Ferrante Sanseverino, anche noto come Ferdinando Sanseverino (Napoli, 18 gennaio 1507Orange, 1568), appartenente alla nobile famiglia Sanseverino, fu l'ultimo principe di Salerno.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Roberto II Sanseverino e di Marina d’Aragona di Villahermosa, ed era nipote di re Ferdinando il Cattolico.[1]

Il padre Roberto morì nel 1508, e nel 1516, con il consenso del re Ferdinando II, sposò Isabella Villamarina. Fu generale dell'imperatore Carlo V e partecipò alla conquista di Tunisi nel 1535. Nel 1553 si mise in urto politicamente col governo spagnolo nel Regno di Napoli - perché contrario all'introduzione dell'inquisizione spagnola - e finì in disgrazia, rifugiandosi in esilio in Francia, fino alla morte.[1]

Perse così il suo palazzo a Napoli (trasformato nella Chiesa del Gesù Nuovo), e i suoi possedimenti a Salerno, che furono confiscati, come pure il titolo di principe di Salerno, che non venne più attribuito: la città iniziò un periodo di decadenza, terminato solo nel XVIII secolo con la fine del dominio spagnolo.[2]

Fu un appassionato di teatro e fece sistemare un luogo per le rappresentazioni nella sua dimora napoletana. Come "principe di Salerno" fu promotore dell'ultima rifioritura della Scuola Medica Salernitana, patrocinando il medico Paolo Grisignano (autore del "Commento agli Aforismi di Ippocrate" e del "Sui polsi e sulle urine").

A Salerno inoltre ebbe come residenza il castello di Arechi (ospitandovi anche Carlo V), dove si attorniò di nobili come i Mazzacane, de Ruggero, i de Vicariis, i Dentice, i Capano, i d'Alitto, i Carrano, i de Ogeda o Hogeda, i Britonio ed tanti altri oltre che di artisti, uomini di cultura e intellettuali come il filosofo Agostino Nifo, Scipione Capece e Bernardo Tasso, il padre di Torquato Tasso. Durante il suo principato, Salerno tornò per alcuni decenni ad essere una delle principali città del meridione, riesumando parzialmente gli antichi splendori dei suoi principi longobardi e normanni.

Questa sua munificenza e cultura lo mise al livello dei grandi principi rinascimentali e tuttavia era molto popolare presso il popolo napoletano, che lo inviò a Carlo V per protestare contro l'Inquisizione dell'impero spagnolo; tuttavia, questa sua posizione gli procurò l'avversità del viceré spagnolo Pietro di Toledo, costringendolo all'esilio in Francia sotto la protezione di Enrico II, mentre i suoi feudi vennero confiscati dalla Spagna[3]. Morì in Francia, solo e abbandonato, a 61 anni.

Salerno al tempo del principe Ferrante Sanseverino in una stampa rinascimentale

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Roberto I Sanseverino, I principe di Salerno Giovanni Sanseverino, IX conte di Marsico  
 
Giovanna Sanseverino  
Antonello Sanseverino, II principe di Salerno  
Raimondina Orsini del Balzo Gabriele Orsini del Balzo, duca di Venosa  
 
Maria/Giovanna Caracciolo  
Roberto II Sanseverino, III principe di Salerno  
Federico III da Montefeltro, II duca di Urbino Guidantonio da Montefeltro, VIII conte di Urbino  
 
Elisabetta degli Accomanducci  
Costanza da Montefeltro  
Battista Sforza Alessandro Sforza, signore di Pesaro  
 
Costanza da Varano  
Ferrante Sanseverino, IV principe di Salerno  
Joan II, re d'Aragona Ferran I, re d'Aragone e Sicilia  
 
Leonor de Alburquerque  
Alfonso de Aragón y de Escobar, I duca di Villahermosa  
Leonor d'Escobar Alfonso Rodríguez de Escobar  
 
 
Marina de Aragón y Sotomayor  
Juan de Sotomayor y Hijar Fernando de Sotomayor  
 
Leonor de Hijar  
Leonor de Sotomayor y Portugal  
Isabel de Portugal Fernando de Portugal, signore di Eça  
 
Leonor de Teive  
 

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Stemma Blasonatura
Ferrante Sanseverino
Principe di Salerno

D'argento alla fascia di rosso. Corona di principe.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b SANSEVERINO, Ferrante in "Dizionario Biografico", su treccani.it. URL consultato il 16 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2019).
  2. ^ A. D'Ambrosio: Storia di Napoli dalle origini ad oggi. Ed. Nuova E.V. Napoli 2002
  3. ^ Sanseverino, Ferrante, principe di Salerno, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 2 marzo 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R.A.Ricciardi, Le scritture feudali del sec.XVI riguardanti l'Università e i cittadini di San Severino già conservate nell'Archivio del Principe di Salerno,con poche notizie intorno all'archivio medesimo, in 'Archivio Storico Gentilizio del Napolitano', I, 1895
  • C.Carucci, D. Ferrante Sanseverino Principe di Salerno, Salerno, 1899
  • A. Fava, L'ultimo dei baroni:Ferrante Sanseverino, in Rassegna Storica Salernitana.IV, 1-2, 1943 (con una nota di C. Carucci)
  • P.Natella, I Sanseverino di Marsico. Una terra, un regno, Mercato S.Severino. 1980
  • M. Del Regno, Tavola sinottica dei principali avvenimenti storici e culturali comparata con le vicende legate alla famiglia dei Sanseverino di Marsico, Mercato S. Severino, 1983(Sede di Italia Nostra )
  • R. Colapietra, I Sanseverino di Salerno. Mito e realtà del barone ribelle, Salerno, 1985
  • M.Del Regmo, I Sanseverino nella storia d'Italia. Cronologia storica comparata (secc. XI- XVI), Mercato S,Severino, 1991 ('Ricerche' di Italia Nostra)
  • G. Esposito, Ferrante Sanseverino Principe di Salerno. Alcune considerazioni sul periodo francese (1551-1567), in M.Del Regno (a cura di), Studi in onore di P. Gabriele Cuomo o.f.m., Mercato S.Severino, 2005
  • V. Ciorciari, Storie dei Sanseverino nella Storia del Meridione, Sala Consilina, 2011
  • L. De Pascale, Il senso dello Stato feudale. I Capituli del Principe di Salerno (1547) per la conduzione dei feudi dei Sanseverino, Montoro Inferiore, 2012
  • G. Forscari, B. Di Salvia e A. Mantaudo, Ferrante Sanseverino, l'ultimo principe di Salerno nello scenario politico ed economico cinquecentesco, EdiSud Salerno, 2019

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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