Discussione:Nebbiolo

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Capitolo: Storia > il trecento è il XIV secolo!!! Si intendeva il 1400? scarlin2 (msg) 10:36, 27 dic 2008 (CET)[rispondi]


Perchè non si fa riferimento ai vini che devono essere prodotti col Nebbiolo, quali Barolo e Barbaresco?--189.107.167.232 (msg) 21:12, 22 dic 2009 (CET)[rispondi]


perchè??? perchè ancora nessuno lo ha fatto, mi sembrava un po carente anche a me cosi ho cercato di rimediare....non è tanto difficile

Vorrei sapere qualcosa invece sul vino che si chiama nebbiolo. Presumo che sia fatto con uva di questo vitigno, ma dove trovare qualche notizia? Grazie

Aggiunta descrizione Nebbiolo della Valtellina Chiavennasca[modifica wikitesto]

Gentilissimi,

vi scrivo qui perché con l'esperto di Nebbiolo Valtellinese Nello Bongiolatti volevamo inserire la descrizione del Nebbiolo nella sua declinazione valtellinese conosciuata come Chiavennasca.

Di seguito trovate la proposta di inserimento con le fonti:

La Chiavennasca e il suo legame con la Valtellina La viticoltura in Valtellina e Valchiavenna (Nord, Lombardia) ha una storia e una tradizione più che millenaria legata alla vocazione del suo territorio alla coltivazione della vite e alla scelta di un grande vitigno operata dai viticoltori nel lontano passato[1]. La Chiavennasca è la varietà tradizionale della provincia di Sondrio che da oltre 600 anni viene coltivata sui terrazzamenti della fascia pedemontana del versante alpino Retico e identificata con il termine dialettale "Ciuinasca" dove trova le condizioni pedo-climatiche ottimali per vegetare ed esprimere al meglio le proprie potenzialità e di conseguenza la sua eccellenza produttiva. Questo areale al cuore delle Alpi è altamente vocato alla coltivazione della Chiavennasca per le seguenti condizioni ambientali: - L'esposizione a sud dei vigneti; -la giacitura dei terreni a forte pendenza; -la forte radiazione termica e luminosa solare è paragonabile a quella di Pantelleria: la somma delle temperature attive giornaliere durante il periodo vegetativo della vite dall'aprile al 31 ottobre risulta essere 1750°C e livelli di radiazione potenziale fotosinteticamente attiva (PPAR) sono compresi tra 2700 e 3200 MJ/mq/anno; - la piovosità media annua è intorno ai 900 mm; -la natura sciolța dei terreni a tessitura sabbiosa (75-80% della terra fine) e ricchi di detriti rocciosi; - la forte escursione termica nel periodo autunnale favorisce la sanità delle uve e la loro ottima maturità tecnologica, fenolica e aromatica che risulta nella produzione di vini armonici, equilibrati adatti alla lunga conservazione che migliorano le proprie caratteristiche chimiche e sensoriali con il tempo[1]. Si può affermare che la Chiavennasca è stata storicamente prescelta dai viticoltori per la qualità superiore delle sue produzioni e ancora oggi rappresenta oltre il 90% delle viti coltivate nei vigneti ricadenti nelle zone a denominazione geografica DOC e DOCG della Valtellina e della Valchiavenna. Infatti la parola Chiavennasca deriva dal termine dialettale "ciu" "vinasca", ossia più vinosa, varietà più adatta alla trasformazione in vino e quindi l'eccellenza dei vini di Valtellina e Valchiavenna sta nell'etimologia, nel significato del suo nome oltre naturalmente all'arte del saper fare del viticoltore valtellinese e valchiavennasco. Per comprendere e capire meglio il legame della Chiavennasca con la Valtellina, suo territorio di elezione basta ricordare che già all'inizio del 1500 era il vitigno più diffuso ed affermato e che nei contratti di locazione dei vigneti i proprietari facevano obbligo ai viticoltori di sostituire annualmente le viti morte esclusivamente con viti dette comunemente Ciuinasche e con divieto di mettere a dimora altre varietà se non una percentuale di Rossola e di Pignola. Il vino di Valtellina in quel periodo e nei secoli seguenti veniva largamente esportato in Svizzera ed in Tirolo dove viene chiamato il Veltliner, il Valtellina, termine che designava il vino per eccellenza, il vino di elite, un marchio di qualità e la Valtellina viene identificata come la valle del vino. L'avvento nella provincia di Sondrio dell'Oidio nel 1840 e della Fillossera nel 1906, pericolosi parassiti della vite e che portano alla distruzione dei vigneti, non hanno portato a cambiamenti delle varietà coltivate e l'opera imponente di di ricostituzione e di rinnovo dei vigneti è avvenuta impiantando la Chiavennasca[1]. Dal punto di vista genetico la Chiavennasca si identifica a Nebbiolo di Piemonte, ma essa ha un'entità genetica distinta ed unica composta da un variegato numero di genotipi che, pur conservando i caratteri ampelografici o descrittivi tipici del vitigno, si differenziano lievemente tra loro per aspetti morfologici, fisiologici e fenologici, un patrimonio genetico e culturale unico per la Valtellina e Valchiavenna. Recenti analisi genetiche condotte da Anna Schneider, ricercatrice del CNR e docente di ampelografia presso l'università di Torino eseguite sui vitigni coltivati in Piemonte, Valle d'Aosta e in Lombardia volte a dare l'identità certa alle varietà ea ricostruire la genealogia del Nebbiolo hanno portato a risultati sorprendenti ed inattesi. Le analisi del profilo del DNA oltre a confermare la corrispondenza genetica della Chiavennasca con il Nebbiolo hanno evidenziato l'esistenza di relazioni parentali tra la Chiavennasca e diverse varietà di antica coltivazione in provincia di Sondrio e la Valtellina è stata riconosciuta come l'areale italiano dove si è costituita la componente principale della famiglia del Nebbiolo. Questi studi scientifici hanno spostano l'origine geografica del Nebbiolo delle Langhe in Piemonte a vitigno delle Alpi Centrali, accostandolo alla Valtellina e al nord Piemonte[2]. L'elevata biodiversità che si osserva all'interno della varietà unitamente alla grande diversità morfologica del versante Retico terrazzato costituisce il vero patrimonio della viticoltura valtellinese e valchiavennasca e consente una produzione enologica assai diversificata e di eccellenza.

− − I vini rossi prodotti in Valtellina ottenuti dalla vinificazione delle uve Chiavennasca secondo disciplinare sono:

− − "Rosso di Valtellina DOC", vino che può essere immesso al consumo dopo un periodo minimo di affinamento di sei mesi, effettuato eventualmente anche in legno. La gradazione alcolica naturale minima è di 10 % vol;[3]

− − "Valtellina Superiore DOCG", vino che possono essere immessi al consumo dopo un periodo minimo di invecchiamento e di affinamento di ventiquattro mesi, dei quali almeno dodici in botti di legno. Il predetto periodo di invecchiamento obbligatorio decorre dal 1 dicembre successivo alla vendemmia. I vini a denominazione di origine controllata e garantita "Valtellina Superiore"sottoposti ad un periodo di invecchiamento di almeno tre anni possono portare la specificazione aggiuntiva "riserva" ha una gradazione alcolica naturale minima di 11.5 % vol.[4];

− − "Sforzato di Valtellina DOCG"o "Sfursat di Valtellina" può essere immesso al consumo dopo un periodo di invecchiamento e di affinamento di venti mesi, dei quali almeno 12 in botti di legno.Il periodo di invecchiamento e di affinamento sopra riportato decorre dal 1 aprile dell'anno successivo alla raccolta. LO Sforzato è un vino ottenuto da uve appassite e pigiate durante l'inverno seguente, gradazione alcolica naturale superiore a 14.0 % vol; "Terrazze Retiche IGT", vino che può essere imbottigliato dopo sei mesi dalla vinificazione e conservato nei diversi tipi di vasi vinari, gradazione alcolica naturale minima di 10.0 % vol[5].

− − “IGT Alpi Retiche” Le uve destinate alla produzione dei vini ad IGT “Alpi Retiche”, anche con la specificazione del vitigno, devono assicurare ai vini un titolo alcolometrico volumico naturale minimo di: “Alpi Retiche” bianco 10,00% vol; “Alpi Retiche” rosso 10,00% vol; “Alpi Retiche” rosato 10,00% vol; “Alpi Retiche” passito: 10,00% vol; “Alpi Retiche” vendemmia tardiva: 10,00% vol;“Alpi Retiche” spumante metodo classico, anche nella tipologia Rosé: 10% vol.[6]

− − Soltanto per questa tipologia c'e' un minimo invecchiamento richiesto:

− − "I vini ad IGT “Alpi Retiche” passito e “Alpi Retiche” vendemmia tardiva” dovranno essere sottoposti ad un periodo minimo di invecchiamento obbligatorio almeno sino al 30 Giugno dell’anno successivo alla vendemmia.

− − Nell’etichettatura delle tipologie di vini IGT “Alpi Retiche” rossi è obbligatoria l’indicazione dell’annata di produzione delle uve.

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Caratteristiche morfologiche[modifica wikitesto]

  • Germogliamento: prima decade di aprile.

  • Fioritura: prima decade di giugno.

  • Invaiatura: seconda decade di agosto.

  • Maturazione dell'uva: seconda-terza decade di ottobre.

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Attitudini enologiche[modifica wikitesto]

− È un vitigno producente uve di altissima qualità (l'unico confronto possibile in tali termini è probabilmente quello con il Pinot nero), per diversi aspetti, ma soprattutto per la completezza di tutte le caratteristiche, in buon equilibrio tra colore, corpo, acidità, aromi persistenti e volatili, robustezza alcolica. È quindi uva adatta ad essere vinificata in purezza o con minimi apporti, a produrre vini definibili "nobili" di gran corpo e durata, previa adeguata maturazione (affinamento).

− − Per definizione è un vitigno adatto all'invecchiamento, è infatti molto stabile negli aromi, che con la terziarizzazione divengono sempre più complessi ed interessanti, mentre il colore, per il profilo caratteristico degli antociani, tende ad evolvere rapidamente verso il granato[7].

− − A maturazione finita i vini di Nebbiolo presentano un profumo con note fruttate e di fiori secchi, di spezie. Al gusto il tannino è moderato. Normalmente viene vinificato in purezza per far risaltare tutte le sue caratteristiche.

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Vini ricavati[modifica wikitesto]

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  1. ^ a b c Nello Bongiolatti, Valtellina Terra di Vite e di vino la Chiavennasca la sua gemma più preziosa, 1ª ed., Slow Food Editore, 2020, SBN 9788884996886 Controllare il valore del parametro sbn (aiuto).
  2. ^ Stefano Raimondi, Giorgio Tumino, Paola Ruffa, Paolo Boccacci, Giorgio Gambino & Anna Schneider, DNA-based genealogy reconstruction of Nebbiolo, Barbera and other ancient grapevine cultivars from northwestern Italy, in Nature, 25 Settembre 2020, DOI:https://doi.org/10.1038/s41598-020-72799-6.
  3. ^ Disciplinare di produzione Rosso di Valtellina, Gazzetta Uffciale Mipaaf, su catalogoviti.politicheagricole.it.
  4. ^ Disciplinare di Produzione Valtellina Superiore, Gazzetta Ufficiale Mipaaf, su catalogoviti.politicheagricole.it.
  5. ^ Disciplinare di produzione Sforzato di Valtellina, Gazzetta Ufficiale Mipaaf, su catalogoviti.politicheagricole.it.
  6. ^ Disciplianredi Produzione IGT Retiche, Gazzetta Ufficiale Mipaaf, su catalogoviti.politicheagricole.it.
  7. ^ Fattori che influenzano gli antociani nelle uve nebbiolo e sangiovese (PDF), su viten.net.

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Voci correlate[modifica wikitesto]

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Altri progetti[modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica wikitesto]

  • https://www.stradadelvinovaltellina.it/ Esplora i vini e le cantine in Valtellina

  • https://www.vinidivaltellina.it/ Consorzio Vini di Valtellina

  • http://www.valtellinawinetrail.com/en Valtellina wine trail

  • https://www.nature.com/articles/s41598-020-72799-6 DNA-based genealogy reconstruction of Nebbiolo, Barbera other ancient grapevine cultivars from northwestern Italy

  • https://www.millevigne.it/articoli-rivista/valtellina-terra-di-vite-e-di-vino-la-chiavennasca-la-sua-gemma-piu-preziosa/ Libro dedicato alla Chiavennasca Valtellina Terra di vite e di Vino la Chiavennsca la sua gemma più preziosa