Curtis LeMay
«Se proprio devi andare, vorresti LeMay nel bombardiere di testa. Ma non vorresti mai che fosse LeMay a decidere se devi andare oppure no» |
(Parole di John Fitzgerald Kennedy su LeMay[1]) |
Curtis Emerson LeMay | |
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Soprannome | "Old Iron Pants" "The Demon" "Bombs Away" LeMay the "Big Cigar" |
Nascita | Columbus, 15 novembre 1906 |
Morte | March Air Reserve Base, 1º ottobre 1990 |
Cause della morte | Infarto miocardico acuto |
Luogo di sepoltura | United States Air Force Academy Cemetery |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | ![]() ![]() ![]() |
Unità | Ohio National Guard |
Anni di servizio | 1929 - 1965 |
Grado | Generale |
Guerre | Seconda guerra mondiale Guerra fredda |
Campagne | Bombardamenti sulla Germania Operazione Matterhorn Bombardamenti di Tokyo Operazione Chrome Dome |
Comandante di | Chief of Staff of the United States Air Force Strategic Air Command Twentieth Air Force 305th Bomb Group 4th Bomb Wing 3th Air Division XX Bomber Command XXI Bomber Command |
Decorazioni | Army Distinguished Service Medal (3) |
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Curtis Emerson LeMay (Columbus, 15 novembre 1906 – March Air Reserve Base, 1º ottobre 1990) è stato un generale statunitense. Ufficiale prima della United States Army Air Force e poi della nuova United States Air Force, nella seconda guerra mondiale guidò con grande valore le formazioni di bombardieri pesanti quadrimotori sulla Germania nazista e il Giappone, contribuendo anche all'introduzione delle tattiche del combat box: alla fine della guerra autorizzò, su ordine superiore, il bombardamento atomico di Hiroshima.
Durante la Guerra fredda divenne il comandante in capo del SAC e poi capo di stato maggiore dell'USAF. Fu il massimo assertore dell'importanza, da lui ritenuta decisiva, del potere aereo rappresentato dai grandi bombardieri strategici, che egli aveva impiegato con grande successo nella seconda guerra mondiale, e delle armi nucleari da impiegare senza esitazioni in caso di crisi globale, secondo la strategia della rappresaglia massiccia.
Personaggio straordinariamente energico e combattivo ma ritenuto anche pericoloso ed eccessivamente bellicoso, divenne un simbolo del confronto militare diretto della Guerra fredda, dando spunto anche ai personaggi dei generali "guerrafondai" Buck Turgidson e Jack D. Ripper del famoso film Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Origini e formazione[modifica | modifica wikitesto]

Curtis LeMay era di origini inglesi con lontana discendenza franco-canadese da parte del padre Erving Edwin LeMay, che lavorava occasionalmente come manovale non specializzato o operaio siderurgico; l'onere di tenere unita la famiglia gravò principalmente sulle spalle della madre, Arizona Dove (Carpenter) LeMay. A causa dell'irregolarità dei suoi lavori, il padre costrinse la famiglia a percorrere tutta la nazione, dal Montana alla California[2]. Tornati nella loro città di origine, Columbus, il giovane LeMay dovette impegnarsi in una serie di lavori saltuari oltre a continuare gli studi[3]. Timido e goffo, il giovane era però determinato e risoluto: iniziò a frequentare la scuola pubblica locale, diplomandosi alla Columbus South High School. Attratto dalla carriera militare ma, non avendo la possibilità di entrare nell'accademia di West Point, egli nel 1924 si iscrisse ai corsi della Ohio State University dedicati alla formazione degli ufficiali della riserva, United States Army Reserve, ovvero il Reserve Office Training Corps (ROTC), studiando ingegneria la mattina e contemporaneamente lavorando in un'acciaieria di sera, dormendo solo poche ore per notte.[4]
Mentre era studente universitario entrò a far parte della confraternita di stampo militare delle Pershing Rifles, ed alla confraternita universitaria della Theta Tau. A causa di problemi economici fu costretto ad abbandonare la Ohio State University ma riuscì ad entrare, grazie ai notevoli risultati raggiunti negli studi nel ROTC, nella Ohio National Guard e ben presto, dopo un iniziale periodo in artiglieria, riuscì ad essere accettato come allievo pilota[5]. Nell'ottobre 1929 entrò nell'Air Corps Reserve con il grado di secondo tenente. Nel gennaio 1930 entrò nell'esercito regolare della United States Army Air Corps ed iniziò l'addestramento al volo nella base aerea di Norton Field tra il 1931 ed il 1932.
Completamente estraneo alla vita sociale e interessato soprattutto al volo, LeMay comprese l'importanza decisiva che avrebbero avuto in futuro i bombardieri a lungo raggio nella guerra aerea; divenne presto uno dei piloti più esperti e audaci dei primi bombardieri pesanti[6]. Con il grado di tenente ricevette notorietà per essere riuscito, durante un addestramento congiunto con la marina, a localizzare una corazzata pur avendo ricevuto le coordinate sbagliate; LeMay inoltre fu il protagonista nel maggio 1938 della missione di intercettazione con tre bombardieri B-17 al largo delle coste orientali degli Stati Uniti del transatlantico italiano Rex[7].
Il ruolo nella seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]
Per i suoi record di volo sugli oceani, fu scelto nel 1941 a guidare i convogli attraverso l'Oceano Atlantico. Promosso prima maggiore e poi colonnello ricevette il comando di uno dei primi gruppi di bombardieri pesanti B-17 Flying Fortress, il 305th Bomb Group, con il quale raggiunse la Gran Bretagna nell'ottobre 1942 per partecipare alla prevista campagna di bombardamenti strategici sull'Europa occupata.

Inquadrata nella potente Eighth Air Force, l'unità guidata da LeMay entrò subito in combattimento; egli mantenne il comando fino al maggio 1943 e promosse importanti novità tattiche nelle formazioni da combattimento dei bombardieri, le combat box. In particolare LeMay prescrisse ai suoi equipaggi di mantenere le formazioni più strette possibili, non fare alcuna manovra evasiva durante il bombardamento e non preoccuparsi di eventuali aerei ritardatari o danneggiati; egli riteneva essenziale per ridurre le perdite e colpire l'obiettivo, che i bombardieri volassero sempre in box di diciotto o ventuno aerei accuratamente schierati su quote diverse in modo da costituire una formazione compatta ma flessibile che sarebbe stata in grado di formare, grazie alle numerose mitragliatrici pesanti a bordo dei B-17, un quasi impenetrabile schermo di fuoco[8]. LeMay mise in pratica le sue tattiche il 23 novembre 1942 guidando personalmente nel bombardiere di testa le combat box del 305th Bomb Group contro il porto francese di Saint-Nazaire; l'incursione fu un brillante successo; gli aerei volarono dritti ad alta quota sopra l'obiettivo senza subire perdite e colpendo con precisione[9].
LeMay, grazie alle sue efficaci innovazioni tattiche e alla sua energia di comando, divenne uno degli ufficiali più importanti dei bombardieri americani in Europa e nell'agosto 1943 guidò il 4° Bomb Wing nella famosa e costosa incursione su Ratisbona; LeMay con i suoi bombardieri superstiti dopo il bombardamento proseguì fino alle basi aeree alleate in Nordafrica[10]. Nel settembre 1943 venne promosso a generale di brigata (il più giovane delle forze armate americane[11]) assunse il comando dell'intera Terza Divisione aerea che guidò nelle gigantesche incursioni sulla Germania della prima metà del 1944. Le perdite subite furono pesanti, ma LeMay continuò con grande determinazione a condurre personalmente i suoi equipaggi; egli fin dall'ottobre 1943 aveva iniziato a riconsiderare criticamente la tattica americana dei bombardamenti di precisione su obiettivi industriali della Germania e aveva proposto di effettuare bombardamenti su vaste aree abitate delle grandi città tedesche, seguendo in parte la strategia del Area bombing adottata dai britannici[12]. LeMay riteneva che gli attacchi sulle aree residenziali avrebbero garantito risultati maggiori dal punto di vista materiale e morale e ridotto le perdite[12].

Nell'agosto 1944 Le May fu trasferito nel teatro del Sud-Est asiatico dove prese il comando del XX Bomber Command della Twentieth Air Force che, equipaggiato con i bombardieri strategici B-29 Superfortress, aveva il compito di colpire il Giappone partendo dalle basi in Cina e in India (operazione Matterhorn); nonostante la sua grande energia, i bombardamenti non ottennero i risultati sperati a causa soprattutto delle difficoltà operative e logistiche. Gli Stati maggiori riuniti decisero di trasferire la massa principale dei B-29 nelle basi delle Isole Marianne da dove attaccare il Giappone; venne costituito il nuovo XXI Bomber Command, di cui inizialmente prese il comando il generale Haywood S. Hansell. Nel gennaio 1945 il generale Henry Arnold, insoddisfatto dell'operato di Hansell, decise di assegnare il comando del XXI Bomber Command a LeMay, che quindi si trasferì nelle Marianne.
LeMay cambiò totalmente le strategie di attacco; egli decise di effettuare le incursioni di notte a una quota di 1.500 metri; inoltre i bombardieri sarebbero stati equipaggiati principalmente di bombe incendiarie per favorire danni devastanti sulle città giapponesi formate in prevalenza di case in legno[13]. LeMay in questo modo riteneva di raggiungere micidiali effetti distruttivi e minimizzare le proprie perdite sfruttando le debolezze dei sistemi radar giapponesi e l'insufficienza della loro caccia notturna. La strategia di LeMay venne messa in pratica a partire dalla notte del 9-10 marzo 1945, quando una catastrofica incursione su Tokyo da parte di 334 B-29 provocò enormi distruzioni e circa 130.000 vittine[14].
Dopo questa primo devastante bombardamento, LeMay continuò la sua terribile azione fino al 15 agosto 1945; al termine della campagna, i bombardieri di LeMay avevano colpito 69 città giapponesi, distruggendo 290 chilometri quadrati di costruzioni abitati da 21 milioni di persone; Tokyo fu colpita da oltre 11.000 tonnellate di bombe, Osaka da oltre 6.000. Il 3 agosto 1945 LeMay firmò, sulla base di precedenti direttive del generale Thomas T. Handy, facente funzione di capo di stato maggiore generale, al comandante in capo delle United States Strategic Air Forces in the Pacific, generale Carl Spaatz, il documento che autorizzava formalmente il colonnello Paul Tibbets ad eseguire la cosiddetta "Missione di bombardamento speciale N. 13", il bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki[15].
La direzione dello "Strategic Air Command" e la guerra fredda[modifica | modifica wikitesto]

Al termine della guerra LeMay rimase al centro dell'attenzione della propaganda, guidando personalmente nel settembre 1945 uno dei tre bombardieri B-29 speciali che effettuarono il famoso volo senza scalo dal Giappone agli Stati Uniti conseguendo una serie di record tra cui quelli per il volo senza scalo più lungo dell'USAAF e quello per il primo volo senza scalo dal Giappone a Chicago.
Dopo la breve euforia seguente la fine della seconda guerra mondiale, la situazione internazionale divenne rapidamente tesa con l'inizio della Guerra fredda e LeMay assunse subito un ruolo importante nella macchina militare americana; dopo un breve periodo trascorso al Pentagono, ricevette il comando delle Forze aeree americane in Europa. In questo comando venne coinvolto nella crisi di Berlino del 1948 e diresse il ponte aereo per rifornire Berlino Ovest, che si concluse con un brillante successo politico e organizzativo per l'occidente[16].

Dal 1948 al 1957, gli anni più tesi della Guerra fredda, fu posto a capo dello Strategic Air Command (SAC) dell'aviazione americana che egli trasformò con grande energia in una potente e micidiale arma di attacco nucleare, in stato di costante prontezza operativa per sferrare una eventuale ritorsione globale contro l'Unione Sovietica[17]. In particolare LeMay rafforzò la coesione e migliorò l'addestramento del SAC e immise in servizio i nuovi bombardieri pesanti Convair B-36 e Boeing B-52 Stratofortress, una parte dei quali egli mantenne in costante "allerta a terra" (Ground alert), pronti a partire per l'attacco nucleare entro trenta minuti[18]. Nel 1957 LeMay iniziò anche a proporre il sistema dell'"allerta in volo" (Airborne alert) con bombardieri sempre in aria armati con bombe nucleari attive[19].
Negli anni 50, LeMay, promosso generale a quattro stelle, divenne un personaggio popolare a livello nazionale e un simbolo della dura contrapposizione militare con l'Unione Sovietica. Egli accrebbe anche la sua influenza sulla politica militare e la sua autorevolezza sulle decisioni riguardo alla difesa degli Stati Uniti[20]. LeMay propugnava sistematicamente idee oltranziste e dimostrava pubblicamente la sua determinazione e la sua durezza di modi e di metodi, contribuendo a divulgare l'immagine esterna del SAC come una struttura potente e invincibile. Il generale, oltre a sviluppare al massimo l'addestramento, pianificava l'impiego in massa dei suoi bombardieri strategici con armi nucleari e faceva pressioni con il potere politico per incrementare il numero degli aerei e delle bombe[21]. LeMay, pur preferendo sempre il potenziamento delle sue armi offensive che a suo parere, intimidendo l'avversario, avrebbero "impedito la guerra", fece anche sviluppare moderni sistemi di comunicazione per ottimizzare il comando e il controllo di tutte le unità aeree del SAC[22]. Il generale mantenne il comando del SAC fino al 1957 e negli ultimi anni del suo incarico sollecitò, preoccupato dallo sviluppo dei nuovi missili sovietici, il rafforzamento dei sistemi di "allerta a terra" e "allerta in volo" per evitare le conseguenze di un possibile attacco missilistico di sorpresa sulle basi del SAC[23].

Divenuto Capo di stato maggiore dell'aviazione, dopo l'elezione del presidente John Fitzgerald Kennedy nel novembre 1960, LeMay entrò in acceso contrasto con il nuovo segretario alla Difesa Robert McNamara e il suo gruppo di giovani e innovativi collaboratori. McNamara era deciso a rivoluzionare completamente le forze armate statunitensi, introducendo la nuova strategia della risposta flessibile e potenziando l'arsenale di missili balistici intercontinentali. Il segretario alla Difesa inoltre intendeva ridimensionare l'importanza dei bombardieri strategici del SAC, bloccando lo sviluppo di un successore supersonico del B-52 Stratofortress e di un bombardiere con propulsione nucleare[24]. LeMay non condivideva affatto le idee di McNamara, considerava non del tutto affidabili i missili balistici e preferiva di gran lunga i bombardieri strategici, egli inoltre respingeva le teorie sulla "risposta flessibile" e continuava a sostenere, supportato dal comandante del SAC generale Thomas S. Power, una strategia basata sulla risposta massiccia totale e sull'attacco counterforce, contro le basi militari e i centri di comando sovietici[25]. In questo periodo tuttavia, nonostante la rivalità con McNamara, LeMay riuscì ad ottenere l'autorizzazione a potenziare il sistema della "allerta in volo", attivando l'operazione Chrome Dome che prevedeva che dodici B-52 fossero sempre in aria su rotte prestabilite armati con bombe nucleari attive, in posizioni d'attacco verso l'Unione Sovietica[26].
Durante i primi anni della guerra del Vietnam LeMay sostenne posizioni estremistiche, consigliando l'adozioni di tattiche di bombardamento del Vietnam del Nord sistematiche, massicce e indiscriminate. Nel 1963 affermò in particolare che fosse arrivato il momento di iniziare a colpire con i bombardamenti "il mucchio di letame", il Vietnam del Nord, senza perdere tempo a "dare la caccia alle mosche", i vietcong nel Vietnam del Sud[27]. LeMay utilizzò ancora la sua terminologia diretta e caustica l'anno seguente nel corso delle innumerevoli conferenze di pianificazione e previsione per valutare le migliori strategie da perseguire in Vietnam; il generale giunse al punto di affermare che con i bombardamenti bisognava ricacciare il Vietnam del Nord "all'età della pietra"[28].
LeMay peraltro, mentre esprimeva le sue proposte di attacchi aerei senza limitazioni e di impegno totale della potenza militare americana, si dimostrò invece contrario all'impiego diretto delle truppe di terra americane in Vietnam[29]. Le strategie radicali di LeMay, inopportune politicamente e moralmente discutibili, furono respinte dai dirigenti politici dell'amministrazione Johnson che preferirono attivare piani di bombardamento accuratamente graduati e selettivi[30].
Nel corso della crisi dei missili di Cuba nel 1962, LeMay riconfermò il suo irriducibile oltranzismo, affermando che l'accordo era una clamorosa sconfitta per gli Stati Uniti e cercando di convincere il presidente John Kennedy ad invadere l'isola caraibica[31].
Gli ultimi anni e la morte[modifica | modifica wikitesto]
Curtis LeMay si dimise dall'USAF nel 1965 e inizialmente si ritirò a vita privata; nel clima politico sociale dell'America negli anni sessanta, in conseguenza anche del disastro in Vietnam, divenne il bersaglio di forti critiche e fu denigrato pesantemente come personaggio "guerrafondaio", "barbarico" e "nazista", simbolo della ottusa bellicosità dell'apparato militare-industriale americano[32]. Per il suo esasperato bellicismo verosimilmente servì da modello per i personaggi caricaturali dei generali Buck Turgidson e Jack D. Ripper, deciso a scatenare autonomamente un attacco nucleare con bombardieri strategici, del film Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba[33].
Nel 1968 LeMay fece un intempestivo tentativo di entrare nella vita politica degli Stati Uniti, accettando di essere il candidato alla vice-presidenza di George Wallace, un discusso politico democratico ma candidato con il Partito Indipendente Americano, dalle posizioni di stampo segregazionista. Per la verità le posizioni politiche di LeMay non coincidevano completamente con il programma di Wallace; il generale aveva espresso pubblicamente posizioni favorevoli alla parità dei diritti, all'integrazione razziale e all'aborto, ma durante la campagna elettorale divenne il facile obiettivo della propaganda avversaria, anche a causa di alcune sue inopportune e radicali dichiarazioni[29]. Il ticket Wallace-LeMay, pur non riuscendo veramente a impensierire il duopolio del Partito Repubblicano e del Partito Democratico, ottenne comunque un buon risultato, risultando l'ultima candidatura di un terzo partito della storia statunitense capace di ottenere grandi elettori, grazie alla vittoria in cinque stati del "profondo Sud" e al voto infedele di un delegato repubblicano della Carolina del Nord.
Conclusa questa esperienza LeMay, che durante la propaganda elettorale aveva anche perso un incarico nell'industria aerospaziale, si ritirò definitivamente a vita privata fino alla morte, sopraggiunta nel 1990 a causa di un infarto.
Scritti[modifica | modifica wikitesto]
- (con MacKinlay Kantor) Mission with LeMay: My Story (Doubleday, 1965) ISBN B00005WGR2
- (con Dale O. Smith) America is in Danger (Funk & Wagnalls, 1968) ISBN B00005VCVX
- (con Bill Yenne) Superfortress: The Story of the B-29 and American Air Power (McGraw-Hill, 1988) ISBN 0-07-037160-1
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Cavaliere di I Classe dell'Ordine del Sol Levante |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 290-291.
- ^ B. Tillman, W. Clark, LeMay: a biography, p. 4.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, p. 101.
- ^ B. Tillman, W. Clark, LeMay: a biography, p. 5.
- ^ B. Tillman, W. Clark, LeMay: a biography, p. 6.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 101-102.
- ^ E. Hammel, The road to Big Week, p. 94.
- ^ B. Tillman, W. Clark, LeMay: a biography, pp. 28-29.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, p. 102.
- ^ W. Kozak, Le May, pp. 136-146.
- ^ W. Kozak, Le May, p. 148.
- ^ a b AA.VV., Germany and the second world war, vol. VII, p. 73.
- ^ E. Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, vol. VII, pp. 205-206.
- ^ E. Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, vo. VII, pp. 206-207.
- ^ E. Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, vo. VII, pp. 207-208.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, p. 104.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 104-106.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 189-190.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 190-191.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, p. 160.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 160-162.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 165-166.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 189-191.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 274-275.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, pp. 275-276.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, p. 276.
- ^ S. Karnow, Storia della guerra del Vietnam, p. 197.
- ^ S. Karnow, Storia della guerra del Vietnam, pp. 251-252.
- ^ a b E. Schlosser, Comando e controllo, p. 313.
- ^ D. Halberstam, Le teste d'uovo, pp. 533-534.
- ^ M. Beschloss, Guerra fredda, p. 550.
- ^ E. Schlosser, Comando e controllo, p. 312.
- ^ (EN) Truth Stranger Than Strangelove, su nytimes.com. URL consultato il 27 agosto 2016.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- AA.VV., Germany and the second world war, vol. VII: The Strategic Air War in Europe and the War in the West and East Asia, 1943-1944/5, Clarendon Press, 2015
- Eddy Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, De Agostini, 1971
- Michael Beschloss, Guerra fredda, Arnoldo Mondadori Editore, 1991
- David Halberstam, Le teste d'uovo, Arnoldo Mondadori Editore, 1974
- Stanley Karnow, Storia della guerra del Vietnam, Rizzoli, 1985
- Warren Kozak, LeMay: The Life and Wars of General Curtis LeMay, Regnery Publishing, 2009
- Eric Schlosser, Comando e controllo, Mondadori Libri, 2015
- Barrett Tillman-Wesley Clark, LeMay: a biography, St. Martin's Press, 2007
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikiquote contiene citazioni di o su Curtis LeMay
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Curtis LeMay, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 52630523 · ISNI (EN) 0000 0000 5766 2006 · LCCN (EN) n83123431 · GND (DE) 124728987 · BNF (FR) cb16028458r (data) · J9U (EN, HE) 987007300765805171 · NDL (EN, JA) 00470217 · WorldCat Identities (EN) lccn-n83123431 |
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