Corvus ruficollis

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Corvo collorosso
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Passeriformes
Sottordine Oscines
Infraordine Corvida
Superfamiglia Corvoidea
Famiglia Corvidae
Genere Corvus
Specie C. ruficollis
Nomenclatura binomiale
Corvus ruficollis
Lesson, 1831
Areale

Il corvo collorosso o corvo collobruno, anche noto come corvo del deserto (Corvus ruficollis Lesson, 1830) è un uccello passeriforme della famiglia dei Corvidi[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico della specie, ruficollis, deriva dal latino e significa "dal collo rossiccio", in riferimento alla colorazione di questi uccelli: il loro nome comune altro non è che la traduzione di quello scientifico.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare al suolo a Merzouga.
Esemplare in volo sul Negev.

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura 52-56 cm di lunghezza, per un peso di 500-647 ed un'apertura alare che raggiunge i 110 cm[3].

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli dall'aspetto robusto e slanciato, muniti di testa ovale e allungata con forte becco conico e appuntito, lievemente arcuato verso il basso, collo robusto, lunghe ali digitate, zampe lunghe e forti, coda piuttosto lunga e dall'estremità cuneiforme.
Nel complesso, il corvo collorosso rassomiglia notevolmente all'affine corvo imperiale, rispetto al quale presenta dimensioni minori e becco più corto e sottile maggiormente ricurvo nella sua parte distale, oltre che barbe golari in proporzione più lunghe e tendenti a biforcarsi in punta ed all'inconfondibile colorazione che rende questa specie quasi immediatamente riconoscibile rispetto a qualsiasi altra.

Il piumaggio si presenta fondamentalmente di colore nero lucido, con riflessi metallici di colore bluastro o purpureo su ali e coda: su testa, collo e petto la colorazione tende vistosamente a virare verso il color bruno-ruggine, ed in generale tale colorazione tende ad espandersi a quasi tutto il piumaggio (in particolar modo nell'area ventrale) man mano che l'animale si avvicina alla successivamuta.
I due sessi sono del tutto simili nella colorazione.

Il becco e le zampe sono di colore nero: gli occhi sono invece di colore bruno scuro.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare vocalizza in Israele.

Il corvo collobruno è un uccello dalle abitudini di vita diurne e poco sociali (anche in virtù dell'ambiente inospitale occupato dalla specie), che vive perlopiù da solo o in coppie. I territori occupati da queste specie sono abbastanza ampi e vengono tenacemente difesi da eventuali intrusi conspecifici.

Il richiamo di questi uccelli è rappresentato da un gracchio secco e monotono ripetuto solitamente tre volte, con intensità differente a seconda dello stato d'animo dell'animale: similmente a molti corvidi, anche il corvo collobruno è in grado di imitare i suoni dell'ambiente circostante.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Anche in virtù dell'ambiente inospitale che occupa, il corvo collobruno è un uccello onnivoro e molto opportunista, nel quale la componente carnivora della dieta prevale su quella vegetariana.

Fra i cibi di origine animale consumati da questi uccelli vi sono principalmente insetti ed altri invertebrati, perlopiù terrestri (molluschi, locuste e grilli), piccoli vertebrati (topolini, lucertole, serpentelli, uova e nidiacei, pesce) e carcasse, mentre fra gli alimenti di origine vegetale figurano frutta, bacche, semi e granaglie.

I corvi collobruno sono molto intelligenti ed escogitano vari metodi per reperire il cibo: in alcune osservazioni sul campo, essi hanno dimostrato di collaborare fra loro per stanare e predare con successo i piccoli rettili[4].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Coppia in Egitto.
Uovo di Corvus ruficollis - Museo di Tolosa

Si tratta di uccelli rigidamente monogami, le cui coppie si formano attorno ai tre anni d'età e rimangono assieme fino alla morte di uno dei coniugi.

La stagione riproduttiva va da febbraio a giugno, cominciando circa un mese più tardi nelle porzioni nord-orientali dell'areale occupato dalla specie ed anche un paio di mesi prima in quelle centro-meridionali (con le coppie della penisola arabica che cominciano le operazioni di nidificazione già a dicembre)[3].
Il nido, a forma di coppa con ampia piattaforma circostante, viene costruito da ambedue i coniugi poco dopo la formazione della coppia: salvo incidenti, esso viene riutilizzato ad ogni cova, venendo rimaneggiato anno dopo anno. Il nido, costruito con rametti e fibre vegetali intrecciate, è ubicato in punti sopraelevati rispetto all'area circostante, come alberi, vecchi edifici abbandonati o formazioni rocciose.
All'interno del nido la femmina depone 4-5 uova che essa sola si cura di covare (alimentata dal maschio) per i 20-22 giorni necessari alla loro schiusa. I piccoli, nutriti da ambedue i genitori, che fanno continuamente la spola dal nido, cominciano ad esplorare i dintorni del nido attorno ai 37-38 giorni dalla schiusa, involandosi attorno alle 6 settimane di vita: essi tendono tuttavia a restare coi genitori il più a lungo possibile, seguendoli nei loro spostamenti e chiedendo loro l'imbeccata di tanto in tanto (sebbene sempre più sporadicamente man mano che crescono).

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Coppia a El Fayum.

Il corvo collobruno occupa un areale piuttosto ampio, che comprende gran parte del Nordafrica (dal sud del Marocco al nord del Senegal, ad est fino all'Eritrea nord-occidentale), del Medio Oriente (Levante meridionale, penisola araba, il sud dell'Iraq e dell'Iran, ad est fino al Sistan e al Makran) e dell'Asia Centrale (dalle coste orientali del Mar Caspio al Tagikistan e al nord dell'Afghanistan): la specie è inoltre presente a Capo Verde e a Socotra, mentre manca dalle aree costiere del Maghreb (dove viene sostituita dal corvo imperiale) e dal Fezzan meridionale.

Esemplare a Boa Vista.

Questi uccelli sono generalmente residenti nell'ambito del proprio areale, pur compiendo spostamenti quasi continui nei propri territori alla ricerca di cibo ed acqua: essi, tuttavia, sono in grado di compiere spostamenti anche di una certa entità, migrando verso sud in autunno nella porzione nord-orientale dell'areale e venendo avvistati a sud fino in Kenya settentrionale, in India nord-occidentale e perfino in Italia meridionale (con un singolo avvistamento a Pantelleria[5].

L'habitat del corvo collobruno è rappresentato dagli ambienti secchi e desertici (dal deserto di pianura alla savana secca ed alle aree aride pedemontane), con presenza di una scarsa vegetazione arborea e cespugliosa: questi uccelli ( risultano piuttosto circospetti, e non mostrano la spiccata antropofilia tipica di altre specie di corvo, anche simpatriche, con le quali pertanto raramente entrano in conflitto.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene alcuni autori sarebbero propensi ad elevare la popolazione di Socotra (di maggiori dimensioni) al rango di sottospecie a sé stante[3], la specie viene considerata monotipica[2] e strettamente imparentata col corvo somalo (un tempo a sua volta considerato una sottospecie del corvo collobruno) e col corvo bianconero[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International, Corvus ruficollis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Corvidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 6 maggio 2014.
  3. ^ a b c d (EN) Brown-necked Raven (Corvus ruficollis), su HBW Alive. URL consultato il 23 novembre 2018.
  4. ^ Walker, M., Clever ravens cooperatively hunt, su BBC Earthnews website, 1 dicembre 2009.
  5. ^ Copete, J. L., Brown-necked Raven in Italy, su HBW Alive, 6 marzo 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Corvus ruficollis, in Avibase - il database degli uccelli nel mondo, Bird Studies Canada.

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