Chiesa di San Michele Arcangelo (Bardi, Gravago)

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Chiesa di San Michele Arcangelo
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàMonastero di Gravago (Bardi)
Indirizzostrada comunale della Bré snc ‒ Monastero ‒ Bardi (PR)
Coordinate44°35′39.5″N 9°45′55.2″E / 44.594306°N 9.765333°E44.594306; 9.765333
Religionecattolica di rito romano
Titolaresan Michele Arcangelo
Diocesi Piacenza-Bobbio
Consacrazione1902
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneseconda metà del XVII secolo
Completamento1902

La chiesa di San Michele Arcangelo è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche situato in località Monastero di Gravago, frazione del comune di Bardi, in provincia di Parma e diocesi di Piacenza-Bobbio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sul luogo della chiesa attuale fu edificato in età longobarda, nel VII secolo, un monastero dedicato a san Michele Arcangelo, con chiesa annessa fondata ai tempi dell'abate Attala dai monaci dell'abbazia di San Colombano di Bobbio,[N 1] sotto la cui influenza ed egemonia Gravago e Bardi ricadevano; a difesa della struttura e della zona fu successivamente costruito il castello.[5]

I diplomi dei re longobardi Ildebrando del 744 e Rachis del 746 confermarono il passaggio al vescovo di Piacenza del possesso dei monasteri regi e rurali di Fiorenzuola, Gravago e val di Tolla, e del monastero cittadino dei Santi Tommaso e Siro; un rector li reggeva in nome del vescovo.[6]

Nel 1579 i locali del monastero furono trasformati nella canonica della chiesa adiacente, che fu completamente ricostruita nella seconda metà del XVII secolo in stile barocco.[7]

Negli anni seguenti il tempio fu modificato a più riprese, conservando solo l'abside dell'edificio seicentesco. Nel 1718 furono completati i lavori di ampliamento, che raddoppiarono le dimensioni della struttura originaria. Intorno alla metà del secolo furono innalzati la facciata e il campanile, mentre le sei cappelle e gli altari furono aggiunti tra il 1760 e il 1774.[7]

Nel 1870 fu sopraelevata la torre campanaria con la costruzione della cuspide.[7]

Nel 1902 la chiesa fu ristrutturata e la facciata fu modificata con l'aggiunta del portale centrale neobarocco, dei capitelli corinzi e delle statue nelle nicchie. Al termine dei lavori, l'11 settembre dello stesso anno il luogo di culto fu solennemente consacrato dal vescovo di Piacenza Giovanni Battista Scalabrini.[7]

Nel 2005 l'edificio fu restaurato e parzialmente consolidato,[7] ma nel settembre del 2012, a causa di un dissesto idrogeologico che mise in serio rischio la stabilità della zona absidale, fu dichiarato inagibile e chiuso al culto, in attesa degli indispensabili lavori di rinforzo strutturale.[8]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata
Facciata e lato nord

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da sei cappelle laterali, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[7]

La simmetrica facciata, interamente intonacata, è scandita verticalmente in cinque parti da sei alte lesene coronate da capitelli corinzi, a sostegno della trabeazione spezzata; al centro è posto il portale d'ingresso ad arco trilobato, delimitato da un'elaborata cornice modanata in pietra, con piedritti, capitelli a palmetta e bassorilievo a motivi fogliati in chiave di volta; più in alto si apre un ampio finestrone strombato ad arco trilobato; ai lati di quest'ultimo sono collocate all'interno di nicchie ad arco a tutto sesto le statue di quattro Santi. Nella parte superiore si apre nel mezzo un'ampia nicchia ad arco a tutto sesto contenente la statua di San Michele Arcangelo, sormontata da un'altra leggera nicchia a forma di croce lobata; la porzione centrale è delimitata da due lesene coronate da capitelli corinzi, a sostegno del frontone triangolare sommitale, con cornice arricchita da modiglioni; le quattro più basse lesene laterali, intervallate da volute, culminano in alti pinnacoli piramidali.[7]

I fianchi intonacati sono scanditi da lesene in corrispondenza delle cappelle inferiori in aggetto e da profondi pilastri a sostegno di cinque ampie arcate a sesto ribassato nella parte superiore, incorniciando nelle tre porzioni centrali altrettanti finestroni quadrati.[7]

Sul retro la bassa abside circolare è caratterizzata dalla presenza di un'apertura centrale a croce lobata e di due alti finestroni rettangolari laterali.[7]

Campanile

Il campanile, interamente rivestito in pietra, si innalza isolato a nord dell'abside; la torre a pianta quadrata è suddivisa orizzontalmente in tre ordini da cornici marcapiano, mentre gli spigoli sono arricchiti da lesene; la cella campanaria si affaccia sui quattro lati attraverso aperture ad arco a tutto sesto, affiancate da piedritti con capitelli dorici. In sommità, oltre la cornice modanata in aggetto, si eleva la lanterna a pianta ottagonale; quattro fianchi, delimitati da lesene, presentano centralmente piccole monofore ovali; a coronamento si staglia la piccola cupola in rame.[7]

All'interno l'ampia navata è coperta da volta a botte lunettata decorata con affreschi tardo-novecenteschi, tutti realizzati dal pittore pontremolese Tiziano Triani; i fianchi sono scanditi da lesene coronate da capitelli corinzi, a sostegno della trabeazione perimetrale spezzata, con cornice dipinta a festoni; ai lati si aprono attraverso ampie arcate a tutto sesto le sei cappelle, coperte anch'esse da volte a botte dipinte con cieli stellati.[7]

Il presbiterio absidato, leggermente sopraelevato e coperto da volta a botte, è preceduto dall'arco a sesto ribassato, decorato con l'affresco rappresentante al centro il Santissimo Sacramento e ai lati sei Angeli;[5] l'altare maggiore a mensa, retto da quattro colonnine tortili in marmo rosso di Verona, è arricchito da un paliotto in marmo di Carrara, ornato con motivi a foglie dorate. Sul fondo le lesene corinzie delimitano verticalmente i due ampi finestroni laterali e la lunetta centrale.[7]

La cappelle laterali di destra sono dedicate al battistero, a santa Lucia e al Sacro Cuore, mentre quelle di sinistra al confessionale, a sant'Anna e alla Madonna.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Esplicative[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Secondo Giacomo Coperchini il monastero di San Paolo di Mezzano sarebbe stato fondato sempre nel VII secolo poco dopo quello di Bobbio, ai tempi dell'abate Attala, proprio in seguito alla diaspora di alcuni monaci di Bobbio che si sarebbero anche insediati presso i nascenti cenobi di Fiorenzuola, di Gravago e di Val di Tolla.[1][2][3][4]

Bibliografiche[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovanni Coperchini, Quadro ecologico e interpretazione storica del territorio piacentino-bobiense, in Bollettino storico piacentino, n. 83, Piacenza, Tip.Le.Co., 1996, pp. 253-270.
  2. ^ Giovanni Coperchini, Il monastero di Mezzano nell'economia piacentina prima dell'indizione delle crociate, in Archivio storico per le Province parmensi, IV, n. 48, Parma, Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, 1996, pp. 167-187.
  3. ^ Giovanni Coperchini, Le terre di San Colombano: la "valle, in qua situm est monasterium" (primo contributo), in Archivum Bobiense, n. 22, Bobbio, 2000, pp. 291-304.
  4. ^ Giovanni Coperchini, Le terre di San Colombano: la "valle, in qua situm est monasterium" ed il monastero «Sancti Pauli de Mediana», in Archivum Bobiense, n. 23, Bobbio, 2001, pp. 231-240.
  5. ^ a b Gravago e dintorni... (DOC), su valcenoweb.it. URL consultato il 7 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  6. ^ Giuseppe Conti, Il castello di Gravago e le Caminate (Bardi), su valcenoweb.it. URL consultato il 7 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  7. ^ a b c d e f g h i j k l m Chiesa di San Michele Arcangelo "Gravago, Bardi", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 7 dicembre 2016.
  8. ^ Erika Martorana, Gravago: chiuso l'antico monastero di San Michele, in www.gazzettadiparma.it, 30 settembre 2012. URL consultato il 7 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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