Carte da gioco italiane

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Voce principale: Carta da gioco.

Le carte da gioco italiane consistono normalmente di mazzi da 40 carte di 4 diversi semi, ma c'è una grande varietà stilistica nel disegno delle carte, dipendente soprattutto dall'area geografica. In alcune regioni sono diffuse le carte a semi italiani o spagnoli, con i semi di bastoni (a volte chiamati anche mazze), coppe, denari e spade e con le figure fante (o donna), cavallo e re; in altre sono diffuse carte illustrate con i semi francesi, cuori, quadri, fiori e picche, con le figure fante, donna e re. Di ogni seme troviamo i numeri 2, 3, 4, 5, 6, 7, più l'asso e le figure.

Tipologia

Le carte regionali italiane possono essere iscritte a quattro gruppi:

  • tipo Italia settentrionale: derivano dai tarocchi del XIV-XV secolo; hanno le spade in forma di scimitarre e i bastoni in forma di scettri o mazze cerimoniali. Gli assi elaborati possono riportare un motto. Esistono nelle versioni a 36 carte (raro), 40 o 52. Appartengono a questo gruppo le bergamasche, le bolognesi, le bresciane, le trevisane (o venete), le triestine e le trentine. Sono diffuse nelle regioni del nord est.
Semi italiani
Seme nelle carte bergamasche
Seme nelle carte trevisane
Seme nelle carte triestine
Seme nelle carte trentine
Seme nelle carte bresciane
Seme nelle carte bolognesi
Italiano Spade Coppe Denari Bastoni
Spagnolo Espadas Copas Oros Bastos
  • tipo spagnolo: hanno i bastoni in forma di tronchi o randelli e le spade più corte e dritte con figura intera, tranne che le piacentine di "tipo moderno" (dopo il 1950). Appartengono a questo gruppo le seguenti tipologie[1].
    • piacentine: Emilia occidentale, Lombardia meridionale, Toscana appenninica, Marche, Umbria, Lazio.
    • napoletane: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria.
    • romagnole: Romagna e provincia di Ferrara.
    • siciliane: Sicilia.
    • sarde: Sardegna.
    • abruzzesi: Abruzzo. (Prodotte nel Natale 2011, commercializzate dal 2013 (Dal Negro)).

Le carte di tipo spagnolo esistono solo nella versione a 40 carte. Un particolare gruppo di carte appartenenti a questo gruppo sono le romane, nate negli anni settanta, hanno incontrato poca fortuna tra i giocatori e non sono state più prodotte; queste carte avevano le figure che si rifacevano alla tradizione romana: legionario, centurione, imperatore.

Semi spagnoli
Seme nelle carte piacentine
Seme nelle carte napoletane
Seme nelle carte siciliane
Seme nelle carte romagnole
Seme nelle carte sarde
Seme nelle carte abruzzesi File:Seme Spade.png File:Seme Coppe.png File:Seme Denari.png File:Seme Bastoni.png
Italiano Spade Coppe Denari Bastoni
Spagnolo Espadas Copas Oros Bastos

I quattro simboli denari, bastoni, coppe e spade rappresentavano per alcuni in origine le diverse classi in cui era divisa la società medievale, rispettivamente i mercanti, i contadini, il clero e i guerrieri.[2]

  • tipo francese: hanno i semi delle carte francesi e normalmente senza indici. Appartengono a questo gruppo le genovesi, le milanesi (o lombarde), le fiorentine (o toscane), le piemontesi. Hanno le figure intere, tranne le genovesi (figure di tipo francese o belga). Sono diffuse nel nord-ovest e in Toscana. Esistono nelle versioni a 36 (genovesi e piemontesi), 40 o 52 carte.
Semi francesi
Seme
Italiano Cuori Quadri Fiori Picche
Francese Cœur Carreau Trèfle Pique
  • tipo tedesco: hanno i semi di tipo tedesco (cuori, ghiande, foglie e campane) e sono diffuse nella provincia di Bolzano, dove sono conosciute con il nome di "Salisburghesi" (o "Salzburger"); sono a figura intera e in Austria sono conosciute anche come Einfachdeutsch (ovvero tedesche a figura intera) per distinguerle dalle "Bavaresi" che hanno la figura doppia (Doppeldeutsch). Nate come mazzo da 36 carte negli anni ottanta è stato introdotto il mazzo da 40 che oggi è l'unico diffuso in Alto Adige (la versione da 36 è ancora diffusa in Austria).
Semi tedeschi
Seme
Italiano Ghiande Foglie Cuori Campanelli
Tedesco Eichel Gras
Grün
Laub
Blatt
Schippen
Pik
Herz
Rot
Schellen

Storia e varianti regionali

Di seguito sono descritti in ordine alfabetico i vari mazzi regionali.

Carte abruzzesi

Le carte abruzzesi sono una variante delle carte napoletane, prodotte dal 2010 dalla Dal Negro e disegnate su iniziativa del Comitato organizzatore "Mostre ceramiche antiche e moderne" di Teramo[3]. Si tratta di un mazzo di 40 carte in stile spagnolo. Le uniche differenze rispetto al più popolare mazzo di carte italiano riguardano alcuni dettagli. I quattro assi simboleggiano le quattro province abruzzesi, in particolare l'asso di denari simboleggia L'Aquila, e rappresenta un'aquila coronata (a una testa sola) appollaiata su una moneta. Il re di denari ha le fattezze di Federico II di Svevia.

Carte baresi

Oggi non più in uso e proprie della Puglia. Questo mazzo comprendeva 40 carte ed era in stile spagnolo. Era pressoché identico al napoletano, fatta eccezione per il cinque di spade, sul quale non apparivano disegni in nero, e le figure più tozze.

Carte bergamasche

Le carte bergamasche sono carte in stile italiano. Il quattro di spade è chiamato anche margì per la donnina disegnata al centro. Il mazzo è composto da 40 carte con figure a due teste e misura 50×94 mm. Sull'asso di bastoni è presente il motto "VINCERAI". L'asso di coppe, come anche nelle carte trentine e bresciane, presenta una forma a fontana e si ispira all'emblema della famiglia Sforza. I denari sono rossi e neri e l'asso di questo seme è un grande cerchio giallo e arancione. Inoltre in mazzi di alcune produzioni sono presenti 4 carte supplementari di cui 2 recano i numeri dall'1 all'8 e due che recano i numeri dall'1 al 10.

Carte bolognesi o primiera bolognese

Le bolognesi sono carte in stile italiano dalla forma piuttosto stretta (misurano 49×104 mm), diffuse per lo più nella zona di Cento. Assieme alle Carte Trevisane sono le carte più lunghe d'Italia Questo mazzo è la derivazione diretta del mazzo del tarocco o tarocchino bolognese. A quest'ultimo sono stati tolti i trionfi, le regine e le carte numerali dall'8 al 10, aggiungendo i valori numerali dal 2 al 5. Così, il mazzo attuale è costituito da 40 carte. In questo mazzo, sono reversibili sia le figure che le carte numerali, fatta eccezione per l'asso di denari, che rappresenta una cornice nera col bollo d'imposta al suo interno.

Carte bresciane

Le bresciane sono carte in stile italiano. È l'unico mazzo regionale che esiste solo nella versione a 52 carte, poiché servono per giocare a cicera bigia, un gioco tipico della provincia di Brescia. Le carte dall'otto al dieci sono detti scartini, in quanto per alcuni giochi, ad esempio la briscola, è necessario che tali carte vengano scartate. Le figure intere sono di tipo "naive" con colori piatti e proporzioni del corpo approssimative. Come tutte le carte di "tipo italiano" hanno le spade in forma di scimitarre, e i bastoni in forma di scettri. Gli assi sono elaborati. Le carte bresciane sono strette, con un rapporto lunghezza/larghezza superiore a 2, e sono le più piccole d'Italia misurando soltanto 43×88 mm. Numerose carte hanno dei soprannomi: il fante di coppe è chiamato "Fant cagnì" oppure "Fant Gop", il due di spade è la "Felepa sensa pei" oppure "Figa de fer", il due di denari "Le bale del'orso" e il due di bastoni è detto "Figa de legn", mentre nel gioco di cicera bigia, il fante di coppe è sempre il "Fant gop", il dieci di denari è il "Des bel" (Dieci Bello), mentre il due di spade è detto "Du Fì" (Due Fino).

Carte genovesi

Diffuse in tutta la Liguria, le carte genovesi sono a semi francesi con figure doppie a linea di divisione diagonale. Il loro stile è molto simile a quello francese tradizionale (il cosiddetto stile di Parigi) e ancor più a quello belga, dal quale di distinguono solo per piccoli dettagli (mancanza di indici). Il mazzo tradizionale misura 58×88 mm ed è composto da 40 carte, ne esistono tuttavia versioni a 36 carte meno diffuse. Il mazzo di 52 carte usato per il Baccarà e lo Chemin de fer è composto da carte in stile genovese.

Carte lombarde o milanesi

Le carte milanesi sono carte a seme francese di forma piuttosto stretta (misurano 50×94 mm). Il mazzo è costituito da 40 carte e le figure sono molto elaborate, con figure doppie in stile "svizzero" a divisione orizzontale. Esiste una versione di carte lombarde, chiamate "lombarde estero" diffuse nel Canton Ticino, che presentano gli indici e le scritte fante, regina e re sulle rispettive figure.

Carte napoletane

Le carte napoletane sono carte in stile spagnolo. Sono tra le carte regionali più diffuse in Italia, essendo utilizzate nella maggior parte del Sud Italia. La struttura di questo mazzo di carte e quello siciliano risale al XIX secolo, come dimostrano le acconciature e i baffi delle figure di entrambi i mazzi. Notare che il fante viene spesso chiamato erroneamente donna per via dei lineamenti delicati e dell'assenza di barba o baffi (le figure sono quasi androgine), pur indossando un abbigliamento maschile. Il mascherone centrale del tre di bastoni è detto Gatto Mammone[4] per via dei suoi baffoni che ricordano le vibrisse dei gatti. Spiccano anche il cinque di spade con scene di semina, i denari rappresentati in forma di stelle, l'asso dello stesso seme rappresentato come un'aquila a due teste e il cavallo di spade, che rappresenta un personaggio di origine musulmana col turbante in testa e la scimitarra in mano. Il re di denari è talvolta detto matta in quanto in alcuni giochi, come ad esempio il sette e mezzo, può assumere qualsiasi valore gli si voglia dare. Il mazzo da 40 carte è a figure intere e misura 50×83 mm.

Carte nuoresi

Le nuoresi sono carte a seme francese, con figura doppia divisa orizzontalmente. Non sono ormai più fabbricate da alcun produttore e sono state sostituite dalle molto simili carte genovesi.

Carte piacentine

Le carte piacentine sono carte in stile spagnolo. Il mazzo contiene 40 carte ed ha figure a due teste. Fino agli anni cinquanta le figure erano intere. Create nella città di Piacenza, importato probabilmente sotto l'occupazione francese. I soldati francesi, infatti, usavano mazzi spagnoli per giocare ad Aluette. Questo mazzo è diffuso in Emilia occidentale, in Lombardia meridionale, Toscana appenninica, nelle Marche, in Umbria e in Lazio; in queste ultime tre regioni arrivarono nel XIX secolo, quando i territori dello Stato Pontificio confinavano con i ducati emiliani. Forse l'aspetto finale venne raggiunto in quegli anni.

Il mazzo piacentino trova molti punti di contatto con un mazzo spagnolo, disegnato da Phelippe Ayet nel 1575 circa e ritrovato nella Torre de los Lujanes a Madrid durante la demolizione.[5] Tutte le figure sono in piedi, al contrario dei mazzi del nord Italia dove solitamente i re sono assisi su un trono. L'asso di denari rappresenta un'enorme aquila coronata col bollo d'imposta sulla pancia, ed è detto localmente la Polla, mentre il cinque di spade ha la particolare caratteristica del motivo vegetale che contraddistingue anche il mazzo piacentino e quello romagnolo. Molte delle pose delle figure sono analoghe. Anche l'impostazione generale delle carte numerali è molto simile. Non faceva eccezione il quattro di bastoni, nella versione spagnola sorretto dalle mani e dai piedi di un putto (in alcuni mazzi è una scimmia). I primi disegni delle piacentine infatti avevano i gambi dei bastoni tutti verso il basso, mentre sugli esemplari più moderni sono verso il centro. Inoltre, nei primi mazzi, appariva lo stemma di Piacenza sul quattro di denari.

Gli esempi più eleganti e dettagliati di questo stile furono disegnati per la fabbrica milanese di Ferdinando Gumppemberg (si trova variato anche in Guppemberg o Gumppenberg) nei primi dell'Ottocento. Un disegno abbastanza diffuso, invece, è quello eseguito dall'incisore Lattanzio Lamperti e commercializzato tra il 1840 ed il 1850, ad una testa, oggi riprodotto da Modiano (da non confondere con il mazzo piacentino di Modiano, che, dal 1950, si trova a due teste). Misurano 50 × 94 mm.

Altri importanti stampatori furono: Armanino, Cassini, Cambissa & Co., Ferdinando Gumppemberg, Masenghini, Scipione Moscatelli, Regni, Vannini, Vindobona.

Carte piemontesi

Le carte piemontesi sono simili alle Genovesi, dalle quali probabilmente discendono; sono carte a semi francesi, con le figure doppie di stile franco-belga. La divisione orizzontale delle figure le rende facilmente riconoscibili da quelle genovesi. Un ulteriore differenza rispetto ad altre carte di derivazione francese è la presenza di una ghirlanda ellittica intorno al seme degli assi, di colore identico a quello del seme o nero (solo l'asso di cuori non è circondato da tale ghirlanda). Sono diffusi mazzi da 40 carte, da 36 (con asso, fante, donna e re e le carte numerali 6, 7, 8, 9 e 10) e da 52 (come tutto il classico mazzo di carte anglo-francesi esclusi i due jolly). Sono le carte a seme francese più piccole d'Italia: misurano infatti 50×83 mm.

Carte romagnole

Le romagnole sono carte in stile spagnolo a metà strada fra le carte napoletane e le piacentine, a figura intera, con mazzo da 40 carte. Usate nelle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, Ferrara, a Imola e nella Repubblica di San Marino. Misurano 58×88 mm. In questo mazzo, gli assi (carte quasi in bianco) ricordano quelli del Nord Italia. Coppe e spade, invece, rievocano quelle del Sud Italia. I bastoni, infine, sono quasi identici a quelli dei mazzi di carte spagnoli.

Carte romane

Oggi non più in uso e diffuse soprattutto in Italia centrale[6], erano a seme italiano. Nonostante la produzione e il consumo di carte da gioco romane nel Cinque-Seicento siano stati ingenti (addirittura tra i maggiori a livello internazionale), oggi ne restano solo pochi esemplari: un foglio comprendente dodici carte si conserva fortunosamente all'Archivio di Stato di Roma nella rilegatura di un volume datato 1585[7]. Inoltre, qui, i fanti, i cavalli e i re erano rispettivamente sostituiti da legionari, centurioni e imperatori. Per il resto, il resto era un normale mazzo da 40 carte in stile spagnolo.

Carte salisburghesi

Questo mazzo, proprio dell'Alto Adige, è l'unico usato in Italia a semi tedeschi (cuori, sonagli, foglie e ghiande). Il suo nome richiama la città di Salisburgo. Il mazzo è costituito da 40 carte e privo di assi, tre e quattro. La carta minima è il due, seguono le carte numerali dal cinque al dieci e le tre tipiche figure tedesche: fante minore (Unter), fante maggiore (Ober) e re (König). C'è, infine, una carta detta Weli, che funge da matta in alcuni giochi. Si tratta, in realtà, del sei di sonagli.

Carte sarde

Più che un mazzo di carte italiane tende più allo stile del mazzo di carte spagnolo: la somiglianza è fortissima e denuncia i forti rapporti culturali fra Spagna e Sardegna. I semi sono cuppas (coppe), oros (denari), bastos (bastoni, dallo spagnolo "bastos") e ispadas (spade). Il mazzo è composto di 40 carte a figura intera e misura 56×88 mm; similmente alle carte spagnole, le carte sarde presentano due piccoli indici: pur essendo un mazzo da 40 carte ed il valore del fante (in sardo sutta, dallo spagnolo sota) è 8, del cavallo (caddu) 9 e del re (re) 10, gli indici riportati sulle carte numerali vanno da 1 (assu) a 7 mentre sulle figure l'indice riporta rispettivamente il numero 10, 11 e 12, proprio a riprova delle 48 carte del mazzo spagnolo in cui sono presenti anche l'8 ed il 9 come carte numerali. L'asso di denari rappresenta un'enorme moneta d'oro, proprio come quelli dei mazzi di carte spagnoli.

Carte siciliane

Sono simili alle napoletane, ma con dimensioni talvolta inferiori e proporzioni diverse. Anche qui la donna prende il posto del fante. Il re di denari è detto matta ed ha un ruolo particolare in giochi come il sette e mezzo ed il cucù. I bastoni vengono comunemente chiamati mazze, e i denari oro. Sono di dimensioni più piccole rispetto ad altre carte regionali e con figure meno elaborate, ma con presenza di disegni supplementari su diverse carte (es. sul 5 di spade). Il mazzo è da 40 carte e le figure sono intere. Probabilmente sono la derivazione (con l'esclusione dei trionfi e di alcune carte numerali) del Tarocco Siciliano le cui carte sono molto simili, se non addirittura uguali, al mazzo delle siciliane. Nei primi mazzi, il cavallo di mazze (o quello di spade) rappresentava Garibaldi, che era anche presente nel tondino centrale del cinque d'oro prima della versione con la scena di biga presa da una moneta da 10 lire del Regno d'Italia; uno dei re aveva le sembianze di Vittorio Emanuele II. Il mazzo del Tarocco Siciliano è composto da 64 carte.

Carte toscane e fiorentine

Lo stesso argomento in dettaglio: Carte toscane.

Le carte toscane sono a seme francese, a figura intera con mazzo da 40 carte e vengono utilizzate in tutta la Toscana (le fiorentine solo a Firenze e dintorni). Si differenziano tra loro per il formato: le toscane misurano 58×88 mm mentre le fiorentine, che sono le carte da gioco più grandi d'Italia, misurano 67×101 mm. In passato le toscane presentavano figure con atteggiamenti diversi e solo nei primi del Novecento sono state uniformate alle fiorentine. Fante e re vengono chiamati anche rispettivamente gobbo e regio e i quadri sono più comunemente chiamati mattoni. Inizialmente, il mazzo era costituito da 52 carte in quanto c'erano anche le carte numerali 8, 9 e 10.

Carte trentine

Le trentine sono carte in stile italiano. Il mazzo è composto da 40 o 52 carte; le "figure" (o "carte vestite") sono intere, di disegno arcaico, con soli cinque colori privi di sfumature (bianco, nero, blu, giallo, rosso). Misurando 50×94 mm, sono più tozze delle trevigiane. Il valore delle carte dal 2 al 7 è riportato negli angoli. Il mazzo è riconoscibile per via dei re tutti e quattro assisi in trono. Spicca quello di denari col bollo d'imposta fra le gambe.

Carte trevisane (trevigiane), veneziane o venete

Le carte trevisane, veneziane o venete sono diffuse in tutto il Veneto e in tutto il Friuli e sono a semi italiani. I mazzi del XVIII secolo, conservati al Museo Correr di Venezia, contano tutti 52 carte[8] tranne il mazzo della fabbrica milanese Ferderico Gumppenberg. Il bollo d'imposta, quando necessario, era inserito sul re di bastoni (dove oggi è presente il riferimento alla città di Treviso) oppure sull'asso di denari. Originariamente le carte di corte erano a figura intera, ma progressivamente, nel XIX secolo, divennero a due teste.

I mazzi attuali possono contare sia 52 che 40 carte ed il valore numerico di ogni carta è indicato in alto a sinistra e, capovolto, in basso a destra. Talvolta la confezione include anche due matte.

Originariamente i motti riportati sugli assi, variavano a seconda dello stampatore. I motti attuali si affermarono nel XIX secolo e, con minime variazioni di edizione, sono:

  • sull'asso di coppe: «per un punto Martin perse la cappa»;
  • sull'asso di bastoni: «se ti perdi tuo danno»;
  • sull'asso di spade: «non ti fidar di me se il cuor ti manca»;
  • sull'asso di denari: «non val sapere a chi ha fortuna contra».

Il fante di spade è diverso dagli altri essendo barbuto, inoltre regge una testa mozzata con la mano sinistra ed è chiamato comunemente pampalugo (mamalùc in friulano) o vecia (vecchia). Questo fante ha un ruolo importante in alcuni giochi in cui il giocatore cui rimane in mano alla fine della partita, perde.
In alcune zone tutti i fanti sono detti vecie e in particolare quello di spade è detto vecia scapelada (vecchia senza cappello).
I denari sono gialli e azzurri e decorati in modo molto delicato. Di questo seme (noto anche come ori), il sette e il dieci assumono, come anche in altre regioni, l'appellativo belo (bello).

Assieme alle bolognesi sono le carte più lunghe d'Italia: attualmente misurano infatti 49×104 mm.

Carte triestine

Assai simili alle trevigiane, dalle quali discendono, le triestine presentano le figure più stilizzate e dimensioni più tozze (53×98 mm). Il mazzo è da 40 carte e presenta figure a due teste. Le carte numerali sono indicizzate dall'1 al 7 mentre le figure sono indicizzate con l'11, il 12 ed il 13. Sulle barre orizzontali che dividono le figure in due metà, appaiono i nomi delle figure, e la numerazione delle figure stesse fa ricordare che, probabilmente, in antichità il mazzo era completato dagli 8, dai 9 e dai 10 numerali (una versione a 52 carte fu distribuita verso il 1995 dal quotidiano triestino Il Piccolo). Una particolarità è che sugli assi sono presenti i motti: "son gli amici molto rari quando non si ha danari" (mazzi del fabbricante Dal Negro) oppure "non val saper chi ha fortuna contra" (mazzi di Modiano) sull'asso di denari, "molte volte le giuocate van finire a bastonate" sull'asso di bastoni, "il giuoco della spada a molti non aggrada" sull'asso di spade e "una coppa di buon vin fa coraggio fa morbin" sull'asso di coppe. Le carte triestine sono diffuse non solo a Trieste, ma anche in Bisiacaria, in parte della Slovenia, e nelle località della costa istriana, non solo tra i cittadini della minoranza italiana. Sono prodotte oltre che da Modiano (Trieste) e Dal Negro (Treviso), anche dalla Piatnik (Vienna).

Carte udinesi

Proprie della città di Udine e oggi estinte, queste carte presentavano caratteristiche delle carte trevisane e triestine. Il mazzo era riconoscibile perché non apparivano rime, né proverbi, sugli assi, né il bollo d'imposta sul re di bastoni, né le strisce coi nomi delle figure.

Carte viterbesi

Estinte e diffuse soprattutto in Italia meridionale, erano un ibrido tra le piacentine e le romagnole, con le quali spesso venivano confuse; queste carte misuravano 45mm per 90mm. La similitudine con le piacentine era evidente soprattutto per l'asso di denari raffigurante un'aquila, mentre quella con le romagnole era evidente per via dei cavalli rampanti e i cavalieri senza staffe. Come la maggior parte delle carte italiane in stile spagnolo, queste avevano bastoni e spade disposte in modo simmetrico, fatta eccezione per il tre di bastoni. Comunque, il mazzo, composto da 40 carte, era riconoscibile per via di un grappolo d'uva rappresentato sul quattro di denari (a volte sostituito da una lupa coi gemelli, simbolo di Roma) e un leone rappresentato sul quattro di coppe. I re di denari e coppe avevano in mano scettri al posto delle tradizionali asce, l'asso di coppe aveva una base tonda anziché esagonale, le spade erano lamellate anziché dritte e i colori dei bastoni non erano tre (come nelle carte romagnole), ma due.

Il bollo d'imposta

Fabbricanti italiani

Nome Città Indirizzo Periodo di attività
Adami ? ? ?
All'aquila ? ? sec. XVIII
F.lli Armanino Genova ? 1885-1933
Armanino Roma via Tacito, 54 ?
F.lli Avondo Serravalle Sesia ? ?
Bertello Borgo San Dalmazzo Via Vittorio Veneto 25 1937
Francesco Berti (Al Leone) Bologna ? 1770-1780
Cambissa & Co. Trieste ? sec. XX
Giuseppe Cassini Brescia via Aquila Nera 1883-?
Chiari Firenze ? sec. XIX
Gregorio Cimi Genova ? ?
(Teodomiro) Dal Negro Treviso piazza Tommasini
viale fratelli Bandiera
via Brigata Marche
piazza Cavarzerani, 9
1928-oggi
F.lli De Leonardis Bari ? ?
(Teodoro) Dotti Milano via San Pietro all'Orto, 15 sec. XIX
Francesco Gaetano Ghirardi (Al mondo) Bologna ? sec. XVIII
Ferdinando Gumppenberg Milano ? sec. XIX
Italcards Bologna ? sec. XX
Vincenzo Manzi ? ? ?
(Pietro) Masenghini Bergamo ? 1878-oggi
(Saul David) Modiano Trieste via Travnik 1884-oggi
Montanari ? ? ?
Scipione Moscatelli Viterbo ? ?
Murari Vicenza ? sec. XVII-1867[9]
(Luigi) Murari Bari via Sparano, 127-129 1867-?[9]
NTP ? ? ?
Per le case ? ? sec. XVIII
Prezioso Treviso piazza Tommasini ?-1928
Edoardo Pignalosa Napoli rampe Brancaccio, 75 1940-1979
Luigi Pignalosa Napoli strada Mercanti al Carriglio 1872-1894
Raffaele Pignalosa Napoli piazza Tribunali, 46 1905-1924
Giuseppe Regni Piacenza ? sec. XIX
Francesca Rind Treviso piazza Tommasini sec. XIX
F.lli Solesio Genova ? ?
Tobako (Piatnik) Milano ? ?
Tortone Torino ? ?
Vannini Firenze ? ?
Vindobona Fucecchio ? 1927-?
Carlo Zanardi Bologna strada San Vitale, 107 sec. XIX
Zenone ? ? ?
Viassone ? ? ?

Note

  1. ^ Dal sito del produttore Dal Negro
  2. ^ La settimana enigmistica n. 4243, p. 12.
  3. ^ http://www.abruzzoweb.it/contenuti/le-carte-da-gioco-abruzzesi-originale-idea-teramana/14483-1/
  4. ^ Guida alle carte da gioco
  5. ^ (EN) The World of Playing Cards
  6. ^ Centro di produzione delle cosiddette "carte romane da giocare" era Ronciglione, dalle cui stamperie erano confezionati migliaia di mazzi: cfr. Francesco Maria D'Orazi, Stamperie, carte e cartiere nella Ronciglione del 17. e 18. secolo, Ronciglione, Centro ricerche e studi, 1996, p. 16. Ronciglione del resto fu centro della produzione di carte da gioco per lo Stato pontificio dal 1588 al 1678: cfr. "Ludica: annali di storia e civiltà del gioco", voll. 9-10 (2003), p. 190, scheda 159.
  7. ^ "Ludica:annali di storia e civiltà del gioco", voll. 9-10 (2003), p. 190, scheda 159.
  8. ^ Numero inventario museo:
    • Cl. XXX n. 0084
    • Cl. XXX n. 0085
    • Cl. XXX n. 0086
    • Cl. XXX n. 0090
    • Cl. XXX n. 0091
    • Cl. XXX n. 0092
    • Cl. XXX n. 0093
    • Cl. XXX n. 0148
    • Cl. XXX n. 0153
  9. ^ a b Origine e sviluppo dello stabilimento di carte da giuoco Gugliemno Murari

Bibliografia

  • Salvatore Spoto, Le carte da gioco italiane: storia e mistero, Roma, Logart Press, 1994.

Voci correlate

Collegamenti esterni