Carnesecchi

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Stemma Carnesecchi (via de' Cerretani, Firenze)
Stemma Carnesecchi 1514-15 (palazzo dei Priori, Volterra)
Stemma Carnesecchi 1506-07 (palazzo del Podestà, Galluzzo)

I Carnesecchi sono un'antica famiglia di Firenze.

« Carnesecchi: Sono molto antichi, e si dissero già dei Duranti. Hanno avuto 49 Priori, 11 Gonfalonieri, ed 8 senatori; oltre ad un Cavaliere di Malta, ed alcuni Cavalieri di San Stefano. Per loro chiamasi il Canto dè Carnesecchi dal Centauro.....»[1]

Storia familiare[modifica | modifica wikitesto]

Il Trecento: da Duranti a Carnesecchi[modifica | modifica wikitesto]

I Carnesecchi compaiono nella storia fiorentina per la prima volta con un taverniere, Durante di Ricovero, Priore nel 1297; quest'uomo ed i suoi figli gestivano probabilmente una serie di taverne nel popolo di Santa Maria Maggiore a Firenze.

Successivamente Durante fondò una compagnia commerciale, attiva nei primi decenni del Trecento.[2]

Durante ebbe vari figli: Matteo, Grazzino, Piero, ecc.

Piero fu un beccaio (macellaio) che fondò probabilmente le fortune politiche della famiglia nonostante sia stato Priore una sola volta nel 1319. Ebbe infatti una vita politica intensa che lo vide assai presente nei consigli. Era chiamato Piero il Carnesecca ed è da lui che i Duranti successivamente presero il nome di Carnesecchi.

Braccino e Filippo, figli di Piero, furono 5 volte Priori e Braccino fu uno di quei Priori che tentò invano di opporsi alle mire del Duca di Atene. Berto di Grazzino di Durante, immatricolato come speziale, fu il primo della famiglia a salire al Gonfalonierato nel 1358.

Dal 1363 scomparvero dalla vita politica del comune per circa quindici anni (ad oggi non se ne conosce la causa); nel frattempo avevano già avuto un gonfaloniere e 8 priori. Nel 1381 un Duranti è nuovamente Priore: Niccolò di Matteo di Durante

Intorno a questi anni (gli anni '80 del Trecento) mutarono definitivamente il cognome da Duranti in Carnesecchi, forse per riallacciarsi al ricordo politico di Piero Carnesecca[3][4][5]

Il Quattrocento[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del Quattrocento, per questa famiglia assume rilevanza (per l'analisi sociale e politica) la scarsa consistenza di membri maschi adulti, poco meno di una decina, divisi tra i discendenti di Grazzino e di Matteo, mentre la discendenza di Piero sembrava essersi estinta.[6] Da quel periodo si distinsero politicamente, in particolar modo, i discendenti di Grazzino di Durante.

Paolo di Berto di Grazzino ricco mercante, più volte console dell'Arte dei Medici e Speziali, ebbe una vita commerciale e politica assai importante (2 volte Gonfaloniere e 3 volte Priore). Il suo nome è anche collegato ad uno dei primi esempi ricordati di girata su una cambiale (1385)[7] ed è anche legato al rapporto artistico tra Masaccio e Masolino. Infatti il primo ricordo della collaborazione pittorica tra i due artisti si ebbe proprio nella cappella di Paolo Carnesecchi in Santa Maria Maggiore a Firenze (in cui lavorò anche Paolo Uccello) intorno al 1423.[8]

Assai importante fu anche il ricco ed influente mercante Bernardo di Cristofano di Berto. Viveva abitualmente a Montpellier e le sue galee facevano la tratta tra Pisa, la Francia, la Spagna, il Portogallo. Nel 1428 compare in un trattato commerciale tra la Repubblica fiorentina e il Regno del Portogallo insieme a Luca degli Albizzi e Piero Vespucci.[9] Il suo nome è legato anche alla commissione di quello che viene chiamato Tabernacolo Carnesecchi dipinto da Domenico Veneziano per il Canto dei Carnesecchi intorno al 1440 ora alla National Gallery di Londra.[8]

Agli inizi del Quattrocento troviamo dei Carnesecchi a Lione come banchieri e ci sono tracce di loro fino in Lituania, ma i documenti sono scarsi e dispersi.[10]

Nei primi decenni del XV secolo emersero anche il figlio di Paolo, Simone, e il figlio di Zanobi, Berto.[4][11]

Della generazione successiva fece parte Francesco di Berto, uno degli uomini più ricchi di Firenze dell'epoca, e ne fece parte anche Andrea di Bernardo, che partecipò ad alcune armeggerie famose; non esistono però molte notizie sui loro traffici.

Si distinse poi storicamente la figura di Pierantonio di Francesco Carnesecchi amico di Piero de' Medici, uno dei pochi a armarsi per difenderlo. Protagonista in seguito come commissario della Repubblica in Maremma.[12]

In quello stesso periodo Amerigo di Simone commerciava con l'Inghilterra e le sue galere solcavano quei mari.[13]

Al tempo del Savonarola emerse la figura poco studiata del seguace Giovanni di Leonardo Carnesecchi, uno degli organizzatori della resistenza armata del convento di San Marco. Altri seguaci il Savonarola trovò in Giovanni di Simone, Zanobi di Francesco, Bernardo di Francesco, Giovanni di Niccolò. Carlo Carnesecchi fu in quei giorni uno dei più influenti cittadini e mercanti fiorentini.[14]

Il Cinquecento[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Carnesecchi in via de' Cerretani a Firenze

Ai tempi dell'assedio di Firenze ambigua ma assai importante fu la figura di Andrea di Paolo Carnesecchi[15] molto legato al partito mediceo, e padre dell'eretico Pietro Carnesecchi. Il mercante Zanobi di Francesco Carnesecchi, nonostante la sua fede medicea, fu uno dei sette dittatori.[16]

Lorenzo di Zanobi Carnesecchi, "il secondo Ferruccio" compì miracoli di eroismo e di astuzia nella Romagna fiorentina e pose una taglia "cosa non udita mai" sulla testa del pontefice Clemente VII.

Caduta la Repubblica, importante fu la figura di Manzo Carnesecchi il fiero popolano schierato contro il duca Alessandro de' Medici: Giuseppe Revere ne fece uno dei protagonisti del suo dramma storico Lorenzino de' Medici.

Dietro la figura di "Baccio" Carnesecchi, autore di una Storia di Firenze, si nasconde la figura del banchiere e senatore Bartolomeo di Zanobi Carnesecchi. A quell'epoca la banca Carnesecchi-Strozzi fu una delle grandi banche fiorentine una delle maggiori in Europa, prima guidata da Bartolomeo e poi dal figlio Zanobi. Questa fu la più importante delle banche legate ai Carnesecchi ma non fu la sola: vi furono infatti diverse altre banche legate ad altri rami familiari. La banca di Bartolomeo e Zanobi fallì nel 1596 chiudendo un ciclo che forse aveva le sue radici nei primi decenni del Quattrocento.

È curioso come il nome dei Carnesecchi si leghi ai giardini delle Tuileries a Parigi, che furono per incarico di Caterina de' Medici inizialmente progettati di un non meglio identificato Bernardo Carnesecchi (Bernardo era un nome assai ricorrente nella famiglia).[17]

Pietro di Andrea Carnesecchi fu l'umanista condannato a morte come eretico da Pio V. Tradito da Cosimo I sotto la cui protezione si era rifugiato, venne consegnato all'Inquisizione. Il sangue di Pietro Carnesecchi fu anche il prezzo che Cosimo I de' Medici pagò per la corona granducale di Toscana.[18]

Giovambattista di Gherardo Carnesecchi di sentimenti antimedicei combatté contro Cosimo per la libertà di Siena e poi se ne andò a morire in Francia combattendo contro gli Ugonotti.[19][20]

Una linea importante di Carnesecchi è quella derivata da Ridolfo Carnesecchi: i suoi discendenti furono importanti funzionari medicei in Versilia e di fatto diedero vita ad imprese minerarie importanti, inventando procedimenti nuovi per l'estrazione e lo sfruttamento di ferro ed argento.

Il Sei e Settecento[modifica | modifica wikitesto]

Agli inizi del Seicento troviamo ancora i Carnesecchi coinvolti in imprese commerciali anche in Sicilia e nel napoletano. La baronia di Grottarossa in Sicilia è relativa a questo periodo.[21][22]

Uno dei Carnesecchi, cavaliere di Santo Stefano e comandante di galera, si distinse particolarmente nelle lotte della Marina stefaniana. Fra i Carnesecchi vi furono anche quattro canonici della cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze.[23] Nel 1691 morì l'ultimo senatore Carnesecchi. Nel 1705 un ramo dei Carnesecchi era ancora in possesso di un castello, il castello di Santa Maria Novella a Fiano, ma in generale le linee aristocratiche a inizio Settecento erano in via di estinzione.

All'istituzione dei libri della nobiltà, intorno alla metà del Settecento, i Carnesecchi fiorentini furono ammessi al patriziato di quella città con Ridolfo di Francesco. I Carnesecchi di Prato furono ammessi alla nobiltà fiorentina e successivamente a quella di Prato col capitano Sebastiano di Lorenzo Carnesecchi[24].

L'Ottocento[modifica | modifica wikitesto]

Altri Carnesecchi fecero parlare di sé. Di questi al momento non è possibile stabilire se esista un legame coi Carnesecchi fiorentini. Molti Carnesecchi, vissuti nell'ombra e in povertà, furono protagonisti nel Settecento e nell'Ottocento di forti migrazioni dal pistoiese, dal fiorentino e dal senese verso la Liguria, verso Livorno e verso la Maremma in cerca di lavoro.

Il XIX secolo si aprì con alcuni personaggi: il giacobino David Carnesecchi di Firenze e Agostino Carnesecchi di Ceprano, un uomo che dedicò la gioventù a combattere da volontario per la libertà dell'Italia. È da ricordarsi nel corso dell'Ottocento la tipografia fiorentina di Giovanni Carnesecchi.[25] Il secolo si chiuse con le imprese del Tenente Colonnello Giovanni Carnesecchi di Ceprano nella lotta contro il banditismo e con gli studi dello storico Carlo Carnesecchi archivista dell'ASFirenze e membro della "Colombaria".

Il Novecento[modifica | modifica wikitesto]

Il Novecento invece si aprì con una vita spesa in un tentativo rivoluzionario alla Spezia: quella di Dante Carnesecchi, un anarchico individualista. Venne ucciso ad Arcola nel 1921 dopo aver tentato l'assalto ad una polveriera nel giugno 1920.

Oggi i Carnesecchi sparsi per l'Italia sono originari della Toscana, del Lazio, della Campania e della Puglia.

Personaggi illustri[modifica | modifica wikitesto]

Domenico Puligo, Ritratto di Pietro Carnesecchi, Uffizi

Nel Dizionario biografico degli italiani figurano due Carnesecchi: il pronotaro Pietro di Andrea e suo padre Andrea di Paolo.

Non ha giovato, comunque, alla fama della famiglia che i due personaggi più celebri siano in un certo modo due ribelli: Pietro Carnesecchi ribelle contro la Chiesa e Lorenzo Carnesecchi ribelle al potere trionfante dei Medici. Ed infatti sia l'uno che l'altro furono per gran tempo dimenticati: Pietro fino alla fine del XIX secolo e Lorenzo mai uscito dall'oblio, anche ai giorni nostri.

Personaggi come Pietro (sicuramente un uomo che sacrifica la vita alle proprie convinzioni) come Lorenzo (dice il Varchi: un eroe tal quale Francesco Ferrucci) come Pagholo di Berto come Bernardo di Cristofano sono personaggi che entrano di diritto nella storia non solo fiorentina; mecenati che hanno permesso ad artisti come Paolo Uccello, Domenico Veneziano, Masaccio, Masolino, ecc., la realizzazione di opere importanti; mercanti che avevano per casa il mondo in quella globalizzazione ante litteram, mercanti che non dimenticavano la loro patria, mercanti che all'occorrenza sapevano impugnare la spada.

Gonfalonieri della Repubblica fiorentina[modifica | modifica wikitesto]

  • 1358: Berto di Grazzino di Durante (Durantis)
  • 1404: Paolo di Berto di Grazzino
  • 1415: Paolo di Berto di Grazzino
  • 1436: Simone di Paolo di Berto
  • 1450: Simone di Paolo di Berto
  • 1451: Bernardo di Cristofano di Berto
  • 1475: Francesco di Berto di Zanobi
  • 1479: Cristofano di Bernardo di Cristofano
  • 1497: Paolo di Simone di Paolo
  • 1500: Piero di Simone di Paolo
  • 1526: Antonio di Manetto di Zanobi

furono visti ma non seduti alla carica di Gonfaloniere

  • Zanobi di Berto di Grazzino
  • Pierantonio di Francesco di Berto
  • Andrea di Bernardo di Cristofano
  • Mariotto di Antonio di Paolo
  • Antonio di Manetto di Zanobi

Sette "dittatori"[modifica | modifica wikitesto]

  • 1529 Zanobi di Francesco di Berto

Senatori del Granducato di Toscana[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea di Paolo di Simone (1468-1542) eletto nel 1532[26]
  • Bernardo di Andrea di Bernardo (1481-1557) eletto nel 1546[26]
  • Bartolomeo di Zanobi di Francesco (1501-1569) eletto nel 1559
  • Pierfrancesco di Andrea di Bernardo (1492-1576) eletto nel 1571
  • Cristofano del sen.Pierfrancesco di Andrea (1531-1599) eletto nel 1586
  • cav.Raffaello di Leonardo di Raffaello (1547-1621) eletto nel 1615
  • Antonio di Paolo di Antonio (1570-1648) eletto nel 1622
  • Francesco di Giovambattista di Zanobi (1617-1691) eletto nel 1663

Il cognome negli atti coevi[modifica | modifica wikitesto]

Identificati già dai primi del Trecento col patronimico di Duranti o Durantis, pur continuando negli atti notarili a definirsi Durantis, dopo una fase in cui talvolta vengono identificati a gruppi separati con i patronimici di Mattei e di Grazzini, nel periodo tra il 1380 ed il 1390 iniziano ad essere identificati col definitivo Carnesecchi (che riamalgama agli occhi della gente i Mattei ed i Grazini in un'unica famiglia)

La cognomizzazione Carnesecchi subisce talvolta negli atti o nelle lettere o nelle storie molte trasformazioni o deformazioni:

A Firenze: Carnesechi, de Carnesecchis, de Carnesechis,o i più antichi Charnesecchi, Charnesechi,

Nel Lazio nel 1500 si trova anche Carnesecca, Carneseca, Charnesecca, Charneseca, il Carnesecco, il Carneseco,

In Sicilia nel 1500 si trova anche: Carnisicca, Carnesecca, Carnisecchi

In Lombardia nel 1500 si trova: Carnasecchi, Carnasechi

In Francia nel 1500 si trova anche: Carnesequi, Carnasequi, Carnessequi, Carnasegni

In Portogallo nel 1500 si trova anche: Carneseca

Raramente si trova anche Carneschi.

Stemma Carnesecchi sul palazzo Pretorio di Fiesole

Stemma dei Carnesecchi fiorentini[modifica | modifica wikitesto]

In molte località toscane, sedi vicariali o podestarili, s'incontra lo stemma dei Carnesecchi, testimonianza della loro influenza politica nello Stato fiorentino.

Troncato nel primo bandato d'oro e d'azzurro e nel secondo d'azzurro ad un rocco di scacchiere d'oro.

Taluni sostengono non trattarsi di un rocco ma di un riposo di lancia.

In Santa Maria Novella a Firenze si può ancora vedere la lastra tombale di Piero di Durante. Questa lastra mostra lo stemma dei Duranti con la scritta: S. Pero di Durantte Richoveri et filiorum.

Lo Stemma dei Duranti si differenzia dallo stemma successivo dei Carnesecchi solo per aver quattro bande d'oro anziché tre nella prima parte del troncato.

Lo stemma di Santa Maria Novella è assai importante per la definizione della genealogia dei Carnesecchi, infatti è la sola prova della discendenza da Ricovero. E contraddice Scipione Ammirato il Giovane che attribuiva ai Carnesecchi la discendenza da Durante di Buonfantino di Cancellerio[27][28]

I Carnesecchi di Prato[modifica | modifica wikitesto]

In altri luoghi si svilupparono famiglie di cognome Carnesecchi, a Prato (addirittura due) e una a Badi, al confine tra il territorio pistoiese e quello bolognese.

Una delle famiglie di Prato ebbe origine da un pizzicagnolo Pasquino di Giovanni di Pasquino consigliere del comune nel 1397. Probabilmente questa famiglia si estinse agli inizi del XVII secolo con Pasquino di Domenico

Nel 1563 a Prato un documento cita un Ulivieri Carnesecchi, guardia dell'Arte della Lana (sui cui legami genealogici coi Carnesecchi fiorentini non è possibile, al momento, affermare niente).

La discendenza di Ulivieri (che non apparteneva alla famiglia di Pasquino) ebbe notevole fortuna ed infine fu iscritta alla nobiltà fiorentina e successivamente alla nobiltà di Prato Al momento dell'iscrizione alla nobiltà fiorentina i Carnesecchi presentarono uno stemma da cui furono detti Carnesecchi del giglio di Prato.

Intorno agli anni 1760 erano vivi di questa famiglia Giuseppe e Anna figli del capitano Sebastiano di Lorenzo. Sui legami tra Ulivieri ed i Carnesecchi fiorentini non è possibile formulare alcuna ipotesi.[29]

Stemma dei Carnesecchi del giglio di Prato[modifica | modifica wikitesto]

Troncato: nel primo d'azzurro, al destrocherio di carnagione vestito di rosso, tenente un giglio dello stesso; nel secondo pure d'azzurro, a tre sbarre d'oro; e al filetto in fascia d'oro passato sulla troncatura.

I Carnesecchi di Badi[modifica | modifica wikitesto]

A Badi (secondo gli studi del professore Alfeo Giacomelli) esisteva all'estimo del 1520 una vasta famiglia contadina di cognome Carnesecchi. Di essa si ha notizia dal 1450. Nel 1511 don Franco Carnesecchi, figlio di Bartolomeo di Franco, appartenente a questa famiglia fu eletto come parroco di Granaglione[30]. Ad oggi non è stato ancora possibile definire l'origine del cognome che potrebbe anche esser derivato loro per un legame per via femminile coi Carnesecchi fiorentini.

È probabile che questa famiglia abbia nell'Ottocento modificato il cognome in Carnesecca.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (Padre Giuseppe Maria Mecatti, Storia genealogica della nobiltà e cittadinanza di Firenze, Napoli, 1754, pagg. 40-41)
  2. ^ È questa una notizia attualmente scarsamente documentata: fonte dottor Vieri Mazzoni "Il patrimonio fondiario e le strategie insediative della Parte Guelfa di Firenze nel primo Trecento [...] Nei primi tre decenni del Trecento la Parte Guelfa mantiene i tradizionali rapporti finanziari con compagnie commerciali e bancarie e col Comune. I suoi partners, ai quali mutua o deposita cifre valutabili globalmente nell'ordine di alcune decine di migliaia di fiorini d'oro, sono i Frescobaldi, gli Scali, gli Acciaioli, i Pulci, i Biliotti, e, in misura sensibilmente minore, i Peruzzi, gli Spini, i Pazzi, la compagnia di Durante di Ricovero; nessuna transazione pare invece aver concluso con i Bardi.
  3. ^ Manoscritto 514 ASFi, notaio Niccolò di Piero Mazzetti da Sesto, 2 aprile 1387: [...] Domina Zabaina filia emancipata Manetti Neri de' Medici, et uxor Zenobi Berti Grazzini de' Carnesecchi, populi Sancte Marie Maioris, donat Bona quondam D.ne Altiere matri sue, et uxori Manetti Neri de' Medici. (fonte dottor Paolo Piccardi).
  4. ^ a b Sito della Brown University, progetto sulle tratte fiorentine
  5. ^ Giovanni Battista di Crollalanza:Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane
  6. ^ Sito della Brown University progetto Catasto 1427.
  7. ^ Raymond de Roover, Il banco Medici dalle origini al declino (1397-1494); fonte Antonio Teja: Aspetti della vita economica di Zara.
  8. ^ a b Hugh Hudson: Paolo Uccello: Artist of the Florentine Renaissance Republic 2008
  9. ^ La lettera è alla Biblioteca Nacional di Madrid, Manus, numero 12.977.
  10. ^ Raymond de Roover, Il banco Medici dalle origini al declino (1397-1494).
  11. ^ Giovanni Cavalcanti: storie fiorentine
  12. ^ Francesco Guicciardini, Niccolò Machiavelli.
  13. ^ La presenza degli Italiani in Portogallo ai tempi di Colombo Luisa D'Arienzo Ministero per i beni culturali e ambientali
  14. ^ Pasquale Villari Gerolamo savonarola e i suoi tempi
  15. ^ Dizionario Biografico degli Italiani voce Carnesecchi Andrea Carnesecchi del dr Michele Luzzati.
  16. ^ Varchi Storia fiorentina
  17. ^ Bernardo, gentilhomme servant de la reine-mere, etait en 1570 intendant des plans du jardin des Tuileries ( Leon de Laborde Comptes des batiments du roi II 1880 p-348; Boislisle, dans les Memoires de la Societe de l'histoire de Paris III 1876 p.254
  18. ^ Origin of the Title of the Grand Dake of Tuscany. - View Article - NYTimes.com, su query.nytimes.com. URL consultato il 28 dicembre 2008 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  19. ^ Ademollo Marietta dei Ricci vd. note del Passerini
  20. ^ Lamorte del capitano Battista Carnesecchi è così descritta:……….Essendo Monsignor D'Angiò andato intorno di un castello tenuto dalle forze dell'Ammiraglio chiamato Musidan, il conte di Brisac, giovane di valore e di fede sincera alla Corona, andando intorno per riconoscere il luogo fu da un moschetto di quei di dentro ucciso, insieme con altri gentiluomini Franzesi e Italiani. E principalmente Fiorentini, il Capitano Battista Carnesecchi, Luigi Alamanni e altri: dolse molto questo danno al Generale, e adirato, prendendosi il castello per forza, non volle si perdonasse ad alcuno, e vi furono tutti uccisi. Istoria dei suoi tempi di Giovanni Battista Adriani. p. 232
  21. ^ Nuove effemeridi siciliane serie III vol I
  22. ^ Nobiliario di Sicilia" del Dott. A. Mango di Casalgerardo
  23. ^ Catalogo cronologico dei Canonici della chiesa Metropolitana fiorentina" opera di Salvino Salvini del 1751.
  24. ^ Bruno Casini, I libri d'oro della nobiltà fiorentina e fiesolana, Arnaud editore, Firenze 1993.
  25. ^ Aquilani, Marcello - Lo stabilimento tipografico G. Carnesecchi e figli in Firenze: Notizie su le origini - Firenze - 1920 (IT\ICCU\CUB\0032614).
  26. ^ a b Il Granducato era ancora Ducato
  27. ^ fonte: Carnesecchi Pierluigi
  28. ^ Raccolta Ceramelli Papiani Archivio di Stato di Firenze. in rete
  29. ^ Enrico Fiumi Demografia movimento urbanistico e classi sociali in Prato dall'età comunale ai tempi moderni.
  30. ^ fonte: Edoardo Pennoncini, Il giuspatronato nelle chiese di Santa Maria Assunta del Castelluccio e san Prospero di Badi.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]