Buccia

La buccia (esocarpo) è lo strato protettivo esterno di un frutto (epidermide, formata a sua volta da cuticola e tessuto sclerenchimatico) o di un vegetale che può essere staccato. A seconda dei casi può costituire anche il 20% del peso del frutto[1] o il 40% come nel caso dei limoni.
Viene chiamato impropriamente anche scorza anche se il termine indica in realtà lo strato esterno dei fusti e delle radici delle piante. In botanica il termine epicarpo è più generico e comprensivo anche dei casi in cui la parte esterna non può essere staccata facilmente, si pensi alle noci.
Utilizzi[modifica | modifica wikitesto]
Gli utilizzi sono molteplici e non vengono limitati all'impiego in cucina.
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
Viene utilizzata per la preparazione di alcune marmellate, e di molti dolci come la linzertorte[2].
Inoltre rende evidente il grado di maturazione di alcuni frutti come il caso delle banane: tendente al verde in quelle acerbe, al giallo scuro con piccole chiazze marroni in quelle molto mature.
Altri usi[modifica | modifica wikitesto]
La buccia di alcuni frutti, come quello del melograno, una volta essiccata viene impiegata nella produzione di coloranti.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Nel caso dell'acino infatti il suo peso varia dall'8% sino al 20%. Come in Paolo Cabras, Aldo Martelli, Chimica degli alimenti: nutrienti, alimenti di origine vegetale. alimenti di origine animale, integratori alimentari, bevande, sostanze indesiderabili, Piccin, 2004, p. 524, ISBN 978-88-299-1696-2.
- ^ In questi casi si parla della buccia di un limone (solitamente una metà servita grattugiata). Come in Walther Moser, Aldo Martelli, Dolci austriaci e tedeschi, Giunti Editore, 2001, p. 18, ISBN 978-88-440-2198-6.
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