Berardo Eroli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Berardo Eroli
cardinale di Santa Romana Chiesa
 
Incarichi ricoperti
 
Nato1409 a Narni
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo13 novembre 1448 da papa Niccolò V
Consacrato vescovoin data sconosciuta
Creato cardinale5 marzo 1460 da papa Pio II
Deceduto2 aprile 1479 a Roma
 
Stemma ligneo del cardinale Eroli apposto sul coro della Cattedrale di San Giovenale

Berardo Eroli (Narni, 1409Roma, 2 aprile 1479) è stato un cardinale e giurista italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era figlio di Ludovico, della famiglia Eroli di Narni[1]. Si laureò in giurisprudenza e probabilmente insegnò questa materia in diverse università italiane[2] e compose consilia [3], decisioni rotali e il commento ai primi due libri del Codex mirabilis necnon iuris canonici. Gaspare da Verona[4] gli riconosce competenza nel campo del diritto civile («iuris civilis cognitione») e lo descrive come una persona nota per essere rigida e severa («severus, asper, durus»), anche se, secondo lui, solo verso coloro che lo meritavano. Vespasiano da Bisticci, nel breve profilo biografico che gli dedica[5], sottolinea la sua integrità, particolarmente apprezzata nelle controversie legali, che per questo motivo gli erano affidate in gran numero.

Iniziò la carriera curiale con papa Niccolò V: dapprima referendario, ebbe successivamente la nomina a cappellano papale e l'ufficio di auditor causarum palatii apostolici. Il 13 novembre 1448 venne eletto alla sede vescovile di Spoleto (primo di una serie di vescovi appartenenti alla famiglia Eroli), dove rimase meno di un anno: nel 1449 infatti Niccolò V lo nominava - per la sua "laudabili vita, morum gravitate, probata fide et circumspectione[6] - vicario papale per la città di Roma, incarico che tenne per diversi anni (almeno fino al 1457), come testimoniano le attestazioni nei registri vaticani e le sentenze di diverso genere pronunciate in quegli anni[6]. Nel 1451 fu anche giudice, commissario e referendario nel secondo processo per la canonizzazione di Francesca Romana. Niccolò V gli conferì inoltre alcuni benefici: nel 1451 la commenda del monastero benedettino di Colleantico nella diocesi di Spoleto e nel 1453 la commenda di quello di San Cassiano presso Narni.

Papa Callisto III, pochi mesi dopo la sua elezione al soglio pontificio, lo riconfermò come vicario in spiritualibus nella città di Roma e gli affidò, insieme con Guglielmo di Fondera, vescovo di Oloron, e con Cosimo di Monserrato, confessore del papa, l'incarico di visitatore e riformatore delle chiese e monasteri romani, maschili e femminili, di qualsiasi ordine, e anche di tutti gli altri luoghi pii [7], con ampi poteri di indagare e correggere abusi e mancanze, di unire chiese e monasteri e di rimuovere e sostituire parroci.

Papa Pio II lo ebbe in grande considerazione[8]: nel 1458 lo nominò luogotenente del camerlengo e il 5 marzo 1460 lo elevò alla dignità cardinalizia con il titolo di Santa Sabina, nonostante l'opposizione dei cardinali Domenico Capranica e Prospero Colonna, secondo i quali la sua frugalità era inopportuna per la dignità cardinalizia. Pio II lo provvide di un cospicuo beneficio, la commenda dell'abbazia delle Tre Fontane di Roma.

Fu anche a capo dell'"Ufficio delle Suppliche", coordinando il lavoro dei referendari, divenuti molto più numerosi durante il pontificato di Pio II, ed ebbe altri importanti incarichi, soprattutto di carattere legale: la composizione della controversia che la Santa Sede aveva con Ferdinando I re di Napoli per la restituzione di Benevento e Terracina, insieme ad altre questioni; quella relativa al possesso del castello di Acquafranca conteso tra Foligno e Spoleto, risolto nel 1461; quella tra l'abate di Sansepolcro e il vescovo di Città di Castello nel 1461; la causa tra Spoleto e Todi[9]. Nel 1464 fu incaricato insieme col cardinale Niccolò da Cusa – dal quale qualche mese dopo sarà designato tra i suoi esecutori testamentari –, giudice nella questione boema relativa all'eresia del re Giorgio di Podebrad e continuerà a far parte della commissione anche quando, morto il Cusano, verranno nominati al suo posto i cardinali de Carvajal e Bessarione. Alla sua competenza in questo campo fecero ricorso anche dei privati[10].

Dal 29 luglio 1462 al 17 giugno 1463 fu a Perugia come legato per i territori di Perugia, Todi e Città di Castello e alla fine del mandato le autorità comunali perugine gli fecero dono di una spada d'argento, recante le insegne del comune[6]. In veste di legato si oppose al prestito di 2000 fiorini da parte degli ebrei perugini per la fondazione del Monte di pietà di Perugia[11].

Anche con i successivi pontefici ricoprì importanti incarichi: nel 1466 e nuovamente nel 1474 fu nominato camerario del Sacro Collegio. Sempre nel 1474 papa Sisto IV lo nominò vescovo di Sabina, avendo egli rinunciato alla diocesi di Spoleto in favore del nipote Costantino Eroli. Fu ancora più volte legato in Umbria, nel 1471 (accoglienza a Perugia del duca Borso d'Este in viaggio per Roma), nel 1474, e quindi ancora nel 1477: in tali occasioni le autorità perugine gli fecero omaggio di argenti per il valore di 300 fiorini[6].

Fu protettore dell'Ordine cistercense e avversò il progetto di riforma dell'abbazia di Chiaravalle, suscitando una polemica contro il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza; la riforma venne comunque sancita il 15 agosto 1475.

Fece testamento pochi giorni prima di morire[12], usufruendo dell'indultum testandi, ovvero la facoltà di disporre dei propri beni personali per testamento che gli era stato concesso nel 1455 da papa Callisto III e confermato nel 1472 da papa Sisto IV.

Dopo la sua morte, il 2 aprile 1479, fu sepolto[13] nella Basilica di San Pietro e parte del suo monumento sepolcrale, opera di Giovanni Dalmata, si trova oggi nelle Grotte Vaticane[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il papa Pio II nel concistoro dopo la sua elevazione alla porpora, lo definì "non ignobili loco natus" Esposito, voce Eroli, Berardo in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Treccani, mentre l'anonimo autore della sua orazione funebre lo ricordava come "'natus ... ex nobili Erulorum familia "Oratio in funere reverendissimi cardinali Spoletani, Romae [c.1480: Copinger, n.5396]; A. Novelli, La nobile casata degli Eroli e il palazzo della famiglia a Narni, in "Museo della Città in Palazzo Eroli a Narni", a cura di D. Manacorda, F. F. Mancini, Giunti, Prato 2012, pp. 115-169.
  2. ^ Giovanni Eroli, Notizie de' vescovi Eroli estratte dalle vite de' Narnesi illustri, Temi 1852, pp. V-XXI.
  3. ^ In uno dei consilia da lui composto (G. B. Ziletti, Consiliorum seu resporuorum ad causar criminales recens editorum..., I, Venetiis 1572, n. LXXIX), si definisce «iuris utriusque minimus doctor sacri palatii auditor».
  4. ^ Gasparis Veronensis, De gestis Pauli secundi,III, 16, a cura di G. Zippel, p.35.
  5. ^ Vespasiano da Bisticci, Le vite, a cura di A. Greco, I, Firenze 1970, p. 20I.
  6. ^ a b c d Esposito, voce cit.
  7. ^ Registro Vaticano 436, cc. 289rv
  8. ^ Ottone Del Carretto riferiva a Francesco Sforza in una lettera del novembre 1458 che il papa si consigliava con il cardinale Eroli «così in le cose di stato come in quelle de corte [...] e quasi niente se fa senza lui». Su sua istanza il papa ne nominò il nipote Carlo Eroli (non il fratello, come erroneamente riportato da Giovanni Eroli), prima "scrittore apostolico" e quindi tesoriere del Patrimonio di San Pietro (Registro Vaticano 544, passim).
  9. ^ La sentenza da lui emanata il 17 ottobre 1470 si conserva presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, Borg. lat. 809, cc. 112-121
  10. ^ Un esempio fu l'arbitrato tra i fratelli Luigi e Romanello Boccapaduli nel 1457 (Esposito, voce cit.)
  11. ^ In cambio dei 1200 fiorini già versati, confermò con un decreto del marzo 1463 i privilegi goduti per il passato, pur ribadendo il divieto di esercitare il prestito (Esposito, voce cit.)
  12. ^ Il testamento fu rogato a Roma il 17 marzo 1479 dal clerico anconitano Benincasa de Benincasis (Esposito, voce cit.)
  13. ^ Questo è il testo dell'epitaffio secondo Chacón:
    (LA)

    «SEDENTE XYSTO IIII. PONT MAX Berardo Herulo Narniensi, Episcopo Sabinensis S. R. E. Cardinalis Spolitano, pontificii civilisque iuris summo interpreti, iustitiæ religionis cultori, singulari integritate cunctis eximiis Romanæ curiæ honoribus functo, abstinetia, severitate insigne, humanæ vitæ exemplo, a Pio II. Pontifice Maximo Cardinali ob virtutem creato, cæteris Pontificibus, ac Patribus æque charo. Constantinus Episcopus Spolitanus avunculo B. M. posuit. Anno agens LXX communi omnium bonorum mærore, immortalis de se apud posteros amaredicta, Decessit iis. Non. Aprilis anno Salutis MCDLXXIX.»

    (IT)

    «Regnante Sisto IV, Pontefice Massimo. A Berardo Eroli di Narni, Vescovo di Sabina, Cardinale di Spoleto, sommo interprete del diritto pontificio e civile, cultore della giustizia e della religione, di singolare integrità, assunto ad insigni cariche nella Curia romana, di insigne severità e frugalità, esempio di vita umana, creato Cardinale a causa della sua virtù da Pio II Pontefice Massimo, caro ad altri Pontefici e Padri [della Chiesa]. Pose il nipote Costantino, Vescovo di Spoleto. A settanta anni, col comune cordoglio di tutti gli uomini pii e per l'incancellabile rimpianto dei posteri, morì il quarto giorno prima delle None di aprile [ovvero il 2 aprile] dell'anno della Salute 1479.»

  14. ^ Carlo Pietrangeli, Memorie spoletine a Roma (PDF), in Spoletium, n. 15, dicembre 1971, p. 12. URL consultato il 9 novembre 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lorenzo Cardella, Memorie storiche de' cardinali della Santa Romana Chiesa, Roma, Stamperia Pagliarini, 1793, III, 137-140;
  • Alfonso Chacón, Vitæ, et res gestæ Pontificvm Romanorum et S. R. E. Cardinalivm ab initio nascentis Ecclesiæ vsque ad Vrbanvm VIII. Pont. Max. 2 volumes. Romae: Typis Vaticanis, 1677, II, col. 1036-1037 e 1273;
  • Giovanni Eroli, Notizie de' vescovi Eroli estratte dalle vite de' Narnesi illustri, Temi, 1852
  • Esposito, voce "Eroli, Berardo", in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Treccani
  • "Essai de liste générale des cardinaux. VIII. Les cardinaux du XVIe siècle;, Annuaire Pontifical Catholique 1933, Paris, Maison de la Bonne Presse, 1933, p. 132;
  • Konrad Eubel, Conradus and Gulik, Guglielmus van. Hierarchia Catholica Medii et Recientoris Aevi, Volumen II (1431-1503), Münich, Sumptibus et Typis Librariae Regensbergianae, 1914; ristampa, Padova, Il Messaggero di S. Antonio, 1960, pp. 13, 59, 60, 64 e 241;
  • Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro sino ai nostri giorni, Venezia, Tipografia Emiliana (1840-1861): voce Eroli Berardo, Venezia, 1843, vol. XXII, pp. 69–70.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vicario generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma Successore
Roberto Cavalcanti 18 aprile 1447 - 26 gennaio 1459 Francesco de Lignamine
Predecessore Vescovo di Spoleto Successore
Sagace De Comitibus 13 novembre 1448 - 8 dicembre 1474 Costantino Eroli
Predecessore Cardinale presbitero di Santa Sabina Successore
Enea Silvio Piccolomini 19 marzo 1460 - 23 maggio 1474 Ausias Despuig
Predecessore Legato apostolico di Perugia e dell'Umbria Successore
Domenico Capranica 29 luglio 1462 - 17 giugno 1463 Richard Olivier de Longueil I
Bartolomeo Roverella 1º agosto - 13 settembre 1471 Giacomo Ammannati Piccolomini II
Pietro Riario, O.F.M.Conv. 3 gennaio - 31 dicembre 1474 Niccolò Perotti III
Niccolò Perotti 1º gennaio - 31 dicembre 1477 Raffaele Riario IV
Predecessore Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore
Guillaume d'Estouteville, O.S.B.Clun. 3 gennaio 1466 - 7 gennaio 1467 Basilio Bessarione
Predecessore Cardinale vescovo di Sabina Successore
Alain de Coëtivy 23 maggio 1474 - 2 aprile 1479 Giuliano della Rovere
Controllo di autoritàVIAF (EN264511173 · ISNI (EN0000 0003 8248 504X · CERL cnp01467146 · LCCN (ENn2016015063 · GND (DE1074543513 · WorldCat Identities (ENlccn-n2016015063