Anastasio (arcivescovo di Tirana)

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Anastasio
Arcivescovo di Tirana e di tutta l'Albania
Intronizzazione2 agosto 1992
PredecessoreDamiano
 
Consacrazione episcopalenovembre 1972
 
NascitaIl Pireo
4 novembre 1929 (94 anni)

Anastasio (in greco: Αναστάσιος Γιαννουλάτος, in albanese: Anastas Janullatosi) (Il Pireo, 4 novembre 1929) è un arcivescovo ortodosso greco, attuale primate della Chiesa ortodossa albanese con il titolo di arcivescovo di Tirana e di tutta l'Albania dal 24 giugno 1992.

È uno degli otto presidenti del Consiglio mondiale delle chiese dal 22 febbraio 2006.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione e sacerdozio[modifica | modifica wikitesto]

È nato nel Pireo in una famiglia di origine cefaloniana. Dopo aver terminato gli studi secondari, entrò nella Facoltà di Teologia all'Università di Atene nel 1947, da cui si laureò nel 1952.

Fu ordinato diacono nel 1960, poi sacerdote il 24 maggio 1964. Poco dopo, partì per l'Uganda, dove prestò servizio per qualche tempo come sacerdote. Quindi rientrò in Grecia. Dal 1965 studiò storia delle religioni ed etnologia nelle università di Amburgo e Marburgo e diventò ricercatore presso la Makerere University di Kampala. Durante il suo soggiorno in Germania, fu sacerdote della comunità greca. Nel 1970, conseguì un dottorato in Teologia summa cum laude. Nel 1972 divenne professore associato di storia delle religioni all'Università di Atene e divenne professore ordinario nel 1976.

Episcopato[modifica | modifica wikitesto]

Nel novembre 1972, fu consacrato vescovo con il titolo di vescovo di Androussa. Nel 1980, grazie alla sua buona conoscenza dell'Africa, fu nominato vescovo nell'Africa orientale (la sua diocesi copriva Kenya, Uganda, Tanzania). Sotto la sua guida, fu aperto un seminario e furono costruite 67 nuove chiese, nonché scuole e centri medici. Supervisionò la traduzione di libri liturgici in quattro lingue locali.

Primate della Chiesa d'Albania[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1991, in seguito alla caduta del comunismo, la Chiesa ortodossa albanese cercò di riprendersi. Bandita sotto il regime comunista (che aveva bandito tutte le religioni e dichiarato l'Albania uno stato ufficialmente ateo)[1], nei primi anni '90 aveva solo 22 chierici, rispetto ai 440 del 1940.[2]

In questo contesto, il Patriarca di Costantinopoli Dimitri I mandò il vescovo Anastasio in Albania per aiutare a ripristinare la chiesa locale. Arrivò a Tirana nel luglio 1991. Il 2 agosto 1992 fu intronizzato come arcivescovo di Tirana e Primate della Chiesa ortodossa d'Albania.

Riorganizzò tutta la vita religiosa locale nonostante le difficoltà. Vennero riaperte oltre 400 parrocchie in disuso, in seguito verranno costruite 150 nuove chiese, verranno formati e ordinati 150 nuovi chierici. Allo stesso tempo, furono creati istituti di istruzione superiore e centri di formazione nei settori della sanità, dell'istruzione e dello sviluppo rurale.

Durante la guerra del Kosovo, mise in piedi un vasto programma umanitario che permise di aiutare più di 40000 rifugiati nel paese.[3] Nel 1998 fu nominato membro onorario dell'Accademia teologica di Mosca. Nel 2000, fu candidato per il premio Nobel per la pace. È presidente onorario della conferenza mondiale delle religioni per la pace.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Critiche sulla grecizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Seppure un articolo dello Statuto della Chiesa Ortodossa Autocefala Albanese KOASH (Kisha Ortodokse Autoqefale Shqiptare), riconosciuta solo nel 1937, impone esplicitamente l'uso della lingua albanese nei santi uffici, nelle liturgie e che l’Arcivescovo "debba essere Albanese di sangue e di lingua", la soluzione nel 1991 di un greco come Arcivescovo, in seguito alle pressioni palesi o celate della Chiesa greca, destò molte polemiche accese tra gli stessi albanesi ortodossi, quanto ai cattolici e nonché ai musulmani[4]. Benché è stata ritenuta una misura provvisoria, fino alla formazione del clero locale in grado di ricoprire gli alti gradi della gerarchia religiosa, ormai, a condizioni mutate attuali dell'Albania, con un clero ortodosso ormai ampiamente formato, la permanenza dell'Arch. Anastasio appare sempre meno legata allo sviluppo dell’ortodossia albanese che ad altri intenti[4].

Nella cerimonia per la consacrazione della nuova Cattedrale Ortodossa di Tirana, a maggio 2014, la messa tenuta in lingua greca dall’Arcivescovo, contravvenendo allo statuto della stessa KOASH, ha irritato non poco l’opinione pubblica, finendo per alimentare ancora una volta la tradizionale diffidenza albanese verso la Grecia, che affonda le radici proprio nella Megali Idea, mai sconfessata da parte greca. I critici imputano all'Arch. Anastasio di lavorare per ellenizzare della gente del sud, già cattolica di rito “greco”-bizantino[5], e la KOASH; la stessa KOASH, dipendente attualmente in gran parte da finanziamenti provenienti da enti religiosi in Grecia, cerca di contenere le polemiche e difende l’operato dell’Arcivescovo[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://religion.info/pdf/2007_05_cathalb.pdf
  2. ^ http://www.patriarchia.ru/db/text/77904.html
  3. ^ http://www.bu.edu/bridge/archive/2004/05-13/archbishop.html
  4. ^ a b c La questione irrisolta della Çamëria nella complessità dei rapporti greco-albanesi, su siba-ese.unisalento.it. URL consultato il 26 aprile 2020.
  5. ^ I monaci basiliani d'Italia in Albania: appunti di storia missionaria secoli XVI-XIX / Nilo Borgia, jeronomaco italo-albanese, Roma, Istituto per l'Europa Orientale, 1935.

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Controllo di autoritàVIAF (EN434144782732128825902 · ISNI (EN0000 0001 1446 4314 · LCCN (ENno00027412 · GND (DE130354155 · BNF (FRcb15522874c (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no00027412