Slot car: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 84: Riga 84:
==Slottisti celebri==
==Slottisti celebri==


*[[Beatles]] (musicisti e cantanti) - i Fab-Four condividevano la passione per la pista Scalextric; i quattro di [[Liverpool]] hanno tenuto anche una celebre sessione fotografica nella quale sono immortalati alle prese con pista, macchinine e pulsanti.
*[[Beatles]] (musicisti e cantanti) - i Fab-Four condividevano la passione per la pista Scalextric, in particolare [[Lennon]] pare ne fosse proprio ossessionato<ref>http://news.qthemusic.com/2009/09/10_things_you_didnt_know_about.html 10 Things you didn't know about The Beatles</ref>; i quattro di [[Liverpool]] hanno tenuto anche una celebre sessione fotografica nella quale sono immortalati alle prese con pista, macchinine e pulsanti.
*[[Edo Bertoglio]] (fotografo e regista) – pilota e collezionista di slot car, ha dedicato una mostra personale itinerante, [[Finish Line]], ad un particolare tipo di slot car caratteristico ed evocativo degli anni ‘60, le c.d. “Thingies”.
*[[Edo Bertoglio]] (fotografo e regista) – pilota e collezionista di slot car, ha dedicato una mostra personale itinerante, [[Finish Line]], ad un particolare tipo di slot car caratteristico ed evocativo degli anni ‘60, le c.d. “Thingies”.
*[[Ross Brawn]] (ingegnere e team manager in [[Formula 1]]) - negli anni ’70 era insieme a Toni Hough titolare della HB (Hough e Brawn) che produceva telai in ottone saldato per la categoria inglese Formula 32 utilizzati con successo anche in Italia vincendo addirittura il Campionato italiano nel 1977.
*[[Ross Brawn]] (ingegnere e team manager in [[Formula 1]]) - negli anni ’70 era insieme a Toni Hough titolare della HB (Hough e Brawn) che produceva telai in ottone saldato per la categoria inglese Formula 32 utilizzati con successo anche in Italia vincendo addirittura il Campionato italiano nel 1977.

Versione delle 11:18, 22 set 2009

Il termine in lingua inglese slot car si riferisce ai modellini in scala di autovetture utilizzati sulle piste elettriche.

Un circuito Ninco per competizioni.

La storia

I primi esempi di autopiste e modellini elettrici risalgono al secondo decennio del XX secolo e vennero presentati da un'azienda statunitense specializzata nel modellismo ferroviario, la Lionel Corporation[1].

Due modellini Scalextric degli anni cinquanta.

La vera diffusione del fenomeno si ebbe però nel secondo dopoguerra, soprattutto in Inghilterra dove, dal 1957, cominciò ad affermarsi un'azienda in particolare, la Scalextric. Per gli italiani invece la pista per antonomasia è sempre stata la Polistil (originariamente denominata Policar, marchio commerciale della Politoys)[2][3].

Dopo il successo mondiale dei grandi centri pubblici negli anni sessanta e la successiva repentina crisi, l'hobby si trasferisce all'ambito domestico con il grande successo commerciale delle autopiste giocattolo avvenuto negli anni settanta. La straordinaria espandibilità, antesignana della moderna tecnologia modulare, catapulta un gioco per bambini anche nel mondo dei grandi.

Negli anni ottanta, almeno in Italia, il movimento slottistico segue la crisi commerciale della casa madre, ma l’attività artigianale e modellistica si evolve inarrestabile, con scarsi risultati in termini di popolarità, ma con sorprendenti quanto inaspettate evoluzioni tecniche. Dalla seconda metà degli anni novanta, grazie anche all’ingresso nel settore di molteplici nuove piccole aziende spagnole, l’attività commerciale lentamente riprende con incrementi a ritmo incoraggiante. Sin dai primi anni duemila nuovi marchi italiani si impongono sul mercato internazionale, prima come produttori di ricambi universali, poi come produttori di automodelli propri e pulsanti.

Aspetti tecnici

Schema di funzionamento di base per una autopista elettrica senza freno.

Le prestazioni dei modelli in pista si controllano attraverso l'uso di pulsanti con i quali si regolano manualmente l'accelerazione e la frenata. Le piste in commercio sono adatte ad un uso domestico ma gli appassionati di slot car tradizionalmente si riuniscono in club; costruiscono sia elaboratissimi tracciati, a volte addirittura riproducenti dei veri autodromi in scala, che modelli, a volte con finalità modellistica, altre volte solo per sviluppare la tecnica slottistica nella ricerca della prestazione massima.

A destra è rappresentato uno schema esemplificativo del circuito elettrico più semplice per una pista da slot car. La pista fa parte di un circuito elettrico; un trasformatore o un accumulatore elettrico forniscono la corrente continua (normalmente con tensione massima di 12 volt) necessaria al funzionamento dell'impianto, la tensione stessa viene regolata in modo continuo da una resistenza posta all'interno del comando manuale (il c.d. pulsante). La corrente passa attraverso due binari, annegati normalmente nella plastica nera della pista o incollati sulla superficie di legno, e viene raccolta da due spazzole in rame, poste sulla parte inferiore del modello, che la trasmettono al motore elettrico. In nota viene illustrato altrettanto schematicamente il metodo da seguire per poter effettuare il collegamento di un pulsante alle piste che vengono utilizzate attualmente per le competizioni italiane[4].

Piste e Club

Carrellata di modellini di slot car su pista Ninco.

In Italia, nella mancanza più assoluta di centri pubblici (che in America esistono ancora), prosperano ormai numerosi club ed associazioni private. Il più antico tra i club italiani, ancora attivo, risale al 1964: l'Electric Car Association, per tutti, l'ECA Club[5], si trova a Torino, ha ben due sedi ed entrambe sono dotate di una pista Carrera in scala 1/24. Il più grande impianto fisso in scala 1/32, è una Polistil, si trova a Soragna (PR) presso la sede dell'Ayrton Senna Slot Club[6], ha una lunghezza di 86 metri per complessive sei corsie. Il più grande impianto fisso in 1/24, coincidenza, si trova poco distante, a Roncole Verdi presso Slot Up, si tratta di una Thoumieu, un impianto professionale in legno a otto corsie realizzato appositamente per ospitare i campionati mondiali ISRA a Ribera in Sicilia nel 2001 e che è stato trasferito ed utilizzato per ospitare nuovamente la medesima competizione mondiale, proprio a Soragna, anche nel 2006[7]. Tutti gli impianti fissi in Italia sono piste analogiche, nessun club si è ancora dedicato stabilmente allo slot digitale che permette, tra l'altro, l'uso di più modelli sulla medesima corsia.


Le Piste dell'American Model Raceways and Racing Congress

Nel 1962 nell'ambito della AMF, un'azienda americana tuttora leader nel campo del bowling, viene istituito l'American Model Raceways and Racing Congress, aldilà del nome dai toni istituzionali si trattava di una vera e propria nuova azienda che progettò e costruì piste che ancora oggi sono attive in tutto il mondo. All'American Model Raceways and Racing Congress si deve attribuire il merito di aver catalogato i principali tipi di tracciati professionali e di aver pubblicato un apposito manuale nel quale vengono illustrate tutti le varie fasi e tutte le tecniche costruttive. I diversi tracciati vennero battezzati con il colore che li contraddistingueva e ciascuna da un nome ispirato ai titoli della monarchia inglese[8].

  • Blue "King" 150', la più famosa e diffusa pista professionale al mondo.
  • Orange "Monarch" 100'
  • Red "Imperial" 150' (è una variante della Blue King)
  • Yellow 80'
  • Black "Royal" (curve rialzate) 95' soprannominata "The Mini King"
  • Black "Royal" (piatta) 90'
  • Purple "Sovereign" 220' soprannominata "The Purple Mile"
  • American Green

Pulsanti

Come detto, la funzione del comando manuale (impropriamente ma comunemente chiamato 'pulsante') è quella di regolare la velocità della slot-car in pista. È singolare che quando, nel 1957, la Scalextric commercializzò la prima pista elettrica il pulsante non era ancora stato inventato. L’impianto era dotato di un marchingegno facilmente descrivibile come un elementare strumento da telegrafista, mediante il tasto si dava corrente al circuito, rilasciandolo la corrente veniva meno; non c’era alcuna possibilità di gradualizzare o proporzionare l’accelerazione[9]. Oggi esistono comandi azionati tramite il pollice, o tramite il dito indice (con un movimento a 'pistola'). Questi ultimi sono oramai quelli più universalmente diffusi. Il secondo scopo del pulsante è quello di regolare la frenata, qualora la pista sia predisposta allo scopo, tramite la messa in corto circuito dei cavi di alimentazione della corsia che alimenta il motore del modello.

In ogni caso, la funzione principale del comando è quella di regolare la tensione che viene fornita al motore della macchinina: a questo scopo si utilizzano, nelle forme più economiche di pulsanti, resistenze variabili (reostati), o alternativamente circuiti elettronici a transistor o MOSFET. La regolazione dell'effetto frenante viene effettuata in modo analogo.

Si passa quindi da sistemi molto semplici ed economici, tuttora validi, a strumenti altamente evoluti con regolazione di frenata, curve di risposta programmabili, e telemetria.

Principali manifestazioni italiane

  • Campionato Italiano: dal settembre 1967, con la vittoria di Gianfranco Fautario con una Cucaracha Cox "Assetto Pizzi" sulla pista montata appositamente all'interno del Museo dell'automobile dell'Autodromo di Monza, il Campionato Italiano costituisce l'evento agonistico più atteso dell'anno[10].
  • Torino Vintage Meeting: dal 1978 raccoglie per il primo week-end di maggio gli appassionati di slot car d'epoca da tutto il mondo. Le gare si svolgono su motivi tematici prestabiliti; a margine un tradizionale mercatino specializzato[11].
  • 24 ore del Verbano: dal 2003, quando si è svolta la prima edizione, la gara di Germignaga (Va) si è rapidamente affermata nel campo delle gare di durata sino ad entrare a far parte del prestigioso Campionato Europeo Endurance[12].
  • Slotlandia: dal 2002 è l'unica grande manifestazione fieristica italiana dedicata al mondo delle slot-car; ormai tradizionalmente si svolge a settembre, nell'ambito del Hobby Model Expo a Novegro (Mi)[13].

Curiosità musicali

Due ottime band specializzate nel genere surf rock strumentale, legate quindi ai caratteristici miti ed alle nostalgie degli anni '60, hanno dedicato ciascuna un intero album allo slot racing.

  • Phantom Surfers: The exciting sounds of model road racing (Lookout Records, 1997)[14].
  • Revells: The 60 sound of the slots, the sound, music and language of slot car racing-america’s newest hobby! (Sundazed 1995).

Curiosità cinematografiche e TV

  • Nessuno mi può giudicare, Ettore Fizzarotti, 1966 - Proprio nella prima scena, Gino Bramieri non risponde alla chiamata della sua segretaria perché sta "provando le nuove automobili elettriche" su un ovale con cambi di corsie, probabilmente Policar.
  • Il tigre, Dino Risi, 1967 – Vittorio Gassman si consola dalle pene d’amore con una visita alla sede del M.R.M.C. di Roma, purtroppo la cosa poi degenera in una rissa da saloon, ma, per fortuna, non dovuta a motivi slottistici. Nella scena le comparse sono veri slottisti.
  • Bianca, Nanni moretti, 1983 - Moretti entra nell'aula professori della "Marilyn Monroe", surreale istituto scolastico sperimentale, e trova alcuni colleghi impegnati su una grande pista Polisti a quattro corsie con tanto di curve sopraelevate.
  • Un ponte per Terabithia, Gabor Csupo, 2007, dal romanzo di Katherine Paterson - Jesse per il suo tredicesimo compleanno riceve in regalo una pista a forma di "otto", suo padre, scoperto che i modellini escono di pista in curva si convince che il gioco sia una fregatura ed insiste per cambiarlo.

Curiosità varie

  • Dylan Dog, Ho ucciso Jack lo Squartatore, Maxy Dylan Dog n.2 luglio 1999 - Dylan rivive la propria infanzia: nella terza tavola si vede che l'intero pavimento della stanza di Dylan bambino è occupato da una pista elettrica, si distinguono anche due modellini di monoposto a ruote scoperte.

Slottisti celebri

  • Beatles (musicisti e cantanti) - i Fab-Four condividevano la passione per la pista Scalextric, in particolare Lennon pare ne fosse proprio ossessionato[16]; i quattro di Liverpool hanno tenuto anche una celebre sessione fotografica nella quale sono immortalati alle prese con pista, macchinine e pulsanti.
  • Edo Bertoglio (fotografo e regista) – pilota e collezionista di slot car, ha dedicato una mostra personale itinerante, Finish Line, ad un particolare tipo di slot car caratteristico ed evocativo degli anni ‘60, le c.d. “Thingies”.
  • Ross Brawn (ingegnere e team manager in Formula 1) - negli anni ’70 era insieme a Toni Hough titolare della HB (Hough e Brawn) che produceva telai in ottone saldato per la categoria inglese Formula 32 utilizzati con successo anche in Italia vincendo addirittura il Campionato italiano nel 1977.
  • Emilio Catera (musicista) - the Insane è stato a lungo un assiduo frequentatore dello Slot Palace.
  • Cesareo (chitarrista del gruppo Elio e le Storie Tese) - è stato un frequentatore del Club Milano 90.
  • Stefano Foresta (musicista) - tra i fondatori negli anni '70 dello Slot Club Catania, vince il Campionato Siciliano a Squadre nel 1983.
  • Phil Hill (pilota automobilistico) - è stato membro del direttivo dell'American Model Car Racing Congress[17].
  • Parnelli Jones (pilota automobilistico) - è stato membro del direttivo dell'American Model Car Racing Congress[18].
  • Stirling Moss (pilota automobilistico) - è stato il testimonial commerciale della ditta inglese Aurora produttrice di piste e modelli in scala HO. A sua volta la Aurora sponsorizzava il Campionato di Formula 1 inglese denominato appunto Formula Aurora.
  • Emanuele Pirro (pilota automobilistico) - ha partecipato a diverse manifestazioni slottistiche come “Slotlandia” ed il Campionato Italiano Slot.it.
  • Elvis Presley (musicista e cantante) - the King aveva nella sua magione di Graceland, in quella che adesso viene chiamata Trophy Room[19], sin dal 1966 una bellissima pista professionale commissionata per 5.000 dollari[20], oggi quella pista non esiste più soppiantata nel 1982 da un bar per i visitatori di Graceland; secondo un'altra versione la pista sarebbe stata smantellata molto prima quando The Pelvis si sarebbe velocemente stancato del suo ennesimo passatempo, comunque il tracciato, nel frattempo, è diventato il più famoso e diffuso nel mondo; quella pista, in suo onore, secondo una non comprovata leggenda, è denominata “Blue King”[21].
  • Jean Pierre Van Rossem (parlamentare belga, scrittore, professore ed ex sponsor in F1) – è il leader assoluto della IMCA (International Model Car Association) tramite la quale organizza campionati a livello europeo e mondiale.

Slottisti italiani del passato

  • Bruno Novarese, (1953-2008) E.C.A. - 10 volte Campione Italiano (1975, 1976, 1978, 1979, 1982, 1991, 1992, 1993, 1994)[22].
  • Franco Gianotti, (morto nel 2002) Slot Club Leonessa - Campione del Mondo Endurance 1988 (in coppia con la moglie Corinna). Dal 2004 viene ricordato nell'ambito dell'I.M.C.A. con il Franco Gianotti Trophy[23].
  • Marco D'Amato, Hobby Slot Sorrento - Uno dei più forti slottisti italiani di tutti i tempi, nonostante i risultati sempre molto promettenti scompare prematuramente prima di aver potuto iscrivere il proprio nome nell'albo d'oro dello slot italiano, il suo miglior risultato rimane il terzo posto al Campionato Italiano del 1982[24].

Note

Bibliografia

  • Slot car, l'evoluzione della pista elettrica, Giacomo Grazioli e Domenico Martinez, 2007.
  • Slotcars made in Europe 1930-1980, Paolo Rampini, edizioni Paolo Rampini, 2003.
  • Philippe De Lespinay, Vintage Slot Cars, Motorbooks International, 1999.
  • How to open a model car racing center, Ken Macdowell, Parma International, 1984.
  • Guy R. Williams, L'arte del modellismo automobilstico, Mursia, 1977.
  • How to build your own slot car race track, Gary Cannel, Parma International.

Altri progetti

Collegamenti esterni