Coordinate: 44°18′36″N 7°10′12″E

Valle Stura di Demonte: differenze tra le versioni

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Fortificazioni
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Sotto il dominio savoiardo la valle vide passare numerose guerre. Particolarmente significativi furono i passaggi di truppe durante la [[guerra di successione austriaca]], e le [[guerre napoleoniche|campagne napoleoniche]].<ref name=sturastoria />
Sotto il dominio savoiardo la valle vide passare numerose guerre. Particolarmente significativi furono i passaggi di truppe durante la [[guerra di successione austriaca]], e le [[guerre napoleoniche|campagne napoleoniche]].<ref name=sturastoria />

===Fortificazioni===
La facile comunicazione tra i due versanti delle Alpi hanno da sempre conferito alla valle Stura una notevole importanza strategica; di conseguenza, la valle fu spesso teatro della costruzione di opere di fortificazione militare, volte ad arginare un'eventuale avanzata nemica.

Dall'epoca medioevale sono rimasti i ruderi del castello di [[Roccasparvera]]; il castello fu costruito verso l'[[XI secolo]], e fi più volte distrutto e ricostruito. Arrivò intatto fino al [[1588]], quando, dopo la conquista del comune da parte di [[Carlo Emanuele I di Savoia]], il castello fu distrutto e non fu più ricostruito.

I Savoia infatti avevano interesse a difendere non più i singoli borghi, ma l'intera valle da eventuali invasioni dal versante francese. A tale scopo, nel [[1590]] fu realizzato il [[forte della Consolata]] a [[Demonte]]. Modernizzato nel [[XVII secolo]], il forte non fu praticamente mai impegnato in operazioni belliche. L'organizzazione della difesa contava molto sulla difesa naturale costituita dalla ''gola delle Barricate'', poco a monte dell'abitato di [[Pietraporzio]], che veniva ritenuta inespugnabile.<ref name=pietraporzio>[http://www.vallestura.net/comune.asp?codice=10 Comunità Montana Valle Stura - comune di Pietraporzio]</ref> L'esercito franco-spagnolo riuscì però ad aggirare la gola per passaggi più impervi, arrivando a chiudere il forte a tenaglia sui due lati; a questo punto i difensori si ritirarono verso [[Cuneo]], e l'avanzata franco-spagnola poté proseguire.<ref name=fortif>Mauro Minola, Beppe Ronco, ''Fortificazioni nell'arco alpino'', Quaderni di cultura alpina, Priuli e Verlucca, Scarmagno (TO), 1998, ISBN 978-88-8068-085-7</ref>. Dopo il ritiro delle truppe franco-spagnole, il forte fu restaurato. Dopo l'[[armistizio di Cherasco]] del [[1796]], il forte fu demolito per ordine di [[Napoleone Bonaparte]].<ref name=consolata>[http://www.vallestura.net/attrazione.asp?codice=27&titpagina=Fortificazioni Comunità Montana Valle Stura - il forte della Consolata]</ref>

Dopo la [[Restaurazione]], i Savoia ripristinarono l'intera cintura difensiva verso la [[Francia]], tra cui le fortificazioni in valle Stura. Nel [[1834]] [[Carlo Alberto di Savoia]] la costruzione del [[forte di Vinadio]], che fu completata nel [[1847]]. La fortezza, costruita secondo la tipica struttura della fortezza di sbarramento ottocentesca,<ref name=fortif /> era costituita da tre blocchi difensivi principali; la sua costruzione comportò la distruzione di parte dell'abitato storico di Vinadio.<ref name=fortevinadio>[http://www.vallestura.net/attrazione.asp?codice=30&titpagina=Fortificazioni Comunità Montana Valle Stura - il forte albertino di Vinadio]</ref> Tra il [[1875]] ed il [[1886]] la linea difensiva fu integrata da due batterie di artiglieria distaccate, la ''batteria Neghino''<ref name=neghino>[http://www.vallestura.net/attrazione.asp?codice=28&titpagina=Fortificazioni Comunità Montana Valle Stura - batteria Neghino]</ref> e le opere difensive della Serziera.<ref name=serziera>[http://www.vallestura.net/attrazione.asp?codice=29&titpagina=Fortificazioni Comunità Montana Valle Stura - opere della Serziera]</ref> Il forte non fu mai impegnato in azioni belliche, e nel [[1959]] fu dismesso dal [[Demanio]].<ref name=fortevinadio />

Nel [[XX secolo]] la valle Stura fu ulteriormente fortificata con opere del [[Vallo Alpino|Vallo Alpino del Littorio]].<ref name=valloalpino>[http://utenti.lycos.it/valloalpinoit/ Elenco delle opere di fortificazione del Vallo Alpino in valle Stura]</ref> Tra il [[1924]] e gli [[anni '30]] la zona della ''gola delle Barricate'' fu fortificata con una serie di opere in caverna appartenenti alla tipologia delle ''opere 200'', armate con [[mitragliatrice|mitragliatrici]] e [[cannone|cannoncini anticarro]].<ref name=pietraporzio /> All'inizio degli [[anni '40]] fortificazioni di retrovia di tipo ''opera 15000'' furono realizzate nel comune di [[Moiola]] (''sbarramento di Moiola'').<ref name=fotomoiola>[http://valloalpino.altervista.org/bunker/stdm/sbm/sbm-home.htm Descrizione, schemi e foto dello sbarramento di Moiola]</ref> Costituito da opere in caverna che avrebbero dovuto essere armate con mitragliatrici e cannoncini anticarro, queste opere rimasero incompiute a causa del volgere degli eventi bellici.<ref name=sbarrmoiola>[http://www.vallestura.net/attrazione.asp?codice=31&titpagina=Fortificazioni Comunità Montana Valle Stura - sbarramento di Moiola]</ref> Un ulteriore sbarramento fu realizzato a partire dagli [[anni '20]] in comune di [[Sambuco]], dove ad opere di tipo ''opera 200'' si affiancarono [[caserma|caserme]] a cielo aperto; durante la [[seconda guerra mondiale]] questo insediamento fu utilizzato come comando dell'esercito, e giunse ad ospitare 2500 uomini.<ref name=comunesambuco>Comune di Sambuco, storia: [http://www.comunesambuco.it/italy.php?link=storia_del_comune pagina 1] e [http://www.comunesambuco.it/italy.php?link=storia_del_comune02 pagina 2]</ref>


==Turismo==
==Turismo==

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Disambiguazione – Se stai cercando info sull'omonima valle in provincia di Genova, vedi Valle Stura.
Valle Stura di Demonte
Carta della Valle Stura di Demonte
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Piemonte
Province  Cuneo
Località principaliAisone. Argentera. Borgo San Dalmazzo, Demonte, Gaiola, Moiola, Pietraporzio, Rittana, Roccasparvera. Sambuco, Valloriate, Vinadio
Comunità montanaComunità Montana Valle Stura
FiumeStura di Demonte
Superficie601 km²
Cartografia
Mappa della Valle
Mappa della Valle
Sito web

La Valle Stura di Demonte è una valle del Piemonte che si sviluppa lungo il fiume Stura di Demonte.

Il suo territorio è interamente compreso nella provincia di Cuneo, a cavallo tra le Alpi Marittime (in destra orografica) e le Alpi Cozie (in sinistra orografica). Alla sua testata si trova il colle della Maddalena, importante valico stradale tra Italia e Francia.

Caratteristiche

Morfologia

La valle si sviluppa per circa 50 km, dallo sbocco in pianura di Borgo San Dalmazzo fino al colle della Maddalena.

Il fondovalle principale risale da Borgo San Dalmazzo in direzione ovest fino alla frazione Planche del comune di Vinadio; qui, in corrispondenza con la diramazione di un vallone laterale in destra orografica, il fondovalle principale piega verso nord-ovest, e mantiene questa direzione, con alcune trascurabili oscillazioni, fino al colle della Maddalena, dove termina.

Schema morfologico della valle Stura

Dalla valle principale si diramano diversi valloni laterali, di diverse dimensioni. Particolarmente significativi sono quelli in destra orografica, che raggiungono dimensioni anche notevoli. I principali, da monte a valle, sono:

  • il vallone di Forneri, che si dirama verso sud-ovest tra Bersezio e Pontebernardo; a sua volta, dirama in sinistra orografica (ovest) il vallone di Ferrere
  • il vallone di Pontebernardo, che ha origine appunto da Pontebernardo e si sviluppa in direzione sud-ovest
  • il vallone del Piz, che da Pietraporzio si sviluppa in direzione sud-ovest
  • il vallone di San Bernolfo, che ha origine dalla frazione Planche di Vinadio. Questo vallone si sviluppa dapprima in direzione ovest-sud-ovest, con alcune diramazioni secondarie fino alla località Bagni di Vinadio, dove si biforca. Il vallone principale prosegue in direzione sud-ovest, diramandosi più volte in valloni laterali secondari. In questa porzione del vallone si trova la frazione di San Bernolfo, che dà il nome alla valle. In sinistra orografica dai Bagni di Vinadio ha invece origine il vallone dell'Ischiator, che risale dapprima in direzione ovest, poi in direzione sud-ovest, portandosi ai piedi del Becco Alto d'Ischiator e di cima Corborant
  • il vallone di sant'Anna, che da Vinadio si sviluppa in direzione sud-ovest fino all'altezza del santuario di Sant'Anna di Vinadio; qui piega in direzione sud-est e raggiunge il colle della Lombarda, valico carrozzabile verso la francese valle della Tinea
  • il vallone di Riofreddo, che sempre da Vinadio si sviluppa dapprima in direzione sud-est, poi in direzione sud, raggiungendo le falde del monte Malinvern
  • il vallone di Valletta, che ha origine a metà strada tra Vinadio ed Aisone e risale in direzione sud-ovest verso la rocca della Paur

In sinistra orografica vi sono meno diramazioni:

  • la valle della Madonna, vallone secondario che dall'abitato di Sambuco risale dapprima in direzione nord-est, poi con alcune svolte, passando sotto il monte Omo
  • il vallone dell'Arma, che si dirama dall'abitato di Demonte in direzione nord-ovest, risalendo rettilineo verso la zona del colle del Mulo, del colle di Valcavera e del colle Fauniera o colle dei Morti

La morfologia generale della zona che circonda la valle Stura di Demonte è piuttosto complessa, il che fa sì che la valle confini con cinque altre valli:

Orografia

La valle è delimitata da due creste montuose principali, che la separano dalle valli limitrofe. In destra orografica, la divisione segue la cresta spartiacque tra Italia e Francia fino al monte Malinvern; da qui, il confine della valle si sposta sulla cresta secondaria che dal Malinvern scende verso nord-est fino allo sbocco a valle a Borgo San Dalmazzo.

In sinistra orografica, il limite della valle segue lo spartiacque principale per pochi chilometri, dal colle della Maddalena al monte Vanclava; da qui segue lo spartiacque secondario che la separa prima dalla valle Maira, poi dalla valle Grana.

Le vette principali sono:

Valichi

  • Carrozzabili:
  • Non carrozzabili, esterni:
  • Non carrozzabili, interni:
  • colle dei Morti tra vallone di Sant'Anna e vallone di Riofreddo
  • passo Tesina e passo di Bravaria tra vallone di San Bernolfo e vallone di Sant'Anna
  • passo di Laroussa tra vallone dell'Ischiator e vallone di San Bernolfo
  • passo di Rostagno tra vallone del Piz e vallone dell'Ischiator
  • passo sottano di Scolettas tra vallone di Pontebernardo e vallone del Piz
  • colle di Stau tra vallone di Forneri e vallone di Pontebernardo

Storia

Abitata in epoca preromana passato dai Liguri Montani, la valle Stura fu conquistata dai Romani in epoca augustea, ed aggregata al municipium di Pedona. Già allora la valle aveva notevole importanza per via dei suoi valichi che garantivano un facile transito verso l'altro lato delle Alpi.[1]

Dal V secolo la valle subì le invasioni barbariche, poi nei secoli IX e X vi furono le invasioni dei Saraceni. In questo periodo, la valle faceva parte dei possedimenti dell'abbazia benedettina di Pedona.[2] Dall'XI secolo cominciano ad aversi notizie più precise sulla valle e sui Comuni che la compongono. Nel 998, la valle fu data in feudo al vescovo di Torino, sotto il cui controllo rimase fino al 1150 circa.[3] Per tutto il XII secolo la valle fu sotto il dominio del Marchesato di Saluzzo; nel XIII secolo la valle subì la spinta espansionistica del comune di Cuneo, legato agli Angiò, che infine si impossessarono di tutta la valle da Aisone al colle della Maddalena, e la unirono alla Provenza nel 1259.[1][4]

Nei secoli successivi, i Savoia tentarono a più riprese di impadronirsi della valle. Nel 1388, il loro dominio si estese fino al comune di Sambuco.[4]. Nel frattempo, con l'annessione della Provenza al regno di Francia, il resto della valle passò sotto il dominio della corona francese.[5] Nel 1588 i Savoia riuscirono finalmente ad entrare in possesso dell'intera vallata fino al colle della Maddalena;[1] l'ultimo territorio a cadere sotto la spinta savoiarda fu quello che raccoglieva gli attuali comuni di Roccasparvera, Moiola, Gaiola e Demonte.[6]

Sotto il dominio savoiardo la valle vide passare numerose guerre. Particolarmente significativi furono i passaggi di truppe durante la guerra di successione austriaca, e le campagne napoleoniche.[1]

Fortificazioni

La facile comunicazione tra i due versanti delle Alpi hanno da sempre conferito alla valle Stura una notevole importanza strategica; di conseguenza, la valle fu spesso teatro della costruzione di opere di fortificazione militare, volte ad arginare un'eventuale avanzata nemica.

Dall'epoca medioevale sono rimasti i ruderi del castello di Roccasparvera; il castello fu costruito verso l'XI secolo, e fi più volte distrutto e ricostruito. Arrivò intatto fino al 1588, quando, dopo la conquista del comune da parte di Carlo Emanuele I di Savoia, il castello fu distrutto e non fu più ricostruito.

I Savoia infatti avevano interesse a difendere non più i singoli borghi, ma l'intera valle da eventuali invasioni dal versante francese. A tale scopo, nel 1590 fu realizzato il forte della Consolata a Demonte. Modernizzato nel XVII secolo, il forte non fu praticamente mai impegnato in operazioni belliche. L'organizzazione della difesa contava molto sulla difesa naturale costituita dalla gola delle Barricate, poco a monte dell'abitato di Pietraporzio, che veniva ritenuta inespugnabile.[7] L'esercito franco-spagnolo riuscì però ad aggirare la gola per passaggi più impervi, arrivando a chiudere il forte a tenaglia sui due lati; a questo punto i difensori si ritirarono verso Cuneo, e l'avanzata franco-spagnola poté proseguire.[8]. Dopo il ritiro delle truppe franco-spagnole, il forte fu restaurato. Dopo l'armistizio di Cherasco del 1796, il forte fu demolito per ordine di Napoleone Bonaparte.[9]

Dopo la Restaurazione, i Savoia ripristinarono l'intera cintura difensiva verso la Francia, tra cui le fortificazioni in valle Stura. Nel 1834 Carlo Alberto di Savoia la costruzione del forte di Vinadio, che fu completata nel 1847. La fortezza, costruita secondo la tipica struttura della fortezza di sbarramento ottocentesca,[8] era costituita da tre blocchi difensivi principali; la sua costruzione comportò la distruzione di parte dell'abitato storico di Vinadio.[10] Tra il 1875 ed il 1886 la linea difensiva fu integrata da due batterie di artiglieria distaccate, la batteria Neghino[11] e le opere difensive della Serziera.[12] Il forte non fu mai impegnato in azioni belliche, e nel 1959 fu dismesso dal Demanio.[10]

Nel XX secolo la valle Stura fu ulteriormente fortificata con opere del Vallo Alpino del Littorio.[13] Tra il 1924 e gli anni '30 la zona della gola delle Barricate fu fortificata con una serie di opere in caverna appartenenti alla tipologia delle opere 200, armate con mitragliatrici e cannoncini anticarro.[7] All'inizio degli anni '40 fortificazioni di retrovia di tipo opera 15000 furono realizzate nel comune di Moiola (sbarramento di Moiola).[14] Costituito da opere in caverna che avrebbero dovuto essere armate con mitragliatrici e cannoncini anticarro, queste opere rimasero incompiute a causa del volgere degli eventi bellici.[15] Un ulteriore sbarramento fu realizzato a partire dagli anni '20 in comune di Sambuco, dove ad opere di tipo opera 200 si affiancarono caserme a cielo aperto; durante la seconda guerra mondiale questo insediamento fu utilizzato come comando dell'esercito, e giunse ad ospitare 2500 uomini.[16]

Turismo

Il lago alle porte di Pietraporzio alimentato dal fiume Stura di Demonte

Escursionismo ed alpinismo

Le montagne della valle Stura di Demonte offrono numerose potenzialità agli appassionati di alpinismo e di escursionismo. I primi possono trovare interessanti vie e pareti di roccia su quasi tutto il territorio.[17] I secondi hanno a disposizione la fitta rete sentieristica della Provincia di Cuneo.[18] Inoltre, la valle è percorsa dai tracciati della Grande Traversata delle Alpi[19][20] e della Via Alpina.[21]

Escursionisti ed alpinisti possono appoggiarsi a diversi rifugi:

Note

Riferimenti cartografici

  • Istituto Geografico Centrale, Carte dei sentieri scala 1:50.000, n.7, Valli Maira-Grana-Stura
  • Istituto Geografico Centrale, Carte dei sentieri scala 1:25.000, n.112, Valle Stura - Vinadio - Argentera
  • Provincia di Cuneo, carta dei sentieri, su base cartografica 1:10.000 (Cartografia Tecnica Regionale)
  • carte IGM 1:25.000, 1:100.000 e 1:250.000 dal Portale Cartografico Nazionale

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