Samia Yusuf Omar: differenze tra le versioni

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Versione delle 18:46, 9 feb 2019

«Noi sappiamo che siamo diverse dalle altre atlete. Ma non vogliamo dimostrarlo. Facciamo del nostro meglio per sembrare come loro. Sappiamo di essere ben lontane da quelle che gareggiano qui, lo capiamo benissimo. Ma più di ogni altra cosa vorremmo dimostrare la nostra dignità e quella del nostro paese. Samia Yusuf Omar, 2008[1]»

Saamiya Yusuf Omar
NazionalitàBandiera della Somalia Somalia
Altezza162 cm
Peso54 kg
Atletica leggera
SpecialitàVelocità
Record
200 m 32"16 (2008)
Carriera
Nazionale
2008Bandiera della Somalia Somalia
 

Saamiya Yusuf Omar (Mogadiscio, 25 marzo 1991Mar Mediterraneo, 2 aprile 2012) è stata una velocista somala.

Biografia

Nasce nel 1991 in una famiglia povera di Mogadiscio, figlia di un uomo e di una venditrice di frutta.[2]

Da sempre Saamiya ha la passione e l'attitudine per la corsa; quando Mo Farah, celebre mezzofondista britannico di origine somala, appare su un giornale, lei lo appende nella camera che divideva con i suoi fratelli, nella speranza di poter diventare come lui ma gareggiando per il suo paese, la Somalia.

Dopo aver vinto tutte le gare per dilettanti somale, inizia a partecipare a gare per professionisti con l'aiuto del centro olimpico somalo, situato a Mogadiscio.

Nel maggio del 2008 gareggia nei 100 m piani ai Campionati africani di atletica leggera 2008, concludendo in ultima posizione la sua batteria.[3]

Partecipa alle Olimpiadi di Pechino 2008, nella gara dei 200 m, ottenendo il record personale di 32"16, l'ultimo tempo di tutte le batterie, venendo però comunque incoraggiata e applaudita dal pubblico presente allo stadio. Successivamente alla gara tutti i giornalisti la intervistano, ma la sua risposta è: "Avrei preferito essere intervistata per essere arrivata prima, invece che venire intervistata per essere arrivata ultima." [4]

Il connazionale Abdi Bile, ex atleta mezzofondista e medaglia d'oro dei 1500 metri piani ai mondiali di Roma del 1987, citato dalla scrittrice Igiaba Scego, sostiene che Saamiya è morta annegata nell'aprile del 2012, mentre stava cercando di raggiungere le coste italiane su un barcone di migranti partito dalla Libia, che ha fatto naufragio a largo di Malta.[2][5][6] La giornalista Teresa Krug, di Al Jazeera, a lungo in contatto con lei, conferma successivamente che Saamiya avrebbe viaggiato attraverso Etiopia, Sudan e Libia con l'intento di giungere in Europa per trovare un allenatore che la mettesse in grado di partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012; ma all'inizio di aprile del 2012 sarebbe morta annegata nel naufragio dell'imbarcazione diretta a Lampedusa.[7] La notizia della morte è poi stata confermata dalle agenzie di stampa internazionali.[8]

La vita di Saamiya Yusuf Omar è stata raccontata nel romanzo Non dirmi che hai paura, scritto da Giuseppe Catozzella ed edito da Feltrinelli il 12 gennaio 2014, romanzo poi pubblicato in tutto il mondo, che è valso a Giuseppe Catozzella la nomina a Goodwill Ambassador UNHCR, Ambasciatore per l'Agenzia dei Rifugiati delle Nazioni Unite.

Palmarès

Anno Manifestazione Sede Evento Risultato Prestazione Note
2008 Campionati africani Bandiera dell'Etiopia Addis Abeba 100 m piani Batteria 15"64 Miglior prestazione personale
Giochi olimpici Bandiera della Cina Pechino 200 m piani Batteria 32"16 Miglior prestazione personale

Note

  1. ^ Eleonora Grillo, NON DIRMI CHE HAI PAURA (Samia Yousuf Omar), su sutori.com, Sutor. URL consultato il 9 febbraio 2019.
  2. ^ a b Corinna De Cesare, Samia, l'atleta somala di Pechino 2008 morta su un barcone per raggiungere l'Italia, Corriere della Sera, 19 agosto 2012. URL consultato il 19 agosto 2012.
  3. ^ (EN) Against the Odds: Samiya Yuusf Omar, BBC News, 21 luglio 2008. URL consultato il 19 agosto 2012.
  4. ^ (EN) Charles Robinson, Somalia's runners provide inspiration, Yahoo! Sports, 24 agosto 2008. URL consultato il 19 agosto 2012.
  5. ^ Igiaba Scego, Mo e Saamiya, le due facce della Somalia [collegamento interrotto], in Pubblico, 18 agosto 2012. URL consultato il 30 settembre 2012.
  6. ^ Saamiya, da Olimpiadi a morte su carretta mare, in ANSA, 19 agosto 2012. URL consultato il 20 agosto 2012.
  7. ^ Esclusiva Rosebud: il sogno italiano di Samia Yusuf Omar. Intervista a Teresa Krug di Al Jazeera., su rinabrundu.com, Rosebud, 19 agosto 2012. URL consultato il 20 agosto 2012.
  8. ^ (EN) Samia Yusuf Omar Dead: Somalia Track Star Drowned In Boat Accident Ahead Of London Olympics, The Huffington Post, 21 agosto 2012. URL consultato l'8 aprile 2014 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2014).

Collegamenti esterni

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