Utente:Georgette Anna/Sandbox

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Luisa Longo (Bologna, 7 marzo 1954) è un'artista italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Luisa Longo nasce a Bologna, figlia unica di Giorgio Longo e Vittoria Alessandretti. Il padre è un industriale originario della provincia di Treviso, proprietario della ditta Redi, che produce materiali plastici, penne e colori a tempera, la madre è bolognese.

I genitori sono molto colti, amanti dell’arte, del teatro e della musica e si dedicano con fervore al collezionismo di opere d’arte; il padre è direttore di una scuola d’arte a Bologna.

L’intuito del padre porta la famiglia Longo a possedere una collezione di opere di pittura e scultura che comprende molti capolavori e fa della loro casa un salotto culturale frequentato da grandi autori. Negli anni ’60 e ’70 la villa di Viale Aldini è luogo d’incontro di artisti e scrittori di fama, che si legano alla famiglia Longo con un rapporto di amicizia e stima, come Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Filippo de Pisis, Ercole Drei, Giorgio Morandi, Mario Sironi, Ardengo Soffici. Anche le vacanze estive nella casa a Forte dei Marmi diventano occasione di incontro con artisti come Marino Marini, Francesco Messina, fra loro c’è anche il critico d’arte Francesco Arcangeli.

Durante l’adolescenza frequenta assiduamente concerti di musica classica e il teatro dell’opera oltre a trascorrere molto tempo nella lettura dei classici, soprattutto Cechov, Dostoevskij e Tolstoj ma anche Hemingway e Guy de Maupassant.

A diciotto anni si iscrive alla scuola per interpreti, studiando inglese e francese.

Nel 1973 il padre muore davanti a lei a causa di un infarto, un trauma che le causa molta sofferenza e la porta a perdere la serenità da cui è caratterizzata la sua prima giovinezza.

Finiti gli studi, parte per Parigi per seguire un corso annuale di storia dell’arte alla Sorbona.

Studia anche all’Ecole du Louvre, una delle istituzioni più prestigiose per l’insegnamento della storia dell’arte, dove frequenta i corsi del curatore Jean Clair, che è già una figura di riferimento della critica d’arte internazionale e all’Ecole tiene corsi sul Suprematismo, sulle avanguardie russe e sul Dadaismo. In questo periodo è molto attratta in particolare dal Simbolismo e dall’Impressionismo; è allieva anche della storica dell’arte ed egittologa Christiane Desroches Noblecourt.

Nel 1978 inizia a frequentare l’atelier di fiber art di Christine De La Haye, dove si dedica da subito alla sperimentazione di materiali, pigmenti e tecniche per raggiungere effetti cromatici e di luce complessi.

Parte per l’India dove conosce Sonny Israni, imprenditore e politico di origine pachistana che diventerà, insieme alla sua famiglia, una figura di riferimento della sua vita, introducendola al mondo della spiritualità e al valore personale dell’esperienza.

I viaggi diventano frequenti, soprattutto verso l’Africa e l’Asia, dove si reca per approfondire lo studio delle arti decorative e dei motivi geometrici islamici, in particolare quelli del periodo Moghul, che sono fonte di ispirazione per le opere su seta e organza.

Inizia a realizzare abiti e paraventi su suo disegno, è, infatti, interessata all’idea di ibridazione e sconfinamento fra arte, design e artigianato, che caratterizza la fiber art, e alla possibilità di far entrare l’arte nella vita quotidiana di tutti. Studia i rapporti fra arti decorative, pittura e architettura, approfondendo la storia del movimento Arts and Crafts, il concetto di opera d’arte totale e le pratiche della Bauhaus, il lavoro della designer e tessitrice tedesca Gunta Stölzl, la designer Sonia Delaunay e la pittrice Dorothea Tanning; in questo periodo dipinge sulla seta numerose collezioni di stole ispirate alle planimetrie dei giardini e delle abitazioni visti durante i viaggi in Iran.

Nel 1981, a 27 anni, parte per New York, dove espone nella galleria della fotografa Norma Hill una collezione di paralumi dipinti su seta ma è costretta a tornare a Bologna a causa delle gravi condizioni di salute della madre, che muore un anno dopo.

Nel 1983 si reca a Firenze per collaborare con la galleria d’arte Vivita di Camillo D’afflitto, della quale diventa socia, che espone soprattutto opere della Transavanguardia. Qui entra in contatto con Sandro Chia, Tano Festa, Maurizio Nannucci, Michelangelo Pistoletto ma anche Jean Michel Basquiat e Lorenzo Bonechi e il critico Achille Bonito Oliva. Alla galleria espone le proprie opere insieme a Francesco Bonami e Nicola Lazzari, sono anni caratterizzati da un intenso lavoro e scambio intellettuale.

Nel 1986 si sposa con l’imprenditore torinese Raimondo Balbo di Vinadio e nel 1987 nasce il figlio Ascanio.

Nel 1991 mette fine al matrimonio e si reca più volte in Birmania, Egitto, Israele per studiare i pattern della tradizione decorativa, studia i tessuti antichi, le tecniche e i linguaggi tradizionali dei popoli orientali oltre a quelle dei maggiori musei di arti decorative del mondo.

Nel 1998 entra a far parte dell’atelier dello scultore e pittore Camillo Bersani, dove rimarrà fino alla scomparsa dell’artista nel 2016. Sperimenta diverse tecniche pittoriche in uno scambio continuo di stimoli e idee. È un periodo di grande creatività per entrambi e la pittrice bolognese nutre un sentimento di profonda gratitudine per Bersani.

Nel 2003, in occasione di Alta Roma a Piazza di Pietra a Roma, espone quattro grandi tele di 4 x 4 metri, che rappresentano i quattro elementi: acqua, aria, fuoco, terra, accostando la mostra a una performance di sua ideazione.

Nel 2005 si trasferisce a Roma, dove stabilisce il suo atelier e casa d’artista. Durante i numerosi viaggi conduce ricerche approfondite sulle architetture; all'osservazione diretta di luoghi e culture lontane si accompagna la creazione di un immaginario di posti realmente esistenti, reinventati attraverso la memoria e le suggestioni personali.

Mostre personali[modifica | modifica wikitesto]

  • 1995 – “Sete Dipinte” Galleria La Clessidra, Cremona
  • 2003 – “Alta Roma” esposizione con performance dal vivo, Tempio di Adriano, Roma
  • 2006 – Galleria Sinopia, Roma
  • 2007 – “Art & Design, la collezione” a cura di Laura Villani, ArtePadova, Padova
  • 2009 – Galleria Due, Bologna
  • 2018 – “L’anima impalpabile dei grattacieli” a cura di Laura Villani, Biennale di Architettura di Venezia
  • 2018 – “Sinestetica” a cura di Laura Villani, Artissima, Torino

Mostre collettive[modifica | modifica wikitesto]

  • 1985 – Galleria I Granai Solferino, a cura di Filippo Monti, Milano
  • 2000 – “Love phone 2: il telefono dell’amore” Futureshow, a cura di Laura Villani, Bologna
  • 2001 – “A futuristic landscape with the mouse & the pad” a cura di Laura Villani, Futureshow, Bologna
  • 2002 – “L’oggetto inesistente” a cura di Laura Villani, Futuredesign, Bologna
  • 2009 – “The walls of desire” a cura di Laura Villani, QuadrumSaca, Bologna
  • 2010 – “In and out” Galleria Sinopia, Roma
  • 2011 – “Tre number one award 2011” a cura di Laura Villani, Arsenale di Venezia
  • 2018 – “Internazionale Italia Arte” Museo MIIT, Torino
  • 2018 – “Venezia contemporanea. Luci e colori dell’arte” Museo MIIT, Palazzo Albrizzi Capello, Venezia

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]