The Pretty Things

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
The Pretty Things
I Pretty Things in concerto a Marcq-en-Barœul, Francia (21 giugno 2008). Da sinistra a destra: Mark St. John, Dick Taylor, Phil May e George Perez.
Paese d'origineBandiera dell'Inghilterra Inghilterra
GenereGarage rock
Rock psichedelico
Freakbeat
Periodo di attività musicale1964 – 2020
EtichettaFontana Records
Columbia Records
Laurie
Rare Earth Records
Harvest Records
Warner Bros. Records
Swan Song Records
Snapper Records
Cote Basque Records
Album pubblicati20
Studio14
Sito ufficiale

The Pretty Things è un gruppo rock inglese di Londra, considerato tra i principali esponenti musicali del movimento mod. Il nome del gruppo deriva dall'omonima canzone di Bo Diddley.[1] Il loro stile, un R&B grezzo e diretto contaminato con il beat e la nascente psichedelica, ha influenzato molte importanti band degli anni sessanta, tra cui gli stessi Rolling Stones.[2][3] Nel 1968 pubblicarono quella che è comunemente ritenuta la prima opera rock in assoluto, S.F. Sorrow.[1][4]

Storia del gruppo[modifica | modifica wikitesto]

Dick Taylor insieme al compagno di studi Keith Richards e a Mick Jagger fondò un gruppo musicale, Little Boy Blue and the Blue Boys; quando Brian Jones entrò nel gruppo come chitarrista, Taylor passò al basso e mutarono il nome in Rolling Stones. Alcuni mesi più tardi Taylor lasciò il gruppo e incontrò Phil May con cui formò i Pretty Things.[2] Taylor suonava la chitarra, mentre May era la voce principale e suonava l'armonica a bocca. I due ingaggiarono Brian Pendleton come secondo chitarrista, John Stax al basso e Pete Kitley alla batteria, in seguito rimpiazzato da Viv Broughton e da Viv Prince.

Nel 1970 pubblicarono Parachute. Nel 1971 Taylor abbandonò il gruppo.

Il gruppo venne riformato alla fine degli anni novanta, prima con un rifacimento della sua rock opera e poi con l'album Rage Before Beauty nel 1999, che contiene brani risalenti al 1981.

David Bowie ha reinterpretato due loro canzoni nell'album Pin Ups.[5]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Album[modifica | modifica wikitesto]

The Pretty Things (1965)

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Compilation[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

EP[modifica | modifica wikitesto]

Con lo pseudonimo Electric Banana[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Singoli[modifica | modifica wikitesto]

Come Pretty Things/Yardbird Blues Band[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio[modifica | modifica wikitesto]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Singoli in classifica

Data Titolo Classifica
Official Singles Chart[6] Australia Canada
RPM 100
Olanda Note
1964 Rosalyn #41 #67 Pubblicato in Australia nel 1965.
1964 Don't Bring Me Down #10 #65 #34
1965 Honey I Need #13 #54
1965 Cry To Me #28
1966 Midnight To Six Man #46 #62
1966 Come See Me #43 #92
1966g A House In The Country #50 #63
1971 October 26 #29

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b The History of Rock Music. Pretty Things: biography, discography, reviews, links, su scaruffi.com. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  2. ^ a b (EN) The Pretty Things, su allmusic.com. URL consultato il 25 aprile 2010.
  3. ^ Piero Scaruffi, The History of Rock Music. Pretty Things
  4. ^ Pretty Things - S. F. Sorrow :: Le Pietre Miliari di OndaRock, su OndaRock. URL consultato il 20 gennaio 2021.
  5. ^ (EN) David Bowie - Pinups, su Discogs, Zink Media.
  6. ^ David Roberts, British Hit Singles & Albums, Londra, Guinness World Records Limited, 2006, pp. 437/438, ISBN 1-904994-10-5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Nick Logan e Bob Woffinden, Enciclopedia del rock, Milano, Fratelli Fabbri Editore, 1977.
  • (FR) Serge Morinais, Camion Blanc. British Beat, American Beat, Freakbeat et Garage Rock 60's 350 pépites de « A Hard Day’s Night » à « Zoot Suit »... en passant par « Satisfaction », Camion Blanc, 2021, ISBN 9782378482541.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN152238120 · ISNI (EN0000 0001 1091 5640 · Europeana agent/base/148423 · LCCN (ENn95085450 · GND (DE5549521-7 · WorldCat Identities (ENlccn-n95085450
  Portale Rock: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di rock