Thalictrum saxatile

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Pigamo steppico
Thalictrum saxatile
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni basali
Ordine Ranunculales
Famiglia Ranunculaceae
Sottofamiglia Thalictroideae
Tribù Thalictreae
Genere Thalictrum
Specie T. saxatile
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Magnoliidae
Ordine Ranunculales
Famiglia Ranunculaceae
Sottofamiglia Thalictroideae
Tribù Thalictreae
Genere Thalictrum
Specie T. saxatile
Nomenclatura binomiale
Thalictrum saxatile
DC., 1789
Nomi comuni

Pigamo sassicolo
(DE) Felsen-Wiesenraute
(FR) Pigamon des rochers

Il Pigamo steppico (nome scientifico Thalictrum saxatile DC. 1789) è una pianta perenne, dai piccoli fiori, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Per il significato del termine generico (thalictrum) si deve risalire a Dioscoride (40 – 90), medico, botanico e farmacista greco che esercitò a Roma, o a Plinio (23 – 79), scrittore naturalista romano, che entrambi nella forma di “thalictron” indicavano queste piante alludendo probabilmente (ma la cosa è controversa) alla loro fioritura precoce (”thallein” = rinverdire, mentre ”ictar” = presto) o al colore verde-gaio dei teneri germogli[1]. L'epiteto specifico (saxatile) deriva dall'habitat tipico di questa pianta: fra le rocce[2].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Thalictrum saxatile) è stato proposto dal botanico e micologo svizzero Augustin Pyrame de Candolle (1778 – 1841) in una pubblicazione del 1789.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Sono piante erbacee, perenni la cui altezza può arrivare da 3 a 7 dm. La forma biologica è definita come emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante sono completamente glabre.

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono fascicolate e secondarie da rizoma.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: consiste in un rizoma orizzontale.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e ramificata in modo angoloso; la superficie è striato-scanalata.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie. Località: "Giardino Botanico delle Alpi Orientali", Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m. - 02/07/2009
  • Foglie basali: le foglie radicali sono di tipo imparipennato (3 – 4 pennatosette) a contorno più o meno triangolare con segmenti a ramificazioni triforcate dei piccioli. I piccioli, alla base, sono inguainati in modo amplessicaule; le guaine terminano con delle orecchiette membranose. La lamina dei segmenti è ovata (più o meno flabellata) terminante nella metà superiore con tre lobi e più chiara sulla pagina inferiore (verde glauco), mentre sulla pagina superiore sono visibili dei nervi sporgenti; la consistenza della lamina è coriacea. Dimensione dei segmenti: larghezza dei segmenti: 12 – 17 mm; lunghezza 15 – 20 mm. Lunghezza delle orecchiette delle guaine: 1 – 1,5 mm.
  • Foglie cauline: le foglie sono addensate nella metà inferiore del fusto; quelle cauline sono più o meno simili a quelle radicali ma più distanziate e ridotte (si riducono verso l'infiorescenza); sono disposte in modo alterno.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è del tipo ad ampia pannocchia ramosa (e fogliosa) e si compone di tanti piccoli fiori raccolti in gruppi di 2 o 3. L'infiorescenza occupa circa 1/3 della parte superiore dell'intera pianta. Alla base dell'infiorescenza sono presenti delle brattee. Dimensione dell'infiorescenza: 5 – 12 cm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

Il fiore di questa pianta, caratterizzato da una certa assenza di coesione tra i vari organi fiorali (non c'è l'involucro), è privo di una corolla vera e propria, mentre è il calice colorato che ha la funzione vessillifera (quindi i sepali del calice possono essere indicati come petaloidei). In questa pianta il perianzio è quindi formato da un solo verticillo di elementi più o meno indifferenziati (perianzio apoclamidato)[3]. I fiori sono inoltre attinomorfi, ermafroditi, tetrameri (formati cioè da 4 sepali) e privi di nettari. Il colore dei fiori è giallastro. Dimensione dei fiori: 8 – 10 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 4, C 0, A molti, G molti (supero)[4]
  • Calice: il calice è formato da 4 sepali di tipo petaloide disposti in modo embricato; sono inoltre caduchi precocemente. In effetti allo sboccio del fiore spesso sono presenti solamente le antere i pistilli (in questa situazione la funzione vessillare viene assunta principalmente dagli stami).
  • Corolla: i petali sono assenti.
  • Androceo: gli stami sono numerosissimi e visibilmente prominenti ma penduli; sono liberi con lunghi filamenti sottili e filiformi. Le antere, lineari, acute sono mucronate all'apice; sono inoltre bi-loculari a deiscenza laterale. Il colore delle antere è giallo. Lunghezza delle antere: 2,5 – 2,7 mm.
  • Gineceo: i carpelli sono da 3 a 5 monovulari (contengono un solo ovulo; sono liberi e peduncolati; terminano nello stilo con stimma intero di colore roseo-porporino e lievemente dentato o papilloso. Dimensione dello stimma: 1,2 – 1,5 mm.
  • Fioritura: da maggio ad agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto si compone in parecchi acheni sessili a portamento pendulo. Ogni achenio è monospermo con un corpo stretto e con la superficie striata (a coste).

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione avviene tramite l'impollinazione garantita soprattutto dal vento (impollinazione anemofila). Anche se queste piante sono prive di nettare, diversi insetti, come api e vespe, si nutrono del suo polline per cui è probabile anche una certa fecondazione entomogama (impollinazione entomogama).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[5]:

Formazione: delle comunità a emicriptofite e camefite delle praterie rase magre secche
Classe: Festuco-Brometea

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Il genere Thalictrum comprende un centinaio di specie (una dozzina delle quali sono spontanee dei territori italiani) appartenenti soprattutto all'emisfero boreale. La famiglia delle Ranunculaceae invece comprende oltre 2000 specie distribuite su circa 47 generi[6] (2500 specie e 58 generi secondo altre fonti[7]).
Secondo la suddivisione di questo genere fatta dal botanico americano Liberty Hyde Bailey (1858-1954) il “Pigamo steppico” appartiene al “gruppo” delle Thalictrum nei quali il frutto è striato e sessile[1] e al “sottogruppo” con stami a filamenti sottili, filiformi e antere lineari.

Forma delle foglie del Gruppo Thalictrum minus

Il Thalictrum saxatile i particolare appartiene al Gruppo di Th. Minus; gruppo che comprende (almeno nella flora spontanea italiana) quattro specie (oltre a quella di questa voce):

Le specie di questo gruppo sono poliploidi; sono inoltre poco differenziate nella morfologia. Un elemento di distinzione è la forma della lamina dei segmenti delle foglie (vedi figura). Un altro componente spesso preso in considerazione per distinguere una specie dall'altra è il frutto; del quale in genere vengono considerati i seguenti caratteri morfologici:

  • il numero di coste;
  • la lunghezza dello stimma (lo stimma è persistente al frutto);
  • lunghezza e larghezza del frutto.

Uno studio[8] fatto su questi caratteri biometrici (sulle specie europee) non ha però evidenziato differenze significative da un punto di vista tassonomico. La maggiore variabilità è stata riscontrata nella lunghezza dello stimma, mentre la lunghezza e la larghezza del frutto è risultata distribuita normalmente. Alcune correlazioni sono state rilevate tra le dimensioni del frutto e la latitudine e la longitudine (il frutto si accorcia verso Est, mentre si assottiglia verso Nord).
In alcune flore (specialmente quelle anglosassoni) la specie di questa voce viene considerata una sottospecie di Thalictrum minus L. con la denominazione di: Thalictrum minus subsp. saxatile Ces. In Cattaneo (1844)[9]; oppure Thalictrum minus subsp. olympicum (Boiss. & Heldr.) Strid[10].

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Thalictrum candolleanum Trinajstic (1973)
  • Thalictrum jacquinianum Koch (1844) subsp. saxatile (Hooker fil.) Nyman (1878)
  • Thalictrum majus Crantz (1763) subsp. olympicum (Boiss. & Heldr.) Nyman (1878)
  • Thalictrum minus subsp. olympicum (Boiss. & Heldr.) Strid
  • Thalictrum minus subsp. pubescens
  • Thalictrum minus subsp. saxatile Sch. et K.
  • Thalictrum olympicum Boiss. & Heldr. in Boiss. (1854)

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Le specie più simili a quella di questa voce sono quelle appartenenti al Gruppo di Th. minus:

  • Thalictrum minus L.: è la pianta più piccola del gruppo ed è completamente inodore.
  • Thalictrum majus Crantz: è la pianta più alta del gruppo (fino a 120 cm); anche i segmenti fogliari sono più larghi (10 – 30 mm).
  • Thalictrum foetidum L.: questa pianta è caratterizzata soprattutto dal cattivo odore che emana..

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

Farmacia[modifica | modifica wikitesto]

Anticamente, secondo la medicina popolare, a queste piante venivano attribuite diverse proprietà medicamentose. Ora non più in quanto sono considerate tossiche e nocive alla salute umana. Infatti queste piante (nelle radici) contengono un colorante giallo tossico, una volta usato per colorare la lana, la ”macrocarpina”. Anche il bestiame al pascolo evita di mangiare le foglie di questa pianta[11].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Motta, p. 826.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'8 settembre 2010.
  3. ^ Pignatti, vol. 1 - p. 277.
  4. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 5 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  5. ^ Flora Alpina, vol. 1 - pag. 190.
  6. ^ Botanica Sistematica, p. 327.
  7. ^ Strasburger, p. 817.
  8. ^ JELASKA S. D., NIKOLIC T. & MIHELJ D., Fruit variability of Thalictrum L. (Ranunculaceae) Genus in Europe, in Museo Civico di Rovereto; Suppl. II al n. 11/1995; pag. 243.
  9. ^ Flora Alpina, p. 190.
  10. ^ Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh), su 193.62.154.38. URL consultato l'8 settembre 2010.
  11. ^ Motta, p. 827.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 826.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 338, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 190.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 817, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 327, ISBN 978-88-299-1824-9.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Thalictrum saxatile Flora delle Alpi Marittime Database
  • Thalictrum saxatile Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh) Database
  • Thalictrum saxatile Flora Italiana - Schede di botanica
  • Thalictrum saxatile Archiviato il 1º maggio 1999 in Internet Archive. GRIN Database
  • Thalictrum saxatile IPNI Database
  • Thalictrum saxatile[collegamento interrotto] ZipcodeZoo Database
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