Stefano Lombardi (generale)

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Stefano Lombardi
NascitaDronero, 1862
Morte1925
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
CorpoCropo di Stato maggiore
GradoTenente generale
GuerrePrima guerra mondiale
Battagliebattaglia di Caporetto
battaglia del solstizio
battaglia di Vittorio Veneto
Comandante diVI Corpo d'armata
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e genio di Torino
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Stefano Lombardi (Dronero, 18621925) è stato un generale italiano, distintosi particolarmente al comando del VI Corpo d'armata nel corso della prima guerra mondiale. Insignito della Croce di Commendatore dell'Ordine militare di Savoia e di tre Medaglie d'argento al valor militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Dronero, provincia di Cuneo, nel 1862. Arruolatosi nel Regio Esercito frequentò la Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino da dove uscì con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di artiglieria. Mentre era in servizio presso l'artiglieria da montagna, con Regio Decreto del 4 novembre 1889 fu promosso capitano, e assegnato al Corpo di stato maggiore.[1] Nel 1893 era capitano in forza allo stato maggiore della Divisione territoriale di Cuneo (4ª), allora al comando del tenente generale Giuseppe Besozzi.[2]

Tra il 14 giugno 1894 e il 10 marzo 1896 fu in servizio nella Divisione di Stato Maggiore presso il Ministero della guerra, allora retto dal tenente generale Stanislao Mocenni.[3]

Nel 1907, con il grado di tenente colonnello, risultava in servizio presso l'ufficio segreteria del Corpo di stato maggiore, alle dipendenze del capo di stato maggiore del Regio Esercito, generale Tancredi Saletta. All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, con il grado di maggior generale ricopriva l'incarico di Intendente generale della 3ª Armata, inizialmente sotto il generale Luigi Zuccari, poi Vincenzo Garioni e quindi Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta.[4] Ricoprì tale incarico sino al 7 aprile 1916, quando fu sostituito dal maggior generale Giacomo Ponzio.[4] Mentre ricopriva tale incarico fu coinvolto nella corte marziale comminata al maggiore Carlo Zunini, per aver redatto un critico memoriale contro il Comando supremo militare italiano.[5]

Il 23 settembre 1917 fu nominato comandante, in sostituzione di Angelo Gatta, del VI Corpo d'armata, che mantenne sino al 21 gennaio 1919, comandandolo durante la battaglia di Caporetto, quella del solstizio e nel corso di quella di Vittorio Veneto.[6]

Insignito della Croce di Commendatore dell'Ordine militare di Savoia e di tre Medaglie d'argento al valor militare, dopo la fine della guerra cedette il comando del VI Corpo d'armata a Giacomo Ponzio, ed assunse il comando del Corpo d'armata territoriale di Alessandria, che mantenne sino al 16 giugno 1920, quando fu messo a disposizione per compiti ispettivi.[7] Si spense nel 1925.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 19 settembre 1918.[8]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per poter dirigere un’azione offensiva della sua divisione, abbandonato l’osservatorio, si portò e si trattenne su un tratto di trincea battuta dall'artiglieria di media e grosso calibro, finché rimase ferito e contuso in varie parti del corpo dallo scoppio di un proietto che ferì mortalmente un capitano al suo fianco. Nonostante questo con calma e forza d'animo ammirabili, non abbandonò il suo posto di comando se non ad azione vittoriosa ultimata. Val Brestovizza, 31 agosto 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ad estrema difesa sull'Isonzo, indi in ripiegamento ordinato sul Tagliamento ed oltre, opponendosi costantemente all’urto nemico, sempre fra le proprie truppe ove più ferveva la mischia, imperturbabile, a tutto provvedendo, animando e sorreggendo i dipendenti con l'esplicazione continua ed incitante del più alto valore personale. Isonzo – Piave, 25-31 ottobre 1917
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di Corpo d'Armata con frequenti ricognizioni fin sulle prime linee nella imminenza dell’azione, con l’intervento personale durante la lunga ed aspra lotta combattutasi sulle posizioni del massiccio del Grappa, preparò con ogni cura i particolari della battaglia e ne guidò lo svolgimento nelle sue fasi, dimostrando doti di calma, sangue freddo e sprezzo del pericolo,ammirabili virtù di condottiero e di soldato, contribuendo con intelligenza e ardire alla gloriosa nostra vittoria finale. Monte Grappa, 24 ottobre-2 novembre 1918
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regi Decreti 14 e 22 gennaio 1917.[9]
Grande ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.270 del 14 novembre 1889, pag.3852.
  2. ^ Annuario militare del Regno d'Italia, 1893, p. 506. URL consultato il 29 marzo 2021.
  3. ^ Annuario d'Italia, Calendario generale del Regno, 1895, p. 88. URL consultato il 29 marzo 2021.
  4. ^ a b Coltrinari storia militare.
  5. ^ Finizio 2017, p. 348.
  6. ^ Coltrinari storia militare.
  7. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali, 1920, p. 2855. URL consultato il 29 marzo 2021.
  8. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  9. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.133 del 6 giugno 1918, pag.1611.
  10. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffiziali, 1919, p. 2946. URL consultato il 29 marzo 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 1, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Luigi Cadorna, La guerra alla fronte italiana. Vol. 2, Milano, Fratelli Treves editori, 1921.
  • Alberto Cavaciocchi, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Giancarlo Finizio, Fra guerra, aviazione e politica. Giulio Douhet, 1914-1916, Tricase, Youcanprint Self Publishing, 2017.
  • Jacopo Lorenzini, Uomini e generali: L'élite militare nell'Italia liberale (1882-1915), Milano, Franco Angeli Editore, 2017.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]