Diego Simonetti: differenze tra le versioni
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Entrato in Marina all’età di 15 anni, nel [[1885]] raggiunse il grado di [[Guardiamarina]].<ref name=ANMI>[http://www.marinaidigemona.it/giornale/giornalino_14.pdf UN GRANDE MARINAIO FORSE DIMENTICATO]</ref> Nella sua carriera prese parte tra il [[1900]]-[[1901]] in seguito alla [[Rivolta dei Boxer]], alla campagna in [[Estremo Oriente]] con il [[Corpo di spedizione italiano in Cina]], tra il [[1911]]-[[1912]] alla [[guerra italo-turca]] e poi alla [[prima guerra mondiale]], nella quale fu capo di stato maggiore delle forze navali mobilitate<ref name=Treccani/> conseguendo nel corso del conflitto nel [[1916]] la promozione al [[Grado militare|grado]] di [[contrammiraglio]] e successivamente a [[viceammiraglio]] e meritarndo l’[[Ordine militare di Savoia]] e la [[Croce al merito di guerra]].<ref name=ANMI/> |
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Al termine della [[prima guerra mondiale]] fu uno dei protagonisti dell'azione che mise fine all'[[Impresa di Fiume]], quando in seguito al [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo]] al rifiuto di [[Gabriele D'Annunzio]] di lasciare la [[Reggenza del Carnaro]] la [[Fiume (Croazia)|città di Fiume]] venne completamente circondata e il mattino della vigilia di Natale il 24 dicembre [[1920]], il Governo italiano ordinava un intervento militare per provocare l'evacuazione del territorio da parte dei [[Legionari fiumani|legionari dannunziani]] e Fiume venne cannoneggiata dalle navi della [[Regia Marina]]. L'ammiraglio Simonetti in qualità di [[Circoscrizione Alto Adriatico|Comandante in Capo delle forze navali dell'Alto Adriatico]] ordinò dal ponte di comando della [[nave da battaglia|corazzata]] [[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]] il bombardamento dal mare della città e un colpo di cannone sparato dall'[[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]] sventrò la residenza fiumana del Vate che il 31 dicembre si arrese, dopo che negli scontri con l'[[Regio Esercito|esercito italiano]] della settimana precedente quasi cinquanta uomini, tra legionari, civili e militari del regio Esercito, avevano perso la vita in quello che venne definito il [[Natale di sangue]]. |
Al termine della [[prima guerra mondiale]] fu uno dei protagonisti dell'azione che mise fine all'[[Impresa di Fiume]], quando in seguito al [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo]] al rifiuto di [[Gabriele D'Annunzio]] di lasciare la [[Reggenza del Carnaro]] la [[Fiume (Croazia)|città di Fiume]] venne completamente circondata e il mattino della vigilia di Natale il 24 dicembre [[1920]], il Governo italiano ordinava un intervento militare per provocare l'evacuazione del territorio da parte dei [[Legionari fiumani|legionari dannunziani]] e Fiume venne cannoneggiata dalle navi della [[Regia Marina]]. L'ammiraglio Simonetti in qualità di [[Circoscrizione Alto Adriatico|Comandante in Capo delle forze navali dell'Alto Adriatico]] ordinò dal ponte di comando della [[nave da battaglia|corazzata]] [[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]] il bombardamento dal mare della città e un colpo di cannone sparato dall'[[Andrea Doria (nave da battaglia 1913)|Andrea Doria]] sventrò la residenza fiumana del Vate che il 31 dicembre si arrese, dopo che negli scontri con l'[[Regio Esercito|esercito italiano]] della settimana precedente quasi cinquanta uomini, tra legionari, civili e militari del regio Esercito, avevano perso la vita in quello che venne definito il [[Natale di sangue]]. |
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In seguito al [[Regio decreto-legge|regio decreto n. 2395]] dell'11 novembre [[1923]] con cui vennero modificati assieme agli altri vertici delle forze armate del Regno i gradi degli ammiragli, il grado di viceammiraglio venne diviso in due gradi distinti, ovvero in ''viceammiraglio di armata'' e ''viceammiraglio di squadra'' e l'ammiraglio Simonetti fu tra coloro che vennero elevati al grado di viceammiraglio d'armata, per poi assumere il grado di ''[[ammiraglio d'armata]]'' quando in seguito alla legge 8 giugno 1926 n. 1178 le denominazioni di grado di ''viceammiraglio di armata'' e ''viceammiraglio di squadra'' furono abolite e sostituite con quelle di ''[[ammiraglio d'armata]]'' e di ''[[ammiraglio di squadra]]''. |
In seguito al [[Regio decreto-legge|regio decreto n. 2395]] dell'11 novembre [[1923]] con cui vennero modificati assieme agli altri vertici delle forze armate del Regno i gradi degli ammiragli, il grado di viceammiraglio venne diviso in due gradi distinti, ovvero in ''viceammiraglio di armata'' e ''viceammiraglio di squadra'' e l'ammiraglio Simonetti fu tra coloro che vennero elevati al grado di viceammiraglio d'armata, per poi assumere il grado di ''[[ammiraglio d'armata]]'' quando in seguito alla legge 8 giugno 1926 n. 1178 le denominazioni di grado di ''viceammiraglio di armata'' e ''viceammiraglio di squadra'' furono abolite e sostituite con quelle di ''[[ammiraglio d'armata]]'' e di ''[[ammiraglio di squadra]]''. |
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L'ammiraglio Simonetti morì a [[Pisa]] il 20 dicembre 1926 dopo breve malattia, mentre la sua insegna di Comandante in Capo della Armata Navale sventolava ancora sull'[[albero maestro|albero di maestra]] dell'[[Nave ammiraglia|Ammiraglia]] [[Conte di Cavour (nave da battaglia)|Conte |
L'ammiraglio Simonetti morì a [[Pisa]] il 20 dicembre 1926 dopo breve malattia, mentre la sua insegna di Comandante in Capo della Armata Navale sventolava ancora sull'[[albero maestro|albero di maestra]] dell'[[Nave ammiraglia|Ammiraglia]] [[Conte di Cavour (nave da battaglia)|Conte di Cavour]].<ref name=ANMI/> |
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== Onorificenze == |
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|nome_onorificenza = Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia |
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|collegamento_onorificenza = Ordine militare di Savoia |
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|motivazione = Quale Comandante delle forze navali dislocate nelle acque di Albania e dell’Alto Epiro concorse efficacemente con |
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ottimi risultati e con personale intervento alle operazioni svoltesi dal marzo a tutto l’ottobre 1918 in |
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stretta collaborazione col comando delle R.R. Truppe, |
stretta collaborazione col comando delle R.R. Truppe, particolarmente distinguendosi nella organizzazione della difesa di Valona e di vari punti della costa, nella protezione di numerosi convogli, nelle operazioni belliche; poi batteva dal mare la Malakastra, nell’occupazione di Durazzo e nell’appoggio delle truppe in avanzata nella linea del Mathi. In ogni occasione confermò le sue elette qualità d’animo e d’intelletto e la sua competenza professionale, ottenendo con le forze alla sua dipendenza il raggiungimento di importanti obiettivi militari |
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di numerosi convogli, nelle operazioni belliche; poi batteva dal mare la Malakastra, nell’occupazione di Durazzo e nell’appoggio delle truppe inavanzata nella linea del Mathi. In ogni occasione confermò le sue elette qualità d’animo e d’intelletto e la sua competenza professionale, ottenendo con le forze alla sua dipendenza il raggiungimento di importanti obiettivi militari |
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Versione delle 02:14, 28 mar 2016
Diego Simonetti | |
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L'ammiraglio Simonetti in uniforme da parata | |
Nascita | Gemona del Friuli, 14 giugno 1865 |
Morte | Pisa, 20 dicembre 1926 |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Marina |
Anni di servizio | 1880-1926 |
Grado | ammiraglio d'armata |
Guerre | Prima guerra mondiale Guerra italo-turca |
Campagne | Spedizione italiana in Cina |
Studi militari | Accademia navale |
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voci di militari presenti su Wikipedia | |
Diego Simonetti (Gemona del Friuli, 14 giugno 1865 – Pisa, 20 dicembre 1926) è stato un ammiraglio italiano ricordato soprattutto per i fatti di Fiume.
Biografia
Entrato in Marina all’età di 15 anni, nel 1885 raggiunse il grado di Guardiamarina.[2] Nella sua carriera prese parte tra il 1900-1901 in seguito alla Rivolta dei Boxer, alla campagna in Estremo Oriente con il Corpo di spedizione italiano in Cina, tra il 1911-1912 alla guerra italo-turca e poi alla prima guerra mondiale, nella quale fu capo di stato maggiore delle forze navali mobilitate[1] conseguendo nel corso del conflitto nel 1916 la promozione al grado di contrammiraglio e successivamente a viceammiraglio e meritarndo l’Ordine militare di Savoia e la Croce al merito di guerra.[2]
Al termine della prima guerra mondiale fu uno dei protagonisti dell'azione che mise fine all'Impresa di Fiume, quando in seguito al trattato di Rapallo al rifiuto di Gabriele D'Annunzio di lasciare la Reggenza del Carnaro la città di Fiume venne completamente circondata e il mattino della vigilia di Natale il 24 dicembre 1920, il Governo italiano ordinava un intervento militare per provocare l'evacuazione del territorio da parte dei legionari dannunziani e Fiume venne cannoneggiata dalle navi della Regia Marina. L'ammiraglio Simonetti in qualità di Comandante in Capo delle forze navali dell'Alto Adriatico ordinò dal ponte di comando della corazzata Andrea Doria il bombardamento dal mare della città e un colpo di cannone sparato dall'Andrea Doria sventrò la residenza fiumana del Vate che il 31 dicembre si arrese, dopo che negli scontri con l'esercito italiano della settimana precedente quasi cinquanta uomini, tra legionari, civili e militari del regio Esercito, avevano perso la vita in quello che venne definito il Natale di sangue.
Successivamente è stato Comandante in capo della Piazza marittima di Pola e governatore di Corfù[1] durante la crisi tra Italia e Grecia nel 1923, quindo Comandante in Capo del Dipartimento Marittimo dello Jonio e del Basso Adriatico, Comandante in Capo del Dipartimento Marittimo dell’Alto Tirreno[2] e infine dal 1° giugno 1925 Comandante in capo dell'Armata Navale.
In seguito al regio decreto n. 2395 dell'11 novembre 1923 con cui vennero modificati assieme agli altri vertici delle forze armate del Regno i gradi degli ammiragli, il grado di viceammiraglio venne diviso in due gradi distinti, ovvero in viceammiraglio di armata e viceammiraglio di squadra e l'ammiraglio Simonetti fu tra coloro che vennero elevati al grado di viceammiraglio d'armata, per poi assumere il grado di ammiraglio d'armata quando in seguito alla legge 8 giugno 1926 n. 1178 le denominazioni di grado di viceammiraglio di armata e viceammiraglio di squadra furono abolite e sostituite con quelle di ammiraglio d'armata e di ammiraglio di squadra.
L'ammiraglio Simonetti morì a Pisa il 20 dicembre 1926 dopo breve malattia, mentre la sua insegna di Comandante in Capo della Armata Navale sventolava ancora sull'albero di maestra dell'Ammiraglia Conte di Cavour.[2]
Onorificenze
ottimi risultati e con personale intervento alle operazioni svoltesi dal marzo a tutto l’ottobre 1918 in
stretta collaborazione col comando delle R.R. Truppe, particolarmente distinguendosi nella organizzazione della difesa di Valona e di vari punti della costa, nella protezione di numerosi convogli, nelle operazioni belliche; poi batteva dal mare la Malakastra, nell’occupazione di Durazzo e nell’appoggio delle truppe in avanzata nella linea del Mathi. In ogni occasione confermò le sue elette qualità d’animo e d’intelletto e la sua competenza professionale, ottenendo con le forze alla sua dipendenza il raggiungimento di importanti obiettivi militari»— Adriatico 1915-1916-1917-1918
Note
Collegamenti esterni
Breve biografia dell'ammiraglio Diego Simonetti su Treccani online