Sivel SD 28 Trittico

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sivel SD 28 Trittico
Descrizione
Tipoaereo da acrobazia
Equipaggio2
CostruttoreBandiera dell'Italia Sivel Aeronautica s.r.l.
Data primo volo1995
Dimensioni e pesi
Lunghezza6,8 m
Apertura alare8,4 m
Altezza2,76 m
Superficie alare10
Peso a vuoto520 kg
Peso max al decollo800 kg
Propulsione
Motoreun Lycoming O-320
Potenza160 hp (120 kW)
Prestazioni
Velocità max268 km/h
Autonomia1 019 km

dati tratti da Brassey's World Aircraft & Systems Directory[1]

voci di aerei civili presenti su Wikipedia

Il Sivel SD 28 Trittico fu un aereo da acrobazia monoplano sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Sivel Aeronautica s.r.l. nei primi anni novanta del XX secolo, derivato dal precedente aereo da turismo SD 27 Corriedale.

Storia del progetto[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni novanta del XX secolo la ditta di costruzioni aeronautiche Sivel Aeronautica s.r.l.[N 1] costruì, e certificò secondo la nuova normativa JAR-VLA, un velivolo che fu designato SD 27 Corriedale,[1] primo velivolo certificato in Italia secondo le nuove normative JAR.[2] Tale nuovo standard di progettazione, adottato in sede europea e accettato anche negli USA, Canada, Australia e altri paesi era meno severo del precedente FAR 23 usato per certificare tutti i velivoli con peso massimo al decollo superiore ai 4 500 kg.[3] Derivandolo dallo SD 27, la Sivel Aeronautica s.r.l. progettò e realizzò un aereo da addestramento acrobatico, che fu designato SD 28 Trittico, il cui prototipo andò in volo per la prima volta nel 1995.[1]

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

Il Sivel SD 28 Trittico era un monoplano ad ala bassa, monomotore, biposto. Le ali e i piani di coda avevano forma rettangolare.[1] Il tronco alare della fusoliera era realizzato in tubi di acciaio con rivestimento dei pannelli in composito, mentre l'intera trave di coda, le ali e gli impennaggi erano in alluminio.[1]

La cabina di pilotaggio poteva contenere due persone, collocate su sedili affiancati, ed era dotata di doppi comandi.[1] Il propulsore era un Lycoming O-320 a 4 cilindri orizzontali contrapposti raffreddati ad aria, erogante la potenza di 160 hp (119 kW).[1] Il carrello di atterraggio era triciclo anteriore fisso.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Direttore tecnico dell'azienda era allora l'ingegnere Ernesto Valtorta.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Taylor 1996, p. 407.
  2. ^ Romagnoli 1995, p. 55.
  3. ^ Romagnoli 1995, p. 58.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Michael J. H. Taylor, Brassey's World Aircraft & Systems Directory, London, Brassey's, 1996, ISBN 1-85753-198-1.
Periodici
  • Franco Romagnoli, JAR-VLA, Addestramento a basso costo, in JP4 Rivista Aeronautica, n. 4, Firenze, ED.A.I. srl., aprile 1995, pp. 54-59, ISSN 0394-3437 (WC · ACNP).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]