Sisto Bertoldi

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Sisto Bertoldi
NascitaValperga, 26 agosto 1877
Morte1949
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
GradoGenerale di corpo d'armata
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneCampagna dell'Africa Orientale Italiana
BattaglieBattaglia di Vittorio Veneto
Conquista italiana della Somalia Britannica
Studi militariRegia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino
dati tratti da generals'[1]
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Sisto Bertoldi (Valperga, 26 agosto 18771949) è stato un generale italiano, distintosi nel corso della guerra italo-etiopica e della seconda guerra mondiale in Africa Orientale Italiana. Insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Valperga, provincia di Torino, il 26 agosto 1877.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito venne promosso sottotenente dell'arma di fanteria il 28 gennaio 1897, tenente il 19 giugno 1900, capitano il 17 febbraio 1910 e maggiore il 3 dicembre 1915, in piena prima guerra mondiale. Fu poi promosso tenente colonnello il 29 luglio 1917.[2]

Promosso colonnello il 6 agosto 1918, fu nominato vice capo di stato maggiore del XXVI Corpo d'armata ricoprendo l'incarico sino al mese di ottobre, quando passò come capo di stato maggiore dapprima alla 53ª Divisione fanteria e poi alla 77ª Divisione fanteria.[2] Fu poi comandante del 69º Reggimento fanteria "Sirte" e quindi del 232º Reggimento fanteria "Brennero" dal 1926 al 1932.[1] Promosso generale di brigata il 4 dicembre 1932, in quella stessa data fu nominato comandante della 13ª Brigata fanteria a Udine.[3][4] Nel febbraio 1934 divenne Ispettore generale presso il Ministero della guerra.[1] Tra l'ottobre e il dicembre 1935 fu comandante della 49ª Divisione fanteria "Metauro", assumendo poi il comando della 29ª Divisione fanteria "Peloritana" operante in Africa Orientale nel corso della guerra d'Etiopia.[1] Il 1 gennaio 1937, promosso generale di divisione, lasciò il comando della Divisione, assumendo l'incarico di comandante delle truppe dell'Harar fino al 15 ottobre 1939, quando fu posto in posizione ausiliaria. Il 17 agosto dello stesso anno era stato promosso generale di corpo d'armata.[1]

Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, e l'inizio della campagna dell'Africa Orientale Italiana dal 3 agosto partecipò alla conquista italiana della Somalia Britannica come comandante della colonna di sinistra dello scacchiere est.[5] Il primo giorno dell'operazione militare travolse le resistenze avversarie, il 3 agosto occupò con il grosso delle truppe Dabat e con un distaccamento Madda, mentre con una colonna fiancheggiante raggiunse Girren.[6] Il giorno 5 raggiunse e occupò il porto di Zeila, impedendo di fatto ogni possibile aiuto da parte della Somalia francese alle forze britanniche,[5] mentre la colonna fiancheggiante avanzava su Dobo.[6] Occupata Dobo, raggiunse Loy Ada al confine con la Somalia francese, e subito dopo trasferì le truppe in esubero al presidio del territorio verso le basi di partenza.[6]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 29 settembre 1937.[7]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Ufficiale di collegamento tra il comando di una divisione e quello di una brigata, nell'esplicazione delle sue mansioni profuse intelligente attività ed ammirevole energia, dimostrando di possedere, in momenti critici, eccezionale calma e coraggio nel raccogliere e trasmettere notizie in terreno difficile e molto battuto dal fuoco nemico. Altopiano di Ral, 20-24 agosto 1917.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Esplicava opera intelligente ed assidua per assicurare il buon funzionamento dei servizi sulle trincee di prima linea, infondendo nella truppa fermezza e fiducia. Coia-Masegnacco, settembre-ottobre 1917
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Quale sottocapo di stato maggiore di un corpo d'armata mobilitato durante l'0avanzata di truppe operanti sul Piave, rimasto unico ufficiale dello stato maggiore del suo comando in un momento di crisi sapeva rendere preziosissimi servizi, esponendosi con sereno ardimento, moltiplicando la sua attività e prodigando le sue energie, cosicché, nonostante le difficoltà in cui versava il comando del corpo d'armata poté, anche per suo merito, sviluppare con pieno successo tutta la propria azione. Basso Piave, ottobre-novembre 1918
Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 21 gennaio 1937.
Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 7 dicembre 1939.
Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria
Mauriziana BAR.svg - nastrino per uniforme ordinaria
— 29 giugno 1939.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Generals.
  2. ^ a b c Comando Supremo.
  3. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali, 1934, p. 724. URL consultato il 12 marzo 2021.
  4. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali, 1932, p. 3748. URL consultato il 12 marzo 2021.
  5. ^ a b Stewart 2016, p.77.
  6. ^ a b c La Civiltà Cattolica n.91, 1940, p.393.
  7. ^ Ordine militare d'Italia Bertoldi, Sisto, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 febbraio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Periodici

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Sisto Bertoldi, su Comando Supremo. URL consultato il 31 gennaio 2023.
  • (EN) Sisto Bertoldi, su Generals. URL consultato il 31 gennaio 2023.