Sestilio Matteocci

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Sestilio Matteocci
NascitaVazia, 9 maggio 1904
Morte22 giugno 1940
Cause della mortemorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali della Cirenaica
Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana
Reparto89º Reggimento fanteria "Salerno" della 5ª Divisione fanteria "Cosseria"
Anni di servizio1923 - 1940
GradoCapitano in servizio permanente effettivo
GuerreGuerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneArbegnuoc
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Sestilio Matteocci (Vazia, 9 maggio 190422 giugno 1940) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Vazia (frazione del comune di Rieti) il 9 maggio 1904, figlio di Pietro e Antonia Pettine.[2] Proveniente da modesta famiglia di agricoltori, nel 1923 si arruolò volontario nel Regio Esercito iniziando a frequentare la Scuola allievi sottufficiali di Roma, conseguendo nel gennaio 1924 la promozione a sergente e venendo contemporaneamente posto in congedo.[3] Riammesso in servizio attivo a domanda nell'ottobre 1925 e trasferito nel Regio corpo truppe coloniali della Cirenaica, l'anno successivo fu promosso sergente maggiore in forza al V Battaglione cacciatori.[3] Nel 1930 fu ammesso a frequentare come allievo la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, conseguendo la promozione a sottotenente in servizio permanente effettivo nell'arma di fanteria nell'ottobre del 1932.[3] Frequentata la Scuola di applicazione era destinato a prestare servizio presso il 63º Reggimento fanteria "Cagliari"dove, nel 1934, fu promosso tenente.[3] Nell'aprile del 1935 fu trasferito al Regio corpo truppe coloniali della Somalia italiana e partecipò alla guerra d'Etiopia nel VII Battaglione arabo-somalo del III Raggruppamento, e dopo il termine della guerra alle successive operazioni di grande polizia coloniale.[3] Rientrato dall'Etiopia con il grado di capitano per meriti di guerra venne destinato all'89º Reggimento fanteria "Salerno" della 5ª Divisione fanteria "Cosseria", assumendo il comando della compagnia arditi.[3] con la quale entrava poi in guerra nel giugno 1940 sul fronte alpino occidentale.[3] Cadde in combattimento a Les Granges St. Paul il 22 giugno 1940, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una compagnia di arditi, dava ìn più azioni fulgide prove di animo intrepido. Sempre primo nel cimento, nel sacrificio, si lanciava, alla testa del reparto, all’attacco. Colpito da mitragliatrice, non piegava, ma con stoica fermezza perseverava nella lotta. Colpito una seconda volta da scheggia di granata, aveva troncata una gamba. Non fiaccato l’eroico spirito, ai soldati ordinava di proseguire verso gli obiettivi. Colpito una terza volta e mortalmente, rivolgeva il pensiero, in estremo atto di devozione, al colonnello e alla famiglia reggimentale. Luminoso esempio di elette virtù militari, già consacrato con altre prove di valore sui campi di battaglia di Etiopia. Castel del Lupo-Les Granges St. Paul, 14-22 giugno 1940 .[4]»
— Regio Decreto 16 novembre 1940.[5]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di presidio avanzato in regione ribelle sosteneva per più giorni reiterati attacchi di rilevanti forze avversarie che, inorgoglite per un piccolo successo ottenuto in altra zona, tentavano sopraffare il presidio. Decisamente respingeva il nemico infliggendogli perdite e togliendogli ogni velleità di attacco. Durante un lungo ciclo operativo prodigava tutto se stesso concorrendo con le sue truppe a debellare la ribellione nella regione del Limmù-Ennaria. Limmù-Ennaria, gennaio-maggio 1938
— Regio Decreto 14 dicembre 1942.[6]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia posta a protezione di una colonna di più battaglioni, già impegnata frontalmente, con azione fulminea contribuiva a costringere il nemico attaccante a ripiegare. Successivamente in zona aspra e boscosa, ove erasi rifugiato l'avversario, organizzando e dirigendo ardite pattuglie ne stabiliva la precisa nuova dislocazione. All'ordine di attacco conduceva il proprio reparto con perizia, audacia e slancio, infliggendo gravi perdite ai ribelli, facendone prigionieri e ponendo in fuga i rimanenti. Nel proseguimento dell'azione, chiamato a sostegno di altra compagnia del battaglione impegnata altrove, giungeva , alla testa dei suoi uomini, sulla posizione, concorrendo a porre in fuga per la seconda volta il nemico. Esempio di virtù militari.»
— Regio Decreto 4 aprile 1940-XVIII[7]
croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di una compagnia fortemente impegnata, durante tre giorni di combattimento la guidava con perizia, con serenità, con arditezza. Incaricato di sviluppare una rischiosa azione, alla quale avrebbe dovuto contribuire anche altro elemento, la portava a compimento, superando non lievi difficoltà derivanti dall'ora tarda, dalle asperità del terreno, dalle insidie nemiche. Bello esempio di decisione e di coraggio personale. Elo Salei, 13-15 gennaio 1936
avanzamento per merito di guerra - nastrino per uniforme ordinaria
avanzamento per merito di guerra
«Comandante di compagnia di un battaglione arabo-somalo, partecipava a tutta la campagna etiopica e conseguenti operazioni di grande polizia, distinguendosi per coraggio, perizia e assoluto sprezzo del pericolo. Sul Canale Doria, nel Bale, negli Arussi e nei successivi cicli operativi, condusse il proprio reparto con abilità e valore, dimostrando sempre audacia e costante spirito aggressivo. Più volte decorato al valor militare. Esempio di alte virtù di organizzatore e trascinatore. A.O.I., ottobre 1935-maggio 1939
— Regio Decreto 14 dicembre 1939.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.339.
  2. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.42 del 18 febbraio 1941, pag.798.
  3. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  4. ^ quirinale.it
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti addì 14 dicembre 1940, registro 46 guerra, foglio 51.
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti addì 18 marzo 1943, registro 2 Africa Italiana, foglio 276.
  7. ^ In commutazione della croce di guerra al valor militare già concessa con R. decreto 4 novembre 1938-XVII
  8. ^ Registrato alla Corte dei conti addì 28 febbraio 1940, registro n.8, foglio 16.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 339.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]